Nettuno comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Città metropolitana | Roma |
Amministrazione | |
Sindaco | Antonio Reppucci (commissario prefettizio) dal 7-12-2022 |
Territorio | |
Coordinate | 41°27′27″N 12°39′40″E / 41.4575°N 12.661111°E |
Altitudine | 11 m s.l.m. |
Superficie | 71,64 km² |
Abitanti | 48 259[2] (30-11-2023) |
Densità | 673,63 ab./km² |
Frazioni | Borgo, Scacciapensieri, Canala, Cioccati, Piscina Cardillo, Tre Cancelli, San Giacomo, Santa Barbara, Zucchetti, Loricina, Eschieto, Cadolino |
Comuni confinanti | Anzio, Aprilia (LT), Latina (LT) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 00048 |
Prefisso | 06 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 058072 |
Cod. catastale | F880 |
Targa | ROMA |
Cl. sismica | zona 3A (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona C, 1 255 GG[4] |
Nome abitanti | nettunesi |
Patrono | san Rocco, Madonna delle Grazie, santa Maria Goretti. |
Giorno festivo | 16 agosto, Primo sabato di Maggio. |
Cartografia | |
Posizione del comune di Nettuno nella città metropolitana di Roma Capitale | |
Sito istituzionale | |
Nettuno è un comune italiano di 48 259[2] abitanti della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio.
Si trova al confine tra la Campagna romana e l'Agro Pontino. È una città del litorale laziale ed è bagnata dal Mar Tirreno. Nel territorio comunale scorrono il canale Loricina e il fiume Astura, che segna il confine meridionale con il comune di Latina.
Sul territorio comunale sono stati rinvenuti diversi minerali; il più rilevante, per il quale è definita località tipo, è la perrierite-(Ce)[5].
NETTUNO | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 11,8 | 13,3 | 15,8 | 18,6 | 21,7 | 26,0 | 28,4 | 28,3 | 25,8 | 22,5 | 17,1 | 13,7 | 12,9 | 18,7 | 27,6 | 21,8 | 20,3 |
T. min. media (°C) | 4,3 | 5,2 | 6,3 | 9,0 | 11,9 | 15,7 | 18,4 | 18,2 | 16,3 | 13,1 | 9,1 | 5,9 | 5,1 | 9,1 | 17,4 | 12,8 | 11,1 |
Dalla stazione meteorologica di Ardea
Lo stesso argomento in dettaglio: Antium.
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Precedentemente ritenuta di origine saracena, la scoperta di insediamenti pre-romani fanno ritenere che la zona dell'attuale Nettuno fosse già un settore periferico dell'antica citta di Anzio.[6]
Anzio, in latino Antium, venne fondata da genti di etnia latina agli inizi del primo millennio a.C., e in seguito venne occupata dai Volsci, insediatisi nella regione agli inizi del V secolo a.C. La Anzio volsca era situata a breve distanza dal mare, presso la località Le Vignacce (nella frazione di Santa Teresa dell'attuale Anzio). La città era probabilmente dotata di mura e tre porte di accesso: una in direzione di Roma, una verso il mare e una verso Astura.[7]
Anzio possedeva un porto, chiamato Cenone (in latino Caenon), un oppidum fortificato che fin dal periodo latino fungeva da arsenale navale, da foro per il mercato e da deposito per i viveri[8]; fondamentale punto strategico, da esso partivano le scorrerie piratesche per il Mediterraneo. La localizzazione del porto è tuttora ignota, alcune fonti la pongono presso la foce del fiume Loricina, dove oggi sorge il borgo medievale di Nettuno; altre a Capo d'Anzio, dove poi è sorto il porto neroniano[9], o alla foce del piccolo fiume Sant'Anastasio (in località Colle Rotondo, nell'attuale Anzio).[10]
Anzio, che nel periodo volsco osteggiò lungamente Roma, per lungo tempo fu la capitale dei Volsci anziati (stanziati sulla costa tirrenica, e distinti dai Volsci ecetrani, dell'entroterra); fu dunque alla guida di altre città divenute volsche e intraprese una lunga belligeranza che vide numerosi episodi, tra cui il più noto è quello del patrizio Gneo Marcio Coriolano, il quale, in esilio presso gli Anziati[11], fu accolto dal nobile Attio Tullio e con lui concordò la guerra contro Roma; entrambi furono eletti, dalle città volsche, condottieri delle loro truppe, e Gneo Marcio, tra il 489 a.C. e il 488 a.C., portò i Volsci ad arrivare al IV miglio della via Latina[12]. Ad Anzio Coriolano fu poi ucciso, mentre si apprestava a difendere il proprio operato al Foro[13].
