Evangelion : 1.0 You Are (Not) Alone (ヱヴァンゲリヲン新劇場版:序?, Evangerion Shin Gekijōban: Jo, lett. «Evangelion nuova versione cinematografica: Prologo») è un film del 2007 scritto e diretto da Hideaki Anno. È il primo dei quattro capitoli che compongono la tetralogia Rebuild of Evangelion, basata sulla serie televisiva anime Neon Genesis Evangelion. La storia, ambientata nella futuristica città di Neo Tokyo-3 a distanza di quindici anni da una catastrofe planetaria nota come Second Impact, si incentra sulle vicende di Shinji Ikari, un ragazzo che viene reclutato dall'agenzia speciale Nerv per pilotare un mecha gigante noto con il nome di Eva e combattere in questo modo, assieme ad altri piloti, contro dei misteriosi esseri chiamati angeli. Per il film venne chiamato il cast dei doppiatori della serie originale, fra cui Megumi Ogata, Yūko Miyamura e Megumi Hayashibara.
All'inizio della realizzazione Evangelion 1.0 avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia remake della serie classica con circa centocinquanta nuovi cut; durante il processo però il personale non poté riutilizzare i disegni originali di questa e dovette fare tutto il lavoro da capo. Mano a mano che la produzione proseguì il progetto incominciò a distaccarsi dal solco della serie originale, introducendo diverse differenze alla trama e alla caratterizzazione dei personaggi. Hideaki Anno fu affiancato nella regia da Kazuya Tsurumaki e Masayuki, già assistenti alla regia della serie, mentre gli storyboard furono curati da Shinji Higuchi e Tomoki Kyōda. Il film, che ripercorre la trama dei primi sei episodi della serie[1], godette di una buona ricezione in Giappone, incassando circa due miliardi di yen[2] e generando considerevoli introiti per il mercato home video. All'estero Evangelion 1.0 ricevette un'accoglienza maggiormente polarizzata; diversi critici si lamentarono del fatto che esso fosse troppo derivativo della serie classica o che invece ne tagliasse dettagli importanti, mentre altri ne elogiarono la regia, la colonna sonora e la trama, con particolare attenzione alla veste grafica in CGI. Il lungometraggio vinse inoltre diversi riconoscimenti, venendo premiato, fra gli altri, agli Animation Kobe e al Tokyo International Anime Fair.
Il quattordicenne Shinji Ikari si dirige verso la città di Neo Tokyo-3 sotto richiesta del padre, Gendō Ikari, che non vede da tre anni e con cui da dieci vive separato. Mentre si aggira per una città vicina il giovane si ritrova tra il fuoco incrociato dell'esercito delle Nazioni Unite e il quarto di una serie di nemici del genere umano chiamati angeli, Sachiel. Soccorso da Misato Katsuragi, capitano dell'agenzia speciale Nerv, Shinji viene portato al quartier generale dell'agenzia; il padre, comandante supremo dell'organizzazione, gli ordina di pilotare un mecha umanoide gigante noto come Eva-01 contro Sachiel, poiché la sua prima pilota Rei Ayanami è gravemente ferita a seguito di un incidente. Shinji accetta e pilota lo 01, venendo quasi sconfitto dal nemico; durante il combattimento però l'umanoide, in un pericoloso stato di furia chiamato berserk, si attiva da sé e sconfigge Sachiel.
Dopo il combattimento iniziale Shinji viene accolto da Misato come suo nuovo coinquilino e iscritto alla scuola media di Neo Tokyo-3. A scuola un ragazzo di nome Tōji Suzuhara, appena venuto a sapere che è stato Shinji a pilotare l'Unità 01 nell'ultimo combattimento in cui sua sorella è stata ferita, gli sferra due pugni per punirlo e sfogare la propria rabbia. Subito dopo viene data la notizia dell'imminente attacco di un nuovo angelo, Shamshiel. Shinji e Rei si dirigono alla Nerv per combatterlo; intanto, Kensuke Aida convince Tōji a uscire fuori dal rifugio dei civili per cercare di filmare la lotta, ma i due vengono coinvolti nello scontro e prontamente salvati da Shinji, che li fa salire a bordo dell'Evangelion. Qui assistono alla pressione psicologica che procura la guida del mecha, mentre il loro compagno riesce a infliggere un colpo mortale al nemico. Dopo il secondo combattimento Shinji cerca di fuggire dalla Nerv e scappa di casa, vagando per Neo Tokyo-3. Dopo una nottata fuori però ritorna alla Nerv e da Misato; tornato a scuola lui e Tōji, pentito di quanto fatto qualche giorno prima, si riconciliano.
Shinji nel frattempo cerca di entrare in contatto con Rei, taciturna e schiva a qualsiasi contatto umano, a eccezione del padre di lui, Gendō. Rei non riesce a comprendere i sentimenti e le emozioni del compagno, riservandogli un atteggiamento distaccato e silenzioso. Alla Nerv intanto arriva comunicazione dell'attacco del sesto angelo, Ramiel. Il nemico attacca qualunque oggetto si trovi nelle vicinanze, e quasi distrugge l'Eva-01 con Shinji a bordo con un potente fascio di fotoni. Il nemico inizia a trivellare il suolo di Neo Tokyo-3 nel tentativo di penetrarne gli strati protettivi e arrivare al quartier generale sotterraneo della Nerv. Per superare il campo protettivo dell'invasore viene allora ideata da Misato una strategia chiamata "Operazione Yashima", in cui l'Unità 01 deve cercare di colpire il nemico utilizzando un fucile a positroni sperimentale chiamato Positron Rifle dal monte Futago, mentre l'Unità 00 di Rei è posta a protezione di Shinji da eventuali contrattacchi di Ramiel. Per far funzionare l'arma è necessaria l'intera produzione elettrica del Giappone, ma anche così Shinji manca il bersaglio al primo colpo e, in attesa di ricaricare, Rei gli si para davanti con il suo Eva-00 per proteggerlo dal raggio scagliato dal nemico. Il secondo colpo riesce a centrare Ramiel e ad annientarlo definitivamente. Shinji a battaglia finita va incontro a Rei e scoppia in lacrime. La ragazza dice di non sapere che cosa fare in momenti del genere, e Shinji le consiglia di sorridere; Rei sorride, e i due piloti si toccano le mani.
Intanto, sulla Luna si sveglia da una bara un ragazzo chiamato Kaworu Nagisa; egli discute con un membro di una società segreta nota come Seele vicino a un gigante bianco con una maschera viola, dicendo di non vedere l'ora d'incontrare Shinji.
