Giuseppe Marchetti Longhi (Roma, 13 marzo 1884Roma, 11 ottobre 1979) è stato un archeologo italiano, noto per gli scavi dell'area sacra di Largo Argentina a Roma e per la fondazione dell'Istituto di storia e di arte del Lazio meridionale e del Museo storico bonifaciano del Lazio meridionale nel Palazzo di Bonifacio VIII ad Anagni.

Biografia

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Famiglia

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Stemma concesso a Giuseppe Marchetti Longhi con il titolo di marchese, tratto dall'Annuario della Nobiltà italiana, XXXIII edizione (2015-2020)

Il nonno, Giuseppe Marchetti, avvocato di Spoleto, partecipò al Risorgimento e fu consigliere comunale e assessore nel comune di Roma dopo l'Unità d'Italia[1]. Il padre, Curio Marchetti, fu magistrato e presidente della IV sezione della corte d'appello di Roma e la madre, Giuseppina Longhi, apparteneva a una famiglia nobile, che possedeva il castello di Fumone. In seguito all'estinzione del ramo maschile della famiglia materna, aggiunse il cognome Longhi a quello paterno[2][1].

La sorella, Maria Marchetti (1880-1920), fu anch'essa archeologa, allieva di Rodolfo Lanciani e di Ettore De Ruggiero, con il quale si era laureata nel 1910[1][3].

Nel 1940 venne concesso a Giuseppe Marchetti il titolo di marchese, trasmissibile ai maschi primogeniti e il seguente stemma "inquartato: nel primo e nel quarto d'argento al leone di nero, coronato d'oro, linguato di rosso, alla banda ristretta e partita d'oro e d'azzurro; nel secondo e nel terzo d'azzurro alla torre al naturale, di due piani, merlata di tre pezzi alla guelfa, sormontata da una croce latina di rosso raggiante d'oro, il tutto abbassato al capo di Polonia[4]

Formazione e primi anni

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Dopo essersi diplomato presso il liceo classico Ennio Quirino Visconti di Roma, rimase orfano del padre nel 1907[1] e si laureò in giurisprudenza nel 1911. Contemporaneamente agli studi in legge, frequentava insieme alla sorella maggiore le lezioni di Rodolfo Lanciani.

Negli anni 1913-1915 pubblicò in quattro parti uno studio su Gregorio da Monte Longo (patriarca di Aquileia nel XIII secolo), personaggio appartenuto alla famiglia materna.

Si arruolò come volontario nella prima guerra mondiale e vi fu ferito due volte, ottenendo due medaglie d'argento e una Croce al merito di guerra[5]. Fu in seguito presidente della sezione combattenti di Fumone[1].

Nel 1919 ottenne la seconda laurea in lettere. Nel frattempo, grazie alla laurea in giurisprudenza, aveva potuto iniziare il lavoro come procuratore presso l'INA, che mantenne per ventiquattro anni[1][6].

Nel 1922 sposò Adalgisa (Ada) Bufacchi, dalla quale non ebbe figli, e ottenne la libera docenza in Topografia romana[6].

Attività archeologiche

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Le sue ricerche riguardarono la topografia di Roma antica e cominciò a lavorare sul Campo Marzio meridionale e sulla zona del Circo Flaminio, con grande attenzione alle trasformazioni urbane di epoca medievale[1]. In quest'ambito, già a partire dal 1918 aveva individuato l'importanza dei resti conservati al di sotto degli edifici della zona cosiddetta "Argentina" (oggi area sacra di Largo Argentina): nel 1926 fu incaricato della sorveglianza archeologica degli scavi in corrispondenza dell'isolato che doveva essere demolito[1]. Il sito fu risparmiato dalla devastazione grazie ad una sua supplica inviata direttamente a Benito Mussolini, che ne riconobbe l'importanza storica. Gli scavi durarono fino al 1942 e Marchetti Longhi proseguì anche negli anni successivi a pubblicare studi e ricerche sull'argomento.

Lavorò inoltre ad Anagni, dove creò l'Istituto di storia e arte del Lazio meridionale, e dove fondò nel Palazzo di Bonifacio VIII un museo.

Morì a Roma l'11 ottobre 1979.

Opere

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Si occupò nei suoi studi della topografia della Roma antica e medievale, con particolare riguardo all'area sacra di Largo Argentina e più in generale al Campo Marzio, delle grandi famiglie romane, di storia e monumenti del Lazio meridionale, con particolare riguardo al castello di Fumone e ad Anagni. Si interessò inoltre della storia della famiglia nobiliare a cui apparteneva la madre. Scrisse inoltre articoli su alcuni quotidiani[7].

Monografie

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Articoli

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Atti di convegni

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Contributi in opere collettive

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Note

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  1. ^ a b c d e f g h DBI.
  2. ^ Il doppio cognome, usato nella firma dei suoi articoli già in precedenza, fu ufficialmente riconosciuto con decreto del 14 gennaio del 1932 (Colini 1979-1982, p. 297). Nel 1940 gli fu inoltre riconosciuto il titolo di marchese.
  3. ^ Caraffa 1984, pp.29-32.
  4. ^ Andrea Borella, Annuario della Nobiltà Italiana, Edizione XXXI, Teglio, S.A.G.I. Casa Editrice, vol. II, 2010, pp. 404.
  5. ^ È stato pubblicato l'epistolario scambiato con la madre e la sorella negli anni 1916-1919: Raspa 2005.
  6. ^ a b Colini 1980
  7. ^ Caraffa 1984, passim.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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