La teoria aspettativa-valore è un termine per sintetizzare gli studi di John William Atkinson, Victor Harold Vroom (teoria aspettativa-valenza) ed altri sulle variabili che influenzano la riuscita delle persone, ovvero la loro motivazione. Nel lavoro di Gian Vittorio Caprara Le ragioni del successo (1996) ne è illustrata la formulazione basata sul lavoro di Atkinson.

In sostanza, secondo Atkinson, il successo di una persona è in funzione di due variabili: l'aspettativa di riuscita ed i valori che la persona ha (ciò che per lei ha valore nella vita).

Biografia di Vroom

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Victor H. Vroom nasce in Canada nel 1932 e si laurea in psicologia presso la McGill University nel 1953. Nel 1958 consegue il dottorato di ricerca in psicologia e in seguito viene nominato direttore dello studio presso l'Istituto Universitario per la ricerca sociale. Diventa un esperto internazionale sulla leadership e sul processo decisionale: infatti, dopo aver prestato servizio per alcune illustri università, si ferma a Yale, scrivendo 9 libri di cui i più famosi riguardano la motivazione e leadership stessa.

Teoria dell'aspettativa secondo Vroom

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Nel 1964 Victor Vroom pubblicò la sua opera Work and motivation in cui espone la teoria della motivazione basata sull'Expectancy model. Questo studio, a differenza di quelli di Herzberg, si concentra sui risultati e non sulle esigenze delle persone. Alla base della teoria di Vroom vi è la domanda: - Perché la gente lavora?

Oltre che a un aspetto puramente economico, Vroom vuole misurare la motivazione sul lavoro analizzando gli obiettivi che le persone vogliono perseguire, e gli sforzi che sono disposti a fare per ricevere ricompense. Il concetto di motivazione, esposto nella teoria, si riassume quindi nella decisione della quantità di sforzo da esercitare in una determinata situazione.

L'Expectancy Theory lega la motivazione ai concetti di aspettativa, valenza e strumentalità.

Secondo Vroom, la motivazione è generata dal prodotto di due fattori/variabili:

Motivazione = Aspettativa x Valenza[2]

La prima variabile esaminata (aspettativa) non è quindi completa se non si indica la valenza attribuita dal soggetto ai risultati previsti, ovvero l'intensità con cui una persona ricerca l'obiettivo.

La teoria ulteriormente elaborata ha portato ad includere un ulteriore fattore modificando quindi la formula come di seguito riportato:

Motivazione = Aspettativa × Valenza x Strumentalità[2]

Dalla formula così rielaborata si evince come per favorire la motivazione del personale occorre definire con chiarezza il rapporto tra il lavoro e il conseguimento dell'obiettivo ed inoltre, il comportamento considerato positivo dovrebbe essere soggetto ad un premio[3][4][5][6].

Note

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  1. ^ Robert Kreitner e Angelo Kinicki, Comportamento organizzativo, Apogeo Editore, 2004.
  2. ^ a b Vroom: Teoria dell'Aspettativa, su risorseumanehr.com. URL consultato l'11 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2014).
  3. ^ Motivazione personale e risultati: la teoria dell’aspettativa, su softskills.site.
  4. ^ Le principali teorie sulla motivazione lavorativa, su ilpersonale.it.
  5. ^ Emanuele Fazio, La teoria Aspettativa/Valore, su Blog di Psicologia.
  6. ^ Gennaro Cuofano, Teoria dell'aspettativa in poche parole, su fourweekmba.com.

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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