Mappa delle lingue della famiglia niger-kordofaniana; le lingue bantoidi comprendono la grande sottofamiglia bantu (qui rappresentata in marrone) e altre lingue affini (nella mappa, in color arancione).

Le lingue bantoidi sono un vasto raggruppamento linguistico africano compreso all'interno del gruppo Benue-Congo della famiglia delle lingue niger-kordofaniane.

Comprende numerose lingue parlate prevalentemente in Camerun, oltre a tutto il vastissimo raggruppamento delle lingue bantu; il nome stesso bantoidi fa riferimento a questo estesissimo sottogruppo e alle lingue ad esso affini. In totale, l'intero raggruppamento comprende circa 700 lingue, parlate in pressoché tutta l'Africa centrale e meridionale.[1]

Il termine bantoidi venne usato per la prima volta nel 1895 dal linguista Krause; questo termine riappare nel 1948, ad opera del linguista inglese Malcolm Guthrie, che lo utilizza per sostituire il termine semibantu usato da Johnston negli anni '20. In entrambi i casi i termini vengono utilizzati per descrivere lingue non appartenenti al gruppo bantu ma che conservano tracce di una loro importante caratteristica distintiva, la presenza di numerosi classi nominali indicate tramite prefissi.[2] A tutt'oggi la classificazione delle lingue bantoidi è però considerata non definitiva, e la validità genetica di alcuni raggruppamenti è contestata.[2]

Il gruppo delle lingue bantoidi si articola in due sottogruppi:

Esistono poi altre lingue minori, parlate in Nigeria, che vengono ritenute affini alle lingue bantoidi nel loro complesso, ma la cui classificazione è ancora incerta: áncá, buru, kwak e nshi.[1]

Note

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  1. ^ a b c (EN) Ethnologue - Lingue bantoidi.
  2. ^ a b (EN) Roger Blench - Lingue bantoidi.

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