Il percorso della Crociera del Decennale

La crociera aerea del Decennale[1], o crociera Nord Atlantica[2], o ancora "aerocrociera del Nord Atlantico"[3], anche nota come crociera aerea "Italia-America del Nord", "Orbetello-Chicago-New York-Roma" o "II crociera atlantica", fu la seconda ed ultima crociera aerea transatlantica di massa che si tenne tra il 1º luglio ed il 12 agosto 1933.

Venne organizzata da Italo Balbo nel primo decennale della Regia Aeronautica e come occasione di propaganda per la Century of Progress, l'esposizione universale che si tenne a Chicago per il centenario di fondazione della città.

Vi presero parte 25 idrovolanti SIAI-Marchetti S.55X[4], organizzati in 8 squadriglie. A bordo 52 ufficiali piloti, 1 ufficiale ingegnere e 62 sottufficiali specialisti[5]. Ritornarono in Italia in 24 velivoli, essendone stato perso uno nel tragico incidente alle Azzorre (Baia di Horta).[6]

La trasvolata

Origine del progetto

L'idea di una seconda trasvolata risale ai mesi immediatamente successivi alla crociera aerea transatlantica Italia-Brasile[7]. La prima idea proposta da Balbo è quella di una circumnavigazione del globo[7], poi abbandonata per i costi e per le difficoltà rappresentata dalla situazione tra Giappone e Unione Sovietica. La seconda scelta è rappresentata dall'esposizione universale che si sarebbe tenuta a Chicago nel 1933.

La meta principale: Chicago, Century of Progress

La colonna romana ricordo della partecipazione italiana alla Century of Progress:[8] Questa colonna di venti secoli antica eretta sul lido di Ostia porto di Roma imperiale a vigilare le fortune e le vittorie delle triremi romane l'Italia fascista suspice Benito Mussolini dona a Chicago esaltazione simbolo ricordo della squadra atlantica guidata da Balbo che con romano ardimento trasvolò l'oceano nell'anno XI del littorio

La meta principale della trasvolata a tappe era rappresenta dalla Century of Progress, esposizione universale che si tenne a Chicago tra il 1933 ed il 1934 per festeggiare il centenario della città. Quella di Balbo non fu l'unica partecipazione aeronautica di rilievo: anche l'LZ 127 Graf Zeppelin, con Hugo Eckener come comandante, visitò la fiera, arrivando a Chicago il 26 ottobre 1933, 2 mesi dopo le squadriglie di Balbo.[9] Le poste statunitensi emisero anche un francobollo per l'occasione,[9] ma l'impresa di Balbo rimase quella che colpì maggiormente l'immaginario collettivo, anche perché le trasvolate atlantiche del Graf Zeppelin potevano ormai considerarsi routine. Inoltre, vista la crisi del 1929, la partecipazione internazionale fu relativamente modesta e vennero eretti solo 9 padiglioni internazionali. Quello italiano, tipico esempio di architettura razionalista, caratterizzato da torre in forma di fascio littorio e da un'ala in forma di S.55,[10] era considerato tra i più prominenti.[11] Oltre al padiglione razionalista era presente un piccolo complesso di edifici denominato Italian village che riproponeva alcuni scorci tipici di un paese italiano.[12] Dopo la partenza di Balbo, davanti al padiglione italiano venne eretta un'antica colonna romana.[13] La colonna, esistente ancor oggi tra lo stadio Soldier Field e il lungolago all'interno del Burnham Park, rappresenta una delle poche, se non l'unica,[14] testimonianza della Century of Progress.

