Giuseppe Carelli | ||||||||||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Nazionalità | Italia | |||||||||||||||||||||
Baseball | ||||||||||||||||||||||
Ruolo | battitore | |||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||
Squadre di club | ||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||
Carriera da allenatore | ||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||
Giuseppe Carelli (Pescara, 14 agosto 1958) è un ex giocatore di baseball e allenatore di baseball italiano.
È considerato uno dei più grandi battitori della storia italiana[1], tanto da essere inserito nella Hall of fame del baseball e del softball italiani.
Da giovanissimo si trasferisce con la famiglia a Codogno, dove inizia a giocare a baseball a 11 anni con la squadra ragazzi e l'anno seguente negli allievi allenati da Francesco Stroppa, che lo prova subito come lanciatore.
A soli 13 anni debutta in prima squadra in Serie C con l’allenatore bresciano Carlo Olivari.
Nel 1974 è convocato nella nazionale juniores e debutta a San Remo contro la nazionale dei Paesi Bassi, ottenendo il suo primo fuoricampo ufficiale. Qui viene notato dal Milano Baseball, guidato da David Phares e Silvano Ambrosioni, che nel 1975 lo prendono in squadra.
L'anno seguente torna a giocare nel Codogno Baseball, contribuendo con un grande slam nella partita finale[2] alla conquista del titolo di Campione d'Italia da parte della squadra dei biancoazzurri.
Dopo la vittoria con il Codogno, nel 1977 si trasferisce a Rimini per giocare nella Derbigum Rimini[3] di Cesare Zangheri e da qui inizia la sua lunga carriera riminese che fino al 1995 (con una parentesi a San Marino nel 1988) gli permette di conquistare 6 scudetti e una lunga serie di record:
È stato capitano della nazionale italiana alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984.
Ritiratosi come giocatore nel 1995 per problemi al ginocchio, si è dedicato alla carriera di allenatore e scrittore di baseball, tra cui si segnala il libro: Il lanciatore scomparso edito nel 2019 da Rusconi.