L'arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo (in latino: Archidioecesis Sipontina-Vestana-Sancti Ioannis Rotundi) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Foggia-Bovino appartenente alla regione ecclesiastica Puglia. Nel 2021 contava 147 515 battezzati su 148 615 abitanti. È retta dall'arcivescovo Franco Moscone, C.R.S.
Patroni dell'arcidiocesi sono:
Compatrono è san Michele arcangelo, venerato nel santuario omonimo situato a Monte Sant'Angelo; la ricorrenza liturgica è il 29 settembre.
Nell'arcidiocesi è venerato anche san Giustino di Siponto, vescovo.
L'arcidiocesi garganica si estende su 1666 km² e comprende 50 parrocchie, raggruppate in 5 vicarie comprendenti i seguenti comuni in provincia di Foggia:
Sede arcivescovile è la città di Manfredonia, dove si trovano la cattedrale di San Lorenzo Maiorano e l'ex cattedrale di Santa Maria Maggiore di Siponto. A Vieste sorge la concattedrale di Santa Maria Assunta.
Nel territorio dell'arcidiocesi si trovano i seguenti santuari:
Incerta è l'origine della diocesi di Siponto. Secondo la tradizione, fu lo stesso apostolo san Pietro a fondare la comunità cristiana di Siponto e a consacrare il suo primo vescovo san Giustino; la medesima tradizione riporta un lungo elenco di presunti vescovi sipontini, molti dei quali anonimi, tra II e IV secolo. Tuttavia il primo vescovo storicamente documentato è Felice I, che assistette al concilio romano indetto da papa Ilario nel 465. Tuttavia, «a dispetto del silenzio delle fonti, la comunità cristiana di Siponto doveva essere ben viva ed organizzata già sin dal IV secolo come prova l'esistenza di una basilica paleocristiana a tre navate e alcuni ipogei paleocristiani».[1]
La prima metà del VI secolo è segnata dalla presenza vescovo Lorenzo Maiorano che secondo la tradizione fu il destinatario delle tre apparizioni dell'arcangelo Michele, all'origine del santuario garganico di San Michele Arcangelo. Sul finire del secolo, l'epistolario di Gregorio Magno ci permette di conoscere altri due vescovi sipontini, Felice II e Vitaliano, attestati dal 591 al 599. Un'iscrizione epigrafica, mutila in più parti e databile tra VI e VII secolo, riporta il nome di Stefano e il titolo di episcopus. Ultimo vescovo noto dalle fonti antiche è Rufino, che partecipò al concilio lateranense del 649.
Nel 663 Siponto fu distrutta una prima volta dalle incursioni degli slavi. In seguito a questa distruzione la città fu quasi abbandonata e anche la diocesi fu di fatto soppressa e unita all'arcidiocesi di Benevento; secondo la tradizione, riportata nella vita di san Barbato di Benevento, l'unione sarebbe avvenuta all'epoca di questo vescovo beneventano, nella seconda metà del VII secolo. Tuttavia il primo vescovo di Benevento che riporta entrambi i titoli è Davide II sul finire dell'VIII secolo, come attesta un diploma del 795, dove Davide si definisce vescovo sanctae sedis Beneventanae et Sipontinae ecclesiae.[2]
Siponto riottenne l'indipendenza ecclesiastica all'inizio dell'XI secolo, durante la dominazione bizantina, con il vescovo Leone documentato dal 1023 al 1037, periodo durante il quale la Chiesa sipontina fu elevata da papa Benedetto IX (1032-1044) al rango di Chiesa arcivescovile.[3] Le incertezze politiche del periodo, con il passaggio della Capitanata dai Bizantini ai nuovi dominatori Normanni, rendono difficile seguire le vicende storiche della diocesi sipontina. Alcuni documenti pontifici[2] sembrano confermare che, dopo Leone, per un certo periodo la diocesi fu nuovamente soggetta a Benevento, mentre tuttavia è attestato che Giovanni vescovo di Trani ebbe per un periodo l'amministrazione della Chiesa sipontina, fino a quando fu deposto nel 1059.