L'opera innanzitutto visiva nota come Evangelion è stata realizzata assecondando desideri diversi. Il desiderio di voler fissare su pellicola i propri puri sentimenti. Il desiderio di trasmettere a più persone possibili il fascino originario, le diversità d'espressione, le emozioni primitive dell'immagine concretizzata in animazione. Il desiderio di ricollegare l'animazione giapponese, in rovina, alle sue origini. Il desiderio di abbattere il dilagare della chisura d'animo. Il desiderio di continuare ad avere uno spirito forte, che si muove nel mondo reale. [...] Sento che Eva ormai è vecchio. Ma negli ultimi dodici anni non ci sono stati anime più nuovi di Eva. |
Hideaki Anno[3] |
Hideaki Anno, regista della serie anime Neon Genesis Evangelion, dopo aver finito di lavorare per il film Cutie Honey (2004) iniziò a pensare a un altro progetto live action con più o meno lo stesso personale di 1.0[4]. Alla fine però non si riuscì a stendere una sceneggiatura per il film[5], e il regista decise di virare ritornando sull'animazione. Egli aveva in mente di mettere di nuovo mano sul franchise di Neon Genesis Evangelion già nel 2001, in contemporanea con l'uscita del DVD box della sua serie Nadia - Il mistero della pietra azzurra[6]. Attorno all'ottobre del 2005 decise definitamente di occuparsi di Evangelion, e iniziò a lavorare al progetto usando Microsoft Word il 10 novembre; Evangelion infatti era un'opera che egli poteva portare avanti a suo piacimento, senza preoccuparsi di chiedere i diritti o altre circostanze per lui fastidiose[7]. Una delle opere che lo ispirarono a iniziare la tetralogia fu il franchise di Gundam, creato anni prima da Yoshiyuki Tomino e ancora in corso tramite diverse incarnazioni, fra serie televisive, videogiochi e fumetti. Egli si diede infatti il proposito di Gundamizzare il franchise di Eva; inizialmente aveva in mente un titolo sulla scia di G Evangelion, con il proposito di creare un'opera capace di ribaltare completamente il concetto stesso di Evangelion, similmente a quanto fatto da G Gundam per il franchise di Tomino[7]. Egli credeva che l'animazione fosse in una fase di stallo e notò come negli ultimi tempi ci fosse stato un fenomeno di allontanamento degli appassionati di anime tra i ragazzi delle medie e delle superiori, percependo la necessità di promuovere opere rivolte a loro e alzare il livello generale delle produzioni animate[3]. Nel caso dell'animazione per bambini vide una vasta gamma di contenuti disponibili, come i film di Hayao Miyazaki e dello studio Ghibli, ma per le fasce anagraficamente superiori vide soltanto Gundam; il franchise di Tomino raggiunse infatti la popolarità oltre i confini otaku, cioè gli appassionati di animazione, dunque Anno si diede l'obiettivo di fare qualcosa di simile[7][8].
Per la produzione del film Anno non si affidò alla Gainax, lo studio che produsse la serie dieci anni prima. Egli infatti volle dare vita a qualcosa di nuovo e che sentì di non poter fare alla Gainax, pensando che nello stesso studio si sarebbe dovuto attenere, a suo dire, alla «stessa cornice» e gli stessi binari[6]. Lui stesso disse che era sua intenzione in tal modo rispettare lo spirito dell'originale, «per non essere schiavi del passato, per non essere viziati dal presente, per puntare a un futuro di progressi»[9]. Il regista contattò così Toshimichi Ōtsuki, produttore della serie classica, e dopo una iniziale titubanza questi accettò la proposta, cercando di realizzare e attuare gli ideali e i pensieri del regista[10][11]. Quest'ultimo propose l'affare a diverse società; secondo lui però non c'erano molti studi propensi a lavorare su Evangelion, perché trattato con nervosismo all'interno dell'industria. Ōtsuki faticò molto e alla fine si trovò un certo numero di studi candidabili, ma per varie ragioni nessuno di loro alla fine si unì[6]. Per il film Neon Genesis Evangelion: The End of Evangelion diverse società si unirono al progetto, visto il successo della serie; in questo caso però Anno decise di detenere tutti i diritti[12]. Secondo lui infatti gli sforzi del personale della serie classica non furono ricompensati adeguatamente, e la creazione di una nuova società avrebbe consentito di distribuire più equamente i profitti rispetto al passato[13]. A favorire il progetto ci fu inoltre l'uscita di Eva nel mercato dei pachinko, delle macchinette per il gioco d'azzardo particolarmente popolari in Giappone, uscita che fece poi salire le vendite di DVD della serie[14]. Alla fine Munenori Ogasawara gli propose di fondare uno studio tutto loro, e Anno accettò. All'inizio Anno trovò un posto per lui carino ed economico lungo la linea rapida Chūō, dicendo di volerlo usare come sede; nacque così il Khara Office. In seguito la scala del progetto diventò sempre più grande[15]. Affittò un ufficio a Nishi-Shinjuku nel febbraio 2006, provvedendo per scrivanie e librerie; dei suoi amici, come Tsutomu Takahashi e Ikki Todoroki, lo aiutarono con la registrazione della società e la contabilità, diventando così Khara Inc[6][8]. La Khara fu ufficialmente fondata nel 2006, anche se Anno diede le dimissioni alla Gainax soltanto nell'ottobre dell'anno seguente[16]. Alla fine il personale della nuova azienda, a parte quello principale, accolse personale completamente nuovo rispetto a quello della serie di dieci anni prima[17].
Hideaki Anno, sceneggiatore e regista principale di You Are (Not) Alone, fu assistito da altri due registi: Masayuki e Kazuya Tsurumaki, a suo tempo assistenti alla regia di Neon Genesis Evangelion[18]. All'inizio della produzione il regista chiese a quest'ultimo che cosa avesse voluto fare dopo la sua ultima opera, Punta al top 2! - DieBuster, fra Evangelion 2 e un nuovo progetto su un anime molto famoso, e Tsurumaki, pur rimanendo confuso dalla domanda, d'istinto rispose Evangelion. Se Tsurumaki avesse rifiutato Anno avrebbe comunque proposto il ruolo a qualcun altro, e questi alla fine accettò, anche se con delle riserve. Tsurumaki percepì infatti di avere dei rimpianti per il sesto episodio della serie, che dopo la fase di storyboard fu fatto da una compagnia esterna alla Gainax, senza che questa potesse fare poi molto[19]. Masayuki invece fu contattato a febbraio 2006 da Ōtsuki. Masayuki inizialmente si limitò a lavorare al layout e aiutare per l'animazione, come nella versione cinematografica del 1997; soltanto in un secondo momento, attorno al settembre dello stesso anno, la Khara gli chiese di fare il regista, visto che Tsurumaki da solo non poteva fare tutto il lavoro rispettando le tempistiche di produzione[20]. In origine Anno pensò a un semplice rifacimento grafico della serie[21], con l'aggiunta di circa 150 cut e l'adoperazione di tecniche d'animazione più avanzate[22][23]. Stando a quanto raccontato da Tsurumaki invece inizialmente Anno cercò di realizzare un progetto completamente diverso dal vecchio Evangelion; non «un puro sequel», ma qualcosa sulla scia di Mobile Suit Gundam Seed per Gundam[19]. Per Tsurumaki il regista aveva in mente di creare qualcosa che fosse «una compilation che non era realmente una compilation», sulla scia del 45º episodio di Kidō senshi Victory Gundam, una puntata riassuntiva che racconta anche altro, o il quattordicesimo episodio della serie classica di Eva. Il progetto iniziale preveda inoltre che uscisse un film ogni sei mesi, concludendosi in un anno e mezzo e con poca fatica, un progetto veloce e facile da produrre; secondo lui lo stesso Anno non aveva intenzione di dirigere ufficialmente il film, dunque avrebbe potuto diventare un progetto completamente esternalizzato, e solo in fase di realizzazione i piani mutarono[19][24].
All'inizio della produzione Hiroshi Haraguchi e altri membri procedettero con l'operazione di bank, un processo consistente nel recuperare i fogli contenenti i disegni originali della serie. Vista l'importanza del processo Haraguchi iniziò precocemente, prima ancora che fossero sistemati gli storyboard[25]. Anno si unì a loro a metà processo, e, essendo lui il regista della serie originale, trovò i fotogrammi interessati rapidamente. Il processo fu comunque lungo e complesso, visto che alcuni fogli non erano al loro posto o erano stati usati nel corso degli anni per altri progetti, ma il controllo finale di Masayuki aiutò molto[26]. In un primo momento si tentò di convertire semplicemente la pellicola originale degli episodi in digitale facendo delle prove alla Imagica, una società specializzata nella post-produzione di film. La pellicola fu dunque convertita dal formato originale di 16mm a un pieno formato 35 mm; le immagini però erano qualitativamente inferiori alle aspettative, in particolare per quanto riguarda i colori e la definizione[15]. Vista la bassa qualità del processo, e calcolate poi le spese economiche dell'intera procedura, si preferì poi in un secondo momento partire direttamente in digitale e rifare da capo tutto[8][22].
