Nettuno
comune
Nettuno – Stemma
Nettuno – Bandiera
Nettuno – Veduta
Nettuno – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lazio
Città metropolitana Roma
Amministrazione
SindacoAntonio Reppucci (commissario prefettizio) dal 7-12-2022
Territorio
Coordinate41°27′27″N 12°39′40″E / 41.4575°N 12.661111°E41.4575; 12.661111 (Nettuno)
Altitudine11 m s.l.m.
Superficie71,64 km²
Abitanti48 259[2] (30-11-2023)
Densità673,63 ab./km²
FrazioniBorgo, Scacciapensieri, Canala, Cioccati, Piscina Cardillo, Tre Cancelli, San Giacomo, Santa Barbara, Zucchetti, Loricina, Eschieto, Cadolino
Comuni confinantiAnzio, Aprilia (LT), Latina (LT)
Altre informazioni
Cod. postale00048
Prefisso06
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT058072
Cod. catastaleF880
TargaROMA
Cl. sismicazona 3A (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona C, 1 255 GG[4]
Nome abitantinettunesi

[1]

Patronosan Rocco, Madonna delle Grazie, santa Maria Goretti.
Giorno festivo16 agosto, Primo sabato di Maggio.
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Nettuno
Nettuno
Nettuno – Mappa
Nettuno – Mappa
Posizione del comune di Nettuno nella città metropolitana di Roma Capitale
Sito istituzionale

Nettuno è un comune italiano di 48 259[2] abitanti della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio.

Geografia fisica

Territorio

Si trova al confine tra la Campagna romana e l'Agro Pontino. È una città del litorale laziale ed è bagnata dal Mar Tirreno. Nel territorio comunale scorrono il canale Loricina e il fiume Astura, che segna il confine meridionale con il comune di Latina.

Sul territorio comunale sono stati rinvenuti diversi minerali; il più rilevante, per il quale è definita località tipo, è la perrierite-(Ce)[5].

Clima

NETTUNO Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 11,813,315,818,621,726,028,428,325,822,517,113,712,918,727,621,820,3
T. min. media (°C) 4,35,26,39,011,915,718,418,216,313,19,15,95,19,117,412,811,1

Dalla stazione meteorologica di Ardea

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Antium.

Età latino-volsca

Precedentemente ritenuta di origine saracena, la scoperta di insediamenti pre-romani fanno ritenere che la zona dell'attuale Nettuno fosse già un settore periferico dell'antica citta di Anzio.[6]

Anzio, in latino Antium, venne fondata da genti di etnia latina agli inizi del primo millennio a.C., e in seguito venne occupata dai Volsci, insediatisi nella regione agli inizi del V secolo a.C. La Anzio volsca era situata a breve distanza dal mare, presso la località Le Vignacce (nella frazione di Santa Teresa dell'attuale Anzio). La città era probabilmente dotata di mura e tre porte di accesso: una in direzione di Roma, una verso il mare e una verso Astura.[7]

Anzio possedeva un porto, chiamato Cenone (in latino Caenon), un oppidum fortificato che fin dal periodo latino fungeva da arsenale navale, da foro per il mercato e da deposito per i viveri[8]; fondamentale punto strategico, da esso partivano le scorrerie piratesche per il Mediterraneo. La localizzazione del porto è tuttora ignota, alcune fonti la pongono presso la foce del fiume Loricina, dove oggi sorge il borgo medievale di Nettuno; altre a Capo d'Anzio, dove poi è sorto il porto neroniano[9], o alla foce del piccolo fiume Sant'Anastasio (in località Colle Rotondo, nell'attuale Anzio).[10]

Anzio, che nel periodo volsco osteggiò lungamente Roma, per lungo tempo fu la capitale dei Volsci anziati (stanziati sulla costa tirrenica, e distinti dai Volsci ecetrani, dell'entroterra); fu dunque alla guida di altre città divenute volsche e intraprese una lunga belligeranza che vide numerosi episodi, tra cui il più noto è quello del patrizio Gneo Marcio Coriolano, il quale, in esilio presso gli Anziati[11], fu accolto dal nobile Attio Tullio e con lui concordò la guerra contro Roma; entrambi furono eletti, dalle città volsche, condottieri delle loro truppe, e Gneo Marcio, tra il 489 a.C. e il 488 a.C., portò i Volsci ad arrivare al IV miglio della via Latina[12]. Ad Anzio Coriolano fu poi ucciso, mentre si apprestava a difendere il proprio operato al Foro[13].

