Bassaride (in greco antico: βασσαρίς, -ίδος?, bassarís, -ídos, "volpe, baccante, cortigiana"[1]; in latino: Bassăris, -ĭdis, «Baccante»[2]) è uno dei nomi con cui erano indicate le baccanti della Tracia e della Lidia, chiamate così perché nel culto dionisiaco si coprivano di pelli di volpe.

Il termine greco deriva infatti dal vocabolo anario βασσάρα (bassàra) che indicava la volpe[3]. In Egitto la volpe era chiamata con un nome simile ("wasar") e il Lepsius aveva trovato immagini in cui dei sacerdozi egizi indossavano pelli di volpe (Denkmäler aus Ägypten und Äthiopien, II, 112, 128)[4]. In Lidia e Tracia, ma non nell'Ellade rimanente, durante i riti le seguaci di Dioniso indossavano pelli di volpe lunghe fino ai piedi, e anche a Dioniso veniva dato l'appellativo di "Bassàreo"[5]. I riti consistevano in una specie di trance allucinatoria che culminava nel rito dello sparagmòs (in greco antico: σπαραγμός), cioè nell'uccisione di un giovane animale, nello smembramento e nella consumazione delle sue carni crude (in greco antico: ὠμοϕαγία?, omophagìa)[6].

Opere

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Morte di Orfeo (olio di Émile Lévy)

Note

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  1. ^ Rocci, Vocabolario greco-italiano, Città di Castello, Società editrice S. Lapi, 1962, p. 345.
  2. ^ Castiglioni e Mariotti, IL - Vocabolario della lingua latina, 4ª ed., Torino, Loescher, 2007, p. 146.
  3. ^ V. Pisani, 1934.
  4. ^ Harper's dictionary.
  5. ^ Ausfuhrliches lexicon, 1890, p. 751.
  6. ^ D. Fabiano, 2014.
  7. ^ (GRC) Eratosthenis, Catasterismorum reliquiae, a cura di Carolus Robert, Berolini, Weidmannos, 1878, p. 140.
  8. ^ a b Tragedie e frammenti di Eschilo, pp. 628-630.
  9. ^ H.W. Henze, 1993.
  10. ^ A. Marandino, 2004.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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