I mezzi: Savoia-Marchetti S.55X

La scelta degli idrovolanti ricadde sui Savoia-Marchetti S.55X, che rappresentavano un mezzo ormai collaudato a dieci anni dal suo primo volo, agosto 1923[15]. Se la cellula dell'idrovolante restava invariata, i sistemi di bordo venivano sottoposti a diverse modifiche, la principale era rappresentata dall'adozione di motori 18 cilindri a W Isotta Fraschini Asso 750, in sostituzione dei precedenti motori 12 cilindri a V Fiat A.22R installati sugli S.55ª della trasvolata Italia-Brasile.[15]

Le tappe

  1. Orbetello-Amsterdam
  2. Amsterdam-Londonderry
  3. Londonderry-Reykjavík
  4. Reykjavík-Cartwright
  5. Cartwright-Shediac
  6. Shediac-Montréal
  7. Montréal-Chicago
  8. Chicago-New York
  9. New York-Shediac
  10. Shediac-Shoal Harbour
  11. Shoal Harbour-Ponta Delgada
  12. Ponta Delgada-Lisbona
  13. Lisbona-Roma

L'appoggio della Regia Marina

Così come per la crociera aerea transatlantica Italia-Brasile determinante, anche se non pubblicizzato, fu il supporto della Regia Marina. La nave Alice fece supporto logistico nella baia di Cartwright, mentre i sommergibili Balilla e Millelire, entrambi Classe Balilla, e le due dragamine classe Pellegrino Matteucci, Matteucci e Biglieri come radiofari.

Incidenti

Due furono gli incidenti gravi che funestarono la Crociera.

Il 1º luglio 1933, dopo una tratta di 1.000 km, al primo ammaraggio ad Amsterdam l'idrovolante del capitano pilota Mario Baldini cappottò e il sergente motorista Ugo Quintavalla di Colorno perse la vita.

Già sulla via del ritorno, il 9 agosto 1933 al decollo dalla Baia di Horta per Lisbona distante 1.440 km, cappottò l'idrovolante del capitano pilota Celso Ranieri provocando la morte del secondo pilota tenente Enrico Squaglia di Lucca e la perdita del velivolo. Giungevano così a sette le vittime avvenute durante questo tipo di crociere che comunque aumentavano il prestigio dell'Italia nel mondo, ma che pure chiedevano un obolo di sangue.

Formazione di volo

Foto ricordo egli equipaggi partecipanti alla Crociera del decennale

«...il fermo proposito di portare le otto Squadriglie alla vittoria sui Cieli del Nord Atlantico...»

Affresco della crociera aerea del Decennale

I velivoli alla partenza erano 25; 24 organizzati in otto squadriglie da 3 velivoli ciascuna ed un velivolo di riserva, l'I-MARI. Il disegno della livrea era analogo per tutti i velivoli: livrea bianca con bordi colorati sull'ala e sulle derive, parte superiore delle fusoliere e delle cofanature colorati, ed un piccolo motivo con due "baffi" sulla parte superiore dell'ala. I colori erano quelli dell'Italia dell'epoca: verde, bianco, rosso e nero.

Le otto squadriglie erano identificate da un cerchio, o una stella, in uno dei quattro colori. Da qui le denominazioni delle squadriglie: Nera stellata, Nera cerchiata, Rossa stellata, Rossa cerchiata, Bianca stellata, Bianca cerchiata, Verde stellata, Verde cerchiata.

I singoli velivoli erano identificati dal simbolo della squadriglia ripetuto per 1, 2 o 3 volte. Il caposquadriglia aveva l'insegna con una sola stella, o un solo cerchio. Due e tre stelle, o cerchi, per gli altri velivoli. Questa insegna era riportata sugli alettoni e sulle derive, tranne per che per l'aereo di Balbo, che sulla deriva aveva l'insegna con l'aquila da pilota della Regia Aeronautica[16].

La formazione di volo prevedeva che i 3 aerei di ogni squadriglia si disponessero a "V", con una distanza di 500 m tra ogni squadriglia[17].

Di seguito l'elenco dei velivoli per ogni squadriglia, e i rispettivi equipaggi[5].

