La didattica (dal greco διδάσκω, cioè "insegnare") indica la teoria e la pratica dell'insegnamento. Si può dividere in didattica generale, che riguarda i criteri e le caratteristiche generali della pratica educativa, e in didattica speciale che riguarda invece i singoli insegnamenti o le diverse caratteristiche (età, capacità specifiche, ambiente) dei soggetti dell'apprendimento.[1]

Storia

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Età antica

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Il termine didattica affonda le sue origini nel greco didàskein, che sta ad indicare l'acquisizione della pratica dell'insegnamento e del mostrare.[2] Nella Grecia arcaica il poema didascalico si poneva come obiettivo quello di istruire le persone attraverso la narrazione; un esempio è il poema di Esiodo Le opere e i giorni.[3] Per quanto concerne invece il latino tardo, possiamo trovare il termine didascalicus che significa “fatto ammaestrare”;[4] è solo però nel 1554 che troviamo per la prima volta il termine didactique come aggettivo.

Con Socrate si afferma il metodo del dialogo (maieutica) grazie al quale si aiuta il discepolo a far emergere conoscenze che ha già dentro di sé. Tutto ciò verrà applicato successivamente nell'Accademia Platonica.[5]

Dal Medioevo al XIX secolo

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Per quanto riguarda invece le scuole del primo Medioevo, esse si ponevano come obiettivo l'istruzione cristiana dei monaci e dei chierici. Le lezioni erano caratterizzate dalla lettura da parte del maestro di testi, mentre l'alunno doveva ascoltare e memorizzare.[6]

Nel Seicento, una figura di notevole influenza è Comenio. Quest'ultimo, convinto che l'educazione fosse uno dei principali strumenti in grado di garantire la pacifica convivenza tra gli uomini, introdusse grandi cambiamenti e innovazioni nell'insegnamento, gettando le basi della didattica moderna. Cercò infatti di sviluppare una formazione completa della persona e, per garantire un'istruzione a tutti, cercò di collegare le scuola a un'organizzazione centrale e distribuita meglio sul territorio; cercò anche di guidare i maestri alla conoscenza della didattica e si impegnò per sviluppare specifiche strategie didattiche ed educative.[7] Dopo Comenio, Locke concepisce la mente come una tabula rasa e solo l'esperienza è in grado di riempirla di nozioni; nella sua opera Pensieri sull'educazione si occupa della formazione del gentleman e dà particolare importanza alle discipline, alla motivazione e alla curiosità nel bambino.[8]

Nel Settecento Rousseau sposta l'attenzione sul soggetto che è destinatario dell'insegnamento. Nell'Emilio parla della necessità di ricorrere ad una metodologia basata su un'educazione che cerchi di eliminare tutte le cattive influenze date dalle circostanze. Il maestro in questo caso vede ridefinito il suo ruolo poiché diventa in grado di motivare, stimolare la curiosità, rispettando allo stesso tempo i bisogni e i tempi del soggetto. Nonostante questo suo pensiero innovatore, Rousseau non è in grado di influenzare la pratica educativa del tempo basata su regole e sanzioni.[9]

Età contemporanea

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Per quanto riguarda la pedagogia dei primi del Novecento, una figura di particolare importanza è Piaget, che studia lo sviluppo cognitivo del bambino.[10]

Una figura influente dell'Attivismo è quella di Dewey, il quale getta le basi per la sperimentazione di diverse esperienze educative in cui si dà grande importanza all'educando ed alla sua individualità.[11] La scuola attiva infatti mette il bambino al centro di qualsiasi interesse, dando quindi spazio ad un suo laissez faire.[12]

