Sambiase
circoscrizione
Sambiase – Veduta
Sambiase – Veduta
Facciata della Chiesa Matrice di San Pancrazio
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Calabria
Provincia Catanzaro
ComuneLamezia Terme
Territorio
Coordinate38°58′00″N 16°17′00″E
Altitudine187 m s.l.m.
Superficie57,33 km²
Abitanti26 175[1] (31-12-2022)
Densità456,57 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale88046 (ex 88048)
Prefisso0968
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT079160 (ex 079105)
Cod. catastaleM208 (ex H742)
Nome abitantisambiasini
Patronosan Francesco di Paola e san Biagio
Giorno festivo2 aprile e 2 giugno, dall'1 al 3 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sambiase
Sambiase
Sito istituzionale

Sambiase (Sambijàsi in calabrese) è una delle circoscrizioni comunali della città di Lamezia Terme. È stato un comune autonomo sino al 1968 (allorquando contava 18 149 abitanti), anno dell'unificazione con Nicastro e Sant'Eufemia Lamezia per la nascita del nuovo comune[2], del quale costituisce il secondo quartiere più popoloso. Nel territorio dell'ex comune sono presenti la sede centrale del municipio, le terme e l'ente fiera.

Storia

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Preistoria

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Il territorio sambiasino era abitato sin dalla preistoria. Anni fa, a seguito dello scoppio di una mina nella cava del monte Sant'Elia, sono state ritrovate delle rocce con disegni neolitici.

Periodo magno-greco

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A Sambiase e Sant'Eufemia Lamezia sono state ritrovate le rovine dell'antica città di Terina, i gioielli, le monete di origini greche come il "tesoretto di Acquafredda" e il "tesoro di Sant'Eufemia". Nel 2010 a Sambiase sono state ritrovate tombe greche intatte nella loro bellezza, esse sono state osservate per giorni da grandi studiosi e poi per una settimana esposte gratuitamente. Secondo la leggenda terinea, la sirena Ligea morì nella piana di Sant'Eufemia fondando la grande polis, lì infatti bagnata dal torrente sambiasino Bagni, "inquinato" positivamente dalle terme di Caronte, vi era situata la tomba della sirena. A confermare l'ipotesi che Terina fosse situata in contrada Terravecchia (Sant'Eufemia Lamezia) e San Sidero (Sambiase) erano e sono molti, italiani, calabresi e stranieri, come l'Orsi, il Milligen, e il professore sambiasino Enrico Borrello che al riguardo della storia sambiasina e limitrofa scrisse importanti libri tra cui "Sambiase, storia della città e del suo territorio". Secondo il prof. Borrello la principale prova è l'incisione dell'Abbazia benedettina di Sant'Eufemia XVII sec. Enrico Borrello diceva che le rovine in epoca normanna erano maestose ed evidentissime al punto che Roberto il Guiscardo fece inscrivere in ricordo alla città, nell'abbazia benedettina fatta edificare da lui, vetus civitas. Molti gli scrittori dell'epoca latina ed ellenica che rivolgono importanti pagine alla ormai perduta Terina, come Lico (greco) e Plinio (romano).

Di Terina non solo la ricchezza economica, politica e sociale era conosciuta, ma anche per le terme importanti anche in epoca romana. Le antiche terme di Caronte in Sambiase erano conosciute come Aghes, infatti il Milligen, grande studioso della storia, fece della secolare ipotesi che nella moneta simbolo delle rovine, non fosse scritto Ares sulla pietra ma Aghe o Aghes. Come già detto la fonte sulfurea dell'ora remoto vulcano di Sambiase sfociava nel torrente dei bagni che dalla contrada Caronte di Sambiase scendeva fino a contrada Terravecchia a Sant'Eufemia dove bagnava e purificava la tomba della fanciulla con i piedi d'uccello (Ligea). Inoltre durante lavori per il monastero della Madonna del Carmine nel rione Cafaldo del centro storico di Sambiase sono stati ritrovati resti di un mosaico di una villa greca. Altri resti sottovalutati della Magna Grecia nel quartiere di Lamezia Terme[3], sono i ruderi delle "mura secolari", considerati da molti, un importante complesso monumentale. Secondo le teorie che fondano la storia della tecnologia delle costruzioni l'accostamento e la sedimentazione (fase naturale) di grossi cocci di pietra, superficialmente elementari e ruvide, quindi non lavorate, caratterizzano il primo periodo della cultura architettonica dell'antica Grecia. Secondo il Borrello queste ed altre mura derivano da un famoso villaggio della Magna Grecia, Melea. A questa affermazione è contrapposta però una serie di studi recentemente eseguiti sulle antiche mura e su tabule romane compresa la peuntigeriana, che affermano il passaggio della strada romana Popilia che collegava Reggio Calabria a Capua, dalle mura, quindi di maggiore rilevanza storica.

