Massiccio delle Tofane
Il versante orientale delle Tofane fotografato dal Monte Faloria.
ContinenteEuropa

Regione: Veneto Provincia: Belluno

StatiBandiera dell'Italia Italia
Catena principaleAlpi
Cima più elevataTofana di Mezzo (3 244 m s.l.m.)

Le Tofane (Tofanen in tedesco e Ra Tofanes in ladino ampezzano) sono un massiccio montuoso della catena delle Dolomiti orientali (Dolomiti Ampezzane),[1] a ovest di Cortina d'Ampezzo e a nord ovest di San Vito di Cadore, la cui vetta più alta si erge fino a 3244 m s.l.m.

Descrizione

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Tofana di Rozes dal Lagazuoi

Le Tofane sono forse il massiccio più maestoso tra tutte le montagne che si affacciano sulla conca ampezzana. Si estende sul versante occidentale della valle, tra il Passo Falzarego e la Val di Fanes, in direzione nord-sud, e conta tre vette principali, tutte con quota superiore ai 3.000 metri:

La Seconda e la Terza ospitavano un tempo piccoli ghiacciai, facenti parte del bacino del Piave; oggi tuttavia sono quasi completamente scomparsi,[2] a causa del riscaldamento generale del clima alpino e della minore portata delle nevicate invernali. Il 25 gennaio 2009 un'importante valanga interessò la zona, rendendo necessario l'intervento di squadre di soccorso dalle centrali confinanti.

Territorio

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Tofana di Rozes.

Totalmente appartenenti alla Provincia di Belluno, le Tofane sono circondate da tre valli principali: la Val di Fanes a nord, la Conca ampezzana a est e la Val Travenanzes a ovest, mentre il limite più meridionale del massiccio è per così dire rappresentato dal Passo Falzarego (2.109 m s.l.m.), che mette in comunicazione l'Ampezzo con Livinallongo.

Le vie principali per l'accesso al massiccio sono rappresentate dalla SS 48 delle Dolomiti a sud, passante appunto per il Falzarego, e dalla SS 51 di Alemagna, che percorre la Val di Fanes e collega Cortina a Dobbiaco.

Costruita nella seconda metà del XX secolo e divisa in tre tronconi, la funivia Freccia nel Cielo è il più diretto mezzo di trasporto per raggiungere la cima della Tofana di Mezzo. La base (1.250 m s.l.m.), o prima stazione, si trova infatti nel pieno centro di Cortina, proprio davanti al famoso Stadio Olimpico del ghiaccio. La seconda stazione, a 1.778 m d'altitudine, è invece situata all'altezza del cosiddetto Col Drusciè, noto soprattutto per le due omonime piste da sci che da lì scendono verso il paese. Dalla terza stazione (2.472 m s.l.m.), chiamata Ra Vales (dal ladino, "le valli"),[3] si può godere di un panorama della Conca e di tutti i monti circostanti, e ospita numerosi tracciati sciistici collegati alla Tofana di Rozes tramite la Forcella Rossa.[4] Infine il capolinea, detto Cima Tofana, è situato sulla vetta più alta dell'intero massiccio, a 3.191 m s.l.m. Per ragioni di sicurezza, in inverno quest'ultima stazione è chiusa ai turisti e non raggiungibile tramite funivia.[4]

Attività turistiche

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A seguito del boom turistico ampezzano, le Tofane sono diventate una delle maggiori attrazioni di tutte le Dolomiti, nonché uno dei più conosciuti simboli delle Alpi italiane. Per questo motivo, a partire dalla fine dell'Ottocento, sul massiccio sono stati costruiti numerosi rifugi alpini e sono stati aperti sentieri, vie ferrate e piste da sci.

Rifugi

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Rifugio Angelo Dibona

Cinque sono i principali rifugi presenti nell'area delle Tofane, in cui i turisti estivi e invernali possono trovare vitto e alloggio:

Escursionismo

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In estate, per chi ama l'escursionismo, le Tofane possono offrire una cospicua varietà di sentieri di tutte le difficoltà. Tra questi ricordiamo:

Ascensioni

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Le Tofane, con le Cinque Torri in primo piano.

Tofana di Rozes:

La Tofana di Rozes

Tofana di Mezzo:

Le Tofane viste da est.

Tofana di Dentro:

Alpinismo

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La prima ascensione assoluta sul gruppo delle Tofane fu compiuta dall'austriaco Paul Grohmann e dall'ampezzano Francesco Lacedelli, che conquistarono la vetta della Tofana di Mezzo il 29 agosto 1863.[7] La cima della Tofana di Rozes fu raggiunta esattamente un anno dopo, il 29 agosto 1864, dai due alpinisti suddetti e dai compagni di scalata Santo Siorpaes e Angelo Dimai, entrambi ampezzani.[7] Infine, la Tofana de Inze fu conquistata il 27 agosto del 1865 sempre da Paul Grohmann accompagnato da Angelo Dimai.[7] Dopo la conquista delle vette principali si passò alle pareti: la gigantesca parete sud-est della Tofana di Rozes fu conquistata nel 1901 dalle baronesse Ilona e Rolanda von Eötvös con le guide Angelo Dimai, Giovanni Siorpaes e A. Verzi[8]. Questo itinerario sale dapprima nel grande canalone fino all'anfiteatro, poi per cenge e camini sale la parete sinistra dello stesso anfiteatro fino allo spigolo con la parete sud, dove compie una lunga ed esposta traversata per poi terminare in vetta.[9] Questa via è tuttora considerata una classica delle Dolomiti[10].