Nel 484 a.C., nel territorio antistante la città, i Volsci inflissero in battaglia una dura sconfitta alle legioni romane, condotte da Lucio Emilio Mamercino, costringendole ad una imbarazzante fuga notturna[14].

Nel 469 a.C., i Romani conquistarono e devastarono la città di Cenone[15]. Nel 468 a.C., dopo aver perso la seconda battaglia di Anzio, gli Anziati si arresero ai Romani, che stabilirono un presidio armato in città[16]. L'anno seguente Roma dedusse una colonia di diritto latino nel territorio di Anzio[17], che in seguito, nel 459 a.C., in una battaglia sanguinosa assediò nuovamente e conquistò, dopo che i Volsci anziati coi coloni romani si erano ribellati al suo controllo; la città fu depredata, i maggiori responsabili della rivolta uccisi[18][19].

Dopo lunghe ostilità, Anzio fu definitivamente annessa allo Stato romano.

Età romana

Planimetria di Anzio in età romana

Anzio, che era stata tra le prime colonie romane (fu dedotta come tale nel 338 a.C.), ospitò, tra i romani più eminenti che vi costruirono bellissime ville in riva al mare, tra cui Cicerone e Mecenate. Furono soprattutto gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia ad avere frequenti contatti con la città marittima. Meno di dieci anni dopo la morte di Nerone, avvenuta il 9 giugno dell'anno 68, Anzio era però già in decadenza.

Costruzioni

Essendo destinata allo svago e al riposo dei nobili romani[20], la Anzio romana era estesa da Capo d'Anzio fino a Capo d'Astura, ossia tutto il territorio ora occupato dalle due attuali città di Anzio e Nettuno:

Templi

Anzio aveva molti templi dedicati alle divinità pagane; diversi erano anche situati in varie località dell'attuale Nettuno:

Strade

Il Medioevo

Il borgo medievale di Nettuno.

Tra il V e VI secolo Anzio, fra molte altre, fu oggetto di saccheggio e distrutta prima dai Vandali e poi dagli Ostrogoti di Vitige, che seminavano morte e distruzione per il Lazio[29].

Nel 537, quando gli Ostrogoti di Vitige occuparono Porto, le navi romane dovevano approdare nel già danneggiato porto di Anzio per consentire il traffico di merci per Roma.[30]

Il decadimento dovuto alle invasioni barbariche e le successive invasioni da parte dei Saraceni, spinsero gli abitanti ad abbandonare Anzio.

Tra il IX e il X secolo una colonia proveniente dalle isole napoletane si insediò nell'area delle rovine dell'antico tempio del Dio Nettuno, probabilmente attirata dalla pesca ubertosa del litorale, e vi formò un castello, detto di Nettuno in onore proprio dell'antico tempio. Nel Medioevo il castello fu quindi l'unico abitato a rappresentare l'eredità della vecchia Antium.[31]

I feudatari di Nettuno furono inizialmente i conti Tuscolo, poi i monaci di Grottaferrata, gli Orsini e i Frangipane.[31]

Con i Frangipane si ebbe la costruzione di due torri costiere, con funzione di difesa da possibili attacchi dei Saraceni:

Torre Astura

Nel 1427, dopo la morte di Rinaldo Orsini, viceré degli Abruzzi, Antonio Colonna divenne signore di Nettuno e di Astura grazie a papa Martino V.

L'età moderna

Il litorale di ponente di Nettuno visto dal borgo.

Nel XVI secolo Nettuno non era altro che un piccolo centro abitato, circondato da mura e da torri, e al cui centro sorgeva la chiesa di San Giovanni.

Nel 1501 subentrarono i Borgia, con papa Alessandro VI, dopo che quest'ultimo confiscò i possedimenti dei Colonna a causa della loro amicizia con i francesi. I Borgia in quell'anno affidarono ad Antonio da Sangallo la costruzione di una fortezza, vicina al castello, detta appunto Forte Sangallo (o fortezza di Nettuno), per difendere lo Stato Pontificio dagli assalti di predoni, corsari, pirati arabi e africani. Di fronte alla fortezza c'era il convento di San Francesco. E poi si stendeva una vasta campagna di circa 70 chilometri quadrati.[32]

I residenti nel territorio di Nettuno erano poche centinaia e molti in quel periodo vi migrarono dall'Abruzzo e dal napoletano, per la coltivazione del grano, la raccolta dell'uva, il taglio della legna, la produzione del carbone e la pesca. C'era una discreta economia, tale da assicurare ai suoi feudatari rendite ragguardevoli: grano, vino, orzo, legna e carbone, minerali, pelli conciate, lana, prodotti che venivano imbarcati dal porto di Astura, per andare verso Napoli o Pisa.

