Ratiaria
Dove si trova l'antica città di Raziaria nell'odierna Bulgaria.
Periodo di attivitàfortezza legionaria sotto Vespasiano (71 ca.), fino a Traiano (106 ca.).
Località modernaArchar in Bulgaria
Unità presentiLegio V Macedonica[1]
Legio VII Claudia[2]
Legio XIII Gemina[3]
Coh. I Cretum[4]
Dimensioni castrum3,5 ha il castellum ausiliario.
Provincia romanaMesia superiore

Ratiaria (oppure: Raetiaria, Retiaria, Reciaria, Razaria; in lingua bulgara Рациария - Raziaria; in lingua greca Ραζαρία μητρόπολις; più tardi Colonia Ulpia Traiana Ratiaria) fu una città fondata dal popolo dei Mesi nel IV secolo a.C., in seguito conquistata dai Daci di Burebista e dai Romani. Era situata lungo il fiume Danubio, alla confluenza con il torrente Archar, nei pressi dell'odierna Archar, città dell'odierna Bulgaria.

Storia

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Il primo coinvolgimento dei Romani si verificò nel 75 a.C., quando Gaio Scribonio Curione Burbuleio, prefetto della Macedonia, penetrò in questo territorio per allontanarne gli Scordisci, i Dardani e i Daci.

Solo durante il principato di Augusto, i Romani conquistarono la regione, che fu organizzata nella provincia di Mesia nel 6.

La città fu certamente meno importante delle vicine Sirmium, Viminacium e Naissus, ma la sua disposizione lungo il limes danubiano la rese un punto fondamentale per farvi soggiornare una legione (la legio V Macedonica),[5] almeno fino alla conquista della Dacia (101-106 d.C.), e soprattutto una flotta militare della Classis Moesica a partire da Vespasiano.

Dopo questa data il vecchio castra fu abbandonato e divenne colonia con il nome di Colonia Ulpia Traiana Ratiaria (107 d.C.),[6] almeno fino all'abbandono definitivo della Dacia romana, avvenuto 165 anni più tardi, nel 271 da parte di Aureliano. In seguito a questi eventi la vecchia fortezza legionaria fu riaperta e seguì le sorti dell'Impero romano d'Oriente.

Note

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  1. ^ AE 1902, 129,1; AE 1984, 742b2-4.
  2. ^ AE 1938, 103; AE 2005, 1312a; CIL III, 6291; CIL III, 6297.
  3. ^ AE 1984, 742d2-3; AE 1984, 74db; AE 2005, 1312a; AE 1938, 96.
  4. ^ AE 1984, 742f.
  5. ^ AE 1902, 129,1.
  6. ^ AE 1938, 101; AE 1927, 78; CIL III, 6295.

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