Se otto ore vi sembran poche è un canto di lavoro italiano, di autore anonimo, originario dei primi anni del XX secolo. Nasce come canto di protesta delle mondine, teso a rivendicare "le otto ore" come massimo orario di lavoro giornaliero ed è riferibile all'iniziativa del deputato socialista Modesto Cugnolio[2], che presentò un progetto di legge in tal senso (1906).
La canzone, conosciuta anche come Se otto ore son troppo poche, Se otto ore o Le otto ore, divenne popolare nel periodo del biennio rosso (1919-1920). È stato riproposto da Giovanna Daffini, da Giovanna Marini, Anna Identici[3] e Maria Carta[4].
Venne anche cantata nel secondo dopoguerra dagli operai e dai lavoratori in generale legati al Partito Comunista Italiano in una versione leggermente modificata, e indirizzata contro la politica di Mario Scelba. Venne nuovamente cantata durante le contestazioni del 1968 e 1977.