Il progetto acquisì sempre di più una portata maggiore. L'ipotesi iniziale di un semplice remake fu abbandonata, e mano a mano lo scenario cambiò, distaccandosi dalla pista stabilita dalla serie. Anno stesso riferì in un'intervista che se avesse saputo in anticipo di tutti i cambiamenti alle immagini avrebbe fatto fin dall'inizio qualcosa di più libero, senza vincolarsi troppo alla serie originale. Sotto idea di Tsurumaki si creò una illusione allo spettatore; nella prima parte si seguì lo stesso binario dell'anime, per poi virare improvvisamente e sorprendere il pubblico[27]. La produzione diventò mano a mano più frenetica[28], subendo crisi[29] e cambiamenti fino all'ultimo minuto; essa si svolse inoltre in contemporanea con quella del secondo film[21]. Nel prodotto finale soltanto una parte dei disegni venne dal processo di bank; un terzo della prima parte del film è costituito da materiale nuovo, nella seconda parte quasi tutto[30]. Alcuni originali infatti non si trovarono e furono dichiarati persi, dunque si dovette crearli ex novo[27]. Tsurumaki controllò che tutto si svolgesse regolarmente; la politica di Anno infatti fu quella di armonizzare il più possibile le parti nuove con quelle vecchie[30]. Il lavoro di 1.0 fu descritto dal suo stesso personale come una performance dal vivo, flessibile e nel peggiore dei casi disorganizzata; la produzione infatti fece molte cose sul momento, e non di rado fu costretta a rifare alcuni dettagli per improvvisi cambi di programma[24]. Secondo Tsurumaki, inoltre, al minimo errore si rischiava di arrivare fuori tempo; ogni dipartimento lavorò in modo indipendente, dunque soltanto all'ultimo momento si seppe con certezza se si era sulla strada giusta oppure no[31]. Stando ad Haraguchi infatti si dovette creare una situazione in cui qualunque cosa si potesse aggiustare e modificare durante il processo, viste le continue riflessioni e le opinioni dei vari membri del personale[32]. Anche il titolo cambiò in corso d'opera; quando fu annunciato il Rebuild infatti il film avrebbe dovuto essere il primo di una trilogia e avrebbe dovuto chiamarsi Rebuild of Evangelion: 01[33].
I tre registi furono affiancati in fase di sceneggiatura da Shinji Higuchi, animatore e membro del personale della serie classica[34], e Tomoki Kyōda. Anno pensò di chiamare Higuchi sin da quando si stabilì che il climax del film sarebbe ruotato attorno all'Operazione Yashima[35]. Durante la produzione questi ebbe occasione di parlare con Kenji Kamiyama, regista di Ghost in the Shell: Stand Alone Complex, e attinse a piene mani da quest'ultima serie, scoprendo le possibilità registiche e i giochi di camera possibili con il digitale. Higuchi trovò inoltre delle difficoltà, in particolare per quanto riguarda la scena in cui Rei protegge Shinji all'improvviso con lo scudo da Ramiel, nel creare un effetto sorpresa[36]. Kyōda invece fu chiamato per via del suo lavoro su Eureka Seven, assieme a Shuichi Beiko e Hiroshi Haraguchi; egli infatti fu invitato da Munenori Ogasawara, responsabile della produzione di Eureka. L'artista voleva inizialmente rifiutare la proposta[37], ma Anno gli parlò di persona della situazione dell'animazione giapponese e di quelli che riteneva essere i suoi squilibri e lati negativi, e alla fine accettò. Kyōda giunse di persona alla Khara verso fine luglio 2006[38]; egli si occupò delle scene in cui i personaggi dialogano. L'artista procedette senza direttive specifiche nello scenario, dunque disegnò in base a quanto sentito nella prima riunione della Khara a cui partecipò; quando vide lo storyboard finale corretto da Tsurumaki però riscontrò un'atmosfera completamente diversa[39]. La fase di scrittura, nonostante si parlasse di una pellicola su una serie già esistente e stabilità, passò infatti attraverso varie modifiche. Sia Higuchi, sia Kyōda fecero degli storyboard inizialmente molto diversi dalla serie televisiva. Alcune persone tuttavia si lamentarono della cosa, dicendo che il risultato finale non somigliasse affatto a Evangelion[40]; lo stesso Anno trovò in particolare quello di Kyōda un lavoro valido, ma troppo distante dallo stile della serie, quindi decise di prenderne le parti migliori e rifarlo nuovamente[35]. Durante l'Operazione Yashima, ad esempio, venne proposto uno scenario in cui l'Eva-00 e lo 01 avrebbero unito le proprie forze per sparare con il Positron Rifle e colpire Ramiel, ma il risultato, simile alla serie Kyōdai Ken Byclosser, venne giudicato poco realistico. Alla fine il personale prese la decisione di tornare a lavorare sui vecchi storyboard e i DVD della serie, così da recuperare lo spirito dell'originale e non allontanarsene troppo[40].
Anche Tsurumaki incominciò a lavorare agli storyboard da ottobre fino al dicembre del 2006; egli inzialmente si prefissò una durata di novanta minuti, ma nel processo di storyboarding il film sfiorò i centodieci, dunque si fecero diversi tagli nella prima approssimativa fase di montaggio[40]. Tsurumaki inoltre ebbe dei problemi a comprendere gli storyboard di Higuchi, perché i disegni furono fatti spontaneamente di getto e per via di annotazioni troppo generiche[17]. Egli cercò in fase di scrittura di rendere la storia più seria rispetto alla controparte originale. Inizialmente infatti Neon Genesis Evangelion avrebbe dovuto essere una versione robotica di Sailor Moon, di cui Anno è grande appassionato, e tali elementi potevano essere percepiti nei primi sei episodi al centro del film; dunque cercò di non riprendere nessuno degli elementi scartati durante la produzione della serie. Fu particolarmente difficile poi cercare d'introdurre degli elementi di sorpresa, visto che c'era già stato un film riassuntivo della serie nel 1997 con Neon Genesis Evangelion: Death and Rebirth; egli dovette escogitare dei modi per far capire al pubblico che 1.0 e il Rebuild in genere narravano una storia diversa[41]. Lui e Anno inoltre si diedero l'obiettivo di rappresentare correttamente la storia di Shinji e Misato, nonché la generazione di Misato e Ritsuko[42].
Durante il processo dunque dall'iniziale rifacimento si introdussero diversi cambiamenti, si tagliarono alcuni passaggi o dettagli per snellire la trama e si introdussero al contrario nuove scene, mutando la caratterizzazione dei personaggi. Gli angeli, ad esempio, nel film e nel resto del Rebuild non hanno nomi, a differenza della serie classica ove sono chiamati come angeli di antichi testi spirituali; secondo Masayuki i nomi furono esclusi in fase di sceneggiatura perché fra il personale essi non venivano mai usati, ricordandoli a stento[43]. Anche il personaggio di Misato cambia. Dopo la scena iniziale, in cui si comporta in maniera infantile sotto effetto di alcool, diventa più serio; Tsurumaki tuttavia pensò che questo l'avrebbe fatta sembrare un'adulta troppo noiosa o un'insegnante, dunque conferì un tocco comico alle scene in cui è presente alle riunioni strategiche della Nerv. Per la scena in cui mostra l'angelo Lilith a Shinji cercò al contrario di rappresentare il suo lato maturo e adulto. La sequenza fu inserita proprio per chiarire le differenze fra la serie classica e il Rebuild; nell'anime originale infatti i personaggi non si toccano quasi mai le mani, visto che questo avrebbe poi complicato il lavoro degli animatori[41]. Tsurumaki pensò a You (Are) Not Alone come a una storia di crescita, dipingendo nello storyboard un quadro chiaro dell'evoluzione di Shinji e del lieto fine del film, ma Anno cambiò ancora la storia mutandone le sfumature, pensando che l'idea di Tsurumaki si spingesse troppo in là[40]. Nella sua prima metà Neon Genessi Evangelion inoltre manteneva un'impostazione da normale storia mecha, per poi diventare matura e seria nella seconda; per bilanciare la cosa Anno inserì un tono adulto e serio introducendo delle conversazioni mature fra Ritsuko e Misato sin dal primo capitolo della nuova saga[40]. Secondo Tsurumaki però il personaggio di Shinji non fu cambiato molto rispetto alla serie classica; egli descrisse il Rebuild come una sorta di «guerra virtuale», un tipo di gioco in cui si immaginano scenari ipotetici a partire da fatti storici[41]. La scena in cui questi scappa e sale su un treno, introdotta nel quarto episodio della serie, fu inizialmente tagliata dalla sceneggiatura; Tsurumaki però spinse per introdurla di nuovo, così da rappresentare meglio Neo Tokyo-3[44]. Al posto della sequenza in cui Shinji incontra il suo amico Kensuke in mezzo a dei campi, anch'essa presente nella quarta puntata, venne inserita una in cui il protagonista vaga su un'autostrada deserta di notte, ideata in fase di scrittura da Kyōda[35].
