Paolo Emilio Pavolini

Paolo Emilio Pavolini (Livorno, 10 luglio 1864Quattordio, 15 settembre 1942) è stato un filologo e traduttore italiano.

Biografia

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Professore di sanscrito nella facoltà di Lettere dell'Università di Firenze dal 1901 al 1935, è considerato uno dei maggiori studiosi italiani del Novecento di lingue e letterature nordiche e orientali. Fu illustre indologo, ma scrisse anche di letteratura finlandese, estone, polacca, albanese e neogreca.[1]

Era figlio di Giovanni Pavolini, un insegnante di origini elbane, e di Lidia (o Lida) Vanneschi.[2]

Nel 1910 curò la seconda traduzione del Kalevala, l'unica esistente in ottonari, il metro del testo finnico.[3]

Fu padre di Alessandro, una delle personalità più importanti ed emblematiche del fascismo, di Corrado, giornalista, scrittore e critico d'arte, e nonno di Luca, giornalista e direttore de l'Unità negli anni settanta.

Del Pavolini traduttore e studioso insigne, Giacomo Devoto lodò in particolare la «naturalezza armoniosa» nel comprendere i testi e nell'orientarsi nella produzione scientifica «lussureggiante» del suo tempo, nonché la cultura «radicata profonda invisibile, irriducibile a numeri di una bibliografia.».[4]

Opere

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Note

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  1. ^ Giacomo Devoto, Paolo Emilio Pavolini, in Letteratura italiana - I Critici, volume secondo, Milano, Marzorati, 1970, pp. 1235-1245.
  2. ^ Mastrangelo.
  3. ^ Elias Lönnrot, Kalevala, traduzione metrica di Paolo Emilio Pavolini, Bifröst Biblioteca, 1910.
  4. ^ Giacomo Devoto, op. cit., pp. 1236-1237.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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