Glicole polietilenico | |
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Nome IUPAC | |
poli(ossi-1,2-etanedil),α-idro-ω-idrossi- etano-1,2-diol, etossilato | |
Abbreviazioni | |
PEG, PEO, POE | |
Nomi alternativi | |
polietilenglicole, poli(ossietilene), ossido di polietilene, poli(ossirano) | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C2nH4n+2On+1 |
Massa molecolare (u) | 44n+18 (da meno di 200 a 4000 ed oltre, a seconda di n ) |
Aspetto | da liquido incolore a solido biancastro a seconda del peso molecolare medio |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 500-038-2 |
DrugBank | DB09287 |
Indicazioni di sicurezza | |
Punto di fiamma | 182 - 287 °C (455 - 560 K) |
Frasi H | --- |
Consigli P | ---[1] |
Il glicole polietilenico, o polietilenglicole (PEG), o ossido di polietilene (PEO), o poliossietilene (POE), è un polimero preparato per polimerizzazione dell'ossido di etilene; è il polietere che riveste la maggiore importanza commerciale per volumi di produzione e applicazioni.
La formula di struttura del glicole polietilenico è la seguente:
Sebbene le sigle PEG, PEO e POE siano equivalenti in chimica (riferendosi tutte e tre al glicole polietilenico), storicamente tali sigle si utilizzano per riferirsi a miscele polimeriche di glicole polietilenico aventi pesi molecolari medi differenti:[senza fonte]
In genere il glicole polietilenico presenta valori del peso molecolare medio compresi tra 300 e 10.000.000 g/mol.[senza fonte]
Le proprietà fisiche del glicole polietilenico (come ad esempio la viscosità) variano in base alla lunghezza media delle macromolecole, ovvero al numero medio n di unità ripetitive, mentre le proprietà chimiche rimangono pressoché inalterate.
Per valori di n bassi il glicole polietilenico è liquido, mentre al crescere di n acquista invece l'aspetto di un solido ceroso dal punto di fusione relativamente basso.
Il glicole polietilenico è solubile in acqua, metanolo, benzene, diclorometano, mentre è insolubile in etere dietilico ed esano.
Viene combinato con molecole idrofobiche per produrre tensioattivi non ionici.
Il punto di fusione dei PEG solidi è attorno a 68 °C.
Utilizzando il PEG si può indurre l'unione di due cellule a formarne una con due nuclei (i due nuclei provenienti dalle rispettive cellule di partenza); solitamente si usa questa tecnica per ricavare anticorpi monoclonali unendo plasmacellule (linfociti B attivi nella produzione di anticorpi) e cellule del mieloma (cellule tumorali) per ottenere una cellula detta ibridoma. Il PEG in medicina viene chiamato macrogol, di questa molecola esistono in commercio 2 varianti di pesi molecolari, clinicamente equivalenti (3350 e 4000); entrambe formulate con o senza elettroliti aggiunti. Viene usato nel trattamento della stipsi dell'adulto e del bambino e nelle preparazioni intestinali prima di una colonscopia diagnostica.[2][3][4]
L'assenza di tossicità del PEG ne permette l'uso in campo farmaceutico e in particolare per formulazioni farmaceutiche parenterali, topiche, oftalmiche, orali e rettali.
Nel campo soprattutto delle biotecnologie farmaceutiche la PEGilazione si configura come la modifica di proteine per migliorarne l'emivita e diminuire il rischio di immunogenicità.
Il PEG è stato utilizzato sin dagli anni sessanta del Novecento come consolidante per reperti lignei archeologici ritrovati sott'acqua o in ambienti umidi. Il primo reperto ligneo di grandi dimensioni a essere consolidato mediante impregnazione con il PEG è stato il Vasa, vascello vichingo conservato presso l'omonimo museo costruito a Stoccolma proprio per ospitarlo. Il PEG è ancora oggi uno dei materiali più diffusi per il consolidamento di legni archeologici bagnati, nonostante siano stati identificati diversi problemi legati alla sua applicazione, soprattutto quando all'interno del legno sono presenti elementi metallici, la cui corrosione è facilitata dal fatto che il PEG si comporta come un conduttore di elettricità anche allo stato solido.