Hiroshi Katō, che aveva precedentemente lavorato a Neon Genesis Evangelion, tornò a lavorare al franchise in You Are (Not) Alone con i titoli di art director e, insieme a Tatsuya Kushida della Bishou Inc., production designer[18]. Secondo Katō per il film vennero riprese diverse idee accantonate durante la produzione della serie televisiva per mancanza di tempo; le botole del centro di comando operativo della Nerv, per esempio, erano originariamente contrassegnate con delle lettere, come W, X e Y, a indicare l'ordine di chiusura in caso d'emergenza, e la cosa fu recuperata per il Rebuild[45]. Anno ebbe particolare occhio sui tralicci, sui pali del telefono e i semafori[46]. Per il lavoro di design la Khara chiamò anche Takeshi Takakura; quando questi si unì al personale non era ancora stato deciso il contenuto o la struttura dell'opera, e Anno e gli altri non sapevano a chi assegnare cosa all'inizio. Anche lui cercò di recuperare lo spirito del prodotto originale, mantenendo l'impostazione voluta da Anno; ai tempi della serie classica i dettagli della gabbia degli Eva, ad esempio, alla fine furono omessi, a causa della mancanza di tempo e di risorse[47]. Egli lavorò inoltre ad alcuni dettagli sull'Operazione Yashima; quando lui mise mano il layout era già stato fatto, e dopo aver disegnato passò il materiale ad Anno e a Tsurumaki. Egli partecipò inoltre a delle escursioni speciali con gli altri membri del personale. A marzo lui e gli altri fecero dei sopralluoghi alla sottostazione elettrica di Keiyo di Tepco, nonché alla diga di Miyagase. Le escursioni si rivelarono particolarmente fruttuose, visto che la diga disponeva di un tunnel con un'inclinazione di 45° e una passerella simile a una base segreta, dettagli che si rifletterono poi sull'impostazione della base della Nerv[48]. Anno, appassionato di lunga data di ferrovie, diede molta attenzione ai treni, chiedendo di inserirne parecchi; il designer Nahohiro Washio disegnò il grezzo del treno di trasporto degli Eva e Takakura lo rifinì per la CG, migliorandone i dettagli[49]. Anche Kyōda aiutò nel processo di design, concependo il nuovo logo della Seele[50].
Per il mecha design ritornò Ikuto Yamashita[51]. Yamashita seppe del progetto alla fine del 2005, quando si prevedeva un semplice remake della serie, e aiutò anche in altri ambiti, concependo il nuovo logo della Nerv[52][53]. Egli decise di non modificare eccessivamente i design dei mecha; il Positron Rifle e lo 01, per esempio, mantennero la stessa posa e posizione anche nel Rebuild. L'artista riprese inoltre delle idee scartate durante la produzione della serie, pubblicate a suo tempo in un artbook chiamato Sore o Nasumono[54]. Yamashita all'epoca pensò all'Evangelion con una livrea completamente scura, con dei semplici inserti luminescenti arancioni e verdi che emergevano dall'oscurità, ma, viste alcune opinioni dissenzienti nella produzione, alla fine venne dissuaso e rinunciò all'idea. Per il Rebuild si recuperarono gli schemi originali di vent'anni prima e l'idea degli inserti luminosi nella livrea dell'Eva-01[55]. Anno si ispirò in particolare a Ultraman e i membri della Schoker di Kamen Rider. Egli voleva riprodurre il senso di paura comunicato da questi tokusatsu, dove dei giganti scuri all'improvviso si ritrovavano in mezzo a delle sanguinose battaglie notturne, in cui l'unica cosa a emergere visivamente dalle tenebre erano i loro spaventosi occhi luminosi[56]. Lui stesso aiutò dando una mano con il design del simulatore di Eva visibile durante l'addestramento di Shinji, paragonato da Higuchi al Dio guerriero di Nausicaä della Valle del vento e ai movimenti del Destroid Monster, un macchinario apparso in Fortezza superdimensionale Macross, due opere a cui a suo tempo il regista partecipò[57].
Nel processo fu importante anche il contributo di Takeshi Honda. Honda fu chiamato alla Khara mentre lavorava a un'altra opera. All'inizio pensò di aggiungersi al personale nell'autunno del 2007 per il secondo film, senza essere coinvolto nel primo; questo però non gli avrebbe permesso secondo lui di essere poi al passo con tutti gli altri membri. Egli si occupò del design dello 00 e dello 01, del Positron Rifle e delle altre attrezzature meccaniche; avrebbe voluto inoltre lavorare anche agli effetti speciali, ma per mancanza di tempo lasciò poi il compito ad altri[58]. Anche Honda non fece dei disegni originali, limitandosi per lo più a correggere quelli già esistenti. In un primo momento pensò di dare alle unità un corpo sottile, ma per dare un senso di pesantezza e rispondere alle esigenze del regista ispessì gli umanoidi. Anche lui aveva dei rimpianti sulla serie televisiva; e se per l'originale limitò le linee utilizzate nel mecha design, viste le risorse limitate, per il Rebuild cercò di disegnare bene tutti i dettagli meccanici[58]. L'artista cambiò inoltre le proporzioni dei mecha, pur non mutando nulla di sostanziale in termini di performance. Anche lui non ricevette richieste particolari da parte di Anno, sentendo molta libertà nel processo[59].
Yoshiyuki Sadamoto, character designer della serie originale, ritornò nel suo ruolo per 1.0 e gli altri film del Rebuild. Egli lavorò in un'atmosfera più rilassata, senza le incombenti scadenze settimanali di una serie televisiva. All'inizio cercò di lavorare alle specifiche dei colori dei personaggi sostituendo semplicemente quelle della serie con delle equivalenti in digitale. L'artista però non rimase soddisfatto, perché i colori digitali risultavano innaturali, e quelli della pelle tendevano verso l'arancione[60]. Anno infatti diede particolare importanza al colore, controllandolo in ogni cut. Il colore si rivelò importante in particolare nel caso di layout densi di informazioni o con molti elementi meccanici[61]. Il regista volle usare colori appariscenti e densi, senza per questo far calare la qualità dell'immagine; dunque affiancò il color designer Kazuko Kikuchi, lavorando senza sosta sulle specifiche del colore[62]. Anche Kikuchi ebbe difficoltà durante il processo; alla fine si decise di regolare lo schema di colori in base alla personalità del personaggio, riflettendo a lungo sul da farsi e impiegando diversi mesi per il lavoro[63]. Hidenori Matsubara disegnò i vestiti di Misato, Ritsuko, dei lavoratori della Nerv e alcuni dettagli delle tute dei piloti, prendendo spunto in particolare da alcune scelte introdotte nel manga di Sadamoto. Egli cercò di disegnare senza ambiguità, così da far comprendere agli animatori e ai rifinitori il senso dei suoi disegni[64]. Anche Haraguchi fu coinvolto nella scelta del design; lo stile di disegno fu infatti un argomento costante di discussione fra i registi. Alla fine la produzione optò per uno stile né troppo realistico né eccessivamente cartoonesco. Nel primo episodio originale, per esempio, Misato fa delle espressioni di sorpresa a mo' di fumetto; l'uso di tali espressioni simboliche fu ritenuto efficace per gli episodi singoli, ma alla fine furono eliminati dal lungometraggio[30]. Sotto suggerimento del supervisore delle animazioni Shunji Suzuki inoltre a Shinji venne data una nuca sottile, con un aspetto femmineo e fragile[42]. Nell'originale la città di Neo Tokyo-3 venne rappresentata come una finta capitale mezza disabitata, vista l'elevata quantità di lavoro necessaria ad animare i personaggi di sfondo, ma nel film invece furono disegnare molte persone della Nerv e abitanti casuali. All'inizio Tsurumaki era titubante verso la scelta di rappresentare la folla che assiste all'Operazione Yashima, assente nella serie classica, perché ritenuta poco affine allo spirito Evangelion, ma sotto consiglio di Matsubara fu aggiunta e rimase[44].
