L'ortografia, dal greco ὀρθογραϕία (οῤθός (orthós) = retto, corretto + γραϕία (graphía) = grafia), è la parte della grammatica costituita dall'insieme delle norme che regolano il modo corretto di scrivere secondo il sistema di scrittura di una data lingua.
In grafemica, il termine "sistema di scrittura" è preferito a "ortografia".[1]
Il termine deriva dal greco ὀρθός (orthós), "corretto" e γραφή (graphḗ), "scrittura"; nell'accezione odierna, esso si riferisce a sillabazione, punteggiatura, ecc.
L'ortografia portoghese non è strettamente fonemica. Ha a che fare con l'espansione del portoghese e con la nascita di numerose varianti regionali e dialettali. Nel 2009 fu lanciata la riforma globale della lingua portoghese per eliminare il 98% delle discrepanze ortografiche tra vari paesi.[2]
L'ortografia inglese è caratterizzata da un elevato livello di standardizzazione. Comunque, esistono alcune modalità di scrivere quasi ogni fonema, e anche la maggior parte delle lettere si possono pronunciare in alcuni modi a seconda della loro posizione nella parola e del contesto. Ecco perché certi errori ortografici sono diffusi pure tra i parlanti nativi.[3] La causa è principalmente il gran numero delle parole che sono dei prestiti da altre lingue ed i mancati tentativi di intraprendere una riforma ortografica generale.[4] La maggior parte delle regole ortografiche non corrispondono ai cambiamenti fonetici che sono occorsi a partire dalla fine del XVI secolo (ad esempio, il Grande spostamento vocalico).[5]
L'ortografia islandese è basata sul principio etimologico, perciò gli islandesi stessi hanno certe difficoltà con la scrittura.[6][7] L'alfabeto islandese moderno si basa sullo standard introdotto dal filologo danese Rasmus Rask.
I principi fondamentali dell'ortografia spagnola sono il principio fonologico e quello etimologico. Esistono dunque alcune lettere che definiscono dei fonemi uguali.[8] A partire dal XVII secolo si proponevano diverse varianti della riforma ortografica che avrebbe creato una corrispondenza univoca tra il grafema ed il fonema ma furono respinte tutte. Oggi la maggior parte delle proposte di svolgere una riforma ortografica non prevedono che l'eliminazione degli omofoni che persistono per motivi etimologici.[9]