Consiglio nazionale delle corporazioni
Istituito2 luglio 1926
Operativo dal22 aprile 1930
Soppresso9 agosto 1943
PresidenteBenito Mussolini in quanto capo del Governo
SedeRoma

Il Consiglio nazionale delle corporazioni è stato un organo costituzionale del Regno d'Italia tra il 1930 ed il 1943.

Storia

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Il Consiglio nazionale delle corporazioni venne istituito con regi decreti 2 luglio 1926, n. 1131, e 14 luglio 1927, n. 1347.[1]

Fu inaugurato il 22 aprile 1930 dopo che, con legge 20 marzo 1930, n. 206, erano state disciplinate l'organizzazione e le funzioni ed era divenuto organo costituzionale. Nel discorso tenuto in occasione della sua inaugurazione Benito Mussolini ebbe a dire che "il Consiglio nazionale delle corporazioni è, nell'economia italiana, quello che lo Stato Maggiore è negli Eserciti: il cervello pensante che prepara e coordina".

Fu riformato con legge 5 gennaio 1939, n. 10. A partire dallo stesso anno, con l'istituzione della Camera dei fasci e delle corporazioni, i suoi componenti furono membri di diritto della stessa.

Fu soppresso con regio decreto-legge 9 agosto 1943, n. 721.[2]

Struttura

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Il Consiglio nazionale delle corporazioni era presieduto dal capo del Governo o, per sua delega, dal Ministro delle corporazioni; la presidenza di sezioni, sottosezioni e commissioni speciali permanenti poteva anche essere delegata ad un sottosegretario di Stato del Ministero delle corporazioni. Un direttore generale dello stesso ministero ne era segretario generale.

Il numero complessivo dei membri variò nel tempo, fino a superare i cinquecento. Ne facevano parte:

Il Consiglio si articolava in:

Funzioni

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Il Consiglio nazionale delle corporazioni poteva formulare pareri su qualsiasi questione interessasse la produzione nazionale e, in particolare, su una serie di materie comprendenti:

Le associazioni sindacali di categoria potevano richiedere al Consiglio nazionale delle corporazioni, riunito in assemblea generale, la facoltà di determinare le tariffe per le prestazioni professionali dei propri rappresentati e di emanare regolamenti professionali con carattere obbligatorio per tutti gli appartenenti alla categoria.

Spettava inoltre al Consiglio nazionale delle corporazioni:

In pratica, il Consiglio nazionale delle corporazioni ebbe sempre un ruolo piuttosto marginale e, a partire dal 1934, finì per essere soppiantato dal meno pletorico Comitato corporativo centrale, operante al suo interno.[3]

Note

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  1. ^ Renzo de Felice Mussolini il fascista. L'organizzazione dello Stato fascista (1925-1929), Einaudi, 1995
  2. ^ Edoardo e Duilio Susmel Opera omnia di Benito Mussolini, La Fenice, Firenze, 1951.
  3. ^ Cassese S., Lo Stato fascista, op. cit.

Bibliografia

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Voci correlate

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