Dopo l'operazione di bank gli sfondi e le scenografie furono completamente ricreati, e i disegni furono rifatti da capo cercando di mantenere l'atmosfera di base. La produzione infatti non poté usare gli sfondi vecchi della serie; alla fine si riuscì a recuperare circa metà materiale, nonostante i dodici anni trascorsi, ma molto era fisicamente deteriorato e inutilizzabile[45]. I vecchi sfondi furono comunque importanti per gli animatori; in alcune scene furono ricreati i colori nostalgici della versione televisiva, mentre in altre si aumentò semplicemente la quantità di dettagli, cercando di fare quello che non era possibile con i mezzi d'epoca[66]. Nella prima scena del film, per esempio, furono aggiunte più erbacce agli sfondi, mantenendo la stessa impressione e dando l'idea che l'ambientazione sia la stessa[67]. Agli animatori inoltre Anno diede l'obiettivo di dare l'idea di un film dal vivo con effetti speciali[68]. Shunji Suzuki, che era già stato direttore dell'animazione del primo episodio della serie, venne chiamato come supervisore delle animazioni chiave, o key frames[69]. Egli in più venne incaricato di correggere il layout; Yuji Moriyama e Kazuya Kise si unirono a lui in qualità di supervisori, e il carico complessivo di lavoro aumentò esponenzialmente durante il processo. Suzuki cercò di dare un senso di unità ai disegni, visto che le varie parti del film furono assegnate a registi diversi[70]. A un certo punto si trovò a faticare in uno stato di caos, lavorando sempre su tre o quattro cose contemporaneamente[42]. Anche Sadamoto aiutò con l'animazione, principalmente per l'ultima scena di Kaworu sulla Luna[71].
Hidenori Matsubara venne scelto come direttore dell'animazione della seconda parte del film. Matsubara, che aveva già lavorato al franchise di Sakura Wars, fu chiamato mentre lavorava con Suzuki alla Gonzo; anche lui aveva lavorato alla serie classica, anche se in maniera marginale. All'inizio, quando il film era un semplice rifacimento con 150 nuovi cut dei primi episodi di quest'ultima, gli chiesero soltanto di aiutare per i nuovi disegni. Egli iniziò a lavorare seriamente al progetto verso dicembre 2006. Una volta ingranata la produzione però gli arrivarono dai 500 ai 700 cut nuovi, rimanendo confuso; non sentendosi all'altezza del compito e temendo di rovinare l'atmosfera originale chiese dunque di dedicarsi solo ed esclusivamente ai nuovi disegni[22]. Matsubara aiutò anche nella prima parte e nei layout; nell'ultima parte del film si occupò di circa un terzo del lavoro, condividendolo con Jun Okuda[64]. Anche a lui Anno non chiese nulla in particolare[24]; inizialmente quindi il processo non fu sistematico, visto che non c'era un'idea chiara su cosa fare, e non furono assegnati titoli rigidi o accordi definiti all'interno del personale creativo[72].
Tatsuya Takana invece si specializzò nei pali. Anno richiese esplicitamente di trattarli a tutti gli effetti come dei personaggi, assieme ai distributori e i telefoni pubblici[73]. Il regista scattò personalmente delle foto di pali da rappresentare nel film, che furono poi combinate insieme in un layout da Ikki Todoroki, per poi essere disegnate a linee pulite in modo che i rifinitori potessero dipingerle. I piloni furono disegnati principalmente in 3D, ma Tanaka aggiunse i fili, arrivando a disegnare quasi tutti i pali del lungometraggio[74]. Egli disegnò inoltre la linea Shōnan-Shinjuku a inizio film, dei dettagli nel layout e degli aerei da combattimento disegnati da Anno. L'artista inizialmente propose di usare il 3D per i pali, per delinearli direttamente dalle fotografie e risparmiare, ma alla fine la produzione preferì agire diversamente[75]. Takana disegnò anche la maggior parte dei semafori, concependone lui stesso il disegn. Le foto di riferimento che aveva infatti non erano del tutto chiare, quindi integrò le parti che non si vedevano, lavorando e facendo cambiamenti fino all'ultimo minuto[76]. Anche i pali e gli edifici furono fatti in celluloide. Anno diede particolare attenzione ai colori, lavorando e affiancando passo passo il color designer, Kikuchi. Per il Rebuild si usò in particolare una saturazione del colore alta, così da far sembrare i colori più luminosi rispetto agli altri anime. All'inizio della produzione si usarono colori spenti, ma dopo una prova Kukichu alzò il tono del tutto; il color designer cercò di non differire troppo dalla serie televisiva, che aveva colori molto nitidi e chiari per un anime su celluloide. Lui si occupò del design dei colori in sé, e Akemi Nagao di specificare i colori di ogni cut[77]. Il regista lo affiancò in particolare per i cut con i treni, controllandone i minimi dettagli ogni volta. Certe volte lui e Anno passarono più di mezz'ora per un cut di pochi fotogrammi, e grazie ai benefici del digitale Kikuchi poté modificare il colore con facilità[78].
Gli angeli vennero fatti in parte in 3D CGI[79], in parte disegnati a mano, come nel caso delle fruste di Shamshiel[3]. Altre sequenze, come quella in cui gli Eva vengono trasportati dai treni, richiesero precisione nei movimenti, e furono invece fatte in 3D[59]. Secondo Tsurumaki inoltre la produzione fece in modo che le abilità del disegno della produzione non si notassero; i disegni furono fatti in modo che sembrino «semplici scene d'azione»[31]. Anche altri membri del personale intervennero nel processo. Honda fu responsabile del cut in cui l'Eva-01 viene inquadrato mentre ghermisce il Positroni Rifle, ed ebbe dei problemi nel disegnarlo. L'inquadratura alla fine fu fatta a mano; secondo Honda infatti il 3D sarebbe stato noioso, mentre il disegno a mano, per natura meno preciso, permise di dare «qualche informazione falsa inaspettata»[17]. La mitragliatrice Gatling fu fatta da Kazuya Kise[59]. Tomoko Masuda invece fu incaricato di sovraintendere al lavoro digitale in 2D. Masuda, che in precedenza si era occupato del matte painting delle pellicole dal vivo e aveva lavorato con Higuchi a Nihon chinbotsu, si unì alla squadra a inizio febbraio 2007. Egli fu incaricato di produrre i loghi e le scritte leggibili su cartelli, bevande e altri oggetti visibili nel film; egli produsse per l'occasione loghi di aziende immaginarie mescolati con alcuni esistenti, assieme ai codici a barre e le targhe delle auto[80]. Masuda aggiunse inoltre materiale da decalcomania[81] e usò nel processo Adobe Illustrator per la delineazione e l'output, Photoshop e After Effects per alcune correzioni[82]. A fine luglio 2006, durante le ultime fasi di produzione, il personale osservò e corresse eventuali errori nelle animazioni; chi faceva notare l'errore poi dovette assumersene la responsabilità, sistemando lui stesso i disegni sbagliati[83]. Il lavoro del dipartimento digitale venne consegnato alla fine, dopo che tutti gli altri avevano finito[84].
