«Novelle per un anno è, insieme ai racconti di Giovanni Verga e di Federigo Tozzi, uno dei risultati più alti della narrativa italiana dopo l'Unità. Di più: insieme al Decameron di Giovanni Boccaccio, a cui per certi versi si ispira (nel tema temporale e nell'intento di rappresentare realisticamente la commedia umana), è indubbiamente uno dei capolavori della novellistica italiana di tutti i tempi.»
(R. Luperini, P. Cataldi, L. Marchiani e F. Marchese, La scrittura e l'interpretazione, vol. 3 tomo II, L'età dell'imperialismo: le avanguardie (1903-1925), Palumbo Editore, Palermo 1998, p. 218)
La produzione novellistica accompagna tutta la vita dell'autore, dalla sua adolescenza sino alla fine della sua vita, ed è più intensa nei primi quindici anni del Novecento:
la prima novella è un bozzetto siciliano scritto nel 1884, La Capannetta, pubblicata nel giugno 1884 sul supplemento domenicale della Gazzetta del Popolo;
l'ultima novella, Effetti di un sogno interrotto, esce nel 1936 sul Corriere della Sera, il giorno prima della morte di Pirandello.[1]
Nel 1922 Pirandello decide di progettare un ciclo unico che raccolga le novelle in 24 libri di 15 novelle ciascuno, con l'editore fiorentino Bemporad disposto a varare un piano editoriale per riorganizzare l'intero corpus della sua produzione novellistica.
Col titolo unificante di Novelle per un anno, Pirandello si propone una novella al giorno, “... per tutt'un anno, senza che dai giorni, dai mesi o dalle stagioni nessuna abbia tratto la sua qualità”[3], inserendosi nel solco programmatico del Decameron e de Le mille e una notte, in cui un numero fisso di novelle viene raccontato in un preciso tempo, quasi come un rituale magico ed affabulatorio.[4]
Da quell'anno, il 1922, sino al 1937, l'anno successivo alla sua morte, escono allora ben quindici volumi di novelle, subentrando anche la casa editrice milanese Mondadori nella pubblicazione degli ultimi due libri, ma il ciclo rimane comunque incompiuto per la morte dell'autore.
Novelle per un anno, 15 voll., Firenze, Bemporad, 1922-1928; Milano, Mondadori, 1934-1937.
I quindici tomi usciti in questo periodo, tuttavia, non sono una semplice ristampa delle raccolte pubblicate in precedenza: Pirandello, da buon umorista, si è divertito a rimescolare le carte, a smembrare i libri vecchi e a confonderli, a cambiare i titoli, a togliere alcune novelle dalle raccolte e ad inserirne altre mai pubblicate se non sui quotidiani.
La poetica pirandelliana vuole che l'autenticità e la verità esistano solo nel caos multiforme del flusso della vita, l'unico stadio in cui possono esistere la libertà e la realtà, ecco che dunque si assiste ad una volontaria scomposizione nella disposizione dei racconti, fatta di novelle giustapposte, senza una cornice, senza un filo logico che le unisca.[5]
Occorre tener presente, poi, che, come già in Giovanni Verga, molte delle novelle sono state trasposte in opere teatrali, con i dovuti adattamenti da parte dell'autore, soprattutto tramite le didascalie e i ritocchi delle circostanze. È il caso di drammi molto famosi, quali:
Il nucleo essenziale è quello del dramma quotidiano e privato, che rende, tutti i giorni e nel piccolo microcosmo dei personaggi, l'esistenza un travaglio;
la famiglia è subita come un peso schiacciante di doveri e responsabilità, un luogo di finzione e adempimento di convenzioni sociali;
il lavoro è alienato, ripetitivo, deprimente e grigio, poco apprezzato e mal retribuito;
i personaggi sono spesso degli inetti e dei vinti;
umorismo e relativismo, già teorizzati nel saggio L'umorismo, sono applicabili alla maggior parte delle novelle, anteriori o posteriori ad esso;
la maschera (i protagonisti sono paralizzati in ruoli da cui non possono uscire, che si sono attribuiti da soli o che la società ha provveduto ad attribuir loro);
il paradosso (la rappresentazione utilizza spesso il registro del caricaturale e del grottesco);
la follia (quando si squarcia, inquietante, l'abisso tetro della pazzia per i protagonisti delle novelle, esplode la tensione accumulata per anni e compromette irrimediabilmente l'equilibrio precario di una normalità solo apparente).