I Colonna si riappropriarono del feudo nel 1503, anno della morte di papa Alessandro VI. Il nuovo pontefice Giulio II Della Rovere, alleato dei Colonna, d'intesa con questi, ordinò di eseguire l'esplorazione del territorio nettunese. Si scoprirono molte vestigia antiche che furono portate via, come la statua di Apollo, ora nel Museo Vaticano; il gladiatore combattente che portava scolpito il nome dello scultore Agasia; il Dositeo da Efeso, che si trova ora nel museo del Louvre a Parigi; il gladiatore moribondo, ora al museo capitolino; la statua del dio Nettuno, che si trova al museo Lateranense; Cibele (oggi nella Villa Doria Pamphilj, fuori dal Gianicolo), ed altre pregevolissime opere d'arte.

Secondo la tradizione, nel 1550 approdò alla foce del fiume Loricina, la statua di legno della Madonna col Bambino, la famosa Madonna delle Grazie di Nettuno, che veniva trasportata dall'Inghilterra a Napoli, per sottrarla alle persecuzioni di Enrico VIII contro i cattolici, in seguito allo Scisma anglicano.[32]

Nella seconda metà del Cinquecento il feudo di Nettuno passò a Marcantonio Colonna, famoso per la sconfitta inflitta ai turchi nella battaglia di Lepanto nel 1571. Egli, su ordine di papa Pio IV, fortificò ulteriormente il litorale con altre due torri costiere: Tor Materna e Tor di Caldano.[33]

Nel 1575 papa Gregorio XII, in occasione del Giubileo, notati gli sguardi dei pellegrini alle vesti di foggia saracena delle ragazze di Nettuno, ordinò loro di indossare vesti più lunghe: la Camera Apostolica pagò di suo pugno le modifiche alle vesti delle nettunesi, e si dovette ricorrere alle minacce per farle indossare.

Nel 1594 Nettuno, Astura e tutte le terre contigue vennero vendute da Marcantonio III Colonna alla Camera Apostolica per quattrocentomila scudi e papa Clemente VIII informò i nettunesi di questo suo acquisto tramite una lettera, nella quale promise di disboscare e ridurre a cultura tutto il territorio, per farlo più prospero. Venne quindi istituito il "Comune di Nettuno", che ereditò l'intero territorio dell'antica Anzio. Inoltre, il papa incaricò il cardinale Bartolomeo Cesi di provvedere a salvaguardare lo scarso patrimonio edilizio della borgata. Egli costruì presso Capo d'Anzio la prima delle storiche ville cardinalizie di Anzio e Nettuno, Villa Cesi (passata poi ai Pamphili e oggi nota come Villa Adele).[34]

Mappa risalente al 1627 del Comune di Nettuno, "una volta Anzio".

Nel biennio 1625-1626 lo Stato Pontificio restaurò il borgo e ricostruì il baluardo di S. Rocco.

Nel 1656 l'epidemia della peste decimò più di mille nettunesi. Venne istituito il Monte Frumentario, per la distribuzione del grano ai più poveri.

Nel 1661, il vescovo di Albano Laziale diede inizio alla tradizionale e solenne processione della Madonna delle Grazie; inizialmente la prima domenica di maggio.

Nel 1674, venne costruita Villa Costaguti (oggi Villa Borghese) dal cardinale Vincenzo Costaguti.

Tra il 1697 e il 1700 il pontefice Innocenzo XII fece costruire il nuovo porto di Anzio. Egli acquistò tutta la valle intorno al nuovo porto (comprendente anche Villa Pamphili e la torre d'Anzio), che prese il nome di Porto d'Anzio. Mentre il resto del territorio comunale era gestito dal governo di Nettuno, Porto d'Anzio era giurisdizionalmente indipendente, immune a dazi e amministrata da un Protettore nominato direttamente dalla Curia.[35]

Tratto di costa tra Nettuno e Porto d'Anzio, con l'arsenale militare, Villa Pamphili, Villa Costaguti, il Forte Sangallo e il Castello di Nettuno

Nel 1809 Napoleone Bonaparte annesse lo Stato Pontificio e Nettuno entrò a far parte dell'arrondissment di Velletri del Dipartimento di Roma. Nell'ottobre del 1813 la costa di Nettuno e Porto d'Anzio venne bombardata dagli inglesi, che avevano violato il blocco continentale imposto da Napoleone.[36]

Nel 1815, sconfitto Napoleone, venne ristabilito lo Stato Pontificio.

