Single-case è il termine riservato alla ricerca sperimentale sul singolo soggetto. In questo tipo di disegno sperimentale, non vi è un gruppo o un altro soggetto di controllo, ma invece il soggetto studiato funge da controllo di sé stesso, attraverso più misure ripetute della stessa/stesse variabili. A parte questa differenza, il razionale dei disegni single-case è lo stesso dei disegni relativi ai gruppi, ovvero valutare se alcune variabili indipendenti influenzino alcuni esiti osservabili dopo averli definiti concettualmente. È anche possibile che uno studio sul caso singolo utilizzi più di un soggetto, a condizione che ogni soggetto funga da proprio controllo[1].

Lo studio del caso singolo può fornire conferme di leggi ritenute universali, può fornire sostegno a teorie psicoterapeutiche e migliorarne la tecnica, e può offrire informazioni su casi rari o unici [2]. La metodologia dei disegni single-case è usata principalmente nella ricerca in psicologia, ma anche la psichiatria, l'educazione e le neuroscienze ne hanno fatto uso.

Requisiti

Di seguito sono riportati i requisiti per i disegni a soggetto singolo:[3]

Fasi

È importante che i dati siano stabili (tendenza costante e bassa variabilità) prima che il ricercatore passi alla fase successiva. I disegni a soggetto singolo producono o approssimano tre livelli di conoscenza: (1) descrittivo, (2) correlazionale e (3) causale[4].

Interpretazione dei dati

Al fine di determinare l'effetto della variabile indipendente sulla variabile dipendente, il ricercatore traccia un grafico dei dati raccolti e ispeziona visivamente le differenze tra le fasi. Se esiste una chiara distinzione tra baseline e intervento, e quindi i dati ritornano agli stessi livelli durante l'inversione, viene dedotta una relazione funzionale tra le variabili[5]. A volte, l'ispezione visiva dei dati dimostra i risultati che i test statistici non riescono a trovare[6][7].

Nell'interpretazione, la strategia generale di tutta la ricerca sul caso singolo è quella di utilizzare il soggetto in esame come proprio controllo: la logica sperimentale sostiene che il comportamento di baseline del soggetto debba corrispondere al suo comportamento nella fase di intervento, a meno che l'intervento non provochi un cambiamento.

Limitazioni

I progetti di ricerca che utilizzano gruppi sono tradizionalmente pianificati in modo tale che la maggior parte dei dettagli su quando e verso chi verrà introdotto l'intervento siano decisi prima dell'inizio dello studio. Tuttavia, nei progetti a soggetto singolo, queste decisioni vengono spesso prese man mano che i dati vengono raccolti[8]. Inoltre, non esistono regole ampiamente concordate per l'alterazione delle fasi, quindi questo potrebbe portare a idee contrastanti su come condurre un esperimento di ricerca single-case.

Le principali critiche ai disegni a soggetto singolo sono:

Note

  1. ^ Cooper, J.O., Heron, T.E. e Heward, W.L., Applied Behavior Analysis, 2nd, Prentice Hall, 2007, ISBN 0-13-142113-1.
  2. ^ Kazdin, A.(1996) Metodi di ricerca in psicologia clinica. Società editrice il Mulino (Bologna, Italia)
  3. ^ Kazdin, pp. 103–10
  4. ^ Tripodi, T. (1998). A Primer on Single-Subject Design for Clinical Social Workers. Washington, DC: National Association of Social Workers (NASW) Press
  5. ^ Backman, C.L. & Harris, S.R. (1999). Case Studies, Single-Subject Research, and N of 1 Randomized Trials. Comparisons and Contrasts. American Journal of Physical Medicine & Rehabilitation, 78(2), 170–6.
  6. ^ Bobrovitz, C.D. & Ottenbacher, K.J. (1998). Comparison of Visual Inspection and Statistical Analysis of Single-Subject Data in Rehabilitation Research. Journal of Engineering and Applied Science, 77(2), 94–102.
  7. ^ Nishith, P.; Hearst, D.E.; Mueser, K.T. & Foa, E. (1995). PTSD and Major Depression: Methodological and Treatment Considerations in a Single-Case Design. Behavior Therapy, 26(2), 297–9
  8. ^ Kazdin, p. 284

Bibliografia

Kazdin, A.(1996) Metodi di ricerca in psicologia clinica. Società editrice il Mulino (Bologna, Italia)