Rappresentazione tridimensionale dell'ipofisi (in rosso) nell'encefalo umano
Posizione dell'ipofisi (vedi freccia)

L'ipofisi (pronuncia: /iˈpɔfizi/[1]; dal greco ὑπόφυσις hypóphysis, derivato di ὑποϕύω, ὑποϕύομαι, "produrre sotto", "crescere sotto"), detta anche ghiandola pituitaria, è una ghiandola endocrina situata alla base del cranio, nella fossa ipofisaria della sella turcica dell'osso sfenoide.

Si può dividere in due lobi, strutturalmente e funzionalmente diversi, che controllano, attraverso la secrezione di numerosi ormoni, l'attività endocrina e metabolica di tutto l'organismo:

Essi sono divisi da una pars intermedia, piccola e poco vascolarizzata.

Anatomia

La ghiandola si trova postero-inferiormente al chiasma ottico. È di dimensioni abbastanza piccole e pesa non più di 0,9 g. È separata dall'encefalo da una porzione della dura madre (il "diaframma della sella"), che la sovrasta ad ombrello e mediante un peduncolo vascolo-nervoso comunica con l'ipotalamo, che regola attraverso altre sostanze ormonali l'ipofisi stessa. Intorno alla sella turcica si trovano i seni cavernosi da cui defluiscono le carotidi interne e i nervi cranici III, IV, V e VI; è facile immaginare che alterazioni a carico dell'ipofisi possono quindi causare diversi effetti secondari sulla funzione visiva (compromissione del chiasma), vascolare, neurologica.

Per definire la loro azione, secondo il metodo classico della fisiologia sperimentale, si è proceduto all'asportazione chirurgica della ghiandola in animali da laboratorio. Gli effetti dell'ablazione del lobo anteriore sono in parte caratterizzati dalla diminuita attività delle altre ghiandole endocrine: la tiroide si atrofizza, e così pure le surreni e le gonadi, con scomparsa della spermatogenesi nel maschio e dell'ovulazione nella femmina; diminuisce la sensibilità all'insulina per la compromissione delle isole pancreatiche, e insorge una lieve forma di diabete insipido. L'ipofisectomia comporta inoltre arresto dello sviluppo somatico negli animali giovani, con alterazioni scheletriche e muscolari. Queste osservazioni hanno permesso di individuare i diversi ormoni secreti dall'ipofisi.

Microanatomia

L’adenoipofisi contiene cellule cromofobe e cromofile, organizzate in nidi e cordoni; le cromofile si dividono in acidofile eosinofile (colore rosato se trattate con EE) e basofile (colore blu/viola in EE). Le acidofile sono più frequenti (nell’adenoipofisi propriamente detta) e di dimensioni minori, includono: somatotrope (produzione di GF) e lattotrope (PRL). Le basofile, al contrario, constano di tireotrope (TSH), corticotrope (ACTH) e gonadotrope (LH ed FSH). Nella sua azione secernente endocrina, l'adenoipofisi viene condizionata dal rilascio di ormoni ipotalamici (ad opera dei neuroni parvocellulari ipotalamici, parte della porzione neurosecernente del diencefalo): trattasi di diadi formate da un messaggero chimico stimolante la secrezione di un determinato ormone adenoipofisario ("releasing hormone", RH) e da un suo antagonista, con significato inibitorio ("inhibiting hormone", IH).

RH e IH vengono trasportati lungo i brevi assoni amielinici dei neuroni parvicellulari e rilasciati nel plesso capillare primario (mandato dall’arteria ipofisaria superiore). Tali molecole seguono il circolo portale ipotalamo-ipofisario: scendono lungo le vene superficiali del peduncolo ipofisario e terminano così nel plesso capillare secondario, raggiungendo l'adenoipofisi.

La neuroipofisi viene costituita dagli assoni amielinici dei neuroni magnocellulari dei nuclei ipotalamici paraventricolare e sopraottico, al microscopio ottico risulta scarsamente colorabile, intercalati tra le fibre nervose si individuano i nuclei dei pituiciti: cellule gliali specializzate. Si compone (in senso cranio-caudale) di: eminenza mediana, infundibolo e lobo della neuroipofisi (neuroipofisi propriamente detta), dove terminano gli assoni magnocellulari.