Nel 1827, in seguito ad una riforma amministrativa dello Stato Pontificio, Nettuno venne accorpata a Porto d'Anzio, istituendo il "Comune di Nettuno e Porto d'Anzio"[36], facente parte della Comarca di Roma.

Nel 1831 la signoria di Nettuno e Porto d'Anzio passò dalla Camera Apostolica ai Borghese.

Nel 1856, per astii interni, gli abitanti di Porto d'Anzio, i cosiddetti portodanzesi, chiesero la scissione dalla città di Nettuno; papa Pio IX acconsentì a questa loro richiesta e nel 1857 decretò l'istituzione del Comune di Anzio, che ottenne circa un quarto del preesistente Comune di Nettuno e Porto d'Anzio. La sede del vicegoverno rimase comunque a Nettuno.[36]

Nel 1870 Nettuno, seguendo le sorti dello Stato della Chiesa di cui era parte, venne definitivamente inglobato nel Regno d'Italia.

Nel 1889 venne costruito il collegamento ferroviario tra Nettuno e Roma.

L'inizio del Novecento

Il borgo di Nettuno, visto dal lungomare Matteotti.

Nel 1900 arrivò nelle strade del centro cittadino la corrente elettrica, che solo negli anni successivi si estese anche alle zone periferiche del paese.

Nel 1901 il ministro dell'Interno Giovanni Giolitti concesse al comune di Nettuno l'uso di una propria bandiera: un telo quadrato di seta celeste e verdemare, con l'asta blu, sormontata dal dio Nettuno.

Il 6 luglio 1902 morì nell'ospedale Fatebenefratelli la piccola Maria Goretti, colpita a morte il giorno prima da Alessandro Serenelli, nella masseria di Conca. Fu canonizzata nel 1950 da papa Pio XII.

Nell'estate-autunno del 1903, Gabriele D'Annunzio fu ospite dei Borghese nella villa Bell'Aspetto (Villa Borghese).

Ai primi del Novecento, la città andava sviluppandosi verso levante, con la ricostruzione del santuario a San Rocco e del municipio, sito in via San Rocco, ora via Matteotti. Attualmente lo stabile versa in condizioni di profondo degrado, dovute all'età.

Il 15 luglio 1904 morì fra Orsenigo, principale promotore dell'ospedale Fatebenefratelli, portando il suddetto nosocomio ad un periodo di crisi: il Sanatorium finì con il cessare le attività; sopravvisse però come Casa della Salute. Padre Benedetto Menni, fondatore delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore, continuò l'attività di accoglienza. Nel 1921 l'ospedale fu venduto al Vaticano. Da allora si chiamò Casa della Divina Provvidenza e della sua gestione si occupò il Comitato Romano di Previdenza e Assistenza Sanitaria, che lo affidò alle suore del Piccolo Cottolengo. Il 2 giugno 1943 papa Pio XII decise poi di ripristinare l'ospedale, ma ciò non avvenne. In piazza San Francesco venne istituito un pronto soccorso, proprio dove oggi si trova il poliambulatorio Barberini. La Divina Provvidenza, fu poi abbandonata dal Vaticano ed acquistata dal Comune di Nettuno nel 1975/76, per alloggiarvi scuole, uffici sanitari e associazioni locali.

Un problema molto grave per Nettuno e la pianura pontina era l'endemia malarica. Nel 1918 a Nettuno fu fondata la Scuola di Malariologia, diretta da Bartolomeo Gosio, per il perfezionamento di medici ed infermieri e la preparazione del personale ausiliario nella lotta contro la malaria[37].

Nel 1910 entrò in funzione la tranvia elettrica per Anzio, che nel 1939 fu sostituita dalla filovia.

Nel 1914, dopo un incendio nella chiesa di San Rocco, che distrusse il trono della statua di Nostra Signora delle Grazie, i nettunesi inaugurarono il nuovo Santuario riedificato dai Padri Passionisti, tuttora custodi della struttura.

