Figlio del console di Francia a Alessandria d'Egitto, Jacques de Lacretelle passò gran parte dell'infanzia all'estero, seguendo il padre negli incarichi e nelle sedi diplomatiche lui assegnate[1]. Alla prematura morte del padre, l'educazione del ragazzo fu affidata al nonno, Pierre-Henri de Lacretelle, poeta, deputato e amico di Lamartine. Proseguì i suoi studi a Jeanson-de-Sailly, ove fu allievo di André Bellessort.
Nel periodo precedente allo scoppio della prima Guerra mondiale aveva soggiornato a Cambridge. Inviato al fronte delle Argonne, fu costretto, per ragioni di salute, a lasciare il servizio. Da allora si è consacrato alla letteratura.
La sua narrativa si affidava a strutture solidamente classiche. Con La Bonifas, trasposto anche in un film per la televisione, si cimentò con temi di ambito popolare. Fra le altre opere spiccano Les Hauts Ponts, 1932-35, in sei volumii, storia del culto del possesso terriero che distrugge una famiglia nell'arco di tre generazioni[1]. Fu anche autore di saggi e racconti di viaggio: Le demi-dieu ou le voyage en Grèce, 1930, L'écrivain public, 1936.
Jacques de Lacretelle fu eletto all'Académie française il 12 novembre 1936 al seggio di Henri de Régnier, per 21 voti contro i 6 di Fernand Gregh. Fu accolto il 27 gennaio 1938 da Abel Hermant. Maurice Martin du Gard assistette all'evento di cui fece il resoconto nei suoi Mémorables:
«Entre Paul Valéry et Georges Lecomte, ses parrains, on vit se lever un jeune homme; il haussa des lunettes dont la claire et légère monture ne pouvait durcir le regard ; une voix autoritaire mais douce, rapide, allait nous entretenir du symbolisme et de Henri de Régnier qu'il remplaçait. Ce fut un éloge plein de délicatesse, abordant le poète - lisant quelques vers à l'occasion, non sans talent - le prosateur et l'homme incomparable qui avait autant de cœur que d'esprit. Lacretelle, confirmant pour le public le goût et la sincérité qui sont ses vertus, parla aussi de lui-même, évoquant le disciple qu’il fut, tout jeune, de son prédécesseur déjà illustre, et le bibliophile qu'il reste encore.[6][7]»
Scrittore longevo e accademico molto partecipe, continuò a scrivere fin oltre i novant'anni di età. Morì nel gennaio 1985.
Dal romanzo La Boniface, nel 1968 è stato tratto il film per la televisione La Boniface, regia di Pierre Cardinal, con Alice Sapritch nel ruolo principale[8].
^(FR) Prix Dodo, su academie-francaise.fr. URL consultato il 25 novembre 2022.
^(FR) Prix: Femina, su babelio.com. URL consultato il 25 novembre 2022.
^(FR) Grand Prix du Roman, su academie-francaise.fr. URL consultato il 25 novembre 2022.
^(FR) Prix Marcel Proust, su amisdeproust.fr. URL consultato il 24 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2018).
^Tra Paul Valéry e Georges Lecomte, i suoi padrini, abbiamo visto sorgere un giovane; sollevò gli occhiali, la cui montatura chiara e leggera non poteva indurire lo sguardo; una voce autorevole ma gentile, rapida avrebbe parlato del Simbolismo e di Henri de Régnier, che ha sostituito. Era un elogio pieno di delicatezza, che avvicinava il poeta - leggendo ogni tanto qualche verso, non privo di talento - al prosatore e all'uomo incomparabile che aveva tanto cuore quanto mente. Lacretelle, confermando al pubblico il gusto e la sincerità che sono le sue virtù, parlò anche di sé, evocando il discepolo che fu, giovanissimo, del già illustre predecessore, e il bibliofilo che tuttora rimane.
^(FR) Jacques de LACRETELLE, su academie-francaise.fr. URL consultato il 25 novembre 2022.