«La condizione necessaria alla innovazione e all’aggiornamento concettuale e linguistico è ancora quella di un processo continuo di ricerca, di consapevolezza e di costruzione e definizione di linguaggi che, come il recente passato ha dimostrato soprattutto nel mondo delle arti visive e del design, e a volte, come conseguenza, anche nell’architettura, si arricchiscono vicendevolmente solo quando, accettando l’integrazione, contemporaneamente accettano di mettere in discussione le proprie certezze, nel tentativo di individuare, se non risolvere, dubbi e fragilità»

Gianni Pettena

Gianni Pettena, all'anagrafe Giovanni[1] (Bolzano, 23 agosto 1940[1]), è un architetto, artista e storico dell'architettura italiano.

Biografia

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Gianni Pettena è architetto, artista, critico e storico dell'architettura. Cofondatore e ispiratore alla fine degli anni sessanta del movimento della Architettura radicale italiana, da cui ha avuto origine buona parte della contemporanea sperimentazione nel campo dell'architettura e del design, svolge, con progetti, mobili, installazioni, mostre, scritti teorici, saggi e testi, attività sperimentale intesa ad eliminare confini disciplinari e rivisitare e reinventare alfabeti e linguaggi.

Nato a Bolzano nel 1940, si laurea nel 1968 presso la Facoltà di Architettura di Firenze dove svolge attività didattica a partire dal 1973 e dove sarà poi professore di Storia dell'Architettura Contemporanea fino al 2008. A partire dagli anni ottanta ha insegnato anche alla Domus Academy di Milano e alla California State University in Florence, ha avuto inoltre incarichi d'insegnamento e ha tenuto seminari e conferenze in molte università e scuole di design e architettura negli Stati Uniti e Gran Bretagna, dove svolge tuttora attività di conferenziere e visiting critic.

Fin dal 1967 inizia un percorso di "design alternativo", e un'attività sperimentale che ha soprattutto un significato di esperienza personale e spesso prescinde dalle necessità dell'esercizio professionale: mobili disegnati nella scala del luogo e non dell'uomo (Divano Rumble, 1967), installazioni in dialogo con luoghi significativi del contesto urbano (Carabinieri, Milite Ignoto, Grazia & Giustizia, 1968), interventi che contrappongono la vivacità del quotidiano alla staticità dei luoghi della rappresentanza e del potere (Laundry, 1969), allestimenti di mostre (Dialogo Pettena-Arnolfo, 1968) che egli propone come “una lezione di architettura”.

In seguito alla pubblicazione su "Domus" di questi lavori, nel 1971 è invitato come artist-in-residence al Minneapolis College of Art and Design di Minneapolis, e l'anno successivo alla University of Utah di Salt Lake City, dove realizza inizialmente opere che sembrano ancora dettate da una sorta di "violenza" nei confronti dei simboli della cultura e delle istituzioni: una conferenza all'università in cui il pubblico è "costretto" a ritagliare il proprio spazio in una sala fittamente riempita di strisce verticali di carta (Paper, 1971), o una passeggiata verso il centro della città insieme agli studenti che "indossano" sedie (Wearable Chairs, 1971). Nelle opere successive l'osservazione si concentrerà su processi diversi di lettura dell'ambiente, in cui natura e architettura vengono accostate e contaminate, così da rinaturalizzare luoghi e materiali denaturati : gli edifici inglobati nel ghiaccio a Minneapolis (Ice n.1 e Ice n.2, 1971-1972) e la trilogia di Salt Lake City (Clay House/Tumbleweeds catcher/Red Line, 1972) contengono queste componenti, e anche un'attenzione all'uso di materiali naturali generalmente estranea alla formazione dell'architetto.

Divano Rumble, 1967, cm 250x250x50,legno e poliuretano, produzione Gufram.
Wearable chairs, Minneapolis, 1971
Tumbleweeds Catcher - Salt Lake City - USA 1972 - 01
Ice House I - Minneapolis, 1971
Paper - The Death of The Audience - Secession Vienna 2009 - 01