Cuore della cittadina era ancora il borgo antico, intessuto di palazzi signorili e di case semplici, intreccio di vicoli e piazzette, tutto intorno alla Chiesa Collegiata, dedicata ai Santi Giovanni Battista ed Evangelista. Ad un lato della Collegiata vi era l'Oratorio del Carmine, dall'altro la chiesa del SS. Sacramento, di fronte al palazzo baronale già Colonna, ora proprietà Borghese. Da una parte del borgo il bel palazzo dei Segneri, dall'altra parte il maestoso palazzo Pamphilj-Doria, anch'esso di proprietà Borghese, con gli affreschi di Pier Francesco Mola, nelle sale e specialmente nel salone delle feste.

Dal 1901 al 1931 la popolazione di Nettuno passò da 4.707 a oltre 9.000 abitanti. Molti erano i nettunesi che vivevano nelle frazioni: Cretarossa, Armellino, Tre Cancelli, Valmontorio, Conca e Ferriere.

Il ventennio fascista e la seconda guerra mondiale

II 20 luglio 1925, nel Forte Sangallo, Mussolini firmò con i ministri della Jugoslavia la convenzione di Nettuno, una serie di accordi economici e giuridici che interessavano specialmente le condizioni degli italiani in Dalmazia, nonché le relazioni fra Zara ed il retroterra dalmata e — data l'annessione di Fiume all'Italia — anche la regolamentazione dei limiti delle acque territoriali tra Fiume e Sussak, oltre che delle zone di pesca di rispettiva competenza.

Con regio decreto legge nel 1934, sancendo l'istituzione della nuova provincia di Littoria, si stabilì la cessione da parte di Nettuno delle frazioni di Acciarella, Conca e Le Ferriere (quindi quasi tutto il corso del fiume Astura) e la loro aggregazione al comune di Littoria (oggi Latina)[38].

Come statuito con legge nel 1939[39], Nettuno si trovò riunita ad Anzio in un unico comune denominato "Nettunia", fondato ufficialmente il 24 gennaio 1940. L'unione durò fino al 1945[40].

Sulle coste di Nettunia, il 22 gennaio del 1944 mezzi da sbarco anglo-statunitensi diedero luogo allo sbarco di Anzio. A ricordo dell'accaduto venne edificato un monumento commemorativo proprio all'interno del bosco di Nettuno, nei pressi dell'entrata prospiciente il poligono militare.

Il grattacielo di Nettuno, in piazzale Michelangelo a Scacciapensieri.

Nel 1986 venne costruito il porto turistico Marina di Nettuno difronte al borgo.[41]

Simboli

Lo stemma è stato riconosciuto con D.P.C.M. del 13 febbraio 1953.[42]

«D'azzurro, al Dio Nettuno, coronato all'antica di oro, coi lombi cinti da una fascia di rosso, tenente con la sinistra un tridente e con la destra indicante la rotta; in piedi su una conchiglia, tratta verso destra da due cavalli marini, sul mare al naturale. Lo scudo sostenuto da due tritoni. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 6 ottobre 1953, è un drappo di azzurro.[43]

Onorificenze

Medaglia d'Oro al merito civile - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'Oro al merito civile
«Città strategicamente fondamentale per il comando tedesco, impegnato a bloccare lo sbarco degli anglo-americani, fu sottoposta, all'indomani dell'armistizio, a dure evacuazioni e a feroci rastrellamenti e rappresaglie, dando prova di numerosi episodi di resistenza all'oppressore. Oggetto di continui e violentissimi bombardamenti, subiva numerosissime vittime civili e la quasi totale distruzione dell'abitato e del patrimonio agrario. I sopravvissuti seppero resistere, con fierissimo contegno, alle più dure sofferenze della guerra ed affrontare, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione morale e materiale. 1943-1944 / Nettuno (RM)»
— 17 aprile 2004[44]
Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
Titolo di Città
«Decreto del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi»
— 24 febbraio 2003[45]

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Santuario di Nostra Signora delle Grazie e di Santa Maria Goretti
Chiesa Collegiata dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista

Architetture civili

Uno scorcio del borgo.
Antica strada romana, la via Lanuvium-Antium, riportata alla luce nel 2002.

Architetture militari

Il Forte Sangallo.
Torre Astura.