Nel 1954 Skinner diede vita all'istruzione programmata.[13] Skinner è il più importante esponente del Comportamentismo; l'autore sostiene infatti che si può studiare solo il comportamento esterno.[14] Egli afferma inoltre che è necessario applicare i principi conoscitivi dell'apprendimento (tra cui il rinforzo positivo) alla didattica nei suoi diversi modi d'uso.[15] Di notevole rilievo sono anche i contributi teorici che derivano dalla Gestalt (Wertheimer, Koffka e Kohler) che sostiene che i soggetti non reagiscono solo ad un insieme di dettagli distinti, ma ad una complessa struttura di stimoli. Da quest'ultima corrente di pensiero derivano poi tutta una serie di studi sulle caratteristiche percettive e strutturali che influenzeranno anche il problem solving, il pensiero creativo e tutte le ricerche sulle dinamiche e sul clima di gruppo.[16]

Per quanto concerne invece il piano della psicologia clinica e della personalità, fondamentale è stato il contributo di Rogers, Maslow, Shannon, Weaver e la Scuola di Palo Alto (Bateson, Watzlawick) la quale elabora cinque assiomi delle comunicazioni.[17]

Nel Sessantotto assumono una grande importanza diversi apporti culturali come quello della Scuola di Francoforte (Marcuse, Adorno, Horkheimer) che sosteneva metodologie antiautoritarie e dava particolare importanza alla funzione ideologica della formazione, e il condizionamento in quest'ultima dei fattori socioculturali, come ad esempio il linguaggio.[18]

Durante gli anni Settanta, il cognitivismo si afferma sempre di più arricchendosi di nuove connotazioni.[19] Si avverte anche la necessità di creare nuovi modelli e teorie sulla mente e sull'intelligenza; basta ricordare infatti Gardner con la sua teoria delle intelligenze multiple.[20]

Fondamentale è anche ricordare quella corrente di pensiero chiamata oggi Costruttivismo. Quest'ultima sposta l'interesse dall'allestimento curricolare e dalla sua organizzazione lineare-sequenziale, all'allestimento di comunità ed ambienti per l'apprendimento. All'interno del Costruttivismo si sviluppano a sua volta diversi filoni di pensiero, tra cui l'indirizzo socioculturale di derivazione vygotskijana per cui l'apprendimento si genera come processo di interazione ossia un percorso che va dall'esterno verso l'interno o, in altre parole, dai processi sociali all'individuo. L'interazione rappresenta inoltre la premessa per dare vita al pensiero e da cui ha origine anche il linguaggio. Per quanto concerne invece gli anni Novanta, si sviluppano le reti telematiche e il cyberspazio che permettono di dar via ad una riflessione teorica che si pone come obiettivo l'elaborazione di nuovi modelli di produzione del sapere, creando però allo stesso tempo delle criticità che riguardano il settore della formazione. Da un punto di vista Internet ha infatti permesso la creazione di nuovi spazi di interazione e comunicazione che hanno dato origine ad un'intelligenza collettiva, ma dall'altro si sono prodotte nuove forme di esclusione tra chi riesce a trarre vantaggi da questa nuova forma di comunicazione e chi no.

Un sistema di insegnamento attraverso il computer, con lo stesso comportamento di un insegnante reale prende il nome di Intelligent Tutoring System.

Descrizione

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La didattica è la scienza della comunicazione e della relazione educativa. L'oggetto specifico della didattica è lo studio della pratica d'insegnamento, l'organizzazione razionale dei metodi e delle azioni tese all'ottenimento di un efficace progetto educativo. La strategia didattica concerne in che modo si debba insegnare, dando uno scopo all'insegnamento; chi insegna (docente) avrà la capacità di trasmettere in modo esatto il proprio messaggio, facilitando l'apprendimento dell'allievo (discente). Come è possibile questo? È possibile grazie ad un processo di educazione autogestito, poiché educare significa far venir fuori se stessi ed il docente ha il compito di far comprendere al discente di essere se stesso attraverso il "non fare", quindi a scoprirsi, a mostrarsi così come si è, manifestando la propria autenticità. L'educatore non ostacolerà il processo di maturazione autogestita del discente (auto-insegnamento) poiché, sarà il primo ad essere autentico con i suoi alunni.