L'osservazione della fisicità della natura sarà costante nella sua opera. È già presente nelle proposte vincenti per il concorso Trigon '71 di Graz (Grass Architecture) che già anticipano l'integrazione tra architettura e natura della ‘green architecture’ di anni molto più tardi, e un confronto che, particolarmente nelle sue opere più recenti, vede l'architettura soccombere, o riconoscere nella natura una maestra o una fonte costante di ispirazione (Brano di città e Forgiving Architecture, 2009 / Architecture forgiven by nature, 2011 / La mia scuola di architettura e Mother Nature, 2012). Questa considerazione della natura e del contesto ambientale sono in fondo per lui la base anche di ogni possibilità di architettura costruita. Si confronterà per esempio con il contesto naturale nella costruzione della sua casa elbana (La mia casa all'Elba, 1978), un work- in-progress che pur acquistando nel tempo nuove definizioni e caratteristiche, da sempre ha trovato motivazione e forma in ragione del luogo e dei materiali che lì si trovano, materiali che hanno trovato spazio e dignità propria anche in opere successive in anni molto recenti (Human Space, 2011/ Human Wall, Handmade, Materiali da costruzione/2012). Nel 1973 pubblica L'Anarchitetto (Guaraldi, 1973), saggio atipico in forma di racconto, di poesia visiva e di diario fotografico anche dell'esperienza americana, che assumeva esso stesso il significato di ‘opera’, in quanto testimonianza di come la forma letteraria possa diventare essa stessa architettura. Scrivere di architettura sarà per lui sempre importante, parte di quella intensa attività di critica con cui cercherà di mantenere vivo un dibattito culturale che non si esaurisce con la fine del movimento radicale, che avvenne nei fatti poco dopo la fondazione della Global Tools (1973), scuola e sistema di laboratori che aveva rappresentato il momento di massima intensità di strategia comune per il movimento dell'Architettura Radicale. La scelta stessa di dedicarsi a un numero limitato di ‘veri’ progetti dimostra come l'architettura non si limiti per Pettena all'episodio della costruzione, ma faccia parte di una ricerca più ampia, un modo per verificare continuamente la molteplicità di possibili significati che la disciplina architettonica può assumemere. Così, anche la successiva attività di critico, se da un lato ad esempio analizza l'opera di Hans Hollein (Hans Hollein, Ideabooks, 1988), considerata ancora emblematica del ‘tutto è architettura’ teorizzato nei primi anni '60 dell'architetto austriaco, in seguito, rielaborando anche nel ricordo le conversazioni newyorkesi con Robert Smithson, si avvicinerà anche allo studio dell'architettura del paesaggio in una prospettiva sia storico-progettuale che di valorizzazione delle intrinseche componenti di arte ambientale. Presenta così per la prima volta in Europa la figura e l'opera di F.L.Olmsted, il progettista del Central Park di New York, in una grande esposizione agli Uffizi (mostra e volume Olmsted. L'origine del parco urbano e del parco naturale contemporaneo, Centro Di,1996). Anche la riproposta delle tematiche del ‘radicale’ alla Biennale di Venezia Architettura 1996 (mostra e volume Radicals. Architettura e Design 1960-1975), come premessa storica alla moderna figura dell'architetto come ‘sismografo’ suggerita da Hans Hollein, così come la successiva esposizione Archipelago (1999) in cui questa interpretazione di "radicalità" si estende fino al contemporaneo, e integra disegni d'architettura con installazioni d'artista, pezzi di design con visioni d'ambiente dei maestri e dei giovani studenti partecipi dell'allestimento, o la mostra e il saggio sul Radical Design del 2004 (Radical Design, m&m, 2004) hanno per Pettena, al di là della volontà dello storico di far conoscere e studiare queste fenomenologie, soprattutto il significato di illustrare le convinzioni maturate nel corso della sua opera di architetto, di artista, di insegnante e di critico.

Presente con opere, scritti e attività didattica nel panorama della critica internazionale, continua negli anni l'attività artistica allargando il proprio campo di ricerca senza creare fratture rispetto alle premesse ideologiche del lavoro precedente, anzi accentuando gli elementi di concettualità più specifici del processo di "sconfinamento" interdisciplinare. Nel corso degli anni '80, studierà in particolare lo spazio "simulato", la realtà illusoria creata nella rappresentazione artistica attraverso i riflessi, i rimandi visuali, la percezione volutamente distorta, indagando il tema della finzione prospettica sia attraverso oggetti di design atipici, la cui fisicizzazione sconfina nell'immaginario, sia attraverso la creazione di spazi la cui fruizione è ambigua proprio perché di realtà incerta, illusoria, al limite dell'impossibilità (Sovrapposizioni, 1984 / Integrazioni, 1985/ Ombra, 1986). Progressivamente poi l'attenzione al contesto e il dialogo con l'ambiente, si manifesteranno sempre più in una forma in cui le metodologie e i linguaggi delle arti visive sono accentuati fino a superare senza rimpianti la linea di "sconfinamento" che dall'architettura conduce verso altre discipline artistiche nella convinzione, ormai maturata da tempo, di come non esistano confini, nel rapportarsi alle tematiche relative allo spazio fisico, tra la sensibilità dell'architetto e quella dell'odierno artista ambientale, convinzione metaforicamente illustrata anche nelle opere più recenti, a partire da Archipensieri (2001) e Il mestiere dell'architetto (2002).

È il primo architetto "radicale" a cui il Frac Centre di Orléans dedica una grande antologica arricchita da una monografia (Gianni Pettena. Le métier de l'architect, HYX Ed. 2002) pubblicata anche in italiano/inglese l'anno successivo. Il suo lavoro è stato presentato in musei e istituzioni come la Biennale di Venezia, il Mori Museum di Tokyo, il PAC di Milano, il Barbican Center di Londra, il Gamec di Bergamo, i centri Pompidou di Parigi e Metz, la Biennale di Berlino, il Padiglione Italia all'Expo 2010 di Shanghai; sue opere sono in collezioni private in Italia e all'estero e nelle collezioni permanenti di gallerie e istituzioni, tra cui quelle del Centro Pompidou di Parigi, del Frac Centre di Orléans e gli Archivi della Biennale di Venezia.

Principali pubblicazioni

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Principali mostre

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Elenco delle opere

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Note

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  1. ^ a b Scheda su Cnappc.it, su cnappc.it. URL consultato il 17 luglio 2016.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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