Altro

Vista del cimitero americano.
Monumenti e fontane
Fontana del Nettuno.

Aree naturali

Società

Evoluzione demografica

Piazza Mazzini

Abitanti censiti[49]

Anno Residenti
1999 36 641
2000 36 576
2001 36 080
2002 36 254
2003 36 849
2004 39 434
2005 40 651
2006 41 867
2007 42 370
2008 43 409
2009 44 444
2010 46 846
2011 47 332
2012 47 642[50]
2016 49 167

[51]

Etnie e minoranze straniere

Al 31 dicembre 2015 a Nettuno risultano residenti 4 701 cittadini stranieri, le nazionalità più rappresentate sono:[52]

Tradizioni e folclore

Festa di sant'Antonio Abate

La festa si svolge la seconda domenica di gennaio; intorno al 17. La domenica mattina avviene la benedizione degli animali; al quale partecipano cavallerizzi da tutta la zona, carri trainati da cavalli e asini, animali domestici. Originariamente la benedizione era preceduta da una processione, usanza che si è interrotta negli ultimi anni.

Festa della Madonna delle Grazie

La solenne processione, che si svolge il primo sabato di maggio, per le vie centrali di Nettuno. La Madonna delle Grazie viene portata e accompagnata dai nettunesi dal santuario di Santa Maria Goretti e Nostra Signora delle Grazie alla chiesa di San Giovanni, nel borgo medioevale. Sfilano tutte le confraternite delle parrocchie della città, e anche rappresentanti dei comuni limitrofi.

Istituzioni, enti e associazioni

Istituto di Polizia per ispettori I.P.I. Nettuno

L'istituto di polizia si estende su un'area di 15 ettari, nel quartiere Santa Barbara, in Via S. Barbara 94. In passato è stata scuola di Tiro dell'Artiglieria, scuola allievi p.s., scuola per sottufficiali p.s. Nel 1985 è stato dato all'istituto il nuovo titolo e ruolo ovvero Istituto per Sovrintendenti e di perfezionamento per Ispettori, dal 2004 l'Istituto ha assunto una nuova ed attuale denominazione ovvero Istituto per Ispettori. È un importantissimo Centro di Addestramento cinofilo della Polizia di Stato, oltre che al nuovissimo centro per l'addestramento all'Ordine Pubblico, inoltre ospita anche la scuola di specializzazione al tiro (Centro Nazionale di Specializzazione e Perfezionamento del Tiro).

Scuola Centrale di Tiro d'Artiglieria

A Nettuno dal 1888, viene trasferita ufficialmente a Bracciano (RM) nel 1945. Rimane oggi il poligono di tiro che si estende fino alla provincia di Latina, sul mare. Il tratto di spiaggia che va da Scacciapensieri a Torre Astura è territorio dell'E.I.

Cultura

Istruzione

Università

Musei

Media

Stampa

Cinema

Nettuno è stata spesso scelta da molti registi cinematografici per il carattere pittoresco di alcuni luoghi di interesse come il borgo medievale, il Castello, Torre Astura, il Bosco di Foglino.

Cucina

Vino bianco uve di Bellone, localmente detto Cacchione; molluschi e crostacei; ranocchie fritte; alici; lumache; fungo porcino di Foglino.

Geografia antropica

Quartieri

Borgo, Centro, Cretarossa, Scacciapensieri, Montegrappa, Eschieto, Seccia, Santa Barbara, San Giacomo, Zucchetti, Cioccati, Cadolino, Piscina Cardillo, Canala, Tre Cancelli, Sandalo, Sandalo di Ponente, Sandalo di Levante

Economia

Turismo

Il porto turistico di Nettuno, visto dal borgo, con sullo sfondo il Monte Circeo.

L'attività turistica è di fondamentale importanza per Nettuno. Durante la stagione estiva le vie e le piazze del centro si affollano di turisti e persone di tutte le età, provenienti da tutte le città vicine. Di giorno è il mare ad attirare, la sera il lungomare con la caratteristica e lunghissima passeggiata. La storia e i luoghi di interesse invitano molte persone ad ammirarne le bellezze. Parte della città è cinta da altissime mura medioevali, al di fuori delle quali si trova il Forte Sangallo costruito da Antonio da Sangallo; il cimitero dei caduti americani costruito dopo la seconda guerra mondiale; Torre Astura; Villa Bell'Aspetto conosciuta come Villa Borghese o Villa Costaguti e il porto Turistico Marina di Nettuno.