Il vero artefice della rinascita di Siponto fu il vescovo benedettino Geraldo, documentato dal 1064 al 1076, il cui pontificato «segna per la chiesa sipontina la totale emancipazione da Benevento, nei riguardi sia dell'autonomia diocesana sia di quella metropolitica».[4] Infatti, nel 1063/64 papa Alessandro II concesse a Geraldo il titolo di arcivescovo[5]; all'epoca di papa Pasquale II (1099-1118) la Chiesa sipontina fu elevata al rango di sede metropolitana, con la diocesi di Vieste come unica suffraganea.[6]
La decadenza della città di Siponto, diruta da Guglielmo I poco dopo la metà del XII secolo, abbandonata dai suoi abitanti e da ultimo colpita da un terremoto, portò al trasferimento della sede vescovile nella vicina città di Manfredonia, costruita tra il 1256 e il 1263.[7] Tuttavia, nel linguaggio curiale, l'arcidiocesi continuerà a mantenere l'antico titolo ecclesiastico di dioecesis sipontina.
Due vescovi sipontini divennero in seguito papi: Giovanni Maria Ciocchi del Monte, arcivescovo dal 1513 al 1544, diventerà papa Giulio III nel 1550; Vincenzo Maria Orsini, arcivescovo dal 1675 al 1680, diventerà papa Benedetto XIII nel 1724.
Il rito bizantino doveva essere ampiamente diffuso nell'antica diocesi di Siponto. Si mantenne l'uso del rito bizantino all'altare maggiore della cattedrale fino ai tempi del vescovo Domenico Ginnasi (1586-1607) alla fine del XVI secolo.
Nel 1620 la cattedrale di Manfredonia fu distrutta dai turchi e successivamente ricostruita durante l'episcopato di Antonio Marullo. Si deve al vescovo Domenico Ginnasi la costruzione del seminario diocesano nel 1598.[8]
Dal 1818, con la bolla De utiliori di papa Pio VII, gli arcivescovi sipontini divennero anche amministratori perpetui della diocesi di Vieste.
Il 25 giugno 1855 il territorio dell'ex abbazia nullius di San Giovanni, nel comune di San Marco in Lamis, fu ceduto per la concomitante erezione della diocesi di Foggia.[9]
Incerta è l'origine della diocesi di Vieste, che risale all'epoca della dominazione bizantina. Il primo vescovo conosciuto è Alfano, documentato nel 1019 grazie a una pergamena dell'abbazia di Santa Maria delle Tremiti, datata nel ventiseiesimo anno di episcopato di Alfano, che dunque divenne vescovo di Vieste all'incirca nell'anno 994. Il vescovo è ancora menzionato in pergamene del 1031 e del 1035.[10]
Non si hanno più notizie della diocesi e dei vescovi di Vieste per oltre un secolo, durante il quale la regione passò sotto la dominazione dei Normanni. Il successivo vescovo documentato dalle fonti coeve è Marando (o Maraldo), che un'altra pergamena dell'abbazia tremitese attesta nel 1158, e che venne deposto da papa Alessandro III per simonia.[10] Il vescovo Simeone prese parte al concilio lateranense del 1179.
Fin dall'epoca di papa Pasquale II (1099-1118) è attestata la dipendenza della diocesi di Vieste dalla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Siponto, di cui era l'unica diocesi suffraganea.[11]
La diocesi era molto piccola, comprendendo il solo territorio di Vieste, ed era poverissima di rendite, che nel XVI secolo ammontavano a meno di 300 ducati l'anno, cosa che la dispensava da qualsiasi tipo di imposizione fiscale.[12] Per questa sua particolare situazione, la diocesi vide l'avvicendarsi di molti vescovi, in particolare nel Cinquecento, con 15 vescovi che per lo più non misero mai piede a Vieste, prefigurando una permanente instabilità nel governo pastorale. La maggior parte di questi vescovi provenivano dagli ambienti curiali romani; tra questi bisogna ricordare Ugo Boncompagni, futuro papa Gregorio XIII, che governò la diocesi dal 1558 al 1565 e presenziò al concilio di Trento.[13]
La cattedrale di Vieste, risalente al X secolo, fu restaurata una prima volta nel XIII secolo all'epoca di Federico II; rimaneggiata in più occasioni a causa di frequenti terremoti, fu ricostruita nel Settecento all'epoca dei vescovi Nicola Cimaglia e Giuseppe Maruca.[14]
In seguito al concordato tra la Santa Sede e il Regno delle Due Sicilie, con la bolla De utiliori di papa Pio VII del 27 giugno 1818 la diocesi di Vieste fu data in amministrazione perpetua agli arcivescovi di Manfredonia. Ai canonici della cattedrale di Vieste fu concesso di eleggere un proprio vicario capitolare ad ogni nuovo arcivescovo amministratore.
