Boris Kochno (Mosca, 3 gennaio 1904Parigi, 8 dicembre 1990) è stato un poeta, librettista e sceneggiatore russo.

Boris Kochno

Biografia

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Nato a Mosca nel 1904, Boris Kochno era figlio di un colonnello degli Ussari. Frequentò il Liceo Imperiale di Mosca fino a 13 anni; dopo la morte del padre la famiglia si trovò in ristrettezze finanziarie, anche in seguito alla rivoluzione, e Boris, con la madre, dovette trasferirsi prima a Ekaterinburg e successivamente a Parigi nel 1920. Giovanissimo ebbe una relazione con il compositore polacco Karol Szymanowski che gli dedicò alcune poesie e un capitolo del suo romanzo Efebos. A Parigi, grazie al pittore Sergej Sudeikin, conobbe Djagilev[1] di cui divenne, l'anno seguente, collaboratore e segretario personale, mantenendo l'incarico fino alla morte dell'impresario nel 1929.[2]

Nel 1921 Igor Stravinskij chiese a Kochno di trarre un libretto d'opera da La casetta di Kolomna di Puškin, scrivendo così il soggetto per Mavra. Secondo il compositore Kochno realizzò un buon lavoro avendo un dono particolare per la versificazione.[3]
In seguito, sempre per i Balletti russi di Djagilev, egli realizzò diversi libretti e sceneggiature, tra cui nel 1924 Les fâcheux, balletto su musica di Georges Auric, tratto da Molière, Les matelots nel 1925, sempre di Auric, La chatte nel 1927 su musica di Henri Sauguet e Le bal su partitura di Vittorio Rieti nel 1929.[4] Sempre nel 1929 scrisse, prendendo la trama dal Nuovo Testamento, il libretto per il balletto Il figliol prodigo di Prokof'ev che fu coreografato da Balanchine.[5]
Durante gli anni passati al fianco di Djagilev, Kochno ebbe occasione di conoscere e anche di collaborare con numerosi musicisti, coreografi, ballerini e artisti; la sua attività nell'ambito dei Balletti russi gli creò una notevole rivalità con Serge Lifar,[2] ballerino e coreografo preferito, all'epoca, dall'impresario. In questi anni conobbe il pittore e scenografo Christian Bérard di cui divenne amante e con cui realizzò diverse produzioni teatrali.

Dopo la morte di Djagilev partecipò come consulente alla compagnia Ballets russes de Montecarlo fondata nel gennaio 1932 e rimanendovi fino al 1937, scrivendo le sceneggiature di Cotillon, balletto creato su musiche di Emmanuel Chabrier nel 1932, e di Jeux d'enfant, tratto da opere di Georges Bizet con le scene di Joan Miró, nel 1933.[4]

Nel 1933 si staccò, per un breve periodo, dai Ballets russes de Montecarlo per fondare, con Balanchine, la compagnia Les Ballets 1933 voluta dal coreografo per poter realizzare in libertà le proprie creazioni; Kochno ideò complesse sceneggiature per molte opere e in questo stesso anno, su sua commissione, la compagnia mise in scena I sette peccati capitali con musica di Kurt Weill e testo di Bertold Brecht. La nuova compagnia durò però soltanto un mese a causa di recensioni poco lusinghiere e conseguente calo di pubblico.[6] Terminata questa esperienza Kochno rientrò come collaboratore nella direzione dei Ballets russes de Montecarlo.

Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1945 iniziò una collaborazione con Roland Petit con cui creò i Ballets des Champs-Élysées;[4] la compagnia riunì giovani danzatori quali Janine Charrat, Ludmilla Tchérina e Jean Babilée ed ebbe come sede il Théâtre des Champs-Élysées dopo che il debutto ottenne un buon successo. Kochno creò le sceneggiature per i balletti Les forains, Le bal de blanchisseuses e Les amours de Jupiter e rimase nella direzione fino al 1951.[4]

Scrisse in seguito due testi, uno dedicato alla danza, Le ballet, pubblicato a Parigi nel 1954 e Djagilev et le ballets russes nel 1970.

Morì a Parigi l'8 dicembre 1990 in seguito alle conseguenze di una caduta[7]. È stato sepolto al cimitero di Père-Lachaise, non lontano da Christian Bérard.

Libretti e sceneggiature

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Note

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  1. ^ Sjeng Scheijn, Djagilev: A Life, Londra, T. J. International, 2009.
  2. ^ a b Boris Kochno, Djagilev and the Ballets Russes, New York, Harper & Row, 1970.
  3. ^ Igor Stravinskij - Robert Craft, Expositions and Developments, Garden City, New York, Doubleday & Co. Inc., 1962.
  4. ^ a b c d Hors Koegler, The Concise Oxford Dictionary of Ballet, Oxford University Press, 1977, Trad.it. di Alberto Testa, Dizionario Gremese della Danza e del Balletto, Roma, Gremese, 2011.
  5. ^ Piero Rattalino, Sergej Prokofiev. La vita, la poetica, lo stile, Varese, Zecchini, 2003.
  6. ^ Nancy Reynolds, Ballets 1933. The International Encyclopedia of Dance, Oxford, Oxford University Press, 2005.
  7. ^ Anna Kisselgoff, Boris Kochno, 86, a Ballet Director and Scenarist, New Tork Times, 11 dicembre 1990

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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