La moderna tuta EMU, indossata da Thomas Akers. È ben visibile la strumentazione sul petto
Tuta spaziale russa Orlan

La tuta spaziale è il rivestimento utilizzato dagli astronauti durante le attività extraveicolari (EVA) per isolarsi dall'ambiente esterno che è letale per il corpo umano.

Storia

Le prime tute spaziali non erano particolarmente sofisticate: erano sviluppate sfruttando tecnologie già utilizzate per i voli in alta quota e le immersioni in profondità, quali tute pressurizzate leggere, maschere ad ossigeno e rebreather.

Le protezioni contro i raggi cosmici e la temperatura non erano nemmeno contemplate, in quanto non era ancora prevista l'attività dell'uomo all'esterno dell'astronave.

La competizione tra Russia e Stati Uniti ha consentito una crescita costante della tecnologia alla base delle tute spaziali, benché i due modelli siano notevolmente diversi; la tuta spaziale statunitense è composta da quattro elementi, che vengono indossati in ordine dall'astronauta: pantaloni, giacca con maniche, casco e guanti; quella russa invece è costituita da un unico elemento semirigido, con un'apertura all'altezza della schiena, da cui l'astronauta si infila, e che verrà chiusa da un collaboratore.

Un'ulteriore differenza tra le due tute sta nella diversa pressurizzazione interna, 0,30 bar per la tuta della NASA e 0,56 bar per quella russa.

Cronologia

Modelli russi

La tuta spaziale russa SK-1

Modelli statunitensi

Modelli cinesi

Caratteristiche

Una tuta spaziale dispone della tecnologia più sofisticata ed avanzata per proteggere da diversi fattori ostili come le radiazioni cosmiche, in particolare quelle infrarosse e ultraviolette non filtrate per mancanza di atmosfera, oltre agli sbalzi di temperatura che oscilla tra i -100 °C all'ombra e i +120 °C al sole [2].

La tuta deve poi proteggere dal vuoto all'esterno, che corrisponde a pressione nulla; per ovviare a questo inconveniente la tuta deve poter essere pressurizzata internamente. Le tute attuali non sono progettate per garantire una pressione uguale a quella dell'abitacolo dello Space Shuttle o della stazione spaziale, ma pari a 1/3 atm; si renderebbe necessario altrimenti uno scafandro eccessivamente rigido con conseguente impedimento nei movimenti. Prima di ogni "passeggiata" l'astronauta deve effettuare un periodo di adattamento nel cosiddetto airlock, un compartimento a tenuta stagna per equilibrare la pressione prima e dopo ogni attività extraveicolare, evitando così un'eventuale patologia da decompressione; nel frattempo deve respirare ossigeno per eliminare l'azoto presente nel corpo.

All'interno della tuta, a causa della bassa pressione, l'astronauta respira ossigeno puro, evitando così l'ipossia che si verificherebbe utilizzando aria. Infatti a pressione atmosferica, pari a circa 1 bar, per la legge delle pressioni parziali la pressione parziale dell'ossigeno è di circa 0,21 bar, (20,96% di 1 bar), mentre respirando normale aria a 0,3 bar la pressione parziale dell'ossigeno corrisponde a circa 0,06 bar, equivalenti ad una concentrazione del 6,3% circa, letale per un essere umano.

Specifiche tecniche

Una tuta spaziale è realizzata con un tessuto formato da undici o dodici strati, ognuno con particolari caratteristiche, in base alla funzione cui è destinato. Dall'interno verso l'esterno si ha:

Componenti

Una tuta spaziale è formata da diversi pezzi ed è corredata da numerosi strumenti e accessori. La massa delle tute per le passeggiate lunari si aggirava intorno ai 100 kg, mentre quelle per lo Space Shuttle pesano oltre 130 kg; ognuna ha un costo che va dai 675.000€[3] ai 1.250.000€ (2 milioni di $) [4]. In passato ogni singolo pezzo della tuta era realizzato su misura per ogni astronauta, ma con l'aumentare del costo e della complessità dei materiali le taglie sono state uniformate, e l'altezza dell'individuo deve essere compresa tra 167 e 187 cm[3].

La tuta

Un guanto usurato

La tuta vera e propria è formata idealmente da due sezioni, superiore ed inferiore.

La parte superiore è costituita da:

La parte inferiore è composta da:

Gli accessori

Gli strumenti

Alcuni strumenti si trovano direttamente sulla tuta, o al suo interno. Tra questi vi sono:

Primary Life Support System

Lo stesso argomento in dettaglio: Primary Life Support System.

Il Primary Life Support System (PLSS) è lo zaino di cui è dotato l'astronauta. Fondamentale per la riuscita di una missione extraveicolare, include diversi dispositivi tra cui vi sono:

Manned Maneuvering Unit

Un astronauta con l'MMU

Lo stesso argomento in dettaglio: Manned Maneuvering Unit.

Le tute della NASA hanno la possibilità di essere agganciate al MMU, una poltrona a razzo che permette di muoversi liberamente nello spazio. Nelle prime missioni extraveicolari, gli astronauti erano legati al veicolo per mezzo di un "cordone ombelicale" che forniva ossigeno ed evitava un eventuale allontanamento nello spazio. In seguito è stato sostituito da un più sottile cavo di sicurezza.

Utilizzato per la prima volta nel 1984, nel corso della decima missione dello Shuttle, l'MMU è dotato di due bracci regolabili, alle cui estremità si trovano dei controller utilizzati per manovrarlo. I getti di azoto di 24 propulsori possono far raggiungere una velocità di oltre 70 km/h. Il suo peso è intorno ai 140 kg.

SPK

L'SPK (o UMK) è uno strumento simile all'MMU sviluppato dall'ex Unione Sovietica. Aveva un peso di circa 220 kg, e 32 propulsori ad aria compressa garantivano una velocità di 100 km/h. L'SPK è stato sostituito da un braccio robot simile al Mobile Servicing System.

SAFER

Lo stesso argomento in dettaglio: Simplified Aid for EVA Rescue.

Il SAFER (Simplified Aid for EVA Rescue) è uno strumento simile al MMU, ma di dimensioni ridotte, da utilizzarsi esclusivamente in situazioni di emergenza. Ha un peso di 35 kg e con i suoi 24 ugelli può far raggiungere una velocità di circa 10 km/h. L'autonomia è però molto breve, di circa 5 minuti.

Note

  1. ^ cia memorandum cia relations with the gis may 15 1956 secret cia, su U.S. Intelligence on Europe, 1945-1995. URL consultato il 7 marzo 2021.
  2. ^ Informazioni sulla tuta spaziale, su spacewalker.it. URL consultato il 15 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2008).
  3. ^ a b Massimo Bozzo, A una spanna dall'infinito, in Newton, marzo 2002, p. 42-51.
  4. ^ "Spacesuits", sul sito della NASA (PDF), su history.nasa.gov. URL consultato il 16 aprile 2008.

Altri progetti

Controllo di autoritàGND (DE4381631-9
  Portale Astronautica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di astronautica