Il 29 settembre 1933 l'arcidiocesi di Manfredonia e la diocesi di Vieste entrarono a far parte della regione ecclesiastica beneventana in forza del decreto Iam pridem della Congregazione Concistoriale. Questo status fu mantenuto fino al 1976, quando le diocesi della Capitanata furono annesse alla regione ecclesiastica Puglia.[15]
Nel 1938 le isole Tremiti furono scorporate dalla diocesi di Larino e annesse alla diocesi sipontina.[16]
Dal 1916 il monastero di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo accolse san padre Pio da Pietrelcina, che risiedette nel convento garganico fino alla sua morte nel 1968.
Il 30 aprile 1979 l'arcidiocesi di Manfredonia perse la dignità metropolitica, pur mantenendo il titolo arcivescovile, ed entrò a far parte, insieme con la diocesi di Vieste, della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Foggia.[17]
Il 30 settembre 1986 con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i vescovi le due diocesi furono unite plena unione e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome di arcidiocesi di Manfredona-Vieste. Contestualmente il comune di Rignano Garganico è stato ceduto alla diocesi di San Severo.
Il 10 dicembre 2002 con il decreto Sanctum Pium della Congregazione per i Vescovi la denominazione dell'arcidiocesi è stata modificata con l'aggiunta del titolo di San Giovanni Rotondo. Il 4 maggio successivo, con la lettera apostolica Effigies viva, papa Giovanni Paolo II ha confermato San Pio da Pietrelcina patrono dell'arcidiocesi.[18]
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 148 615 persone contava 147 515 battezzati, corrispondenti al 99,3% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 111 903 | 112 040 | 99,9 | 93 | 76 | 17 | 1 203 | 24 | 56 | 16 | |
1970 | 142 000 | 143 000 | 99,3 | 123 | 77 | 46 | 1 154 | 56 | 205 | 44 | |
1980 | 148 000 | 152 000 | 97,4 | 122 | 74 | 48 | 1 213 | 55 | 168 | 49 | |
1990 | 148 750 | 157 700 | 94,3 | 129 | 79 | 50 | 1 153 | 57 | 193 | 46 | |
1999 | 153 700 | 156 788 | 98,0 | 129 | 70 | 59 | 1 191 | 69 | 209 | 47 | |
2000 | 153 600 | 156 642 | 98,1 | 122 | 71 | 51 | 1 259 | 62 | 224 | 48 | |
2001 | 153 300 | 156 450 | 98,0 | 122 | 72 | 50 | 1 256 | 58 | 206 | 48 | |
2002 | 152 400 | 154 413 | 98,7 | 131 | 74 | 57 | 1 163 | 2 | 63 | 215 | 49 |
2003 | 153 200 | 155 216 | 98,7 | 133 | 72 | 61 | 1 151 | 2 | 65 | 206 | 49 |
2004 | 152 800 | 154 906 | 98,6 | 126 | 72 | 54 | 1 212 | 2 | 61 | 199 | 49 |
2013 | 151 850 | 154 283 | 98,4 | 129 | 75 | 54 | 1 177 | 3 | 61 | 195 | 51 |
2016 | 151 209 | 152 559 | 99,1 | 122 | 74 | 48 | 1 239 | 4 | 53 | 192 | 51 |
2019 | 150 600 | 151 446 | 99,4 | 122 | 71 | 51 | 1 234 | 4 | 61 | 161 | 51 |
2021 | 147 515 | 148 615 | 99,3 | 119 | 69 | 50 | 1 239 | 3 | 59 | 148 | 50 |