Scopo della teoria didattica è:

  1. il miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza dell'insegnamento del docente
  2. il miglioramento dell'efficacia e soprattutto dell'efficienza (diminuzione dei tempi e delle energie) dell'apprendimento dell'allievo.

In teoria e in pratica esistono varie didattiche a seconda delle discipline oggetto d'insegnamento, dell'età del discente, del contesto educazionale, e così via. Vi è, ad esempio, una didattica del maestro diversa dalla didattica del professore. A livello più pratico ed in parte meno consapevole, vi è un'azione didattica anche da parte di coloro che insegnano un determinato saper fare, un mestiere, un'arte, o un compito anche semplice, ma il termine didattica è per lo più riferito ad un'azione consapevole, intenzionale, pianificata e fondata su un apparato teorico pedagogico o filosofico. La didattica quindi anche come arte della semplificazione e della relazione, ma anche metodo consapevole della sperimentazione e della ricerca educativa.

In essa è presente il rapporto insegnante-allievo, per cui molti parlano del processo di insegnamento/apprendimento come di un processo unico, anche se al suo interno si possono rilevare vari aspetti. Se, in quanto teoria, la didattica riceve i contributi di tutte le scienze educative e dello sviluppo delle scienze specifiche oggetto di insegnamento, in quanto pratica implica l'esperienza e l'intervento umano. Essa implica il rapporto vivo tra due persone in quanto tali, quindi, irriducibili al ruolo astratto di discente e docente poiché in realtà, entrambe le persone coinvolte insegnano e imparano contemporaneamente. La didattica comprende sia l'ambito scolastico, dove di norma opera il docente, sia l'ambito extrascolastico. Ogni situazione in cui si organizzano azioni finalizzate intenzionalmente all'apprendimento è una situazione didattica. Un tempo si riteneva che il campo della didattica fosse limitato esclusivamente all'ambito scolastico; oggi invece ogni ambiente necessita di un'azione formativa, finalizzata al controllo dei cambiamenti e delle trasformazioni: ogni momento della vita umana è toccato dall'apprendimento continuo, e necessita di azioni didattiche continue. Le diverse strategie didattiche riguardano il modo in cui si deve insegnare e con che metodi, dando uno scopo all'insegnamento: chi insegna (docente) dovrà avere la capacità di trasmettere il proprio messaggio, facilitando l'apprendimento all'allievo (discente). Le diverse strategie della didattica si avvalgono di procedure che integrano metodi qualitativi e quantitativi; adottano strumenti di osservazione, valutazione, misurazione, narrazione, descrizione, con una pluralità di metodi, dalle procedure classiche a quelle sperimentali. Quello che si può apprendere con la didattica sono nozioni e conoscenze (know what), capacità e abilità (know how), significati e valori (know why).

La didattica non solo tiene conto dell'inseparabile interazione fra insegnamento ed apprendimento, ma anche, più in generale, del contesto educativo e, quindi, degli strumenti che possono favorirne l'organizzazione in direzione di una facilitazione dei processi di apprendimento. Alcuni pedagogisti (fra i quali, Andrea Canevaro, Paolo Zanelli, Vittorio Severi, Giampietro Lippi, che si rifanno, direttamente o indirettamente, alla pedagogia istituzionale), in questa direzione, hanno posto, in particolare, attenzione all'organizzazione del contesto educativo, elaborando anche specifici strumenti per la sua organizzazione (strumenti organizzatori del contesto educativo), fra i quali lo sfondo integratore, che si è diffuso in Italia, soprattutto, nell'ambito dei nidi e delle scuole d'infanzia.

Tra i temi che la ricerca sulla didattica affronta vi sono:

La didattica generale si suddivide in varie didattiche disciplinari, come la didattica della matematica o delle scienze, la glottodidattica (o didattica delle lingue), la didattica della storia e della geografia.

Strategie didattiche

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Esistono varie didattiche a seconda delle discipline oggetto d'insegnamento, dell'età del discente e del contesto educazionale. Ogni strategia ha i suoi punti di forza e va scelta in base all'intervento didattico che si intende realizzare, non esiste a priori uno stile ottimale per l'istruzione.