Nel 484 a.C., nel territorio antistante la città, i Volsci inflissero in battaglia una dura sconfitta alle legioni romane, condotte da Lucio Emilio Mamercino, costringendole ad una imbarazzante fuga notturna[14].
Nel 469 a.C., i Romani conquistarono e devastarono la città di Cenone[15]. Nel 468 a.C., dopo aver perso la seconda battaglia di Anzio, gli Anziati si arresero ai Romani, che stabilirono un presidio armato in città[16]. L'anno seguente Roma dedusse una colonia di diritto latino nel territorio di Anzio[17], che in seguito, nel 459 a.C., in una battaglia sanguinosa assediò nuovamente e conquistò, dopo che i Volsci anziati coi coloni romani si erano ribellati al suo controllo; la città fu depredata, i maggiori responsabili della rivolta uccisi[18][19].
Dopo lunghe ostilità, Anzio fu definitivamente annessa allo Stato romano.
Anzio, che era stata tra le prime colonie romane (fu dedotta come tale nel 338 a.C.), ospitò, tra i romani più eminenti che vi costruirono bellissime ville in riva al mare, tra cui Cicerone e Mecenate. Furono soprattutto gli imperatori della dinastia Giulio-Claudia ad avere frequenti contatti con la città marittima. Meno di dieci anni dopo la morte di Nerone, avvenuta il 9 giugno dell'anno 68, Anzio era però già in decadenza.
Essendo destinata allo svago e al riposo dei nobili romani[20], la Anzio romana era estesa da Capo d'Anzio fino a Capo d'Astura, ossia tutto il territorio ora occupato dalle due attuali città di Anzio e Nettuno:
Anzio aveva molti templi dedicati alle divinità pagane; diversi erano anche situati in varie località dell'attuale Nettuno:
Tra il V e VI secolo Anzio, fra molte altre, fu oggetto di saccheggio e distrutta prima dai Vandali e poi dagli Ostrogoti di Vitige, che seminavano morte e distruzione per il Lazio[29].
Nel 537, quando gli Ostrogoti di Vitige occuparono Porto, le navi romane dovevano approdare nel già danneggiato porto di Anzio per consentire il traffico di merci per Roma.[30]
Il decadimento dovuto alle invasioni barbariche e le successive invasioni da parte dei Saraceni, spinsero gli abitanti ad abbandonare Anzio.
Tra il IX e il X secolo una colonia proveniente dalle isole napoletane si insediò nell'area delle rovine dell'antico tempio del Dio Nettuno, probabilmente attirata dalla pesca ubertosa del litorale, e vi formò un castello, detto di Nettuno in onore proprio dell'antico tempio. Nel Medioevo il castello fu quindi l'unico abitato a rappresentare l'eredità della vecchia Antium.[31]
I feudatari di Nettuno furono inizialmente i conti Tuscolo, poi i monaci di Grottaferrata, gli Orsini e i Frangipane.[31]
Con i Frangipane si ebbe la costruzione di due torri costiere, con funzione di difesa da possibili attacchi dei Saraceni:
Nel 1427, dopo la morte di Rinaldo Orsini, viceré degli Abruzzi, Antonio Colonna divenne signore di Nettuno e di Astura grazie a papa Martino V.