All'inizio della produzione Anno nutriva poche aspettative sulla CGI; lui stesso dichiarò di non essere un esperto di tecnologia, di non saper usare bene Photoshop e di aver avuto una spiacevole esperienza con il digitale per Cutie Honey. Per tali ragioni preferì, con l'aiuto di Tsurumaki e Masayuki, agire il meno possibile e avere uno sguardo d'insieme sul sistema produttivo[86]. Il regista ebbe anche delle difficoltà; durante la produzione infatti vigilò il tutto su un piccolo schermo di PC, dunque fu difficile capire il flusso e il volume del film, che era un prodotto comunque destinato in primo luogo alle sale cinematografiche[87]. All'inizio il personale non sapeva dove la CG sarebbe stata più adatta[88]. Come direttori della CGI furono scelti Daisuke Onizuka, che aveva lavorato a DieBuster con Tsurumaki, e Hiroyasu Kobayashi. Anno chiese ai due artisti di usare la CGI come «un feticcio»; grazie alle immagini generate al computer infatti il livello dei dettagli e il feticismo grafico dei fotogrammi aumentò esponenzialmente[89]. Mentre di solito alla CG viene richiesto di somigliare a un film dal vivo, a Onizuka e Kobayashi fu chiesto di ricreare il mondo dei set in miniatura, tipici dei film live action con effetti speciali[89]. Il primo oggetto a essere modellato per la CG fu l'Eva-01; secondo Kobayashi fu particolarmente difficile riprodurre le linee curve dell'Eva. Honda e Anno passarono molto tempo a supervisionare i modelli tridimensionali; anche nel loro caso furono fatti con molti dettagli, inserendo delle idee che Yamashita scartò al tempo della serie. Anno spesso aggiunse nuovi cut soltanto per mostrare questi nuovi dettagli, oltre che per i treni e altri dettagli meccanici in CGI[90]. Kobayashi si occupò di modellazione, Onizuka di animazione; dopo la conclusione della fase di storyboarding continuarono a fare cambiamenti e aggiunte, visto che lo stesso storyboard continuò a ricevere nuovi cut per diversi mesi, e anche il layout venne completamente rivisto. All'inizio inoltre gli edifici di Neo Tokyo-3 dovevano essere più semplici, ma Anno continuò a proporre nuove idee e fu difficile venire incontro alle richieste del regista sotto scadenze così strette[91]. Mano a mano che il lavoro procedette le linee guida di Anno diventarono sempre più chiare, e opere con effetti speciali come quelle di Ultraman funsero da guida nel processo[92].
Alla CGI e agli effetti visivi lavorarono inoltre Eiji Inomoto e Ryūta Undo. Undo si occupò della scena in cui compare Sachiel; Inomoto, rappresentante dell'azienda Orange, ebbe il compito di controllare il lavoro di tutti gli animatori della CG. All'inizio il personale chiese di animare i cut in cui Shinji usa il simulatore virtuale di battaglie, e verso marzo 2007 iniziarono a lavorare su Sachiel[93]. Undo era responsabile dei singoli cut, senza conoscere il flusso generale del film[94]. Alla fine fecero più cut in CG di quanto inizialmente previsto; essi lavorarono inoltre al lancio dell'Eva-01, all'espulsione dell'Entry Plug dello 00 e alle scene in cui comparono i VTOL. Quest'ultimi erano originariamente soltanto un terzo di quanti poi rappresentati nel prodotto finale; il personale disse loro di raffigurarli come un branco di pesci, quindi il loro numero aumentò in corso d'opera. Anche la maggior parte delle auto furono fatte in CG, e Anno si rivelò molto preciso nella scelta dei modelli[95]. Per i cut con i treni fecero venire Anno alla Orange, così da poter lavorare sul layout in tempo reale; alla fine dovettero anche fare ulteriori aggiustamenti alla Khara. I cut in questione erano particolarmente pesanti come file, e ci vollero due o tre giorni per il rendering; essi erano così pesanti che i membri del personale dovevano procedere con ogni parte separatamente, visto che le macchine non reggevano i documenti. Undo diventò responsabile anche dei fotogrammi con i trasformatori e ai vagoni visibili durante l'Operazione Yashima. All'ultimo minuto fecero anche degli aggiustamenti per controllare luci e ombre delle sequenze. Anche il Prog-Knife dell'Eva-01 fu reso in CGI[96].
Anche Atsuki Satō e Hibiki Watabe della Motor/lieZ si occuparono dell'Operazione Yashima. All'inizio i due artisti non si concentrarono soltanto su 1.0 e fecero contemporaneamente dei layout anche per gli altri film[97]. Satō si occupò inoltre, fra le altre cose, del logo della Khara, che come richiesto da Anno fece sullo stile di quello di Ultraman Taro[98]. Particolarmente ostica fu la realizzazione di Ramiel, che nel lungometraggio cambia la propria dimensione originaria di ottaedro in una grande varietà di sembianze. Per l'idea di base dell'angelo si prese a modello il microorganismo di Andromeda e un'immagine disegnata vent'anni prima da Takashi Watabe e risalente ai tempi di Le ali di Honneamise, raffigurante un oggetto quadrimensionale che si muoveva in un mondo a tre dimensioni[23]. La sua idea iniziale tuttavia si rivelò impossibile da realizzare; a febbraio 2007 inoltre Watabe interruppe il lavoro per dedicarsi a un altro progetto, riprendendo mano a maggio. Nello stesso periodo pervenne alla forma definitiva, invece che alla struttura quadrimensionale iniziale[99]. Gli storyboard di Higuchi erano molto grezzi e indicavano soltanto che Ramiel avrebbe dovuto trasformarsi in una forma impossibile da comprendere per chi vive in un mondo tridimensionale, dando dei problemi agli animatori. Fu difficile riprodurre l'idea di Higuchi, perché, a differenza dei soliti lavori in CG, gli animatori non riuscirono a trovare un riferimento specifico nel mondo reale. Vista la difficoltà Tsurumaki disegnò un grezzo della forma e del movimento da assegnare a Ramiel[100]. Ci furono diversi tentativi ed errori, dunque il prodotto finito si rivelò molto diverso dal primo schizzo[101].
Il processo fu anche in questo caso flessibile e non convenzionale[102]. Le immagini furono completate all'inizio di agosto 2007. Il programma finale si dimostrò serrato, e fu difficile assicurarsi che il layout finale, terminato a luglio, fosse coerente[103]. Gli artisti dichiararono inoltre di non essersi dovuti troppo preoccupare della coerenza del prodotto, quanto della sua efficacia comunicativa. Mentre lavoravano a Ramiel, ad esempio, ci fu un errore di rendering; i riflessi delle facce inferiori e superiori dell'angelo furono invertiti. Tsurumaki però disse di lasciar stare così, perché sarebbe piaciuto di più ad Anno[104]. Essi sovrapposero diverse immagini dello sfondo riflesso su Ramiel, stratificando diversi tipi di illuminazione; Satō e gli altri dovettero però aspettare gli sfondi fossero pronti, visto che tendevano ad arrivare più tardi del previsto[105]. Altra immagine difficile da realizzare in CGI fu quella delle luci dell'arcipelago giapponese che si spengono. Ci furono direzioni dettagliate in proposito fin dall'inizio, tenendo conto delle aziende elettriche e delle stazioni di ogni area. Furono calcolate le linee principali e le varie sezioni all'interno di ogni compagnia elettrica, facendo spegnere il sistema di conseguenza[106].
