Una catasta di armi confiscate e destinate ad essere distrutte a Nairobi, Kenya

Il traffico di armi è il commercio illecito e il contrabbando di armi da fuoco leggere, esplosivi e munizioni, che costituisce una parte di una vasta gamma di attività illegali spesso associate alle organizzazioni criminali transnazionali. Il commercio illegale di armi leggere, a differenza di altre materie del crimine organizzato, è più strettamente legato al controllo del potere nelle comunità piuttosto che al guadagno economico.[1] Studiosi stimano che le transazioni che coinvolgono armi illegali ammontano a più di un miliardo di dollari all'anno.[2]

Per tenere traccia delle importazioni e esportazioni di molte tra le più pericolose categorie di armamenti, le Nazioni Unite, nel 1991, crearono una Registro per le armi convenzionali. Tuttavia, la partecipazione non è obbligatoria, per cui mancano dati esaustivi in regioni fuori dall'Europa.[3][2] L'Africa, a causa di una prevalenza di funzionari corrotti e di normative commerciali scarsamente applicate, è una regione dove si trova un'intensa attività di armi illegali.[4] In una risoluzione per complementare il Registro con obblighi giuridicamente vincolanti, fu incorporato nella Convenzione ONU sulla criminalità organizzata transnazionale un Protocollo delle armi da fuoco, che richiede agli Stati di migliorare i sistemi di controllo del traffico di munizioni e armi da fuoco.[2]

Il rapporto del 1999 del gruppo di esperti governativi delle Nazioni Unite sulle armi leggere fornisce una definizione più raffinata e precisa, ormai accettata a livello internazionale. Si distingue tra armi di piccolo calibro (rivoltella e pistola semiautomatica, fucile e carabina, mitragliatrice, fucile d'assalto e mitragliatrice leggera), che sono armi destinate all'uso personale, e armi leggere (mitragliatrice pesante, lanciagranate portatili sottocanna e montati, cannoni antiaerei portatili, cannoni senza rinculo, lanciatori portatili di sistemi missili antiaerei e mortai di calibro inferiore a 100 mm), progettati per essere utilizzati da più persone in servizio come unità. Anche le munizioni e gli esplosivi sono parte integrante delle armi leggere e di piccolo calibro utilizzate nei conflitti.[5]

Normativa nel mondo

ONU

A livello internazionale, il traffico è vietato ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale firmata a Palermo nel 2000; disposizioni in materia sono previste da un apposito protocollo aggiuntivo alla medesima.

Italia

La legge 9 luglio 1990, n. 185 impedisce la vendita di armi a Stati del mondo che non rispettino i diritti umani.[6] Successivamente, il 27 luglio 2000, l'Italia ha aderito alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale.

Cinematografia

Note

  1. ^ (EN) Panos A. Kostakos e Jana Arsovska, Illicit arms trafficking and the limits of rational choice theory: the case of the Balkans, in Trends in Organized Crime, vol. 11, n. 4, 2008, pp. 352–378, DOI:10.1007/s12117-008-9052-y, ISSN 1936-4830 (WC · ACNP).
  2. ^ a b c (EN) The Global Regime for Transnational Crime, su Council on Foreign Relations. URL consultato il 29 marzo 2019 (archiviato il 13 maggio 2023).
  3. ^ UN-Register, su un-register.org. URL consultato il 29 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2019).
  4. ^ (EN) Kimberley Thachuk e Karen aunders, Under the Radar: Airborne Arms Trafficking Operations in Africa, in European Journal on Criminal Policy and Research, vol. 20, n. 3, 1º settembre 2014, pp. 361–378, DOI:10.1007/s10610-014-9247-5, ISSN 1572-9869 (WC · ACNP).
  5. ^ O. Greene, Examining international responses to illicit arms trafficking (PDF), in Crime, Law and Social Change, vol. 33, n. 1/2, 2000, pp. 151–190, DOI:10.1023/A:1008398420612 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2012).
  6. ^ Legge 9 luglio 1990, n. 185, su normattiva.it. URL consultato il 28 ottobre 2023.

Voci correlate

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