La città è anche meta di turismo religioso grazie al Santuario di "Nostra Signora delle Grazie" e Santa Maria Goretti, la Collegiata dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, la Chiesa di San Francesco d'Assisi (secondo alcuni storici costruita sulle rovine del tempio della Dea Fortuna) come tutta la zona di carattere medioevale costruita su rovine dell'Antica Roma. Da non dimenticare il turismo, seppur con numeri ridotti e di importanza piuttosto marginale, legato allo sport del Baseball.

Infrastrutture e trasporti

Strade

Il comune è raggiungibile con:

Ferrovie

La stazione di Nettuno funge da capolinea della ferrovia Campoleone-Nettuno, servita dalle relazioni della società Trenitalia denominate FR8 nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lazio.

In passato la stazione sorgeva in un'area più vicina alla costa, sulla preesistente ferrovia litoranea proveniente da Albano Laziale, inaugurata il 26 marzo 1884 dalla Società Anonima per la Ferrovia Albano-Anzio-Nettuno (FAAN), poi passata alle Ferrovie Secondarie Romane (FSR); la variante di tracciato realizzata più a monte fu attivata dalle Ferrovie dello Stato nel 1934.

Mobilità urbana

Nel quartiere periferico "Cretarossa" è presente il deposito della società dei trasporti laziale "Cotral". Funge da capolinea per le tratte in direzione Anzio, Aprilia, Castelli Romani, Roma Laurentina e Roma Anagnina.

Fra il 1910 e il 1930 gli spostamenti lungo la costa erano serviti inoltre dalla tranvia Anzio-Nettuno, sostituita da una filovia, a sua volta soppressa nel 1944.

Un filobus ripreso in piazza Mazzini, a Nettuno, nei primi anni quaranta.

Porti

Il porto Marina di Nettuno, inaugurato nel 1986, con funzione prettamente turistica.

Amministrazione

Il Municipio sul lungomare Matteotti, visto dal borgo.

Qui è riportata la lista delle amministrazioni locali dal 1995 ad oggi:

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
8 maggio 1995 23 marzo 1998 Carlo Conte Partito Democratico della Sinistra Sindaco
23 marzo 1998 14 dicembre 1998 Salvatore Di Coste Commissario
14 dicembre 1998 28 novembre 2005 Vittorio Marzoli Forza Italia Sindaco
28 novembre 2005 28 aprile 2008 Mario Licciardello
Renata Castrucci
Maurizio Alicandro
Commissione
straordinaria
[62]
28 aprile 2008 3 aprile 2015 Alessio Chiavetta Partito Democratico Sindaco [63]
3 aprile 2015 20 giugno 2016 Raffaela Moscarella Commissario
20 giugno 2016 5 maggio 2018 Angelo Casto Movimento 5 Stelle Sindaco [64]
5 maggio 2018 10 giugno 2019 Bruno Strati Commissario
10 giugno 2019 17 giugno 2022 Alessandro Coppola Noi con Salvini Lega Nord[65] Sindaco
17 giugno 2022 7 dicembre 2022 Bruno Strati Commissario
7 dicembre 2022 in carica Antonio Reppucci Commissario

Gemellaggi

Sport

Il "diamante" dello Stadio Steno Borghese, campo interno del Nettuno Baseball.

Atletica leggera

Baseball

Beach soccer

Calcio

Le squadre in attività sono:

Pallacanestro

Le squadre cittadine sono il New Nettuno e l'Oratorio San Paolo Tre Cancelli, entrambe militanti nelle divisioni dilettantistiche.