L’adenoipofisi, invece, è data dalla successione in senso cado-craniale di:

Ormoni secreti dall'ipofisi

Ormoni agenti su organi e cellule bersaglio

Sono prodotti dalle cellule acidofile dell'adenoipofisi

Ormoni trofici

Gli ormoni trofici sono ormoni glicoproteici (PAS positivi) che agiscono su altre ghiandole endocrine, e sono prodotti dalle cellule basofile:

La porzione posteriore dell’ipofisi detta Neuroipofisi, rilascia due neuropeptidi prodotti a monte dell’asse ipotalamo-ipofisario dai nuclei ipotalamici: Ossitocina e ADH. L’Ossitocina viene prodotta e rilasciata durante l’atto sessuale, il parto e l’allattamento, trattasi di un vasodilatatore della muscolatura liscia usato anche in terapia sistemica per indurre il parto. Diverse ricerche individuano nell’Ossitocina peculiarità legate alla sfera affettiva e relazionale. Determina infatti meccanismi di attaccamento affettivo nei mammiferi dovuti al coinvolgimento anatomico e funzionale del Sistema Limbico e delle altre strutture Diencefaliche.

L’ADH o Ormone antidiuretico o Vasopressina determina la ritenzione di liquidi e l’aumento della volemia. L’azione di questo ormone si estrinseca nel dotto collettore renale, dove induce l’espressione di AQP-2 con conseguente riassorbimento di acqua. È rilasciata in caso di ipernatriemia e disidratazione ipertonica, ma anche nello shock ed in stati di ipoperfusione del rene in qualità di effettore del sistema renina-angiotensina-aldosterone. L’ADH è inibito principalmente negli stati ipertensivi, in caso di aumento della GFR e da sostanze specifiche tra cui l’alcool etilico.

Patologia

Se questi meccanismi di regolazione sono alterati, o se l'ipofisi è in qualche modo danneggiata, si può verificare un'eccessiva produzione di ormoni (iperpituitarismo) o una loro carenza (ipopituitarismo).

Note

  1. ^ Luciano Canepari, ipofisi, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  2. ^ Pietro Mortini, Lina Raffaella Barzaghi e Marco Losa, Microsurgical therapy of pituitary adenomas, in Endocrine, vol. 59, n. 1, 2018 Jan, pp. 72-81, DOI:10.1007/s12020-017-1458-3, PMID 29067608.
  3. ^ Alfio Spina, Marco Losa e Pietro Mortini, Pituitary adenomas in elderly patients: clinical and surgical outcome analysis in a large series, in Endocrine, vol. 65, n. 3, pp. 637-645, DOI:10.1007/s12020-019-01959-0, PMID 31209675.
  4. ^ Marco Losa, Carmine Antonio Donofrio e Pietro Mortini, Pretreatment with somatostatin analogs does not affect the anesthesiologic management of patients with acromegaly, in Pituitary, vol. 22, n. 2, DOI:10.1007/s11102-019-00952-0, PMID 30826981.
  5. ^ Lina Raffaella Barzaghi, Marco Losa e Pietro Mortini, Pediatric Pituitary Adenomas: Early and Long-Term Surgical Outcome in a Series of 85 Consecutive Patients, in Neurosurgery, vol. 85, n. 1, DOI:10.1093/neuros/nyy204, PMID 29790934.
  6. ^ S Melmed, A Giustina e Acromegaly Consensus Group, Guidelines for acromegaly management: an update, in J Clin Endocrinol Metab, vol. 94, n. 5, DOI:10.1210/jc.2008-2421, PMID 19208732.
  7. ^ Andrea Giustina, Pietro Mortini e Shlomo Melmed, Multidisciplinary management of acromegaly: A consensus, in Rev Endocr Metab Disord, vol. 21, n. 4, Dec 2020, pp. 667-678, DOI:10.1007/s11154-020-09588-z.
  8. ^ Felipe F Casanueva, Pietro Mortini e Andrea Giustina, Criteria for the definition of Pituitary Tumor Centers of Excellence (PTCOE): A Pituitary Society Statement, in Pituitary, vol. 20, n. 5, pp. 489-498, DOI:10.1007/s11102-017-0838-2, PMID PMC5606938.
  9. ^ Andrea Giustina, Pietro Mortini e Shlomo Melmed, A Consensus on the Diagnosis and Treatment of Acromegaly Comorbidities: An Update, in J Clin Endocrinol Metab, vol. 105, n. 4, 2020 Apr, DOI:10.1210/clinem/dgz096, PMID 31606735.

Voci correlate

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