Bruno Maderna nel 1963

Bruno Maderna, pseudonimo di Bruno Grossato (Venezia, 21 aprile 1920[1][2]Darmstadt, 13 novembre 1973[2]), è stato un compositore e direttore d'orchestra italiano.

Biografia

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Bruno Maderna era nato Bruno Grossato e in un secondo momento adottò il cognome da nubile della madre, Maderna. Il padre Umberto Grossato, musicista d'intrattenimento, lo avviò alla musica trasmettendogli i primi rudimenti musicali e a soli 7 anni, dato il suo precoce talento, lo fece esibire come violinista e direttore nella sua orchestrina, The Happy Grossato Company. Nel 1934, preso sotto tutela da Irma Manfredi, ricca signora veronese, iniziò lo studio della composizione con A. Pedrollo.

Dopo questi esordi precoci, Maderna proseguì i suoi studi musicali regolari presso i conservatori di Milano, Roma e Venezia, diplomandosi nel 1940 con Alessandro Bustini e perfezionandosi poi sotto la guida di importanti docenti, quali Gian Francesco Malipiero, Antonio Guarnieri e Hermann Scherchen. Durante la seconda guerra mondiale aderì alla resistenza partigiana.

Gian Francesco Malipiero lo chiamò successivamente ad insegnare teoria e solfeggio presso il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia nel 1947. Fu grazie a Malipiero che Maderna intraprese lo studio e la conoscenza della musica antica, in particolare quella di scuola veneziana, a cui si dedicò nel corso della sua carriera sia come direttore d'orchestra sia nelle numerose trascrizioni e riorchestrazioni che approntò a questo repertorio. In questi anni Maderna incontrò Luigi Nono, allora studente di giurisprudenza, che divenne suo allievo privato. Nono fu l'unico allievo importante di Maderna, attorno al quale però si coagulò un nucleo di musicisti veneziani.

Fondamentale per la sua formazione di compositore fu l'incontro col direttore d'orchestra tedesco Hermann Scherchen nel 1948. Scherchen aveva tenuto in quell'anno il Corso internazionale di direzione d'orchestra all'interno del Festival internazionale di musica contemporanea della Biennale di Venezia, cui Maderna partecipò. Fu Scherchen a introdurre Maderna alle composizioni della Seconda scuola di Vienna (Schönberg, Berg, Webern), il che fu determinante nel produrre una svolta modernista nella poetica di Maderna, reduce allora della formazione accademica di Bustini e degli insegnamenti di Malipiero, improntati a un'estetica di gusto neoclassico.

In quegli anni aveva inoltre inizio la sua carriera di direttore d'orchestra: Karl Amadeus Hartmann, ad esempio, lo chiamò, primo direttore straniero, a dirigere un concerto della serie Musica Viva a Monaco di Baviera nel 1950. Questo evento diede inizio, di fatto, alla sua carriera internazionale di direttore, che si svolse sotto l'insegna di un eclettismo programmatico, in cui la giustapposizione di autori cronologicamente lontani – quali Monteverdi, Gabrieli, Mozart, affiancati ai rappresentanti delle sperimentazioni più recenti – faceva parte di un disegno di sensibilizzazione e trasmissione del patrimonio musicale, che vedeva proprio nell'affiancamento tra repertori nuovi e antichi la chiave per avvicinare il pubblico alla musica contemporanea.[3] Nel 1951 fondò l'Internationales Kranichsteiner Kammerensemble, di cui fu direttore.

Durante i corsi estivi di Darmstadt presentò le B.A.C.H. Variationen per due pianoforti. A Darmstadt Maderna entrò in contatto con molti autori, che rivestiranno un ruolo importante nell'evoluzione della musica del XX secolo: Pierre Boulez, Olivier Messiaen, John Cage, Karlheinz Stockhausen e Henri Pousseur. Inoltre numerose furono le frequentazioni con importanti interpreti della nuova musica, come il flautista Severino Gazzelloni, per il quale scrisse Musica su due dimensioni.

Dopo l'incarico a Venezia, assieme a Luciano Berio e al tecnico Marino Zuccheri fondò lo Studio di fonologia musicale della Rai a Milano; assieme a Berio fondò pure la rivista Incontri musicali. Parallelamente a ciò, tenne diversi congressi e promosse manifestazioni e concerti con lo scopo di promuovere la musica contemporanea, svolgendo anche attività didattica (tenne alcuni corsi di composizione dodecafonica presso il conservatorio di Milano e dei seminari presso la Dartington's Summer School of Music).

Negli anni sessanta la sua carriera concertistica internazionale si intensificò, pur continuando la sua carriera didattica nelle materie della composizione e della direzione d'orchestra (tenne, tra l'altro, corsi presso il Mozarteum di Salisburgo ed il conservatorio di Rotterdam). La sede principale della sua vita era comunque diventata Darmstadt, dove spostò la sua cittadinanza ufficiale nel 1970.

