29. Waffen-Grenadier-Division der SS "Italia"
Simbolo della divisione
Descrizione generale
Attivasettembre 1944 - aprile 1945
NazioneBandiera della Germania Germania
ServizioWaffen-SS
TipoGranatieri
RuoloTruppe d'assalto
Dimensione18 000 uomini
SoprannomeItalia
MottoSacrosanta lotta del sangue contro l'oro - del lavoro contro il capitalismo - dello spirito contro la materia
Battaglie/guerreSeconda guerra mondiale:
DecorazioniMedaglia d'argento al valor militare
Parte di
ott. 1944: Armee Ligurien
Reparti dipendenti
Waffen-Grenadier-Regiment SS 81
Waffen-Grenadier-Regiment SS 82
Waffen-Artillerie-Regiment SS 29
Füsilier-Bataillon 29 "Debica"
Panzerjäger Bataillon 29
SS-Pionier-Kompanie 29
SS-Nachrichten-Kompanie 29
SS-Ersatzbataillon
Offiziersbataillon
Comandanti
Dal 1944 al 1945Pietro Mannelli
Peter Hansen
Gustav Lombard
Constantin Heldmann
Erwin Tzschoppe
Domenik Luserne von Staufen
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La 29. Waffen-Grenadier-Division der SS (italienische Nr. 1) fu la seconda unità delle Waffen-SS a portare il numero 29, per trasformazione di unità di rango minore il cui primo nucleo risale al novembre 1943, la Waffen-Grenadier-Brigade der SS (italienische Nr. 1). La divisione, formata prevalentemente da volontari italiani, era anche chiamata "Italia".

Storia

La 29. Waffen-Grenadier-Division der SS nasce ufficialmente come divisione nel settembre del 1944, seconda unità SS a portare il numero 29. La prima era stata la Waffen-Grenadier-Division der SS (russische Nr. 1), formata da volontari russi dell'unità Waffen Sturm Brigate RONA, comandata dal famigerato Bronislav Kaminskij. Questa divisione derivava dalla prima formazione russa che aveva combattuto per i tedeschi ed ebbe una pessima reputazione, tra le peggiori che un'unità SS potesse avere. Fu disciolta prima che la sua formazione definitiva fosse portata a compimento.[1]

Italienische Waffenverbände der SS

Il 18 settembre 1943, con la nascita di un nuovo Stato italiano fascista (Repubblica Sociale Italiana) nei territori non ancora occupati dagli Alleati, il problema della formazione di nuove unità combattenti si fece subito sentire. Così, Himmler ordinò di radunare tutti i militari italiani che volessero ancora continuare a combattere; il 24 settembre essi vennero inquadrati nella Italienische Waffenverbände der SS, ("Legione SS Italiana") unità affiliata alle Waffen SS. La sua funzione era quella di raggruppare, organizzare e addestrare tutti gli italiani che intendevano continuare a stare al fianco della Germania. Ufficiali di grande esperienza e veterani di molti fronti furono chiamati da altre unità delle Waffen SS. Il colonnello Franz Binz prese il comando della prima unità divisionale italiana "caccia panzer".

Waffen Miliz

Mussolini, nei colloqui con Hitler, chiese la formazione di due divisioni di volontari italiani da inquadrare nelle Waffen SS e da utilizzare al fronte contro gli Alleati. Il 2 ottobre 1943 Himmler emise un ordine speciale per la formazione delle prime unità di milizia italiana, dove vennero in parte accolte le richieste del Duce: prima della formazione della prima divisione, si sarebbero dovuti formare dei battaglioni, da usare subito nella lotta contro i partigiani nel nord Italia; pacificata l'area, i battaglioni sarebbero stati trasferiti nuovamente ai campi di addestramento per formare i primi reggimenti. Dopo il loro impiego sul fronte italiano, si sarebbe formata la prima divisione da impegnare contro gli alleati.

La seconda divisione avrebbe dovuto vedere la luce un anno dopo. Himmler stabilì che i volontari della milizia avrebbero portato l'uniforme italiana, con le spalline e i gradi delle SS su fondo rosso (invece del normale nero). Nel frattempo, le forze alleate occuparono quasi completamente tutto il sud Italia, comprese le isole. Venne subito avviata una vasta campagna di propaganda per arruolare il maggior numero di volontari possibile, tenendo anche conto che nello stesso periodo si stava discutendo circa la nascita di un nuovo esercito per la Repubblica Sociale Italiana. Il 9 ottobre 1943, al campo di Münsingen, erano già presenti circa 13 000 volontari e di lì a poco sarebbero arrivati a circa 15 000. Essi erano vari nuclei di volontari provenienti da cinque località:

Il console Paolo De Maria al comando dell'89ª Legione Camicie Nere di stanza a Spalato

A capo dell'unità di formazione e addestramento venne posto il Brigadeführer Peter Hansen (comandante di brigata). Per motivi di salute venne sostituito temporaneamente dal Standartenführer Gustav Lombard (comandante di reggimento). Come comandante superiore dell'unità d'assalto venne designato l'Obersturmbannführer Eugen von Elfenau. Per l'identificazione di questi primi reparti venne scelto il nome di Waffen Miliz (milizia armata), l'unità combattente della "Italienische Waffenverbände der SS" (Legione SS Italiana). Una volta terminato l'addestramento, i volontari giurarono fedeltà a Hitler e tornarono in Italia a novembre, dove furono messi sotto il comando Karl Wolff (comandante delle SS e della polizia in Italia) e Peter Hansen, il primo comandante della Waffen Miliz.