Nel XVI secolo Nettuno non era altro che un piccolo centro abitato, circondato da mura e da torri, e al cui centro sorgeva la chiesa di San Giovanni.
Nel 1501 subentrarono i Borgia, con papa Alessandro VI, dopo che quest'ultimo confiscò i possedimenti dei Colonna a causa della loro amicizia con i francesi. I Borgia in quell'anno affidarono ad Antonio da Sangallo la costruzione di una fortezza, vicina al castello, detta appunto Forte Sangallo (o fortezza di Nettuno), per difendere lo Stato Pontificio dagli assalti di predoni, corsari, pirati arabi e africani. Di fronte alla fortezza c'era il convento di San Francesco. E poi si stendeva una vasta campagna di circa 70 chilometri quadrati.[32]
I residenti nel territorio di Nettuno erano poche centinaia e molti in quel periodo vi migrarono dall'Abruzzo e dal napoletano, per la coltivazione del grano, la raccolta dell'uva, il taglio della legna, la produzione del carbone e la pesca. C'era una discreta economia, tale da assicurare ai suoi feudatari rendite ragguardevoli: grano, vino, orzo, legna e carbone, minerali, pelli conciate, lana, prodotti che venivano imbarcati dal porto di Astura, per andare verso Napoli o Pisa.
I Colonna si riappropriarono del feudo nel 1503, anno della morte di papa Alessandro VI. Il nuovo pontefice Giulio II Della Rovere, alleato dei Colonna, d'intesa con questi, ordinò di eseguire l'esplorazione del territorio nettunese. Si scoprirono molte vestigia antiche che furono portate via, come la statua di Apollo, ora nel Museo Vaticano; il gladiatore combattente che portava scolpito il nome dello scultore Agasia; il Dositeo da Efeso, che si trova ora nel museo del Louvre a Parigi; il gladiatore moribondo, ora al museo capitolino; la statua del dio Nettuno, che si trova al museo Lateranense; Cibele (oggi nella Villa Doria Pamphilj, fuori dal Gianicolo), ed altre pregevolissime opere d'arte.
Secondo la tradizione, nel 1550 approdò alla foce del fiume Loricina, la statua di legno della Madonna col Bambino, la famosa Madonna delle Grazie di Nettuno, che veniva trasportata dall'Inghilterra a Napoli, per sottrarla alle persecuzioni di Enrico VIII contro i cattolici, in seguito allo Scisma anglicano.[32]
Nella seconda metà del Cinquecento il feudo di Nettuno passò a Marcantonio Colonna, famoso per la sconfitta inflitta ai turchi nella battaglia di Lepanto nel 1571. Egli, su ordine di papa Pio IV, fortificò ulteriormente il litorale con altre due torri costiere: Tor Materna e Tor di Caldano.[33]
Nel 1575 papa Gregorio XII, in occasione del Giubileo, notati gli sguardi dei pellegrini alle vesti di foggia saracena delle ragazze di Nettuno, ordinò loro di indossare vesti più lunghe: la Camera Apostolica pagò di suo pugno le modifiche alle vesti delle nettunesi, e si dovette ricorrere alle minacce per farle indossare.
Nel 1594 Nettuno, Astura e tutte le terre contigue vennero vendute da Marcantonio III Colonna alla Camera Apostolica per quattrocentomila scudi e papa Clemente VIII informò i nettunesi di questo suo acquisto tramite una lettera, nella quale promise di disboscare e ridurre a cultura tutto il territorio, per farlo più prospero. Venne quindi istituito il "Comune di Nettuno", che ereditò l'intero territorio dell'antica Anzio. Inoltre, il papa incaricò il cardinale Bartolomeo Cesi di provvedere a salvaguardare lo scarso patrimonio edilizio della borgata. Egli costruì presso Capo d'Anzio la prima delle storiche ville cardinalizie di Anzio e Nettuno, Villa Cesi (passata poi ai Pamphili e oggi nota come Villa Adele).[34]
Nel biennio 1625-1626 lo Stato Pontificio restaurò il borgo e ricostruì il baluardo di S. Rocco.