Negli ultimi anni di vita raggiunse l'apice della carriera, divenendo direttore musicale stabile dell'Orchestra sinfonica della Rai di Milano e vincendo nel 1972 la XXIV edizione del Prix Italia nella categoria “programma radiofonico nel quale la musica ha un ruolo predominante” con l'"invenzione radiofonica" Ages, da un'idea di Giorgio Pressburger.

Nel 1973 gli venne diagnosticato un cancro ai polmoni; morì di lì a poco a Darmstadt, in novembre.

Stile

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Spirito avventuroso ed irrequieto, Maderna non cessò mai di indagare nuove tecniche compositive; dal neoclassicismo modaleggiante dei lavori giovanili, ben presto si avvicinò all'espressionismo atonale della seconda scuola di Vienna ed alla dodecafonia, senza per questo dimenticare la principalissima esperienza bartokiana (di cui vi sono echi nel Concerto per due pianoforti e strumenti del 1948 e che ritornerà presente nelle tecniche proliferative da lui ampiamente utilizzate nei lavori degli ultimi anni).

Fu tra i precursori del serialismo musicale assieme ai colleghi Stockhausen, Boulez e Nono, dai cui rigori si discostò tuttavia presto per elaborare il suo personale universo seriale. A questo proposito affermava nel 1965:

Cos’è la musica seriale oggi? Soprattutto una forma mentis. Ciò che ieri era sistema grammaticale, strumento di organizzazione, è diventato adesso una concezione del mondo della musica. Il termine «seriale» si carica di sensi multipli e vasti; tuttavia, deve essere mantenuto. Poiché il principio seriale resta il principio fondamentale della musica attuale. È il solo a sostituirsi in modo fermamente convincente al principio tonale. È il solo capace di realizzare una sintesi linguistica completa. E noi lo manipoliamo con tanta naturalezza e libertà, e lo viviamo con così tanta forza come i Fiamminghi vivevano i loro propri principi d’espressione. Scrivo per questo delle serie nel senso “classico” del termine? Certamente no: ho un mio proprio sistema grammaticale, che rientra nel principio seriale, e che è sufficientemente flessibile, e soprattutto sufficientemente astratto, da lasciarmi tutta la libertà di modellarvi in mille modi la mia immaginazione musicale, che non è astratta per nulla. Il sistema – e ogni compositore d’oggi possiede il proprio – deve fornire una base logica al pensiero; esso feconda questo pensiero, non lo opprime minimamente. Ecco qui, d’altronde, una costante storica – un’evidenza, oserei dire...[4]

Maderna fu inoltre tra i primi ad indagare le possibilità offerte dall'alea (a questo riguardo, la sua Serenata per un satellite del 1969 viene universalmente considerata come uno dei momenti di più alto lirismo ottenuti con l'utilizzo di tecniche aleatorie).
Allo stesso tempo, fu precursore dell'impiego dei mezzi musicali elettronici (il suo brano Musica su due dimensioni fu il primo in assoluto a prevedere l'interazione tra un musicista dal vivo ed un nastro registrato).

Negli anni cinquanta ebbe pure saltuari contatti con la musica d'uso: scrisse commenti musicali per alcuni film e documentari e produsse pure alcuni arrangiamenti jazz per big band. Tra le musiche per film di maggior successo si rammentano le colonne sonore del film Le due verità (1951) e Noi cannibali (1953) per la regia di Antonio Leonviola, e di La morte ha fatto l'uovo di Giulio Questi (1968).

I suoi ultimi lavori denotano una grande volontà di sincretismo, mirata all'uscita da alcune delle problematiche compositive legate agli anni precedenti, tentativo che avrebbe potuto portare a sviluppi importanti ed inaspettati, se non fosse stato troncato dalla sua prematura scomparsa nel 1973.

Principali opere

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Opere radiofoniche Rai

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Varietà musicali Rai

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Edizioni musicali

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Discografia

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Omaggi

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Note

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  1. ^ Gianluigi Mattietti, Bruno Maderna, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 23 dicembre 2019.
  2. ^ a b (EN) Bruno Maderna, in Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. URL consultato il 23 dicembre 2019.
  3. ^ Bruno Maderna, La rivoluzione nella continuità (1965), in Amore e curiosità. Scritti, frammenti e interviste sulla musica, a cura di A.I. De Benedictis, M. Chiappini e B. Zucconi, Milano, Il Saggiatore, 2020, pp. 183-189.
  4. ^ Bruno Maderna, La rivoluzione nella continuità (1965), in Amore e curiosità. Scritti, frammenti e interviste sulla musica, a cura di A.I. De Benedictis, M. Chiappini e B. Zucconi, Milano, Il Saggiatore, 2020, p. 183.

Bibliografia

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Libri

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Contributi su riviste e volumi miscellanei

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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