1. Sturmbrigade der Italienische Freiwilligen Legionen

Legionari delle SS italiane in esercitazione con un mortaio da 81 nell'estate 1944

Nel gennaio del 1944 la Legione venne mandata in Italia a Biella, dove ebbe un secondo addestramento. Alla fine della formazione, nel febbraio 1944, nell'ambito di una riorganizzazione decisa dall'Obergruppenfuhrer Karl Wolff, la Italienische Waffenverbände der SS fu trasformata in brigata d'assalto e designata come 1. Sturmbrigade der Italienische Freiwilligen Legionen. I soldati mantennero solitamente la vecchia divisa del Regio Esercito, a cui aggiunsero le doppie rune delle SS su sfondo rosso invece che nero (era nero solo per i soldati del battaglione Debica e dei volontari che combattevano in prima linea).

Nel marzo del 1944 il battaglione "Vendetta", facente parte del reggimento comandato del tenente colonnello Carlo Federigo Degli Oddi, fu schierato a Nettuno. Il reggimento combatté duramente contro gli Alleati durante lo sbarco, tenendo un fronte di oltre 4 km per 70 giorni e infliggendo ingenti perdite agli Anglo-Americani. Nel corso degli scontri 340 dei 650 volontari delle SS persero la vita. Ai legionari italiani, per il notevole valore dimostrato, fu permesso dall'alto comando tedesco di fregiarsi delle rune SS sul classico sfondo nero, il che li integrò ufficialmente nelle Waffen-SS; il legionario Pio Filippani Ronconi, nel dopoguerra noto iranista e indologo, ottenne la Croce di Ferro per la battaglia alla testa di ponte di Anzio.

Waffen Grenadier Brigade der SS (italienische Nr. 1)

Dopo questa campagna sulla linea Anzio e Nettuno, le SS tornano in operazioni di repressione antipartigiana in tutta la Repubblica Sociale Italiana. Nel luglio 1944, le SS italiane presero parte anche alla difesa della linea Gotica. Il 7 settembre 1944 la divisione fu rinominata Waffen Grenadier Brigade der SS (italienische Nr. 1) e il 23 dello stesso mese il battaglione comandato da Degli Oddi, nel frattempo rientrato dal fronte di Nettuno, fu decorato con la medaglia d'argento al valor militare (il battaglione "Vendetta" venne rinominato in "Nettuno" dal nome della zona in cui operò coraggiosamente). Nel dicembre del 1944, quando gli alleati arrivarono a pochi chilometri dalla Pianura Padana si attuò un'operazione di "pulizia" delle retrovie, per mantenere intatte le vie di comunicazione. A questa missione presero parte il battaglione "Debica" e il battaglione "Nettuno" (quest'ultimo aveva partecipato alla difesa di Roma sul fronte Anzio-Nettuno). I due battaglioni si fusero formando il gruppo di combattimento Binz, dal nome del comandante Franz Binz. Il battaglione si stabilì nel piacentino dove effettuò operazioni di contrasto alle attività partigiane .

29. Waffen-Grenadier Division der SS (italienische Nr. 1)

Nel marzo del 1945 la brigata si trasformò ufficialmente nella 29. Waffen-Grenadier Division der SS (italienische Nr.1). Il 25 aprile, in seguito allo sfondamento della linea del fronte da parte degli americani, il colonnello Binz dispose il ripiegamento che si svolse a stretto contatto con il nemico. I soldati si ritirarono nel Lodigiano finché non raggiunsero Gorgonzola; qui, completamente circondata da carri armati statunitensi, la divisione si arrese.

Altri arruolamenti

Dopo l'armistizio i militari italiani che volevano continuare a combattere al fianco dei militari tedeschi vennero inquadrati nella "Italienische Waffenverbande der SS", unità affiliata alle Waffen SS, la gran parte dei soldati fu assegnata a questo corpo, ma altri fecero parte di altre divisioni tedesche:

Comandanti

Grado Nome Inizio Fine
SS-Brigadeführer Pietro Mannelli (settembre 1944 settembre 1944)
SS-Brigadeführer Peter Hansen (settembre 1944 ottobre 1944)
SS-Brigadeführer Gustav Lombard (ottobre 1944 novembre 1944)
SS-Standartenführer Constantin Heldmann (novembre 1944 10 febbraio 1945)
SS-Standartenführer Domenik Luserne von Staufen (febbraio 1945 9 maggio 1945)

Ordine di battaglia

Note

  1. ^ Bishop, p. 177.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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