Periodo italico e romano

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La Brezia fu una regione centrale della Calabria di cui Sambiase faceva parte, era probabilmente la grande città di Balesia di cui famoso era il suo vulcano quaternario Ercole, l'attuale monte Sant'Elia. La città fu fondata da Bretto in onore al padre e alla madre (Ercole e Balesia), fondatore inoltre della sua omonima, la vicina capitale.

Nell'epoca Latina, i monaci basiliani provenienti sia dall'oriente che dalla Sicilia perché scacciati dagli arabi si insediarono nel territorio e fondarono numerosi cenobi tra cui quello di San Biagio. Nel VII secolo i contadini diretti in bassa collina (Cafaldo, Miraglia, Caronte rioni di Sambiase) da tutti i monti del Reventino, ma soprattutto del Mancuso, si insediarono attorno al monastero basiliano di San Biagio accrescendo la popolazione. I monaci richiedevano ai contadini prestazioni lavorative nei propri campi.

Durante il dominio Romano della Calabria l'odierna Sambiase di Lamezia Terme era chiamata Le Torri, Ad Turres, in latino. Il nome Due Torri deriva dalle due maestose torri che erano situate nel territorio, precisamente nella frazione Caronte, di cui non è rimasto niente. L'antica Le Torri era citata anche nell'antica tabula Peutingeriana insieme alle Aquae Angae oggi Terme di Caronte denominate così dai Romani, e l'abbazia dei Santi Quaranta Martiri presso le terme romane stesse.

I Romani apprezzavano le terme di Caronte, dette Aghe in greco e Aquae Ange in latino. Antonino Pio fece inscrivere nella tabula sia le terme sia l'importante villaggio Le Torri luogo di "ristoro" per i carri in cui passava la via Popilia. Gli antichi itinerari romani erano di due tipi: picta (illustrava le vie e le stazioni graficamente) e scripta (che descriveva le vie e le stazioni testualmente).

Molti erano gli scrittori ed i poeti che conobbero Ad Turres di persona, descrivendola come una cittadina serena e prospera nel settore agricolo, soprattutto, famosa nella regione bretta-lucana e in tutt'Italia, sfruttata dai romani per il suo olio e il suo vino, ma anche per i cereali.

Periodo bizantino

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Nel VII secolo tornarono a Le Torri sotto i greci di Bisanzio la cultura e la lingua greca. I basiliani fuggiti dall'oriente e dalla Sicilia in balìa degli arabi si stanziarono nel territorio di Calabria e di Sambiase. Il nome dell'insediamento rurale, divenuto poi rilevante città dell'impero in ambito religioso, spirituale ed economico, cambiò da Due Torri a San Biagio. Molte famiglie, visti i bizantini salvezza dai magnati che li sopprimevano si depositarono attorno ai monasteri basiliani (si ebbe dunque il ripopolamento della nuova San Biagio) nei numerosi monasteri sambiasini molti contadini dal Mancuso, dal Reventino e dalla vicina Neocastrum (Nicastro) si spostarono a San Biagio istituendo presso di esso e dei suoi numerosi e bellissimi monasteri veri e propri casali, fattorie, villaggi agricoli e veri centri industriali nella nuova e prosperosa città di purezza e religione, il vasto territorio di San Biagio colmo di cittadini e monasteri fu diviso e le varie zone chiamate come i santi orientali.

Tutto ciò avvenne anche grazie alla profonda amicizia che univa San Biagio con Taranto e Amalfi. Da qui inizia la grande attività di esportazione dei prodotti samblasei che continua e aumenta nel corso della ricca storia del quartiere lametino, infatti lo sviluppo del mercato portò San Biagio grande potenza mercantile e agricola. I numerosi monasteri bizantini non solo arricchivano l'economia e la demografia di San Biagio ma precedevano la futura corte culturale dei grandi paesi monarchici come, Francia, Regno di Sicilia, Regno di Napoli ecc. L'unica differenza è che i monasteri nella città erano moltissimi quindi le attività culturali erano dello stesso numero dei luoghi di culto, centri luminosi di cultura letteraria e scientifica. I centri culturali quindi i monasteri bizantini che erano nel territorio dell'odierna Sambiase di Lamezia Terme erano San Pietro, San Filippo, Sant'Ermì, Sant'Elia, San Nicola, Santi Quaranta Martiri, Santa Venere, Santa Trada, una gigantesca chiesa di ordine ortodosso e infine San Biagio. Quest'ultima chiesa venne edificata su un edificio ellenistico costruito forse dagli antichi terinei, questo avvenne nel VII secolo. San Biagio divenne quindi protettore del luogo e darà luogo alla fiera che si tiene ancor'oggi "Santu Vrasu", la fiera risale dunque a quell'epoca ha quindi circa 1410 anni. Nel territorio sono situate numerosi resti di monasteri basiliani. Sambiase in quel periodo si espanse ancora e conobbe un periodo di rinascita dopo la riconquista di Andricciola.

