Marius Canard (Dracy-Saint-Loup, 26 dicembre 1888Parigi, settembre 1982) è stato un orientalista e storico francese.

Nato in un piccolo villaggio della regione centrale di Morvan, dove suo padre era maestro di scuola, il giovane Marius studiò dapprima nel Collège Bonaparte ad Autun per completare il suo percorso d'istruzione nella Facoltà di Lettere dell'Università di Lione. Qui studiò lingua araba, lingua turca e lingua persiana (il cosiddetto "tripode islamico", secondo una definizione di Francesco Gabrieli) sotto la guida del suo coetaneo Gaston Wiet (1887-1971).

Divenne professore in un liceo di Tolone nel 1913, poco prima di prender parte alla prima guerra mondiale nel 16º reggimento di cavalleria di stanza a Beaune, guadagnandosi nel corso del conflitto, per il suo coraggio mostrato in azione, la Croce di Guerra con stella d'argento.

Alla fine della guerra ottenne di insegnare in Marocco, conseguendo un'ottima conoscenza dell'arabo: elemento essenziale per chiunque voglia occuparsi di storia islamica per attingere direttamente alle fonti primarie.

Nel 1920 tornò a Lione, insegnando nel Lycée du Parc e, per affinare ulteriormente le sue conoscenze linguistiche, ottenne di entrare nella Facoltà di Lettere in cui aveva inizialmente studiato, affrontando qui anche lo studio del sanscrito.

Si recò poi all'École des Langues Orientales (oggi nota come INALCO) di Parigi, frequentando sia William Marçais (1872-1956), sia Georges Marçais (1876-1962). Fu quest'ultimo a convincere Canard a tornare in Maghreb, prima al Lycée de Tunis e poi come professore universitario nella Facoltà di Lettere dell'Università di Algeri, in cui più tardi, assieme a Georges Marçais, darà vita all'Institut d'Études Orientales nella sua Facoltà, dotata di una sua rivista presto affermatasi nel panorama dell'orientalismo internazionale: gli Annales.

Dopo 44 anni d'insegnamento ad Algeri, Canard andò in pensione nel 1961, eleggendo come sua residenza finale Parigi.

Membro di numerose accademie internazionali, Canard approfittò della maggior libertà derivante dalla fine dei suoi impegni didattici per realizzare quello che a tutt'oggi, appare il miglior contributo alla conoscenza degli Hamdanidi, riprendendo alcuni suoi importanti contributi dati alle stampe già nel 1934.

Un altro file di ricerca assai fruttuoso fu la storia fatimide, facendo progredire le conoscenze su questo importante califfato sul quale i primi importanti studi orientalistici sono dovuti quasi esclusivamente a Vladimir Ivanov (1886-1970).

Non vanno dimenticati i suoi studi sui contatti tra Islam e Impero bizantino ed è anche a lui (oltre che, in prima istanza a Henri Gregoire, senza dimenticare il contributo di Carlo Alfonso Nallino) che si deve l'ottima edizione francese della ponderosa opera in due volumi di Alexandr A. Vasiliev Vizantija i Araby (San Pietroburgo, 1900-1902).

Principali opere

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Bibliografia

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Collegamenti esterni

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