Fiabe italiane | |
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Autore | Italo Calvino |
1ª ed. originale | 1956 |
Genere | raccolta di racconti |
Sottogenere | fiabe |
Lingua originale | italiano |
Fiabe italiane (titolo completo Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti da Italo Calvino) è una raccolta di duecento fiabe delle varie tradizioni orali, di altrettanti luoghi e regioni d'Italia, riunite in volume da Italo Calvino e da lui stesso trascritte in italiano standard dai vari dialetti.
Uscite nel 1956 per Einaudi, le Fiabe vennero pubblicate nella collana I millenni.
Alcune fiabe non sono altro che versioni regionali di opere ormai divenute dei classici della letteratura per l'infanzia: La Bella e la Bestia (Bellinda e il Mostro), I tre porcellini (Le tre casette, Le ochine), Barbablù (Il naso d'argento, Le tre raccoglitrici di cicorie), Cappuccetto Rosso (La finta nonna, Zio Lupo), Cenerentola (Grattula Beddattula), Biancaneve (La Bella Venezia), La bella addormentata (La bella addormentata e i suoi figli), Pollicino (Cecino).
Altre fiabe sono la rivisitazione di miti, come quello di Danae, di Perseo (con la Medusa e le Graie), di Ulisse e Polifemo.
Alcuni motivi ricorrono in queste fiabe, alcuni più sporadicamente, altri più frequentemente. Ad esempio:
I più ricorrenti sono:
Altri motivi che ricorrono sono: il giovane calato nel pozzo per liberare la principessa, e abbandonato; il pappagallo che raccontando storie salva la castità d'una fanciulla; il cibo insapore dato al padre che aveva criticato dei commenti sul sale della figlia; l'eroe che si aiuta con solo la forza delle sue braccia; il figlio dell'orco o un cavallo (o cavallina) che aiuta a superare delle prove; l'alloppiatura della bevanda come narcotico, escamotage per impedire a un personaggio osteggiato che impedisca gli intrighi o le fughe di chi lo mette in difficoltà.