Assedio di Dura Europos (256)
parte delle Campagne siriano-mesopotamiche di Sapore I
L'antica città di Dura Europos.
DataDal 256
LuogoDura Europos
EsitoAssedio ed occupazione sasanide di Dura Europos
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
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L'assedio di Dura Europos del 256 costituì la fase finale della seconda campagna militare di Sapore I contro le armate romane del cosiddetto limes orientale.[3]

Contesto storico

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In un periodo compreso tra l'impero di Filippo l'Arabo[4] e di Treboniano Gallo (251-253) i Sasanidi tornarono ad impossessarsi dell'Armenia, uccidendone il sovrano regnante ed espellendone il figlio (252). Verso la fine di quest'anno o di quello successivo, Sapore I riprese una violenta offensiva contro le province orientali dell'impero romano. Le truppe persiane occuparono numerose città della provincia di Mesopotamia[5] (compresa la stessa Nisibis[6][7]), poi si spinsero in Cappadocia,[7] Licaonia[7] e Siria, dove batterono l'esercito romano accorrente a Barbalissos e si impossessarono della stessa Antiochia[8][9] (caduta forse per il tradimento di un certo Mariade[10][11]), dove ne distrussero numerosi edifici, razziarono un ingente bottino e trascinarono con sé numerosi prigionieri (253).[12][13]

Assedio

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Ancora nel 256[14] gli eserciti di Sapore I, sottraevano importanti roccaforti al dominio romano in Siria,[15] tra cui Dura Europos che questa volta, dopo una strenua resistenza fu definitivamente distrutta insieme all'intera guarnigione romana.

Si racconta che nel corso dell'assedio e successiva caduta di Dura Europos del 256, i Sasanidi furono abili a costruire un tunnel sotto le mura cittadine, che permisero loro di introdursi di notte ed occupare la città. La guarnigione romana, formata da 2 000 armati, tra cui una vexillatio della legio IIII Scythica[1] e la cohors XX Palmyrenorum sagittariorum equitata[2] era riuscita a sacrificare la strada interna che costeggiava questo lato di mura oltre ai vicini edifici, con il riempimento di quest'area attraverso le macerie dei vicini edifici abbattuti, al fine di rafforzare la base delle mura contro i possibili attacchi persiani da sotto terra.

I Romani avevano proceduto, inoltre, con la costruzione di un cumulo di terra all'esterno delle mura, formando così uno spalto, sigillato con mattoni di fango per evitarne l'erosione, lungo il lato occidentale che aveva il suo centro nella porta palmirena (ingresso principale alla città di Dura Europos). Ciò però non fu evidentemente sufficiente a impedire l'attacco finale sasanide. Sebbene nessuna fonte racconti in modo dettagliato questo terribile assedio, durato alcuni mesi, rimangono a testimonianza i numerosi scavi archeologici effettuati in loco.[16]

Gli scavi archeologici hanno evidenziato numerosi tentativi di sfondamento da parte degli ingegneri di Sapore I:

Conseguenze

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Rilievo sasanide a Naqsh-e Rustam raffigurante Sapore I che tiene prigioniero Valeriano e riceve l'omaggio di Filippo l'Arabo, inginocchiato davanti al sovrano sasanide.

Quasi tutti i difensori romani della città di Dura Europos sopravvissuti, furono condotti a Ctesifonte e venduti come schiavi. La città fu saccheggiata al punto che non fu mai ricostruita. La successiva offensiva romana vide le armate di Valeriano recuperare parte dei territori perduti con buoni risultati contro le armate sasanidi, fino a tutto il 259. Sembra infatti che già nella primavera del 257 i Romani ebbero la meglio sui Persiani presso Circesium.[19]

Valeriano, giunto a difendere Edessa dall'assedio persiano, dove i Romani avevano avuto notevoli perdite anche a causa di una pestilenza dilagante, e recatosi ad un incontro con il re persiano, sembra secondo fonti romane, fu fatto prigioniero a tradimento nell'aprile-maggio del 260.[20]

