Cesarini | |
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Colonna, sormontata da un'aquila, alla quale, mediante una catena, era legato un orso | |
Stato | Civita Lavinia Ardea Ducato di Civitanova Stato Pontificio |
Casata di derivazione | Montanari |
Fondatore | Giorgio e Giuliano Cesarini |
Ultimo sovrano | Livia Cesarini |
Data di fondazione | XV secolo |
Data di estinzione | XVII secolo |
Etnia | italiana |
Rami cadetti | |
I Cesarini furono una famiglia romana che ebbe grande influenza come feudataria di vasti territori nel Lazio e nelle Marche dal XV alla fine del XVII secolo, allorché si ebbe l'estizione del ramo principale.
Come altre famiglie di Roma, anche i Cesarini rivendicarono la discendenza da una famiglia della Roma antica, dalla Gens Iulia[1]. Secondo lo stesso Ratti e l'Ameyden[2], tuttavia, la famiglia Cesarini sarebbe derivata dalla famiglia Montanari; Andreuzzo, il padre del cardinale Giuliano Cesarini (1398-1444), si chiamava ancora Montanari[3]. Le condizioni economiche della famiglia nei primi anni del XIV secolo erano molto modeste[3]. Poiché tuttavia a partire dal XV secolo alcuni suoi membri ricoprirono cariche lucrose nel governo dello Stato della Chiesa, il patrimonio familiare divenne cospicuo in un tempo relativamente breve.
Se il primo Cesarini a essere uscito dall'anonimato fu senz'altro il cardinale Giuliano Cesarini, il primo dei Cesarini ad aver acquistato delle proprietà immobiliari fu il fratello minore del cardinale, mons. Giorgio Cesarini, protonotario apostolico e procuratore del cardinal Bessarione, il quale nel 1454 acquistò parte del territorio di Ardea da Antonio Colonna[4]. Alcuni membri della famiglia Cesarini ottennero la carica di gonfaloniere del popolo romano che papa Clemente VII, col Motu proprio «Nobilem Familiam Cesarinam» del 23 maggio 1530, assegnò in perpetuo ai Cesarini maschi[5].
Nel secolo successivo il pronipote Giuliano Cesarini (1491-1566) acquisterà nello stesso anno (1564) Civita Lavinia e Ardea da Marcantonio Colonna, il castello di Genzano da Fabrizio Massimi, oltre ad aver ottenuto il feudo di Civitanova Marche per un prestito di 14.000 scudi alla Camera Apostolica, per cui divenne in tal modo marchese di Civitanova[6]. Suo figlio Giangiorgio Cesarini sposò l'affascinante ereditiera Clelia Farnese e istituì per la prima volta una primogenitura in famiglia in favore dell'unico figlio Giuliano (1572-1613). Quest'ultimo, uomo peraltro dallo spirito bizzarro, ottenne da papa Sisto V il titolo di duca di Civitanova e di marchese di Civita Lavinia (30 luglio 1582); dal suo matrimonio con Livia Orsini[7] nacquero cinque figliuoli maschi, uno solo dei quali, Giangiorgio II, ebbe discendenti. Giangiorgio II sposò Cornelia Caetani e fu padre degli ultimi due duchi Cesarini: Giuliano (1618-1671) e Filippo. In assenza di eredi maschi nella generazione successiva, la casata si estinse alla fine del XVII secolo. Dal matrimonio di Livia Cesarini, figlia dell'ultimo Giuliano, con Federico Sforza di Santafiora avrà origine il casato degli Sforza Cesarini[8].
Lo stemma dei Cesarini consisteva in una colonna, sormontata da un'aquila, alla quale, mediante una catena, era legato un orso. Il Ratti ritiene che anticamente lo scudo dovesse mostrare un orso, la colonna sia stata inserita dal cardinale Giuliano Cesarini, primo di questo nome, per riconoscenza a papa Martino V (della famiglia Colonna), e l'aquila sia stata concessa al primo marchese di Civitanova Giuliano Cesarini (1491-1566) dall'imperatore Carlo V[9]. Lo stemma ispirò una pasquinata[10]: