Quarto concilio lateranense
Concilio ecumenico delle Chiese cristiane
Data 1215
Accettato da Chiesa cattolica
Concilio precedente Concilio Lateranense III
Concilio successivo Concilio di Lione I
Convocato da Papa Innocenzo III
Presieduto da Papa Innocenzo III
Partecipanti 71 patriarchi e metropoliti, 412 vescovi, 900 abati e priori
Argomenti Crociate, Lotta per le investiture
Documenti e pronunciamenti settanta decreti papali, transustanziazione, primato pontificio, condotta del clero, confessione almeno una volta all'anno, Quinta crociata
Questa voce è parte della serie
Concili Ecumenici
della Chiesa Cattolica

Amédée Daudenarde, Il popolo di Roma nella Basilica di San Pietro il giorno in cui venne approvata l'infallibilità papale il 18 luglio 1870, litografia, Le Monde illustré n. 696 p. 112.

Tardo Impero (325 d.C. - 451)
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Età contemporanea (1869 - 1965)
Vaticano I · Vaticano II
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Il Concilio Lateranense IV (1215) fu il dodicesimo concilio ecumenico della Chiesa, il quarto celebrato dopo lo scisma d'Oriente.

Storia

Fu convocato a Roma da papa Innocenzo III, diventato papa nel 1198, con la bolla Vineam Domini Sabaoth, emanata il 19 aprile 1213. Vi prese parte un numero eccezionale di prelati (furono presenti il patriarca di Gerusalemme Rodolfo di Mérencourt, consacrato durante il concilio, il patriarca di Costantinopoli e i rappresentanti di quelli di Antiochia ed Alessandria, oltre 400 tra vescovi e arcivescovi, circa 900 tra abati e badesse) e, cosa mai verificatasi in precedenza, i rappresentanti laici di Enrico, imperatore Latino d'Oriente, Federico II, Imperatore del Sacro Romano Impero, quelli dei re di Francia, Aragona, Inghilterra, Ungheria, Gerusalemme e Cipro e dei Comuni lombardi.

Fu il papa stesso ad aprire i lavori del Concilio con un'accorata allocuzione introduttiva pronunciata l'11 novembre 1215: il 30 novembre dello stesso anno, nel corso della III sessione del Concilio, Innocenzo III presentò settanta canoni, già formulati, che i padri conciliari dovettero limitarsi ad approvare. Per il numero e la rilevanza delle decisioni sia di carattere dogmatico che disciplinare che vi vennero prese, è da considerare uno dei più importanti della storia della Chiesa.

Il canone XIII del Concilio Lateranense IV del 1215 fu applicato anche alle forme di vita religiosa femminile, nate fra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo e non ancora regolamentate da una precisa regola ordinistica. Nello stesso anno, la chiesa di San Damiano in Assisi ospitò la prima comunità benedettina femminile e la prima forma di francescanesimo di oblate, fondata da santa Chiara che ne assunse il titolo di badessa.[1]

Le decisioni conciliari

Decisioni riguardanti gli Ebrei

Il Concilio, in un'epoca che riconosce nel papa il capo supremo non solo della Chiesa, ma anche, in un modo o nell'altro, della società civile, riafferma disposizioni già prese in precedenza riguardanti gli Ebrei, e ne stabilisce altre che rimarranno classiche fino alla Rivoluzione francese, anche se saranno applicate diversamente nei vari Paesi e rimarranno fondamentali fino alle bolle infami del Cinquecento.

Sono quattro le disposizioni relative agli Ebrei:

Conclusioni

Il concilio si concluse con la proposta del 14 dicembre 1215 di una nuova crociata in Terra Santa contro i musulmani: venne concessa l'indulgenza plenaria non solo a chi avesse combattuto, ma anche a quanti avessero solo finanziato le spedizioni. Innocenzo III morì pochi mesi dopo, pertanto la quinta crociata venne organizzata dal suo successore, Onorio III.

Questo concilio segna l'inizio di una nuova epoca nella storia della Chiesa cattolica, all'insegna del centralismo amministrativo e giuridico incentrato sul vescovo di Roma, dell'uniformazione al modello romano e dell'intransigenza verso le diversità di culto e liturgia, di opinione, cultura e religione.

Note

  1. ^ Arianna Pecorini Cignoni, Gregorio IX e il francescanesimo femminile: il monastero di Ognissanti in Pisa (PDF), in Studi francescani, XCV, n. 3-4, Reti Medievali, 1998, p. 383-416, OCLC 1140554763. URL consultato il 30 maggio 2020 (archiviato il 30 maggio 2020). Ospitato su eprints.adm.unipi.it.
  2. ^ Michael D. Bailey, Magia e superstizione in Europa dall'Antichità ai nostri giorni, Torino, Lindau 2008, p. 184
  3. ^ Ian Mortimer, Il libro dei secoli, Torino, Bollati Boringhieri 2015, p. 96
  4. ^ (EN) Origine del distintivo di riconoscimento ("Badge") degli ebrei, su jewishencyclopedia.com. URL consultato il 23 ottobre 2021.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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