Una variabile importante è l'età dei soggetti coinvolti: all'età si lega la capacità di autocontrollo e le capacità cognitive; approcci basati sulla cooperazione, sull'autovalutazione, sul dialogo e sulla condivisione delle esperienze danno valore ai soggetti adulti. Offrire ambienti troppo aperti, che lasciano molta libertà di scelta a soggetti molto giovani, può essere dispersivo e non produttivo.

Considerando l'andamento del tempo, rimane più funzionale nel contesto scolastico partire da una maggiore direttività verso una sempre maggiore autonomia, man mano che crescono e si affermano le capacità di autoregolazione nel rispetto del conseguimento degli scopi stabiliti per un certo gruppo classe.

Tipi di strategie

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Sono diverse le formulazioni su cui la didattica può focalizzare l'attenzione: oggetto, in cui vi è trasmissione di contenuti nell'insegnamento; soggetto, dove invece si guarda al rapporto tra due persone; intenzioni, che motivano l'insegnante; e organizzazione, in cui è fondamentale il contesto, dove emergono le caratteristiche particolari delle diverse organizzazioni in cui si pratica l'insegnamento.

Possono esserci istituzioni formali (come la scuola), informali e non-formali, ma nonostante le diverse modalità è sempre insegnamento.[21]

Scelta delle strategie

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La didattica fa utilizzo di diverse strategie, che entrano a far parte a loro volta dei modelli di istruzione. Classificare queste categorie non è semplice, ma si può cercare di raccoglierle in base a diversi criteri: basarsi sul ruolo del docente, su sostegni quali tutor, supporti tecnologici.

Le strategie più classiche sono (elencante da quelle più centrate sul docente a quelle centrate sul discente):

Campi della didattica

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Campi di applicazione formali

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Campi di applicazione non formali

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Campi di applicazione trasversali

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Gioco didattico interattivo multimediale.