«[...] Valeriano, volendo mettere fine alla guerra con donazioni di denaro, inviò ambasciatori a Sapore I, che però li rimandò indietro senza aver concluso nulla, chiedendo invece di incontrarsi con l'imperatore romano, per discutere ciò che fosse necessario. Valeriano, una volta accettata le risposta senza neppure riflettere, mentre si recava da Sapore in modo incauto insieme a pochi soldati, fu catturato in modo inaspettato dal nemico. Fatto prigioniero, morì tra i Persiani, causando grande disonore al nome romano presso i suoi successori.»

Secondo invece la fonte ufficiale persiana delle Res Gestae Divi Saporis:

«(24) Una grande battaglia fu combattuta tra Carrhae e Edessa tra noi [sasanidi] ed il Cesare Valeriano, e noi lo catturammo facendolo prigioniero con le nostre mani, (25) così come altri generali dell'armata romana, insieme al prefetto del Pretorio, alcuni senatori e ufficiali. Tutti questi noi facemmo prigionieri e deportammo (26) in Persia

La cattura di Valeriano da parte dei Persiani lasciò l'Oriente romano alla mercé di Sapore I, il quale condusse una nuova offensiva dal suo "quartier generale" di Nisibis[21] riuscendo ad occupare i territori romani fino a Tarso (in Cilicia), Antiochia (in Siria) e Cesarea (in Cappadocia), compresa l'intera provincia romana di Mesopotamia.[22]

«Noi inoltre bruciammo, devastammo e saccheggiammo la Siria, la Cilicia e la Cappadocia

Note

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  1. ^ a b AE 1929, 181; AE 1931, 113.
  2. ^ a b AE 1923, 23.
  3. ^ Res Gestae Divi Saporis, riga 17.
  4. ^ Agatangelo, Storia degli Armeni, I, 23-35.
  5. ^ Eutropio, 9, 8.
  6. ^ Ṭabarī, Storia dei profeti e dei re, pp. 31-32 dell'edizione tedesca di Theodor Nöldeke (del 1879).
  7. ^ a b c Eutychius (Sa'id ibn Batriq o semplicemente Bitriq), Annales, 109-110.
  8. ^ Ammiano Marcellino, Storie, XX, 11.11; XXIII, 5.3.
  9. ^ Grant, p. 226.
  10. ^ Historia Augusta, Triginta tyranni, 2.
  11. ^ Giovanni Malalas, Cronografia, XII.
  12. ^ Oracoli sibillini, XIII, 125-130.
  13. ^ Libanio, Oratio XV, 16; XXIV, 38; LX, 2-3.
  14. ^ Rémondon, p. 75.
  15. ^ Eutropio, Breviarium ab urbe condita, 9, 8.
  16. ^ Clark Hopkins, 'L' assedio di Dura, in: The Classical Journal, 42 / 5 (1947), pp. 251-259.
  17. ^ Gli antichi Persiani "gasarono" i Romani, BBC NEWS
  18. ^ Prima guerra chimica a Dura-Europos, Syria
  19. ^ John Drinkwater, Maximinus to Diolcetian, in The Cambridge Ancient History: The Crisis of Empire, A.D. 193-337, p. 42.
  20. ^ Eutropio, IX.7; Grant (p. 227) suggerisce che Valeriano abbia chiesto "asilo politico" al re persiano Sapore I, per sottrarsi ad una possibile congiura, in quanto nelle file dell'esercito romano che stava assediando Edessa, serpeggiavano evidenti segni di ammutinamento.
  21. ^ D.S. Potter, Prophecy and history in the crisis of the Roman Empire. A historical commentary on the Thirteenth Sibylline Oracle, Oxford 1990; Erich Kettenhofen, Die römisch-persischen Kriege des 3. Jahrhunderts n. Chr., Wiesbaden 1982, nr. 55, pp. 44-46.
  22. ^ Grant, p. 231.

Bibliografia

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Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne
Romanzi storici