L'ultima serie di novelle, quella a cui Pirandello lavora, dopo la lunga pausa per le occupazioni teatrali, tra il 1931 e la sua morte, rivela una diversità d'impianto e di tono, che ha indotto i critici a parlare di una fase surrealista e metafisica della produzione. Si osserva una drastica riduzione del dialogo e delle parti riflessive ed argomentative in favore del monologo, i racconti volgono verso una dimensione simbolica, onirica, che traduce il viaggio, spesso allucinato, del protagonista nella propria interiorità o nella propria interpretazione degli eventi quotidiani, con una percezione turbata della realtà, dettata dallo stupore di chi la distingue a fatica dal sogno.
Luigi Pirandello, Novelle per un anno, a cura di Mario Costanzo, Prefazione di Giovanni Macchia, I Meridiani 2 volumi, Arnoldo Mondadori, Milano 1987 EAN: 9788804211921
Luigi Pirandello, Novelle per un anno, a cura di S. Campailla, Newton Compton, Grandi tascabili economici.I mammut, Roma 2011 ISBN 9788854136601
Luigi Pirandello, Tutte le novelle, vol. I, II, III, a cura di Lucio Lugnani, Rizzoli, Classici moderni BUR, Milano 2007.
Francesco Flora, Novelle per un anno, in Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature, VI, Milano, RCS Libri, 2005 [1947], pp. 6138-42, ISSN 1825-78870 (WC · ACNP).
G. Debenedetti, Una giornata di Pirandello, in Saggi critici. Seconda serie, a cura di W. Pedullà, Marsilio, Venezia 1990 (ma il saggio è del 1937);
B. Terracini, Le “Novelle per un anno” di Luigi Pirandello, in Analisi stilistica. Teoria, storia, problemi, Feltrinelli, Milano 1966;
G. Taviani, Dalla parola al silenzio: le “Novelle per un anno” di Luigi Pirandello, in “Allegoria”, n. 37, gennaio – aprile 2001.
AA. VV., Le novelle di Pirandello, Atti del VI Convegno internazionale di Studi Pirandelliani, a cura di Stefano Milito, Edizioni del Centro Nazionale di Studi Pirandelliani, Agrigento 1980. Saggi di G. Petronio, L. Lugnani, U.SchulzBushhaus.
AA.VV., Attualità di Pirandello, a cura di E. Lauretta, Atti del 45º convegno internazionale di studi pirandelliani, Edizioni Metauro, Pesaro 2008, Saggi di Puppa, Guaragnella, Giovanelli, Ghisalberti, Corsinovi, Grignani, Tessari, Napoli, Kertesz-Vial, Orsini, De Michele, Sanguinetti-Katz, Pavone, Casella, Van den Bossche, Bronowski, Krysinski, Franini, Bernardi, Vitti-Alexander. ISBN 978-88-6156-037-6
AA. VV., Metamorfosi della novella, Bastoni Foggia 1985.
F. Grilli, L’arte novellistica di Pirandello, Longo, Ravenna 1980.
G. Guglielmi, Mondo di carta, in Ironia e negazione, Einaudi Torino 1974.
F. Petroni, La strategia del cedimento. Luigi Pirandello, La mano del malato povero, in Otto/Novecento, Nuova Serie, 1, 2000.
G. Pirodda, Il relativismo pirandelliano nelle “Novelle per un anno”. Ideologia e forma narrativa, in AA. VV., Letteratura e società. Scritti di italianistica e di critica letteraria per il XXV anniversario dell’insegnamento di Giuseppe Petronio, Palumbo Palermo 1980.
Romano Luperini, L'allegoria del moderno, Editori Riuniti, Roma 1990.
Angela Fariello, Elogio della pazzia nelle Novelle per un anno, in "l'Abaco", Annuario di critica letteraria, teatrale e cinematografica diretto da Rocco Paternostro, anno IV-VII numero 4-7, 2005-2008, pp. 151-164, Nettuno, Ugo Magnanti editore, Roma, Aracne editrice, 2010.