Nel 1656 l'epidemia della peste decimò più di mille nettunesi. Venne istituito il Monte Frumentario, per la distribuzione del grano ai più poveri.
Nel 1661, il vescovo di Albano Laziale diede inizio alla tradizionale e solenne processione della Madonna delle Grazie; inizialmente la prima domenica di maggio.
Nel 1674, venne costruita Villa Costaguti (oggi Villa Borghese) dal cardinale Vincenzo Costaguti.
Tra il 1697 e il 1700 il pontefice Innocenzo XII fece costruire il nuovo porto di Anzio. Egli acquistò tutta la valle intorno al nuovo porto (comprendente anche Villa Pamphili e la torre d'Anzio), che prese il nome di Porto d'Anzio. Mentre il resto del territorio comunale era gestito dal governo di Nettuno, Porto d'Anzio era giurisdizionalmente indipendente, immune a dazi e amministrata da un Protettore nominato direttamente dalla Curia.[35]
Nel 1809 Napoleone Bonaparte annesse lo Stato Pontificio e Nettuno entrò a far parte dell'arrondissment di Velletri del Dipartimento di Roma. Nell'ottobre del 1813 la costa di Nettuno e Porto d'Anzio venne bombardata dagli inglesi, che avevano violato il blocco continentale imposto da Napoleone.[36]
Nel 1815, sconfitto Napoleone, venne ristabilito lo Stato Pontificio.
Nel 1827, in seguito ad una riforma amministrativa dello Stato Pontificio, Nettuno venne accorpata a Porto d'Anzio, istituendo il "Comune di Nettuno e Porto d'Anzio"[36], facente parte della Comarca di Roma.
Nel 1831 la signoria di Nettuno e Porto d'Anzio passò dalla Camera Apostolica ai Borghese.
Nel 1856, per astii interni, gli abitanti di Porto d'Anzio, i cosiddetti portodanzesi, chiesero la scissione dalla città di Nettuno; papa Pio IX acconsentì a questa loro richiesta e nel 1857 decretò l'istituzione del Comune di Anzio, che ottenne circa un quarto del preesistente Comune di Nettuno e Porto d'Anzio. La sede del vicegoverno rimase comunque a Nettuno.[36]
Nel 1870 Nettuno, seguendo le sorti dello Stato della Chiesa di cui era parte, venne definitivamente inglobato nel Regno d'Italia.
Nel 1889 venne costruito il collegamento ferroviario tra Nettuno e Roma.
Nel 1900 arrivò nelle strade del centro cittadino la corrente elettrica, che solo negli anni successivi si estese anche alle zone periferiche del paese.
Nel 1901 il ministro dell'Interno Giovanni Giolitti concesse al comune di Nettuno l'uso di una propria bandiera: un telo quadrato di seta celeste e verdemare, con l'asta blu, sormontata dal dio Nettuno.
Il 6 luglio 1902 morì nell'ospedale Fatebenefratelli la piccola Maria Goretti, colpita a morte il giorno prima da Alessandro Serenelli, nella masseria di Conca. Fu canonizzata nel 1950 da papa Pio XII.
Nell'estate-autunno del 1903, Gabriele D'Annunzio fu ospite dei Borghese nella villa Bell'Aspetto (Villa Borghese).
Ai primi del Novecento, la città andava sviluppandosi verso levante, con la ricostruzione del santuario a San Rocco e del municipio, sito in via San Rocco, ora via Matteotti. Attualmente lo stabile versa in condizioni di profondo degrado, dovute all'età.