Come direttore degli effetti speciali fu nominato Shōichi Masuo. Masuo fu chiamato mentre stava ancora lavorando a Demonbane, dunque iniziò a lavorare un po' più tardi con la Khara rispetto agli altri, verso ottobre 2006. Per la serie televisiva furono già usati alcuni espedienti grafici con i mezzi allora disponibili, quindi per 1.0 si cercò di ricreare lo stesso gusto della serie del 1995, ma in forma digitale[107]. Egli cercò altresì di aggiungere cose inedite e mai viste nella serie classica[108]. Durante il processo adoperò soprattutto Adobe After Effects[109]. La CG fu integrata con disegni a mano; gli spruzzi delle onde, per esempio, vengono solitamente fatti in CG, ma secondo Masuo il processo non rende giustizia ed è graficamente insoddisfacente. Egli ricevette per questi dettagli delle richieste di cambio di texture, creando quindi il materiale in analogico; il disegno su carta venne poi scannerizzato, trasferito su software, elaborato e poi ritoccato digitalmente[110]. All'inizio Anno sembrò andare con calma, e soltanto negli ultimi mesi di lavoro gli iniziò a dare istruzioni più precise e nitide[109]. Venne usata molta CG per le parti apparentemente uguali a quelle vecchie; l'obiettivo fu quello di dare l'idea di cel-shading, ossia di dare l'illusione che nonostante la CG il tutto fosse disegnato in analogico. Particolarmente complicato si rivelò lavorare sugli edifici mobili di Neo Tokyo-3, che vennero trattati come fossero dei mecha. Masuo paragonò i palazzi alle costruzioni mobili di Stringay di Gerry Anderson, a degli edifici dei film del kaijū Mothra nonché alle torrette che escono durate l'intercettazione dei mostri di Gli eredi di King Kong[111]. Gli edifici e i pali furono infatti disegnati anche in tal caso come dei personaggi[108]. Non sempre il digitale si rivelò più veloce del tradizionale; particolarmente difficile per lui si rivelò rendere il muzle flash, cioè il lampo di luce generato dal calore e dalla pressione dei proiettili degli Eva, che invece in analogico avrebbe richiesto soltanto cinque minuti[111].
Il doppiaggio di You Are (Not) Alone iniziò ufficialmente il 31 luglio del 2007. Il doppiaggio si svolse agli studi della Tokyo TV Center[112], mentre il mix finale del suono fu fatto presso lo studio MA; le voci dei personaggi, la musica e gli effetti sonori, che furono registrati e lavorati separatamente, vennero fusi insieme per la prima volta. Le fasi finali di doppiaggio iniziarono il 22 agosto[113]. Durante la produzione vennero inserite delle pose chiave basate sulle informazioni del layout e delle immagini guida destinate al doppiaggio, facilmente riconoscibili per la diversa colorazione dei soggetti rispetto alle altre sequenze del film. Nei frame destinati al doppiaggio furono inclusi i nomi dei personaggi da doppiare e il tempo delle battute incorniciati in dei rettangoli[3]. Alle registrazioni assistette, oltre che il regista principale Anno, anche Masayuki; alle sessioni però questi fece poco, vista la forte presenza di Anno, limitandosi per lo più a riferire errori nella sincronizzazione dell'audio[114].
Al film partecipò inoltre Sayaka Ōhara, che doppiò diversi annunci di sottofondo di operatori senza nome, e che poi avrebbe continuato il Rebuild interpretando Sumire Nagara in Evangelion: 3.0 You Can (Not) Redo[121].
Il reparto fotografico fu un elemento chiave nel sistema produttivo del film[122]. Come direttore della fotografia fu scelto Susumu Fukushi della compagnia T2 Studio. Fukushi guardò Neon Genesis Evangelion per la prima volta nell'occasione. Una volta vista la serie classica giudicò il lavoro fatto dal personale il culmine dell'era della celluloide, sentendo impossibile partecipare al Rebuild e competere con essa. Egli rimase parzialmente insoddisfatto dei propri risultati ed ebbe difficoltà; nonostante i suoi sforzi sentì che l'atmosfera e il sapore dell'originale andarono persi, come se ci fosse «un muro invalicabile»[122]. Secondo Fukushi infatti il digitale ha il vantaggio di controllare tutti gli elementi, eliminando però il caso, componente a suo dire importante del processo[122]. Il digitale permise comunque di implementare le immagini, unirle agli sfondi e sovrapporre il lavoro di camera diretto dal regista. Anche i personaggi e i mecha elaborati attraverso la CG passarono attraverso uno stadio compositivo con materiali simili per tipologia ai rodovetri[3]. Nella fase di composizione il personale fece ricorso a diverse tipologie di effetti tipografici, per lo più filtri ed effetti luminosi come la sfocatura, il vetro d'onda (o deformazione irregolare) e l'esposizione multipla. Altri effetti che furono usati furono la luce trasmessa, che investe un soggetto a partire dalla parte superiore, il para e il flare: con il para una porzione di superficie sembra rivestita di paraffina, mentre il flare prevede l'inserimento di luce diffusa[3].
Il regista e il personale inizialmente non diedero direttive particolari sulla fotografia. Per dei particolari cut però Fukushi si diresse personalmente alla Khara; Anno e Tsurumaki si sedevano accanto a lui facendo aggiustamenti, dunque il processo si svolse cut dopo cut senza una politica generale ben definita[123]. Solo con il tempo emersero i gusti di Anno, e alla fine Fukushi passò la maggior parte del tempo in presenza del regista a regolare i para e i flare[124]. Fukushi dovette prestare attenzione in particolare alle parti luminescenti dell'Eva-01; esse richiesero un effetto fotografico inserito come maschera digitale, cioè luce trasmessa e esposizione multipla[3]. La parte superiore dello schermo nelle battaglie notturna fu resa più scura, così da enfatizzare il senso di immensità. Anno chiese di disegnare il paesaggio urbano delle scene prima con un cielo luminoso, così da non far perdere i dettagli, per poi scurirlo in un secondo momento[124].
Gli effetti sonori invece furono curati da Tōru Noguchi, un membro di una società chiamata Anime Sound. Noguchi aveva già lavorato all'edizione Renewal della serie, in cui si dovette rifare l'audio in suono surround 5.1; per la Renewal ci furono diverse difficoltà, vista la massiccia presenza di dialoghi sovrapposti e di informazioni sonore tipica dello stile di Anno, dunque Noguchi cercò almeno all'inizio di sottrarre delle informazioni sonore per 1.0 e rendere il suono più comprensibile agli spettatori[112]. Anche Noguchi ebbe diverse richieste da parte di Anno, dunque lavorò e modificò fino all'ultimo minuto[125]. In un primo momento pensò di ricalcare semplicemente i suoni della serie televisiva e estenderli per un'uscita cinematografica, ma alla fine uscì qualcosa di molto diverso. Il processo non fu semplice ed egli trovò parecchie difficoltà fino alla fine del processo, visto che dovette lavorare su un prodotto già esistente[126]; durante la produzione Noguchi pensò anche di abbandonare, ma, visto che questo sarebbe stato un male per la King Records e le altre persone che avevano lavorato, esitò[127]. Egli iniziò a pensare a cosa fare già quando ricevette lo storyboard, anche se all'epoca aveva solo qualche vaga informazione in proposito. Per l'angelo Ramiel, che emette una voce femminile, riprese una istruzione presente già ai tempi della serie televisiva. Durante le sue trasformazioni inoltre egli inserì un rumore metallico, anche se il regista non disse nulla di particolare in proposito. Per il suono dello shield dell'angelo egli evitò il rumore da trapanamento usato per la serie sovrapponendo invece vari suoni, fra cui un elemento vocale e un suono simile a quello di un raggio[128]. Particolarmente difficile fu la modulazione del suono della mitragliatrice dell'Eva-01; Noguchi ebbe inoltre molte richieste da Masayuki e fu difficile per lui trovare il giusto equilibrio. Per il rumore del Positron Rfile invece cercò di mantenere il più possibile quello originale[129]. Anno gli diede anche delle specifiche sui tipi di treni usati nelle varie scene, facendo un piano dettagliato di come il suono sarebbe cambiato di conseguenza. Per il treno visibile durante una visione onirica di Shinji invece gli chiesero di usare il suono registrato dalla videocamera digitale per Shiki-Jitsu, un film del 2000 diretto anch'esso da Anno[130].
