Angelo Vulpiani (Borgorose, 8 agosto 1954) è un fisico e saggista italiano, noto per i suoi contributi alla fisica statistica e non lineare.[1][2]
Angelo Vulpiani ha studiato fisica presso l'Università La Sapienza di Roma, dove si è laureato nel 1977 con relatore Giovanni Jona-Lasinio.[3] Dopo tre anni da borsista presso il CNR a Roma, nel 1981 è diventato ricercatore presso La Sapienza. Nel 1988 si è poi trasferito all'Università dell'Aquila come professore associato, tornando poi a La Sapienza nel 1991, dove dal 2000 è professore ordinario di fisica teorica presso il Dipartimento di Fisica. Nel 2004 è stato nominato fellow dell'Institute of Physics.[2] Nel 2021 ha ricevuto il Statistical and Nonlinear Physics Prize dell'European Physical Society, a riconoscimento dei suoi contributi al campo della meccanica statistica.[1] Nel 2023 gli è stata assegnata la Medaglia Richardson da parte dell'European Geosciences Union, per i suoi lavori sulla risonanza stocastica e sui moti turbolenti.[2] È anche un autore prolifico di libri, sia di stampo divulgativo che specialistico.
Il primo contributo importante di Vulpiani alla fisica statistica, e probabilmente il più noto, è stato l'introduzione, all'inizio degli anni '80, del concetto di risonanza stocastica,[4] assieme ad Alfonso Sutera e Roberto Benzi, e la sua applicazione (con l'ulteriore collaborazione di Giorgio Parisi) allo studio della dinamica del clima.[5][6] Si tratta di un meccanismo matematico generale che spiega come in un sistema fisico non lineare, piccole perturbazioni periodiche unite ad un rumore di fondo stocastico possano venire amplificate fino a generare importanti oscillazioni del sistema. La sua esistenza fu confermata dopo breve tempo in sistemi elettronici,[7] laser[8] e reazioni chimiche,[9] e che ha assunto grande importanza nelle neuroscienze.[10][11][12] Per compiere le simulazioni del modello semplificato del clima, lui e Benzi erano costretti a recarsi di notte in un laboratorio del CNR a Roma: stando al racconto di Vulpiani, una notte avrebbero rischiato di essere arrestati, a causa del clima teso che si respirava in Italia durante gli anni di piombo.[13]
Negli anni successivi ha contribuito all'approccio multifrattale (una generalizzazione del concetto di frattale) nei sistemi caotici e nella turbolenza (dove viene usato per descrivere l'intermittenza),[14][15] e allo studio del comportamento caotico nei sistemi hamiltoniani (a partire dal problema di FPUT).[16] In seguito ha studiato vari problemi legati al trasporto caotico in flussi turbolenti e non,[17][18] aspetti generali della fisica dei sistemi complessi[19] e relazioni di fluttuazione-dissipazione in meccanica statistica del non equilibrio.[20]