Il 15 luglio 1904 morì fra Orsenigo, principale promotore dell'ospedale Fatebenefratelli, portando il suddetto nosocomio ad un periodo di crisi: il Sanatorium finì con il cessare le attività; sopravvisse però come Casa della Salute. Padre Benedetto Menni, fondatore delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore, continuò l'attività di accoglienza. Nel 1921 l'ospedale fu venduto al Vaticano. Da allora si chiamò Casa della Divina Provvidenza e della sua gestione si occupò il Comitato Romano di Previdenza e Assistenza Sanitaria, che lo affidò alle suore del Piccolo Cottolengo. Il 2 giugno 1943 papa Pio XII decise poi di ripristinare l'ospedale, ma ciò non avvenne. In piazza San Francesco venne istituito un pronto soccorso, proprio dove oggi si trova il poliambulatorio Barberini. La Divina Provvidenza, fu poi abbandonata dal Vaticano ed acquistata dal Comune di Nettuno nel 1975/76, per alloggiarvi scuole, uffici sanitari e associazioni locali.
Un problema molto grave per Nettuno e la pianura pontina era l'endemia malarica. Nel 1918 a Nettuno fu fondata la Scuola di Malariologia, diretta da Bartolomeo Gosio, per il perfezionamento di medici ed infermieri e la preparazione del personale ausiliario nella lotta contro la malaria[37].
Nel 1910 entrò in funzione la tranvia elettrica per Anzio, che nel 1939 fu sostituita dalla filovia.
Nel 1914, dopo un incendio nella chiesa di San Rocco, che distrusse il trono della statua di Nostra Signora delle Grazie, i nettunesi inaugurarono il nuovo Santuario riedificato dai Padri Passionisti, tuttora custodi della struttura.
Cuore della cittadina era ancora il borgo antico, intessuto di palazzi signorili e di case semplici, intreccio di vicoli e piazzette, tutto intorno alla Chiesa Collegiata, dedicata ai Santi Giovanni Battista ed Evangelista. Ad un lato della Collegiata vi era l'Oratorio del Carmine, dall'altro la chiesa del SS. Sacramento, di fronte al palazzo baronale già Colonna, ora proprietà Borghese. Da una parte del borgo il bel palazzo dei Segneri, dall'altra parte il maestoso palazzo Pamphilj-Doria, anch'esso di proprietà Borghese, con gli affreschi di Pier Francesco Mola, nelle sale e specialmente nel salone delle feste.
Dal 1901 al 1931 la popolazione di Nettuno passò da 4.707 a oltre 9.000 abitanti. Molti erano i nettunesi che vivevano nelle frazioni: Cretarossa, Armellino, Tre Cancelli, Valmontorio, Conca e Ferriere.
II 20 luglio 1925, nel Forte Sangallo, Mussolini firmò con i ministri della Jugoslavia la convenzione di Nettuno, una serie di accordi economici e giuridici che interessavano specialmente le condizioni degli italiani in Dalmazia, nonché le relazioni fra Zara ed il retroterra dalmata e — data l'annessione di Fiume all'Italia — anche la regolamentazione dei limiti delle acque territoriali tra Fiume e Sussak, oltre che delle zone di pesca di rispettiva competenza.
Con regio decreto legge nel 1934, sancendo l'istituzione della nuova provincia di Littoria, si stabilì la cessione da parte di Nettuno delle frazioni di Acciarella, Conca e Le Ferriere (quindi quasi tutto il corso del fiume Astura) e la loro aggregazione al comune di Littoria (oggi Latina)[38].
Come statuito con legge nel 1939[39], Nettuno si trovò riunita ad Anzio in un unico comune denominato "Nettunia", fondato ufficialmente il 24 gennaio 1940. L'unione durò fino al 1945[40].
Sulle coste di Nettunia, il 22 gennaio del 1944 mezzi da sbarco anglo-statunitensi diedero luogo allo sbarco di Anzio. A ricordo dell'accaduto venne edificato un monumento commemorativo proprio all'interno del bosco di Nettuno, nei pressi dell'entrata prospiciente il poligono militare.
