Grazia Cherchi (Piacenza, 19 luglio 1937 – Milano, 22 agosto 1995) è stata una scrittrice, giornalista e curatrice editoriale italiana.
Fu tra i fondatori insieme a Piergiorgio Bellocchio e Augusto Vegezzi e in seguito condirettrice dei "Quaderni Piacentini", di cui più tardi curò un'antologia[1]. Come giornalista ha lavorato per "Linus", "il manifesto", "Panorama", "l'Unità". Come curatore editoriale ha lavorato per diverse case editrici, tra cui Rizzoli, Arnoldo Mondadori Editore, Feltrinelli, e fu "autrice fantasma di alcuni dei più bei libri della nostra narrativa... Scrittori, anche assai famosi, le presentavano i propri manoscritti e lei, in notti e notti di insonnia, correggeva, aggiustava, riscriveva. Stefano Benni, uno dei 'suoi' autori, le dedicò una poesia: «Grazia ha telefonato: / "Finalmente mi hai mandato / un vero romanzo / asciutto e stringato". / Grazia, da mesi di dirtelo tento, / era la lettera di accompagnamento»[2]. Oltre a Benni, figurano tra i 'suoi' autori, tra gli altri, Alessandro Baricco, Maurizio Maggiani, Massimo Carlotto, Gianni Riotta, Giulio Angioni, Enrico Deaglio, Gad Lerner[3]. Come scrittrice, molto apprezzata la sua raccolta di racconti Basta poco per sentirsi soli[4], come critica letteraria la sua raccolta migliore resta, in attesa di altre, Scompartimento per lettori e taciturni: articoli, ritratti, interviste.
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