Periodo normanno

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Nell'XI secolo scesero in Italia per pellegrinaggio popolazioni barbariche dalla Scandinavia, esse trovarono nel Mezzogiorno fortuna grazie all'alleanza di Melo, marchese di Bari, contro i greci di Bisanzio. Ad entrare nella storia del sud furono i figli di Tancredi d'Altavilla (in particolare Roberto il Guiscardo), questi scesero e conquistarono numerosi territori bizantini e longobardi. I normanni quindi conquistarono Campania, Lucania e Puglia scesero in Calabria dove trovarono ripetute difficoltà, conquistarono Cosentia e tutto il territorio della Calabria del nord. Continuarono la spedizione contro il più potente baluardo bizantino, Reggio, ma furono sconfitti e dovettero accontentarsi di Martirano, Nicastro e Maida.

Il più importante esponente della cultura normanna dell'epoca, il Malaterra, ci racconta della sosta di due giorni a San Biagio, precisamente alle terme di Caronte, delle truppe del Guiscardo che le rafforzò. Iuxta aquas calidas, biduo permansit, così scrisse lo storico dei normanni delle terme di Sambiase. Nell'anno 1059 Roberto il Guiscardo diede incarico al fratello Ruggero di conquistare la ricca Calabria promettendogli l'intero territorio della regione. Nel 1060 l'ultimo baluardo bizantino cadde nelle mani dei normanni, Roberto divenne duca di Puglia e di Calabria. Durante il periodo d'oro che il Ducato di Calabria attraversò con i normanni la regione venne divisa in castri, e Sambiase venne annessa al castro di Nicastro.

Sambiase venne infeudata ai Sanseverino di Martirano nel XII e conobbe un lunghissimo periodo di prosperità quando Giacomo Sambiase (era un Sanseverino) parente del duca di Calabria e Puglia e conte di Sicilia, Roberto il Guiscardo, prese il potere che gli fu concesso dalla grande imperatrice Costanza d'Altavilla per evitare persecuzioni del Malo a discapito della famiglia Sanseverino, l'Imperatrice dell'impero svevo e regina del regno normanno che nel grande universo imperiale non dimenticò mai le proprie radici normanne difendendo sempre l'Italia normanna.

L'università era amministrata come: podestà regia, podestà baronale, parlamento, amministrazione della giustizia. Sambiase non cedette alle forti pressioni di Nicastro e divenne una potente università di gran lunga superiore (economicamente e culturalmente) al castro stesso, risiedevano qui molte e importanti cariche istituzionali del regno degli Altavilla e degli svevi che ammiravano il grande patrimonio faunistico e naturale di Sambiase. L'università di Sambiase fu esempio di grande organizzazione politica e sociale, infatti nonostante le enormi perdite subite a causa dell'annessione a Nicastro, Sambiase era e restò sempre grande potenza economica della Terra Giordana.

Federico II fece costruire un castello a Nicastro per trascorrere le vacanze nella piana, particolarmente nei boschi dell'antica università per le sue amate battute di caccia, egli rivalorizzò l'antica badia dei Santi Quaranta Martiri e soprattutto il grande monastero di San Costantino arricchendoli di tesori.

Periodo angioino e aragonese

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Il feudo di Sambiase durante il dominio francese fu tra i più ricchi dell'intero regno, il Regno di Napoli come entità politica riconosceva la potenza di Sambiase che aveva il monopolio per la coltivazione dell'olio e dell'uva nell'intera Calabria, Basilicata e Puglia, e tra i primi paesi del meridione. Quando Ferrante d'Aragona passò Nicastro a contea, l'università di Sambiase prese ancora più potere ed ebbe sempre più influsso politico su Napoli. Nel 1806 Giuseppe Bonaparte insediò al sud la politica napoleonica abolendo i feudi, nella seconda metà del XIX Sambiase diviene comune autonomo, ciò però peggiorò le condizioni del neonato comune.[senza fonte] Nel 1848 si svolse una lacerante battaglia rivoluzionaria per la liberazione della Calabria dal regno borbonico delle due Sicilie, la battaglia dell'Angitola, che segnò per sempre la storia spagnola in Calabria.