Nel 1986 venne costruito il porto turistico Marina di Nettuno difronte al borgo.[41]
Lo stemma è stato riconosciuto con D.P.C.M. del 13 febbraio 1953.[42]
«D'azzurro, al Dio Nettuno, coronato all'antica di oro, coi lombi cinti da una fascia di rosso, tenente con la sinistra un tridente e con la destra indicante la rotta; in piedi su una conchiglia, tratta verso destra da due cavalli marini, sul mare al naturale. Lo scudo sostenuto da due tritoni. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 6 ottobre 1953, è un drappo di azzurro.[43]
Abitanti censiti[49]
Anno | Residenti |
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1999 | 36 641 |
2000 | 36 576 |
2001 | 36 080 |
2002 | 36 254 |
2003 | 36 849 |
2004 | 39 434 |
2005 | 40 651 |
2006 | 41 867 |
2007 | 42 370 |
2008 | 43 409 |
2009 | 44 444 |
2010 | 46 846 |
2011 | 47 332 |
2012 | 47 642[50] |
2016 | 49 167 |
Al 31 dicembre 2015 a Nettuno risultano residenti 4 701 cittadini stranieri, le nazionalità più rappresentate sono:[52]
La festa si svolge la seconda domenica di gennaio; intorno al 17. La domenica mattina avviene la benedizione degli animali; al quale partecipano cavallerizzi da tutta la zona, carri trainati da cavalli e asini, animali domestici. Originariamente la benedizione era preceduta da una processione, usanza che si è interrotta negli ultimi anni.
La solenne processione, che si svolge il primo sabato di maggio, per le vie centrali di Nettuno. La Madonna delle Grazie viene portata e accompagnata dai nettunesi dal santuario di Santa Maria Goretti e Nostra Signora delle Grazie alla chiesa di San Giovanni, nel borgo medioevale. Sfilano tutte le confraternite delle parrocchie della città, e anche rappresentanti dei comuni limitrofi.
L'istituto di polizia si estende su un'area di 15 ettari, nel quartiere Santa Barbara, in Via S. Barbara 94. In passato è stata scuola di Tiro dell'Artiglieria, scuola allievi p.s., scuola per sottufficiali p.s. Nel 1985 è stato dato all'istituto il nuovo titolo e ruolo ovvero Istituto per Sovrintendenti e di perfezionamento per Ispettori, dal 2004 l'Istituto ha assunto una nuova ed attuale denominazione ovvero Istituto per Ispettori. È un importantissimo Centro di Addestramento cinofilo della Polizia di Stato, oltre che al nuovissimo centro per l'addestramento all'Ordine Pubblico, inoltre ospita anche la scuola di specializzazione al tiro (Centro Nazionale di Specializzazione e Perfezionamento del Tiro).
A Nettuno dal 1888, viene trasferita ufficialmente a Bracciano (RM) nel 1945. Rimane oggi il poligono di tiro che si estende fino alla provincia di Latina, sul mare. Il tratto di spiaggia che va da Scacciapensieri a Torre Astura è territorio dell'E.I.
Nettuno è stata spesso scelta da molti registi cinematografici per il carattere pittoresco di alcuni luoghi di interesse come il borgo medievale, il Castello, Torre Astura, il Bosco di Foglino.
Vino bianco uve di Bellone, localmente detto Cacchione; molluschi e crostacei; ranocchie fritte; alici; lumache; fungo porcino di Foglino.
