I figli della guerra | |
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Una scena del film | |
Titolo originale | Voces inocentes |
Lingua originale | Spagnolo |
Paese di produzione | Messico |
Anno | 2004 |
Durata | 120 min |
Genere | drammatico, guerra |
Regia | Luis Mandoki |
Soggetto | Óscar Torres (scrittore) |
Sceneggiatura | Óscar Torres (scrittore), Luis Mandoki |
Produttore | Lawrence Bender, Luis Mandoki, Alejandro Soberón Kuri |
Produttore esecutivo | Federico González Compeán, Francisco González Compeán, Monica Lozano Serrano, Miguel Necoechea, Anna Roth |
Casa di produzione | 20th Century Fox |
Fotografia | Juan Ruiz Anchía |
Montaggio | Aleshka Ferrero, Mariana Rodríguez |
Effetti speciali | Jesús 'Chuco' Durán |
Musiche | André Abujamra |
Scenografia | Antonio Muno-Hierro |
Costumi | Gilda Navarro |
Trucco | David Ruiz Gameros |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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I figli della guerra (Voces inocentes) è un film del 2004 diretto da Luis Mandoki, ambientato nel 1980 a El Salvador durante la guerra civile. Conosciuto anche con il titolo Voci innocenti, si basa sull'infanzia dello scrittore Óscar Orlando Torres.
El Salvador, anni ottanta: Chava è un ragazzo di 11 anni che vorrebbe sfuggire agli orrori della guerra civile che dilania il paese. Suo padre se ne è andato negli Stati Uniti, a metà del conflitto, e la madre Kella si guadagna da vivere per la famiglia cucendo vestiti che poi Chava vende ai negozi. Chava vive in una baracca insieme al fratello e alla sorella più piccoli di lui e non di rado si trovano nel mezzo di sparatorie tra le truppe governative e i ribelli.
Per Chava si avvicina l'età, 12 anni, in cui i militari reclutano coattivamente i ragazzi, spesso andando nelle scuole, dove i genitori non possono nasconderli. Un giorno suo zio Beto, che si è unito alla guerriglia, viene a fargli visita. Beto vuole prendere Chava con lui per impedire che i militari lo arruolino, ma Kella è contraria. Beto, prima di partire, regala una radio a Chava e gli dice di ascoltare la stazione radio clandestina ribelle al regime "Venceremos", della quale è vietato l'ascolto da parte dell'esercito salvadoregno; contemporaneamente tra Chava e una ragazza nella sua classe di nome Cristina Maria, figlia della nuova maestra, nasce un tenero sentimento.
Una mattina i guerriglieri, durante le lezioni, occupano la scuola e attaccano l'esercito dal suo interno. Ne deriva un cruento scontro a fuoco nel quale perdono la vita alcuni bambini e altri civili e l'edificio viene così chiuso. I combattimenti e le conseguenti ritorsioni e soprusi dell'esercito sulla popolazione civile si inaspriscono e così Kella e la sua famiglia sono costretti a spostarsi fuori città a casa di sua madre in una zona più sicura.
Chava compie 12 anni e poco dopo uno dei guerriglieri, lo informa che il giorno seguente sarebbero giunti i soldati governativi per il reclutamento forzato dei bambini e lo esorta ad avvisare le famiglie del villaggio. Così Chava, insieme ai i suoi amici, avverte gli adulti della città mediante dei biglietti infilati sotto alle porte delle baracche nelle quali vivono. I soldati scoprono tutto e procedono ad un'azione di repressione in cui viene anche sequestrato il parroco del paese. Sfuggono solo i bambini che vengono nascosti distesi sui tetti delle baracche
Chava decide di andare a trovare Cristina Maria, ma trova la sua casa bombardata. Dopo quest'ultimo tragico evento che lo colpisce profondamente Chava decide di unirsi, insieme a tre suoi amici, alla guerriglia. Giunti all'accampamento dei guerriglieri però, durante la notte, l'esercito attacca il campo e i ragazzi vengono catturati e portati in riva ad un fiume per essere fucilati, ma all'ultimo momento, dopo che sotto ai suoi occhi due dei suoi tre amici vengono spietatamente uccisi, Chava viene salvato da un attacco della guerriglia. Tornato di corsa a casa, trova sua madre tra le rovine bruciate della loro casa. Lei decide di mandarlo all'estero per salvargli la vita e lui promette di tornare per salvare il fratellino prima che egli compia dodici anni.
Le canzoni contenute nel film non vennero mai raccolte in un album discografico.
Una delle più grandi critiche attribuite al film fu quella che i personaggi non recitavano con accento salvadoregno. La popolazione di El Salvador infatti generalmente parla in voseo, non presente nella pellicola.