XX secolo

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Il 4 gennaio 1968 Sambiase si unì ai comuni di Nicastro e Sant'Eufemia Lamezia per costituire il comune di Lamezia Terme[2].

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Chiesa dell'Immacolata
Chiesa dell'Annunziata (detta anche di Santa Lucia)

Architetture civili

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Altro

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Siti archeologici

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Grotte del monte Sant'Elia

La presenza umana sul territorio lametino molto probabilmente ci riconduce al periodo neolitico. Questo grazie al materiale protostorico ritrovato nelle grotte del monte Sant'Elia. Tra il 1914 ed il 1923, Paolo Orsi nel svolgere a più riprese la ricognizione in questo territorio in particolare nell'area carsica del monte Sant'Elia ebbe il modo di registrare nel suo taccuino il ritrovamento ed il recupero da parte dei carabinieri di materiali fittili protostorici riferibili secondo il suo giudizio all'età neolitica.

Mura secolari

Secondo le teorie che fondano la storia della tecnologia delle costruzioni, l'accostamento e la sedimentazione (fase naturale) di grossi cocci di pietra, superficialmente elementari e ruvide, quindi non lavorate, caratterizzano il primo periodo della cultura architettonica dell'antica Grecia. Secondo il Borrello queste ed altre mura derivano da un famoso villaggio della Magna Grecia, Melea. A questa affermazione è contrapposta però una serie di studi recentemente eseguiti sulle antiche mura e su tabule romane compresa la peuntigeriana, che affermano il passaggio della strada romana Popilia che collegava Reggio Calabria a Capua, dalle mura, quindi di maggiore rilevanza storica.

Monastero di San Costantino

L'antico monastero basiliano di San Costantino è situato in località San Sidero, è annessa al monastero una cappella dedicata alla Beata Vergine del Carmine. È di proprietà del barone Nicotera di Martà.

Aree naturali

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Società

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Tradizioni e folclore

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Feste in onore dei Santi

Fiere

Istituzioni, enti e associazioni

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Cultura

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Musei

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Museo etnografico "Luogo della Memoria"

Il museo etnografico si sostanzia in un interno di casa lametina con oggetti delle arti e dei mestieri che tanto ci dice della vita dei calabresi di un tempo. Quasi mille oggetti propri dell'arredo familiare sono riuniti per gruppi tematici in sette stanze (stanza da letto, cucina, lavori agricoli, artigianato) e una piccola biblioteca.

Parco Letterario "Franco Costabile"

L'associazione si propone, oltre all'organizzazione annuale del premio intitolato a Franco Costabile, anche come luogo di incontro e di aggregazione nel nome di interessi culturali, assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile dell'ambiente lametino e calabrese, e si propone inoltre di ampliare la conoscenza della poesia, della cultura letteraria e artistica, del rapporto tra società e cultura attraverso attività quali concorsi letterari ed artistici, convegni, conferenze, proiezioni ecc. nonché attività editoriali.

Economia

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Agricoltura

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Come molte località della Calabria, Lamezia Terme ha una tradizione agricola radicata, soprattutto nella zona di Sambiase, noto per la produzione di diverse varietà di colture tipicamente mediterranee. Le produzioni più diffuse nel comune sono:

Turismo

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Nei pressi di Sambiase e più precisamente nella frazione di Caronte, sono situate le omonime terme, conosciute dagli antichi bruzi, greci, romani, bizantini, normanni e dagli ispanico-francesi. Le fonti termali di Caronte esistono sin dall'antichità, grandi personaggi della storia italiana e soprattutto della storia europea classica e medievale tra i quali l'imperatore romano Antonino Pio, Roberto il Guiscardo e probabilmente suo fratello Ruggero. L'archeologo Paolo Orsi ribadisce testualmente: "le terme di Sambiase furono conosciute anche nell'antichità per i loro effetti salutari, e tutto induce a credere s'abbiano a identificare con le Aquae Angae di cui vi è anche un ricordo nella bella monetazione terinese". Le acque solfuree della sorgente Caronte hanno proprietà terapeutiche adatte a diverse patologie anche per la loro giusta temperatura, circa 39 °C, che consente di utilizzarle senza alcun intervento.

Note

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  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ a b Legge 4 gennaio 1968, n. 6, in materia di "Costituzione del comune di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro."
  3. ^ L. Leone e F. Stancati, Nicastro e il territorio lametino nel tempo, 2009ª ed., Lamezia Terme,, Gigliotti Editore.
  4. ^ (EN) Italy, su Infant Jesus Sisters. URL consultato il 19 settembre 2021.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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