Note

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  1. ^ Enciclopedia Italiana Treccani
  2. ^ Giovanni Bonaiuti Fondamenti di didattica, Roma, Carocci, 2007
  3. ^ Esiodo, Le opere e i giorni
  4. ^ Per vedere il termine spiegato più ampiamente consulta il testo Vocabolario italiano-latino compilato dall'abate Giuseppe Pasini ad uso della gioventù datasi allo studio della lingua latina nel quale si contengono i modi di dire ed i proverbi più eleganti e difficili dell'una e dell'altra lingua ed inoltre le favole de' poeti, ed i nomi geografici che si leggono negli ottimi latini autori, Volume 1; P. A. Molina
  5. ^ La dottrina di Socrate secondo Senofonte, Platone ed Aristotele: Memoria premiata dalla R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli nel Concorso dell'anno 1869
  6. ^ per approfondire il tema consulta il testo Istruzione e educazione nel Medioevo, Carla Frova, Loescher, 1973
  7. ^ per ulteriori approfondimenti consulta il testo Filosofia dell'Educazione, Raffaele Mantegazza, Pearson Italia S.p.a., 1998
  8. ^ Per comprendere meglio il pensiero di Locke vedi testo Pensieri sull'educazione, John Locke, La Nuova Italia, 1974
  9. ^ Si consiglia di consultare il testo Rousseau Emilio, con un saggio di Claude Lévi-Strauss, I edizione Oscar grandi classici maggio 1997
  10. ^ Per ulteriori informazioni sul pensiero di Piaget consultare il testo Psicopatologia del bambino, Daniel Marcelli, Elsevier srl, 2009
  11. ^ Per approfondire il tema vedi testo “Profilo delle teorie moderne dell'educazione”, Fabrizio Ravaglioli, Armando Editore, 1999
  12. ^ per ulteriori informazioni vedi il testo Pedagogia del gioco e dell'apprendimento. Riflessioni teoriche sulla dimensione educativa del gioco, Rosa Cera, FrancoAngeli, 2009.
  13. ^ si consiglia di consultare il testo Profilo delle teorie moderne dell'educazione, Fabrizio Ravaglioli, Armando Editore, 1999.
  14. ^ "Comportamento organizzativo", Robert Kreitner, Angelo Kinicki Apogeo Editore, 2004
  15. ^ La dottrina di Socrate secondo Senofonte, Platone ed Aristotele: Memoria premiata dalla R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli nel Concorso dell'anno 1869
  16. ^ si consiglia di consultare il testo: Iniziazione alla Gestalt. L'arte del con-tatto, Serge Ginger Edizioni Mediterranee, 2005.
  17. ^ Per approfondire il vedi il testo Psicologia della comunicazione. Un manuale introduttivo, Valeria Verrastro, Franco Angeli, 2007.
  18. ^ vedi testo La teoria critica della Scuola di Francoforte: diagnosi della società contemporanea e dialogo critico con il pensiero moderno, Umberto Galeazzi, Edizioni Scientifiche Italiane, 2000.
  19. ^ Si consiglia di consultare il testo Verso una sintesi fra cognitivismo e psicoanalisi. Teoria e tecnica del lavoro psicoterapeutico, Claudio Lalla Franco Angeli, 1996.
  20. ^ Vedi testo Educazione e sviluppo della mente. Intelligenze multiple e apprendimento, Howard Gardner, Edizioni Erickson, 2005.
  21. ^ Elio Damiano, L'Azione didattica: per una teoria dell'insegnamento, Roma, Armando, 1999
  22. ^ Per approfondire Roberto Chiappi, "Problem Solving nelle organizzazioni: metodi e strumenti da Mosè a Mintzberg", Springer, 2006
  23. ^ La definizione viene coniata da Mark Prensky, indica la generazione di nati (negli Stati Uniti) dopo il 1985, anno in cui si arriva ad una diffusione di massa del pc e dei primi sistemi operativi Windows. In Italia invece si parla di nativi digitali solo a partire dalla fine degli anni Novanta, quando computer e internet sono entrati nella vita di tutti.
  24. ^ Chiara Laici, Nuovi ambienti di apprendimento per l'e-learning, Perugia, Morlacchi, 2007
  25. ^ Angela Perucca, Le attività di laboratorio e di tirocinio nella formazione universitaria, Roma, Armando, 2005
  26. ^ Un futuro di vita. Transizione attiva dal lavoro al pensionamento, Giorgio Vitrotti, Franco Angeli, 1999, in particolare pg. 36- 37
  27. ^ Apprendimento permanente e educazione. Una lettura pedagogica: Una lettura pedagogica, Secci, Franco Angeli, 2003
  28. ^ Il silenzio come possibilità per una didattica speciale, Laura Arcangeli, Perugia, Morlacchi, 2009
  29. ^ Tecnologie della comunicazione e metodologie eLearning in università. Un processo evolutivo per le scienze umane, Monica Parricchi, Coll; Vita e Pensiero, 2004
  30. ^ La Media Education è un'attività educativa con lo scopo di sviluppare nei giovani informazione e comprensione critica riguardo alla natura e alle categorie dei media, le tecniche che usano per produrre i messaggi che veicolano, i generi e i linguaggi. (Associazione Italiana per l'Educazione ai Media e alla Comunicazione, MED)
  31. ^ TODINO M. D., Di Tore S., De Simone G. (2020). Media Education e formazione docenti: contestualizzare le esperienze videoludiche dei propri studenti., in STUDI SULLA FORMAZIONE, vol. 23, ISSN 2036-6981, doi: 10.13128/ssf-11625.
  32. ^ TODINO M (2019). Simplexity to Orient Media Education practices. DIFFERENZE, vol. 8, p. 1-116, ROMA:Aracne Editrice, ISBN 9788825523751.
  33. ^ David Buckingham, Media education. Alfabetizzazione, apprendimento e cultura contemporanea, Trento, Centro Studi Erickson, 2006

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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