Dettaglio dall'Annunciazione di Beato Angelico

Il concetto di illuminazione nell'ambito della fede cristiana assume diversi significati, indicando con essa il dono di comprendere e di far propria la verità rivelata.

Illuminazione nel Nuovo Testamento

Il concetto di illuminazione nel Nuovo Testamento è connesso con il verbo greco φωτίζω (phōtizō) con il significato di illuminare, portare alla luce, far vedere. Si applica in connessione con i seguenti concetti.

Illuminazione nella teologia cristiana posteriore

Teologicamente, il termine illuminazione è stato applicato pure a vari concetti:

La dottrina dell'illuminazione è congiunta a quel ministero dello Spirito Santo per il quale Egli aiuta il credente a comprendere la verità delle Sacre Scritture. In relazione alla Bibbia, la dottrina della rivelazione è congiunta a quello "svelamento" della verità nel materiale delle Sacre Scritture. L'ispirazione riguarda il metodo mediante il quale lo Spirito Santo sovraintese alla produzione delle Sacre Scritture e la chiarificazione del loro significato.

La persona che non sia stata rigenerata da Dio, non può fare esperienza di questo ministero di illuminazione, perché è cieca rispetto alla verità di Dio ["L'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente" (1 Corinzi 2:14)]. Il Signore promette ai Suoi seguaci che quando lo Spirito Santo scenderà su di loro a Pentecoste, sarebbe stato questi a guidarli nella verità (Giovanni 16:13-16), e questo include la comprensione delle "cose profonde" di Dio (1 Corinzi 2:9,10).

Questa comprensione, però, non è priva di condizioni. Il credente deve egli stesso essere in via di maturazione ed in comunione con il Signore prima di fare esperienza di questa piena percezione della verità, perché questa vita pone molti ostacoli al ministero dello Spirito Santo (1 Corinzi 3:1-3). Il credente deve pure attendersi di avere, in questo, beneficio, dallo Spirito Santo che opera attraverso di coloro che Egli ha dato il dono di insegnare (Romani 12:6,7) e tale ministero lo si riceve a voce, attraverso la pagina stampata o altri mezzi. In senso ultimo certamente è lo Spirito Santo che si pone come "interfaccia" fra la mente di Dio, com'è rivelata dalle Sacre Scritture e la mente del credente che cerca di comprendere le Sacre Scritture.

Il concetto di luce andrebbe visto anche dal punto di vista fisico e come corpo fisico vero e proprio, perché pone il problema del rapporto tra lo spazio-tempo (in particolare circa l’oltrepassamento di questo)[3] e l’eternità mantenendo comunque un significato originario: nella Genesi, è dalla luce che si originano il cielo e la terra, e più volte nei vangeli Cristo si identifica con la luce stessa. Vi è però una diversa concezione della luce tra Antico e Nuovo Testamento: Dio crea la luce mentre Gesù è la luce. Nell’Antico Testamento non vi è un’identificazione tra la luce e Dio, sebbene essa sia centrale nella relazione tra Dio e l’eterno, infatti «lo scopo del narratore [nella Genesi] è ricordare che la separazione fondamentale tra luce e tenebre non crea soltanto la possibilità per la vita, ma anche per la relazione fra l’uomo e Dio che è essenziale per la vita stessa»[4].

Note

  1. ^ Sofia Vanni Rovighi, Elementi di Filosofia, 3. La Natura e l'Uomo, Biblioteca (n. 6), Scholé, 2022, p. 133
  2. ^ La nozione di verità può quindi riferirsi sia all'intero creato, sia all'essere di Gesù come Verità personificata, sia alla Sacra Scrittura.
  3. ^ Francesco Casciaro, La forma di spazio e tempo in Einstein e nel pensiero Giovanneo, Lecce, Unisalento, 2022.
  4. ^ Filippo Serafini, Fiat lux: la simbologia della luce nella sacra Scrittura Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare, Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare, Roma, 2015.

Bibliografia

Voci correlate