I-BALB
I-QUES I-BISE
I-PELL
I-MIGL I-BORG
I-NANN
I-LIPP I-ROVI
I-DINI
I-LEON I-TEUC
I-GIOR
I-NAPO I-VERC
I-RECA
I-GALL I-ABBR
I-BIAN
I-RANI I-ARAM
I-LONG
I-CANN I-CALO
I-MARI

Valori postali

Trittici con sovrastampata la matricola del I-CALO, 2° velivolo della squadriglia verde cerchiata

Lo stesso argomento in dettaglio: Trittico della crociera nord-atlantica.

Per commemorare la crociera venne emesso un francobollo di posta aerea il 20 maggio del 1933. Il francobollo è composto da tre parti separabili per mezzo delle normali perforazioni laterali, per questo motivo prende il nome di "trittico".

Nella sezione sinistra di ogni trittico venne soprastampata in nero la matricola di ciascun idrovolante che partecipò alla crociera.

Medaglia commemorativa

Fronte
Retro

Note

  1. ^ Questa la notazione utilizzata sui manifesti dell'epoca.
  2. ^ Questa la notazione utilizzata sui valori postali dell'epoca, cfr. Trittico della crociera nord-atlantica.
  3. ^ Questa la notazione utilizzata su almeno uno degli opuscoli interni di organizzazione delle basi, nella fattispecie quello della base di Reykjavík.
  4. ^ La X della versione si riferisce appunto al "Decennale"; cfr. A.A. V.V, L'Aviazione - grande enciclopedia illustrata, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983, pp. pag.212 - Vol. VII.
  5. ^ a b c Per questa ed altre informazioni, cfr. pannelli espositivi al Museo storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle.
  6. ^ Il «missilaro», l’alpino, il falegname: così stanno ricostruendo l’aereo della Trasvolata di Balbo, in Corriere della Sera. URL consultato il 14 ottobre 2017.
  7. ^ a b cfr. pag. 59 Blaine Taylor, Fascist eagle: Italy's air marshal Italo Balbo, Pictorial Histories Pub. Co, Missoula, Montana, 1996 ISBN 978-1-57510-012-8.
  8. ^ Waymark - Balbo Column - Chicago, su waymarking.com. URL consultato il 02-12-2008.
  9. ^ a b National Postal Museum - Stamps of the 1933 Chicago World’s Fair, su postalmuseum.si.edu. URL consultato il 28-11-2008 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2009).
  10. ^ Italian Pavillion, su xroads.virginia.edu (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2006). Digital Past, su digitalpast.org.
  11. ^ The University of Chicago - Library - About the Century of Progress, su lib.uchicago.edu. URL consultato il 15-11-2008.
  12. ^ Digital Past, su digitalpast.org. URL consultato il 15-11-2008. Digita Past, su digitalpast.org. URL consultato il 15-11-2008.
  13. ^ Ostia Antica, su ostia-antica.org (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2009).
  14. ^ Gapers Block - Alice Maggio, Italo Balbo and Chicago's Forgotten Gift from Fascist Italy, su gapersblock.com. URL consultato il 15-11-2008.
  15. ^ a b A.A. V.V, L'Aviazione - grande enciclopedia illustrata, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983, pp. pag.212 - Vol. VII.
  16. ^ a b L'S55X I-BALB presentava la stella nera sugli alettoni, mentre sulle derive era l'aquila da pilota della Regia Aeronautica su campo blu con bordi d'oro. cfr. Trittico I-BALB (JPG), su finn.it (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
  17. ^ (FR) Italo Balbo et les aviateurs italiens à Longueuil en 1933, su histoirequebec.qc.ca (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2009).
  18. ^ È riportata la matricola del velivolo seguita dall'insegna che lo identificava nella formazione.
  19. ^ Ricordato per essere stato l'ultimo degli "Atlantici",essendo deceduto nel 1998 Gazzetta dello Sport - Italo Balbo e le imprese degli idrovolanti da Orbetello a Chicago La mitica epopea delle ali d'Italia - Con la morte di Remo Fabbrini [...], su archiviostorico.gazzetta.it. URL consultato il 27-12-2008.
  20. ^ Riserva.

Bibliografia

Voci correlate

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