Con il termine sinecismo (dal greco: συνοικισμóς, composto di σύν = syn = "con, insieme" e οἰκέω = oikèo = "abitare, vivere") si intende l'unificazione di entità politiche precedentemente indipendenti in una città a organizzazione statale. Il termine è utilizzato in maniera formale in diversi ambiti con il significato di aggregazione.
Nell'antica Grecia questo fenomeno era determinato da esigenze politiche e necessità militari di rafforzamento, per le quali i villaggi o comunità rinunciavano alla propria autonomia in favore della città-Stato e comportava sempre il comune riconoscimento di una o più divinità cittadine.
Secondo la storiografia il sinecismo è un processo graduale continuo, mentre secondo la tradizione ellenica è un unico atto fondativo eseguito da una singola persona, come nel caso del sinecismo di Atene, attribuito a Teseo.[1] Nelle varie polis era chiamato synoikistès colui che, secondo quanto riferivano le tradizioni locali, era riuscito a portare a termine il synoikismòs - grazie alla propria autorevolezza e al proprio carisma oppure militarmente - e veniva di conseguenza venerato come un semidio.
Altri casi tipici di sinecismo furono l'unificazione della città di Rodi (411-407 a.C.) e anche la nascita di Megalopoli (368-367 a.C.).
Vi sono comunque almeno quattro tipi di sinecismo:
Si verificava anche il caso che si procedesse alla fondazione di una città (polis), nella quale confluivano gli abitanti di più villaggi.
Il percorso opposto, cioè lo smembramento di un'unità politica come nel caso di Mantinea nel 385 a.C., viene definito diecismo.
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