Borgo, Centro, Cretarossa, Scacciapensieri, Montegrappa, Eschieto, Seccia, Santa Barbara, San Giacomo, Zucchetti, Cioccati, Cadolino, Piscina Cardillo, Canala, Tre Cancelli, Sandalo, Sandalo di Ponente, Sandalo di Levante
L'attività turistica è di fondamentale importanza per Nettuno. Durante la stagione estiva le vie e le piazze del centro si affollano di turisti e persone di tutte le età, provenienti da tutte le città vicine. Di giorno è il mare ad attirare, la sera il lungomare con la caratteristica e lunghissima passeggiata. La storia e i luoghi di interesse invitano molte persone ad ammirarne le bellezze. Parte della città è cinta da altissime mura medioevali, al di fuori delle quali si trova il Forte Sangallo costruito da Antonio da Sangallo; il cimitero dei caduti americani costruito dopo la seconda guerra mondiale; Torre Astura; Villa Bell'Aspetto conosciuta come Villa Borghese o Villa Costaguti e il porto Turistico Marina di Nettuno.
La città è anche meta di turismo religioso grazie al Santuario di "Nostra Signora delle Grazie" e Santa Maria Goretti, la Collegiata dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, la Chiesa di San Francesco d'Assisi (secondo alcuni storici costruita sulle rovine del tempio della Dea Fortuna) come tutta la zona di carattere medioevale costruita su rovine dell'Antica Roma. Da non dimenticare il turismo, seppur con numeri ridotti e di importanza piuttosto marginale, legato allo sport del Baseball.
Il comune è raggiungibile con:
La stazione di Nettuno funge da capolinea della ferrovia Campoleone-Nettuno, servita dalle relazioni della società Trenitalia denominate FR8 nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lazio.
In passato la stazione sorgeva in un'area più vicina alla costa, sulla preesistente ferrovia litoranea proveniente da Albano Laziale, inaugurata il 26 marzo 1884 dalla Società Anonima per la Ferrovia Albano-Anzio-Nettuno (FAAN), poi passata alle Ferrovie Secondarie Romane (FSR); la variante di tracciato realizzata più a monte fu attivata dalle Ferrovie dello Stato nel 1934.
Nel quartiere periferico "Cretarossa" è presente il deposito della società dei trasporti laziale "Cotral". Funge da capolinea per le tratte in direzione Anzio, Aprilia, Castelli Romani, Roma Laurentina e Roma Anagnina.
Fra il 1910 e il 1930 gli spostamenti lungo la costa erano serviti inoltre dalla tranvia Anzio-Nettuno, sostituita da una filovia, a sua volta soppressa nel 1944.
Il porto Marina di Nettuno, inaugurato nel 1986, con funzione prettamente turistica.
Qui è riportata la lista delle amministrazioni locali dal 1995 ad oggi:
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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8 maggio 1995 | 23 marzo 1998 | Carlo Conte | Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | |
23 marzo 1998 | 14 dicembre 1998 | Salvatore Di Coste | Commissario | ||
14 dicembre 1998 | 28 novembre 2005 | Vittorio Marzoli | Forza Italia | Sindaco | |
28 novembre 2005 | 28 aprile 2008 | Mario Licciardello Renata Castrucci Maurizio Alicandro |
Commissione straordinaria |
[62] | |
28 aprile 2008 | 3 aprile 2015 | Alessio Chiavetta | Partito Democratico | Sindaco | [63] |
3 aprile 2015 | 20 giugno 2016 | Raffaela Moscarella | Commissario | ||
20 giugno 2016 | 5 maggio 2018 | Angelo Casto | Movimento 5 Stelle | Sindaco | [64] |
5 maggio 2018 | 10 giugno 2019 | Bruno Strati | Commissario | ||
10 giugno 2019 | 17 giugno 2022 | Alessandro Coppola | Noi con Salvini Lega Nord[65] | Sindaco | |
17 giugno 2022 | 7 dicembre 2022 | Bruno Strati | Commissario | ||
7 dicembre 2022 | in carica | Antonio Reppucci | Commissario |
Le squadre in attività sono:
Le squadre cittadine sono il New Nettuno e l'Oratorio San Paolo Tre Cancelli, entrambe militanti nelle divisioni dilettantistiche.