Storia

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Una postazione italiana sulla Tofana de Inze, settembre 1917.

Come gran parte delle cime cadorine e altoatesine, le Tofane furono teatro di cruenti scontri armati tra truppe italiane e austro-ungariche durante il corso della prima guerra mondiale. Nel 1915, all'entrata in guerra dell'Italia, il fronte meridionale austriaco si trovava completamente sguarnito, e per questo i comandi militari asburgici decisero di abbandonare Ampezzo per trincerarsi in posizioni strategiche meglio difendibili.[11][12] Lo Stato Maggiore austro-ungarico, conscio dell'insufficienza di uomini e difese, si era già rassegnato alla perdita del Sud Tirolo.[12]

L'ala sinistra della 4ª armata italiana, risalito il Cadore e occupata Cortina d'Ampezzo (29 maggio 1915), cominciò ad assediare le roccaforti nemiche sui versanti meridionale e orientale delle Tofane, fino ad impadronirsi, il 7 luglio, di Cima Bois e Forcella Bois. Il 15 luglio, giunta l'artiglieria pesante, gli italiani cominciarono a bombardare le linee di difesa austriache (Landro, Prato Piazza-Plätzwiese e Valparola); il 20 dello stesso mese, perse la vita sul massiccio il generale Antonio Cantore, comandante della 2ª divisione italiana, freddato dal fuoco nemico durante un giro di ricognizione.

Dopo un lungo periodo di stallo, con continui bombardamenti e numerosi morti e feriti da entrambi gli schieramenti, un commando di volontari feltrini, guidati dal tenente Dazio De Faveri, riuscì ad impossessarsi della vetta della Tofana di Rozes. Tuttavia, tra quest'ultima e la Cima Bois resisteva ancora il cosiddetto "Castelletto", un torrione roccioso a cavaliere della Val Costeana e della Val Travenanzes, del tutto inaccessibile dal basso, che rimase in mano austriaca fino all'11 luglio 1916,[13] quando gli italiani lo fecero saltare con una potente mina da 35 tonnellate di esplosivo: in quell'occasione perirono circa 150 soldati ungheresi e austriaci. Ma il fronte non avanzò.

Tra il luglio e il settembre del '16, i militari del regio esercito italiano continuarono gradualmente l'avanzata sul massiccio, respingendo gli asburgici sulla linea Lagazuoi-Furcia Rossa e rafforzando l'invasione della Val Travenanzes sul versante occidentale, conquistando il cosiddetto "masaré" tra le Tofane di Rozes e di Mezzo, e raggiungendo i 2.886 m s.l.m. della Tofana de Inze. Il fronte sul massiccio rimase in stallo fino al novembre del 1917, quando, a seguito della disfatta di Caporetto, i soldati italiani combattenti in tutto l'Ampezzo furono richiamati d'urgenza a sud e costretti ad abbandonare le proprie posizioni, per creare un nuovo fronte sul fiume Piave, sul quale l'esercito austro-ungarico avrebbe trovato l'anno successivo la sconfitta totale e definitiva (Battaglia di Vittorio Veneto, 24 ottobre - 3 novembre 1918).

Note

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  1. ^ Secondo la classificazione della SOIUSA è un gruppo alpino della sottosezione alpina Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo.
  2. ^ Bacino del Piave, su Magistrato alle acque. URL consultato il 9 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2006).
  3. ^ Come viene riferito in: Tutto quello che vorreste (e dovreste) sapere sulle Dolomiti, di Dino Dibona.
  4. ^ a b Dati rilevati sul sito Trekking: Tofana, su dolomiti.org. URL consultato il 3 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2009).
  5. ^ a b c d Informazioni tratte dal sito Elenco rifugi, su dolomiti.org. URL consultato il 4 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2010).
  6. ^ a b c d La classificazione dei sentieri per difficoltà è tratta dal sito Itinerari di escursionismo nelle Dolomiti d'Ampezzo, su dolomiti.org. URL consultato il 4 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2012). e confrontata con il Bonetti-Lazzarin-Rocca (vedi Bibliografia).
  7. ^ a b c Luca Bridda, Storia alpinistica delle Dolomiti: conquista delle vette dolomitiche, su abcdolomiti.com. URL consultato l'8 settembre 2007 (archiviato il 21 agosto 2014).
  8. ^ Tofana di Rozes, parete sud, via Dimai-Eotvos, su paretiverticali.it. URL consultato il 4 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2010).
  9. ^ NO CREDIT: la prima ascesa della parete sud della Tofana di Rozes, su mondoestremo.it, 15 ottobre 2010. URL consultato il 4 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2015).
  10. ^ Via Eötvös Dimai - Tofana di Rozes, su planetmountain.com. URL consultato il 4 ottobre 2015 (archiviato il 19 settembre 2023).
  11. ^ Dall'Enciclopedia Italiana Treccani
  12. ^ a b Museo della grande guerra 1914-18 a Cortina d'Ampezzo, su cortina.dolomiti.com.
  13. ^ Data riportata in Enciclopedia Italiana Treccani e in cortina.dolomiti.com

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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