Come montatore del lungometraggio fu chiamato Hiroshi Okuda, specializzato in film live action. Egli aveva precedentemente lavorato con Anno in diverse produzioni, come Nadia, il segmento live action di The End of Evangelion e il film Love & Pop. Il montaggio grezzo fu fatto in un primo momento da Ikki Todoroki, assistente alla regia, e da lì subentrò lui[131]. Okuda usò Avid Technology[132] e lavorò al montaggio anche mentre era in corso il doppiaggio, nonostante il programma di registrazione avesse superato la scadenza[133]. Quando mise insieme il lungometraggio uscì una pellicola lunga due ore e mezza; Toshimichi Ōtsuki però richiese di concludere il film attorno ai novanta minuti, dunque Okuda ridusse molto la prima metà. Per il montatore fu difficoltoso decidere dove inserire la scena del test d'attivazione di Rei, ma grazie al digitale e alla sua velocità si fecero diverse prove, che gli consentirono di sperimentare e di avere più versatilità rispetto ai suoi precedenti lavori[134].
La colonna sonora di Evangelion 1.0 fu curata da Shirō Sagisu, già compositore delle musiche per la serie televisiva originale[135]. Sagisu, avvezzo a non cercare troppe informazioni sulla sceneggiatura dei film a cui lavora, per You Are (Not) Alone lesse attentamente gli storyboard e iniziò subito a mettersi all'opera, visto che già dopo la dichiarazione d'intenti di Anno del 2006 gli fu subito chiaro cosa fare[136]. Come prima cosa andò alla King Records per recuperare e copiare gli spartiti originali, rivedendo i DVD della serie classica per l'occasione[137]. Parlò subito di Anno sul da farsi; egli si recò alla Khara per discutere della colonna sonora per la prima volta il 16 marzo 2007[113]. Come prima cosa il regista gli disse che la musica doveva avere «spessore e profondità». Successivamente Sagisu andò a Parigi e incominciò il lavoro vero e proprio, registrando delle demo a Londra[138]. Anno diede molte direttive in proposito, fornendo istruzioni precise su musica, inquadrature, tempi e lunghezze nelle fasi più importanti di registrazione[139].
Per scrivere le canzoni e registrare le demo ci mise cinque settimane da aprile, e poi altre dieci per registrare i definitivi[137]. Anche le vecchie canzoni furono riarrangiate e registrate da zero; visto l'avanzamento della tecnologia il lavoro fu semplificato rispetto a quello della serie, e il personale poté vedere, sentire e controllare il prodotto anche nelle fasi intermedie di produzione[138]. Quando si tagliava fisicamente il nastro non c'era poi molta scelta in analogico, mentre per 1.0 l'artista riscontrò più possibilità di abbinamenti e di sperimentazione[140]. L'11 maggio il compositore inviò una demo della colonna da Londra allo studio Khara[113]. Le sessioni di registrazione a Londra terminarono all'inizio di luglio e si spostarono poi a Tokyo, ove le musiche furono poi completate[113]. La musica fu infatti registrata agli Abbey Road Studios di Londra[141] e poi masterizzata a Los Angeles[142]. Il compositore si affidò a Londra perché trovò gli studi inglesi più avanzati e affidabili di quelli giapponesi e per la disponibilità di microfoni per i canali 5.1; a Londra inoltre poté mettere uno schermo sul podio per potersi sincronizzare con il video[143]. Ad alcune tracce furono dati titoli in francese, ad altre in inglese, a seconda di dove stava lavorando lui in quel momento[144]
La cantante giapponese Hikaru Utada cantò i due brani principali, ossia Beautiful World[145][146], musica dei titoli coda del film, e una sua vecchia versione del pezzo classico Fly Me to the Moon, già sigla di chiusura della serie originale, usato poi nel primo trailer del lungometraggio[147]. Entrambi i brani vennero successivamente inclusi nel singolo di Utada Beautiful World/Kiss & Cry, pubblicato in Giappone il 29 agosto 2007[148][149]. Utada aveva già menzionato pubblicamente Evangelion in precedenza, motivo per cui fu poi notata e chiamata dalla produzione[150]. Beautiful World fu accolta positivamente dai critici, che elogiarono il testo[151] e l'interpretazione di Utada[152][153]; il pezzo raggiunse il secondo posto nelle classifiche settimanali di Oricon[154], ricevette il disco di platino per le copie fisiche vendute (250 000)[155] e il disco di diamante (o "Million") per un milione di download digitali certificati[156]. Tutta la colonna sonora del film fu poi inclusa in due album, assieme alle canzoni di Hikaru e dei brani di Kotono Mitsuishi provenienti dagli album della doppiatrice e presenti in alcune scene del lungometraggio[157]. Il primo, Shiro Sagisu: Music from "Evangelion: 1.0 You Are (Not) Alone", fu pubblicato dalla King Records il 26 settembre del 2007[158]; il secondo, Evangerion Shin Gekijōban: Jo Original Soundtrack (ヱヴァンゲリヲン新劇場版:序 オリジナルサウンドトラック?), contiene altri pezzi che compaiono nel lungometraggio ma non inclusi nel precedente e fu pubblicato il 21 maggio dell'anno seguente[159].
Il film venne annunciato il 10 settembre 2006 sulla rivista Newtype[160], ed era inizialmente previsto per l'inizio dell'estate dell'anno seguente[33]. In occasione dell'uscita Anno pubblicò una lettera con una dichiarazioni d'intenti del film e della saga del Rebuild, che venne poi esposta in formato poster in cinquanta cinema giapponesi[161]. Il 17 febbraio 2007 venne pubblicato uno special[162] in cui fu annunciato che il film sarebbe uscito quasi a fine stagione, il 1º settembre[163]. Un secondo capitolo dello special è poi uscito il 23 marzo[164]. Altri due special per l'uscita del Rebuild furono pubblicati a fine febbraio e a fine aprile. Dei biglietti in prevendita furono resi disponibili il 28 aprile[165][166], anche se la prevendita ufficiale iniziò il 9 giugno[167]. Il primo trailer per l'uscita, in cui venne inclusa la Fly Me To The Moon (In Other Words) -2007 Mix - di Utada Hikaru, fu pubblicato il 17 luglio[168][168]. Un secondo trailer uscì l'11 agosto[169]; nel secondo furono inserite immagini ritraenti Kaworu Nagisa e la canzone Beautiful World, anch'essa cantata da Hikaru. Prima dell'uscita la Khara collaborò con diverse società per promuovere l'imminente arrivo del lungometraggio nelle sale[170][171], fra le quali la rivista di musica Rolling Stone[172], Pizza Hut[173][174], Doritos[175][176], CC Ueshima Coffee[177][178] e Frito-Lay[179]; molte di tali marche furono poi aggiunte in delle scene del film[180]. L'UCC Coffe, in particolare, aveva già collaborato con la Gainax durante l'uscita della vecchia versione cinematografica nel 1997 con delle lattine a tema personaggi di Evangelion; per l'uscita di Evangelion 1.0 vennero messe in commercio trecentomila casse di caffè, corrispondenti a circa nove milioni di lattine[181]. Secondo Toshimichi Ōtsuki invece non si fecero grandi accordi pubblicitari, cercando di dare al cliente una sensazione di esclusività, come se dovesse lottare per vedere il lungometraggio o comprare gli opuscoli ufficiali[182].