Area di diffusione dell'Islam: in verde il territorio dei Sunniti, in Giallo quello degli Sciiti, in viola quello degli Ibaditi.

Esiste in materia un pluralismo di scuole giuridiche (madhhab) e teologiche, con numerose diverse interpretazioni di una stessa fattispecie giuridica (salvo, ovviamente, l'impossibilità di discutere gli assetti dogmatici dell'Islam, che non sono contestabili, per non incorrere automaticamente nella condanna di kufra - infedeltà massima - che fa conseguire la qualifica di "eretico" - kāfir, pl. kāfirūn). Tutte le cosiddette "scienze religiose" (ʿulūm dīniyya) tendono alla formazione di un consenso maggioritario (ijmāʿ) circa il modo d'interpretare il disposto coranico e sciaraitico. Tale consenso potrà comunque mutare nel tempo, in caso si esprima in tal senso una nuova maggioranza. Si parla di una vera e propria "polverizzazione" dei modi di giudicare della umma, divisa in numerose scuole teologiche e giuridiche, alle quali potrebbe aggiungere anche l'enorme differenziato panorama costituito dalle confraternite mistiche, tanto che qualcuno ritiene che, più che parlare di islam, si dovrebbe parlare di "pluralità di islam" (Islams in inglese). Nell'Islam, i musulmani vengono differenziati in:

Poi all'interno di tutte queste confessioni ci sono i sufi e no (che rifiutano l'approccio sufico considerato troppo libero). Di derivazione islamica ma considerati eterodossi sono invece:

Note

  1. ^ A. Ventura, "Confessioni scismatiche, eterodossie e nuove religioni", in Islam, vol. 3 della Storia delle religioni (a cura di G. Filoramo), Roma-Bari, 1995, p. 411.
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