Il chiusino (popolarmente, ma impropriamente noto come tombino) è il coperchio, comunemente di forma circolare, quadrata o rettangolare, dei pozzetti di acquedotti o fognature (nere e bianche) nonché dei pozzetti a servizio delle linee elettriche e telefoniche. Sono realizzati in diversi materiali come acciaio, ghisa lamellare e ghisa sferoidale; anticamente veniva utilizzata anche la pietra.
In Italia chiusini sono regolamentati dalla norma UNI EN 124:1995 "Dispositivi di coronamento e di chiusura per zone di circolazione utilizzate da pedoni e da veicoli. Principi di costruzione, prove di tipo, marcatura, controllo di qualità".
La UNI EN 124 stabilisce che i materiali da utilizzare per la fabbricazione dei dispositivi di chiusura e di coronamento possono essere i seguenti:
La UNI EN 124, a seconda della zona d'impiego, suddivide i chiusini nelle seguenti classi:
La UNI EN 124 stabilisce che tutti i chiusini debbano essere commercializzati con una marcatura indicante:
inoltre è possibile indicare:
L'utilizzo di chiusini aventi forma rettangolare semplicemente appoggiati nella loro sede è stato abbandonato in quanto durante la fasi di apertura si correva il rischio che il chiusino cadesse (se disposto lungo la diagonale) nel pozzetto. Al loro posto sono stati introdotti i chiusini rettangolari di tipo moderno i quali sono incernierati ai lati in modo da impedirne la caduta.
Il chiusino in sé non richiede particolari cure, ma dato che generalmente è posto sul manto stradale, ogni volta che quest'ultimo viene revisionato possono insorgere problemi al chiusino, il quale può essere coperto, o non più livellato.
Questi inconvenienti possono portare ad un difficile utilizzo del chiusino da parte degli operatori o un rischio per gli utenti della strada, in quest'ultimo caso l'eventuale dislivello del chiusino e relativa pericolosità devono essere segnalate affinché venga nuovamente livellato al manto stradale.[1]
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