Franco Salfi

Francesco Saverio Salfi (o Franco Salfi) (Cosenza, 1º gennaio 1759Parigi, 1832) è stato un letterato, politico e librettista italiano.

Biografia

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Ordinato prete, si distinse per la sua precoce abilità nel comporre versi e fu accolto giovanissimo nell'Accademia dei Costanti. Nel 1786 scrisse un saggio di stampo illuministico contro le credenze popolari legate al catastrofico terremoto del 1783[1]. Il saggio fu avversato dalle autorità ecclesiastiche, le quali tuttavia non poterono intraprendere provvedimenti contro Salfi per l'opposizione del governo napoletano, in particolare del ministro degli Affari ecclesiastici Carlo de Marco. Nel 1787 si stabilì a Napoli dove insegnò discipline letterarie, ebbe contatti con gli intellettuali illuministi (Gaetano Filangieri, Mario Pagano, Antonio Jerocades, Nicola Pacifico ecc.) e cominciò ad allontanarsi progressivamente dalla Chiesa. Nel 1788, in occasione del rifiuto al pagamento della chinea allo Stato Pontificio da parte del governo di Ferdinando IV di Napoli, scrisse una satira contro lo stato pontificio e in favore della politica napoletana[2].

Nel 1792 fu uno degli intellettuali che a Napoli incontrarono l'ammiraglio francese Latouche-Tréville ed entrò nella Società Patriottica Napoletana. Per evitare il processo, nel 1794 riuscì a fuggire da Napoli e riparare dapprima a Genova, dove abbandonò l'abito ecclesiastico, e poi a Brescia e a Milano, dove abbreviò il nome in "Franco" e collaborò attivamente al repubblicano "Termometro politico della Lombardia"[3]. In questo periodo si dedica al teatro prestando attenzione al linguaggio del popolo. Oltre alla satira del generale Colli, per esempio, tradusse in canzonetta la prima parte della Dichiarazione del 1789[4].

Ritornò a Napoli assieme al generale Championnet il 5 dicembre 1798 e assunse l'incarico di segretario del governo provvisorio della Repubblica napoletana. Nel febbraio 1799, dopo la sostituzione di Carlo Lauberg con Ignazio Ciaia alla guida della Repubblica napoletana, andò in Francia dove, dalle pagine della "Biographie universelle" della "Revue encyclopédique" fece soprattutto opera di diffusione della letteratura italiana. Tornato in Italia nel 1800, dopo la battaglia di Marengo, fu insegnante di logica e metafisica, e poi di storia e diritto nel ginnasio di Brera. Con Romagnosi e Anelli dirige, a Milano, la Scuola di Alta Legislazione prima del nuovo esilio in Francia.

Massone, membro della loggia di Brescia Amalia Augusta, fondata nel 1806[5] e Maestro venerabile della loggia milanese Gioseffina nel 1808[6], fu consigliere di Gioacchino Murat. Nel 1815 si ritirò definitivamente in Francia; rimase tuttavia sempre attento agli avvenimenti italiani; per es., nel 1831 stilò,, come primo firmatario, con Filippo Buonarroti il testo del Proclama al popolo italiano dalle Alpi all’Etna che avrebbe dovuto servire a un movimento insurrezionale repubblicano a cui stavano interessandosi, con l'appoggio del marchese de La Fayette, alcuni fuorusciti italiani, in cui si affermava: non può esistere libertà senza indipendenza, né indipendenza senza forza, né forza senza unità. Adopriamoci dunque affinché l’Italia sia al più presto indipendente, una e libera... e concludeva ... cadano i tiranni, s’infrangano le corone e sulle ruine loro sorga la repubblica italiana una e indivisibile dalle Alpi al mare [7].

Come poeta, compose liriche su Napoleone, alcuni sciolti sulla vicenda di Ugo di Bassville (in antitesi al Monti), come pure alcune tragedie di intonazione alfieriana (per es., Virginia bresciana nel 1797, Pausania nel 1801) e numerosi libretti. Più importanti appaiono oggi i discorsi: Dell'uso dell'istoria (1807) e Dell'influenza della storia (1815) in polemica con le tesi antistoriche di Melchiorre Delfico; L'Italie au dix-neuvième siècle (1821) e soprattutto la continuazione della storia della letteratura italiana del Ginguené, pubblicata postuma[8]. Molto importante è inoltre il Manuale della storia della letteratura italiana, pubblicato anch'esso postumo nel 1834. Giudicato dallo stesso Salfi "un saggio storico sulla letteratura italiana", il manuale è suddiviso in periodi che vanno dal 75º anno di ogni secolo al 75º anno successivo, e fornisce una visione della letteratura italiana meno frammentata del consueto[9].

Opere

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Note

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  1. ^ Saggio di fenomeni antropologici relativi al tremuoto, ovvero Riflessioni sopra alcune oppinioni pregiudiziali alla pubblica o privata felicita fatte per occasion de' tremuoti avvenuti nelle Calabrie l'anno 1783 e seguenti
  2. ^ La nuova forma della chinea che da idea grande de' veri fatti e non capricciosi come quelli apposti nell'altre stampate: e colla nuova allocuzione del cardinale N.N. al Papa Pio VI e con nuova lettera di Sommo Pontefice
  3. ^ Gaetano Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani o come che sia aventi relazione all'Italia, Milano, L. di G. Pirola, 1859, vol. III (S-Z), p. 136.
  4. ^ Luca Addante, Nota al Giornale di viaggio in Calabria di Giuseppe Maria galanti. Soveria Mannelli: Rubbettino, 2008, p. 260, nota 6
  5. ^ Enrico Oliari,"La R.L. Amalia Augusta di Brescia", Hiram, n. 3, 2019, p. 31.
  6. ^ Zeffiro Ciuffoletti, "La Massoneria napoleonica in Italia" in:Zeffiro Ciuffoletti e Sergio Moravia ( a cura di), La Massoneria. la storia, gli uomini, le idee, Milano, Mondadori, 2019, p. 105.
  7. ^ Fede e libero pensiero in Francesco Saverio Salfi
  8. ^ Pierre-Louis Ginguené, Histoire litteraire d'Italie, de P.L. Ginguené, membre de l'Institut, etc. Continuée par F. Salfi, son collaborateur, Paris, chez L.G. Michaud, 1834.
  9. ^ Francesca Caputo, Storia della letteratura italiana, in Dizionario Bompiani delle Opere e dei Personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature, Milano, RCS Libri SpA, 2006, vol. IX, 9520-9529.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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