SCUM Manifesto
Altri titoliS.C.U.M. Manifesto
AutoreValerie Solanas
1ª ed. originale1967
GenereTrattato
Sottogeneresociopolitico
Lingua originaleinglese

Lo SCUM Manifesto è un trattato politico femminista scritto e inizialmente autoprodotto e distribuito da Valerie Solanas nel 1967[1]. Venne pubblicato per la prima volta nel 1968[2].

Contenuto e stile narrativo dell'opera

«Per bene che ci vada, la vita in questa società è una noia sconfinata. E poiché non esiste aspetto di questa società che abbia la minima rilevanza per le donne, alle femmine dotate di spirito civico, responsabili e avventurose non resta che rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, istituire l'automazione completa e distruggere il sesso maschile.[3][4]»

Nello SCUM Manifesto vengono esposte dure critiche intorno ad argomenti sociali e politici. L'analisi dell'autrice si concentra attraverso una lettura di genere, su aspetti caratteristici della società statunitense contemporanea, quali il sistema economico, il potere, i meccanismi della produzione artistica per arrivare poi a proporre in modo fortemente provocatorio "l'automazione globale" e "l'eliminazione del maschio" ad opera delle «SCUM».

Nel testo il termine SCUM-feccia è usato esclusivamente in riferimento ad una tipologia di donne, non agli uomini. Scum letteralmente significa "feccia", impurità e nonostante il titolo sia stato tradotto come acronimo di "Society for Cutting Up Men", Valerie Solanas rifiutò questa attribuzione difendendo tardivamente il titolo originale "SCUM manifesto".[5]

Nel testo Solanas avverte:

«Il conflitto, perciò, non è tra femmine e maschi, ma tra SCUM – le femmine dominatrici, determinate, sicure di sé, cattive, violente, egoiste, indipendenti, orgogliose, avventurose, sciolte, insolenti, che si considerano adatte a governare l’universo, che hanno scorrazzato a ruota libera ai margini di questa “società” e che sono pronte a procedere speditamente oltre a ciò che essa ha da offrire – e le garbate Figlie di Papà, passive, accomodanti, “colte”, gentili, dignitose, sottomesse, dipendenti, timorose, mentecatte, insicure, avide di approvazione, incapaci di sporgersi verso l’ignoto, contente di sguazzare nelle fogne, desiderose di rimanere allo stadio scimmiesco; quelle che si sentono sicure solo con il Grande Papà accanto, con un omone forzuto a cui appoggiarsi e con un faccione peloso alla Casa Bianca, che sono troppo codarde per affrontare la tremenda realtà di ciò che un uomo è, di ciò che Papà è, che hanno fatto causa comune coi porci, che si sono adattate alla bestialità, che nella loro superficialità si sentono a proprio agio e non conoscono altro tipo di “vita”. [6]»

Il testo è scritto con un linguaggio diretto, crudo, sessualmente esplicito ed ironico[7][8]. È considerato una parodia del patriarcato e della teoria psicoanalitica freudiana di cui inverte i cliché e i termini: dall'"incidente biologico" al "sesso incompleto" passando per l'"invidia del pene", che qui diventa "invidia della vagina", la parola "donna" è sostituita con "uomo" , "femminilità" con "mascolinità" e viceversa[9][10]. Il testo quindi si confronta frontalmente, criticandolo, con il binarismo sessuale su cui si fondano gli Stati moderni[11].

L'opera di Valerie Solanas, all'epoca della pubblicazione, rappresentò un netto tentativo di opposizione al mainstream culturale. L'opinione pubblica considerò le tesi espresse nel libro come attacchi diretti ai valori tradizionali della famiglia e alle basi della società occidentale. In seguito Valerie Solanas descrisse lo SCUM come un modello di "tecnica letteraria"[12] satirica utilizzato al fine di ottenere un dibattito sugli argomenti proposti.

Il tentato assassinio di Andy Warhol

Il 3 giugno 1968 Solanas, che all'epoca frequentava la Factory, sparò ad Andy Warhol e al suo compagno di allora Mario Amaya. Entrambi sopravvissero all'accaduto, anche se Andy Warhol in particolare riportò gravi ferite e si salvò in extremis. Valerie Solanas dichiarò di aver sparato perché Warhol "aveva troppo controllo sulla sua vita"[13].

SCUM in musica, teatro, cinema e televisione

Note

  1. ^ Barney Rosset, Alan Kaufmann, Neil Ortenberg, "The Outlaw Bible of American Literature", 2004 Basic Books, ISBN 1560255501, ISBN 9781560255505.
  2. ^ (EN) IPL Online Literary Criticism Collection - The SCUM Manifesto, su ipl.org. URL consultato il 24 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2010).
  3. ^ Valerie Solanas - Wikiquote
  4. ^ Valerie Solanas, "Manifesto SCUM", in "Trilogia SCUM. Tutti gli scritti" (a cura di Stefania Arara e Deborah Ardilli), VandA.ePublishing - Morellini ed., Milano, 2018, ISBN 978-88-6298-553-6. Citazione p. 63
  5. ^ Avital Ronell, op.cit. ,a pg 6.
  6. ^ Valerie Solanas, "Manifesto SCUM", in "Trilogia SCUM. Tutti gli scritti" (a cura di Stefania Arara e Deborah Ardilli), VandA.ePublishing - Morellini ed., Milano, 2018, ISBN 978-88-6298-553-6. Citazione p. 95-96
  7. ^ Avital Ronell "Deviant payback: the aims of Valerie solanas", introduzione all'edizione del 2004 di SCUM per Verso Books, Londra, ISBN 1859845533, p. 2
  8. ^ ad esempio in "SCUM" leggiamo a pg 13 «il Grand' Uomo col Gran C***o che si cucca un Gran Pezzo"», a pg 60 «la Grande Mamma con le Grandi Tette di Gommapiuma»
  9. ^ Ginette Castro, "American feminism: a contemporary history",1990 NYU Press,a pg 73, ISBN 081471448X
  10. ^ Laura Winkiel, in Patricia Smith's "The queer sixties", 1999 Taylor & Francis, Inc., a pg 68, ISBN 0415921686
  11. ^ Amanda Third, 'Shooting from the hip': Valerie Solanas, SCUM and the apocalyptic politics of radical feminism, Hecate, 2006-10. rintracciabile qui URL visitato il 3 giugno 2011
  12. ^ (EN) Claire Dederer, Cutting Remarks, in The Nation, 14 giugno 2004. URL consultato il 24 gennaio 2009.
  13. ^ Articolo da Elapsus Archiviato il 28 ottobre 2011 in Internet Archive.
  14. ^ Matmos - Tract for Valerie Solanas, su brainwashed.com. URL consultato il Aug 5.
  15. ^ (EN) Scum Manifesto, su IMDb, IMDb.com..
  16. ^ Testo originale e tradotto in italiano di "I Believe", Lou Reed, su loureed.it. URL consultato il Aug 5.
  17. ^ borrador battonz kabaret : ideadestroyingmuros

Voci correlate