Impianti sportivi

Note

  1. ^ L'aggettivo "nettunensi" è attestato in Wolfgang Schweickard (a cura di), Deonomasticon Italicum (DI). Volume III: Derivati da nomi geografici (M-Q), Walter de Gruyter, 2009, p. 420.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
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  5. ^ Minerali rinvenuti nei pressi di Nettuno
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  11. ^ Plutarco, Vite parallele, 6. Gneo Marcio Coriolano e Alcibiade, XXII, 1
  12. ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, VIII, 1-36.
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  20. ^ Strabone, Geografia, V, 3, 5
  21. ^ Cicerone, Epistulae Ad Atticum, IV, 8; XII, 19; XIII, 26, ecc.
  22. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XLIII, 4, 6
  23. ^ (Bullettino dell'Instituto di corrispondenza archeologica per l'anno 1870, Roma, Coi Tipi del Salviucci, 1870, pp. 14–15-16; Calcedonio Soffredini, Storia di Anzio, Satrico, Astura e Nettuno, 1879, pp. 184–185-186-187)
  24. ^ A tal riguardo, l'avvocato Carlo Fea, archeologo, che partecipò alla scoperta, riportò una relazione (Carlo Domenico Francesco Ignazio Fea, Cenni di storia del porto neroniano nella città di Anzio e modo facile di ristabilirlo, Roma, Stamperia della Reverenda Camera Apostolica, 1832, pp. 19-20). Calcedonio Soffredini (Storia di Anzio, Satrico, Astura e Nettuno, Roma, Tipografia della pace, 1879, p. 181) scrisse che le iscrizioni latine in questione, da lui osservate, «indicavano il nome dell'artefice e dei consoli. Collocato questo avanzo di antichità nell'ufficio comunale, non fu più potuto trovare, ne più esame si poté fare intorno al nome dei consoli».
  25. ^ Monsignor Vincenzo Cerri, Nettuno Archiviato il 14 agosto 2014 in Internet Archive., Nettuno, Collana Caritas, 1986, p. 179; Giuseppe Brovelli Soffredini, Neptunia, Roma, 1923.
  26. ^ Paola Brandizzi Vittucci, Op. cit..
  27. ^ Come riportato da una pianta di Kupferstich, relativa a Nettuno e datata 1557 (denominata Il vero ritratto di Nettuno, al presente occupato da gl'imperiali), l'odierna Piazza Mazzini si chiamava "Piazza dei Pozzi di grano", ed era interna, insieme a un tratto della "strada romana", al Borgo medievale nettunese (Universitätsbibliothek Salzburg, G 126 III).
  28. ^ a b Giancarlo Baiocco et al., Nettuno. La sua storia, Pomezia, Arti grafiche s.r.l, 2010.
  29. ^ Il Papa Gregorio I così descriveva: "Dovunque vediamo lutti, dovunque sentiamo gemiti. Distrutte le città, abbattute le fortezze, devastate le campagne, la terra è ridotta a deserto [...]Da ogni parte siamo circondati dalle spade, da ogni parte temiamo imminente il pericolo di morte [...] Ormai sono costretto ad interrompere il commento, perché l'anima mia sente il tedio della vita." (Gregorio Magno, Omelie su Ezechiele, II, 6, 21-22; II, 10, 24).
  30. ^ Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' Dintorni di Roma, Antivm – Anzio, Anzo, Porto d’Anzo
  31. ^ a b Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' Dintorni di Roma, Nettuno
  32. ^ a b Cenni Storici, sul sito del Comune di Nettuno
  33. ^ La storia moderna di Nettuno e porto d'Anzio
  34. ^ Villa Adele
  35. ^ Dal Secolo XVII fino al 1859, Innocenzo XII e il porto
  36. ^ a b c L'Ottocento, di Vincenzo Monti
  37. ^ Bartolomeo Gosio, Alberto Missiroli ed Arcangelo Ilvento, Organizzazioni antimalariche alla luce delle nuove dottrine. Roma: Provveditorato Generale Dello Stato, 1925.
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  40. ^ Decreto legislativo luogotenenziale 3 maggio 1945, n. 265, in materia di "Ricostituzione dei comuni di Anzio e Nettuno."
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  44. ^ Medaglia d'oro, su Città di Nettuno.
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  46. ^ L'asse viario da Lanuvium al litorale di Antium è da considerarsi molto antico, avendo collegato la colonia latina ubicata presso l'oppidum de "Le Vignacce" (S. Teresa, Anzio odierna) con gli altri centri riconducibili ai Latini. Le opere ancora visibili al 2000 sono state datate al II-I secolo a.C., e in tale epoca la via storica venne normalmente utilizzata per collegare il litorale anziate ai Colli Albani e a Roma (tramite la via Appia). La via Lanuvium-Antium «si riconosce agevolmente da Lanuvio fino a Torre Padiglione, dove il percorso si divide dirigendo da una parte verso la zona di Astura e dall'altra verso l'oppidum in Capo d'Anzio. Da quest'ultimo percorso un tratto stradale antico si distaccava in località «Torre del Monumento» con direzione nord-sud verso la posizione di Nettuno» (Brandizzi Vittucci 2000, p. 125).
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