Esercizi di stile | |
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Titolo originale | Exercices de style |
Autore | Raymond Queneau |
1ª ed. originale | 1947 |
1ª ed. italiana | 1983 |
Genere | racconto |
Lingua originale | francese |
Esercizi di stile (Exercices de style) è una collezione di racconti dello scrittore francese Raymond Queneau. Consiste in 99 versioni della stessa semplice storia, rivisitata ogni volta in uno stile letterario differente. Le variazioni si rifanno al famoso capitolo 33 della guida retorica del 1512 dell'umanista Erasmo da Rotterdam, De Utraque Verborum ac Rerum Copia.
Gli Exercices furono pubblicati da Gallimard per la prima volta nel 1947. Nel 1963 ne uscì un'edizione aggiornata e nel 1973 un'ulteriore edizione.[1]
Il libro è stato pubblicato in Italia nel 1983 dalla casa editrice Einaudi, nella traduzione di Umberto Eco con testo originale a fronte. Una nuova edizione, con aggiunta di testi e una postfazione di Stefano Bartezzaghi è uscita nel 2001.
La trama è semplice e banale: a Parigi, verso mezzogiorno, su un autobus affollato, un uomo si lamenta con chi lo spinge di continuo e, non appena trovato un posto libero, lo occupa. Il narratore, due ore dopo, rivede l'uomo alla Gare Saint-Lazare con un amico, che gli dice di far mettere un bottone sulla sciancratura del soprabito.
Più che la trama, minima, sono le novantanove varianti stilistiche ad interessare il lettore: ci sono quelle enigmistiche (anagrammi, apocopi, aferesi, permutazioni delle lettere, lipogrammi...), quelle retoriche (litoti, metafore, apostrofe, ...), quelle con i linguaggi settoriali (geometrico, gastronomico, medico, botanico, ...), quelle con i gerghi e le lingue maccheroniche (con anglicismi, francesismi[2], volgare, ingiurioso...) e le varianti di tipi testuali (testo teatrale, tema scolastico, interrogatorio, tanka, sonetto, telegrafico...).
È presente, nel libro, anche una traduzione della storia in latino maccheronico.
I novantanove texticules, come li definisce Queneau stesso con un gioco di parole, utilizzano quindi le più svariate figure retoriche e i più disparati registri linguistici per dirci sempre la stessa cosa e vogliono mostrarci come nella parola e nella lingua siano implicite infinite potenzialità, che vanno solo lasciate libere di esprimersi. Lungi pertanto dall'essere un semplice gioco di parole, gli Esercizi di stile esprimono in pieno la portata dell'assurda estetica di Queneau: un'estetica fondata da un lato sulle facezie verbali e dall'altro su una rigorosa edificazione geometrica che accompagna tutte le sue opere.
A lungo gli Esercizi di stile sono stati considerati intraducibili, non solo perché legati alla lingua francese, ma anche per il talento stilistico dell'autore. Più che una traduzione, quindi, l'edizione italiana, curata da Umberto Eco, è una riscrittura secondo le regole imposte dall'autore.
Secondo quanto dichiarato da Eco nell'Introduzione al libro, egli ha apportato le seguenti modifiche e aggiunte:
L'opera fu trasposta per la prima volta nel 1949, nei locali del "Comité National des Écrivains", a cura di Yves Robert, quando la compagnia "La Rose Rouge" e i mimi di "Les Frères Jacques" realizzarono uno spettacolo teatrale e la registrazione di un disco (Philips 76033).[24] In Italia è nota la riduzione teatrale di Paolo Poli, titolata Bus, andata in scena nella stagione 1982-83.[25].
Lo spettacolo è stato messo in scena in una versione con la regia di Jacques Seiler; nel cast erano presenti Gigi Angelillo, Ludovica Modugno, Francesco Pannofino[26]. Lo spettacolo ha vinto il Biglietto d'Oro nella stagione teatrale 1991.[senza fonte]
Nel 1996 è uscito un film dal titolo omonimo, liberamente ispirato al libro di Queneau. Anche l'arte visiva e il fumetto hanno fatto omaggio diverse volte all'opera.[27]
Diversi altri libri sono stati concepiti alla maniera di quello di Queneau, da autori quali Hervé Le Tellier, Maïna Lecherbonnier, Matt Madden, Lucien d'Azay, Bernard Demers, Stéphane Tufféry, Joan-Lluís Lluís, Nicolas Graner, Georges Pierru, Emmanuel Aquin, Raffaella Melotti e Simone Zanin[28] ecc.