Operazione Arcobaleno
parte del conflitto Israele-Striscia di Gaza
Data15 maggio - 24 maggio 2004
LuogoStriscia di Gaza
CausaDistruggere le basi di lancio dei razzi Qassam che cadevano su Sderot
EsitoVittoria israeliana
Schieramenti
Comandanti
Bandiera d'Israele Shmuel Zakkai
Perdite
2 morti
2 feriti[1]
63 morti (41 combattenti e 12 civili)[1]
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L'operazione Arcobaleno fu iniziata dalle forze armate israeliane il 15 maggio 2004 per individuare e distruggere i tunnel sotterranei al confine con l'Egitto, utilizzati dai militanti palestinesi per far passare armi destinate alla guerriglia.

Cronologia

"Dato che ciò non è servito a disperdere la folla si è sparato contro un muro di una struttura abbandonata lungo la strada. È possibile che le vittime siano state provocate da una cannonata di un carro armato contro tale struttura."
La risoluzione proposta dall'Algeria, unico paese arabo nel Consiglio di Sicurezza, è passata con quattordici voti favorevoli, nessun voto contrario e l'astensione degli USA

Commenti

Per Shabtai Gold, portavoce di "Physicians for Human Rights", il 18 maggio l'esercito ha ostacolato le ambulanze ai checkpoints, mentre da Rafah si dirigevano a Khan Yunis, sede di un ospedale tra i più grandi della Striscia di Gaza

Mu'awiya Hasaneyn, direttore del dipartimento per l'Emergenza del ministero della Sanità palestinese, ha affermato:

"Non possiamo far fronte alla situazione, nessun ospedale al mondo potrebbe farlo"

Ha inoltre aggiunto di aver ricevuto istruzioni da Yasser Arafat di destinare immediatamente tutte le unità mediche a Rafah, proclamando nel contempo lo stato di emergenza in tutti gli ospedali della Striscia di Gaza"

Aspre critiche si sono avute da parte di tutta la comunità internazionale, e soprattutto dai Paesi arabi. Amr Moussa, segretario generale della Lega Araba, ha descritto l'operazione come "Un massacro ed un crimine che va al di là di tutti i limiti"

Yasser Arafat, criticando quelli che ha definito gli atroci crimini dell'esercito israeliano, ha richiesto l'intervento di forze internazionali a protezione dei civili palestinesi.

L'Unione europea ha definito l'operazione palesemente sproporzionata. Un comunicato della presidenza di turno dell'Ue, diffusa dal ministro degli esteri irlandese Brian Cowen, dice:

È chiaro che le forze israeliane hanno dato prova di un irresponsabile disprezzo per la vita umana"

Il presidente statunitense George Bush ha dichiarato:

"Attendiamo un chiarimento da parte del Governo israeliano"

Ha inoltre invitato le due parti alla mediazione.

L'ONU ha definito l'operazione un crimine contro l'umanità e una violazione dei diritti umani. John Dugard, l'inviato speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani a Gaza e in Cisgiordania, ha dichiarato in una nota:

"Queste azioni costituiscono crimini di guerra. Chiedo al Consiglio di Sicurezza di prendere le azioni opportune per fermare la violenza, se necessario con l'imposizione di un embargo sulle armi".

L'esercito israeliano si è rammaricato per l'incidente gravissimo del 18 maggio, e per l'uccisione di innocenti. Tuttavia generale Ruth Yaron ha garantito che le operazioni sarebbero continuate, come in effetti è avvenuto. La stampa israeliana sostiene che le vittime sono state provocate da terroristi palestinesi mescolati alla folla, che avrebbero sparato sui manifestanti dall'interno.

Note

Voci correlate

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