Spurio Postumio Albo Regillense | |
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Console della Repubblica romana | |
Nome originale | Spurius Postumius Albus Regillensis |
Figli | Spurio Postumio Albo Regillense |
Gens | Postumia |
Padre | Aulo Postumio Albo Regillense |
Vigintivirato | 451 a.C. |
Consolato | 466 a.C. |
Spurio Postumio Albo Regillense, in latino Spurius Postumius Albus Regillensis (... – ...; fl. V secolo a.C.), è stato un politico romano del V sec. a.C.
Spurio Postumio apparteneva alla nobile gens Postumia, una delle più antiche e conosciute gentes patrizie dell'antica Roma. Era figlio di Aulo Postumio Albo Regillense, dittatore nel 499 a.C. e console nel 496 a.C., fratello di Aulo Postumio Albo Regillense, console nel 464 a.C. e padre di Spurio Postumio Albo Regillense, tribuno consolare nel 432 a.C.
Nel 466 a.C. diviene console con Quinto Servilio Prisco, che in quell'anno viene eletto console per la seconda volta[1][2].
Per ordine del Senato, consacrò il tempio di Giove Fidio, Dius Fidius, costruito da Tarquinio il Superbo sulla collina del Quirinale e il suo nome viene inciso nel tempio.[1]
Nel 462 a.C. diviene augure. Nel 454 a.C. fa parte della delegazione di senatori inviati ad Atene col compito di esaminare le istituzioni e le leggi greche.
Tornato nel 452 a.C., l'anno successivo fa parte del primo decemvirato, che elaborò le Leggi delle X tavole, completate dal successivo decemvirato, che emise le Leggi delle XII tavole[3].
Nel 446 a.C. comanda, da legatus, il centro dell'esercito romano nella battaglia di Corbione, durante la quale vengono sconfitti gli Equi e i Volsci[4].