L'eutanasia (letteralmente buona morte, dal greco εὐθανασία, composta da εὔ-, bene, e θάνατος, morte) è il procurare intenzionalmente e nel suo interesse la morte di un individuo la cui qualità della vita sia permanentemente compromessa da una malattia, menomazione o condizione psichica.

Essa, in base alle modalità di esecuzione, si divide in varie tipologie.

Definizioni e distinzioni attuali e passate

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Eutanasia

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Metodo di attuazione
Tipologia Definizione
Attiva diretta Quando il decesso è provocato tramite la somministrazione di farmaci che inducono la morte (per esempio sostanze tossiche).
Attiva indiretta Quando l'impiego di mezzi per alleviare la sofferenza (per esempio: l'uso eccessivo di morfina) causa, come effetto secondario, la diminuzione dei tempi di vita.
Passiva Quando è provocata dall'interruzione o dall'omissione di un trattamento medico necessario alla sopravvivenza dell'individuo (come nutrizione artificiale e idratazione artificiale); secondo molti studiosi, questa condizione, se ad agire è un medico (poiché in astratto anche i non-medici possono porre in essere atti eutanasici) che ha valutato nel complesso l'assenza di indicazione alla prosecuzione delle terapie, non esiste realmente poiché l'interruzione di terapie non più indicate rappresenta il "lasciar morire" secondo natura e non il procurare intenzionalmente la morte[1]
Manifestazione della volontà nella pratica
Tipologia Definizione
Volontaria Quando segue la richiesta esplicita del soggetto, espressa essendo in grado di intendere e di volere oppure mediante il cosiddetto testamento biologico.
Non-volontaria Quando non sia il soggetto stesso ad esprimere tale volontà ma un soggetto terzo designato (come nei casi di eutanasia infantile o nei casi di disabilità mentale).
Involontaria Quando è praticata contro la volontà del paziente.

Suicidio assistito

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Definizione
È definito suicidio assistito l'aiuto medico e amministrativo portato a un soggetto che ha deciso di morire tramite suicidio, ma senza intervenire nella somministrazione delle sostanze.

Altre pratiche riconosciute

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Oltre alle prime due pratiche, facendo riferimento in particolare al panorama legislativo italiano (nonostante siano riconosciute anche da altri paesi) si distingue l'eutanasia da altre pratiche e problematiche concernenti la fine della vita:

Pratica Definizione
Terapia del dolore Quella pratica, attuata attraverso la somministrazione di farmaci analgesici, che possa condurre il malato ad una morte prematura; non è considerata una forma di eutanasia in quanto l'intenzione del medico è alleviare le sofferenze del paziente e non procurarne la morte [1].
Rifiuto dell'accanimento terapeutico Non configurata come eutanasia, il medico, nei casi in cui la morte è imminente e inevitabile, è legittimato (in Italia sia dalla legislazione che dal proprio codice deontologico) ad interrompere o rifiutare trattamenti gravosi per il malato e sproporzionati rispetto ai risultati che è lecito attendersi.
Libertà di cura e terapia
(ex Artt. 13, 32 - Cost.)
Tale libertà è riconosciuta in particolare dall'art. 32, 2º comma, che recita: “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”; In base a tale principio nessuna persona capace di intendere e di volere può essere costretta ad un trattamento sanitario anche se indispensabile alla sopravvivenza.
Cessazione delle cure post-mortem Non si può definire eutanasia la cessazione delle cure dopo la diagnosi di morte, in particolare dopo la diagnosi di morte cerebrale.

Eutanasia e cure palliative

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Le cure palliative risentono fortemente di una legislazione dove l'eutanasia è legalizzata.[2]

In un recente studio canadese [3] sono emerse infatti una serie di criticità. Tutti i medici coinvolti hanno parlato di un conflitto tra il mantenimento dei requisiti che rendono possibile l'accesso alla morte assistita (fra cui la condizione di provare sofferenze fisiche o mentali ritenute insopportabili) e un controllo efficace dei sintomi: i medici si sono trovati a sospendere l’uso di farmaci che avrebbero potuto alleviare il dolore, ma che avrebbero fatto perdere l’idoneità all'eutanasia. Molti medici hanno sottolineato il dilemma etico di presentare la morte assistita a pazienti che non l’hanno richiesta, che in questo modo possono sentirsi spinti a domandarla. Un gran numero di operatori di cure palliative ha confermato il forte impatto causato in loro dall’introduzione di questa legislazione che stravolge il rapporto medico-paziente, descrivendo come i pazienti pensino, a torto, che le cure palliative includano la morte assistita. I medici concordano nel ritenere che tale normativa indirizzi verso l’eutanasia risorse che altrimenti sarebbero destinate alle cure palliative.

La definizione di eutanasia in passato

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«...se qualcuno non solo è incurabile ma anche oppresso da continue sofferenze, i sacerdoti e i magistrati, poiché non è più in grado di rendersi utile e la sua esistenza, gravosa per gli altri, è per lui solo fonte di dolore (e quindi non fa che sopravvivere alla propria morte), lo esortano a non prolungare quel male pestilenziale... In questo modo li convincono a porre fine alla propria vita digiunando o facendosi addormentare, così da non accorgersi nemmeno di morire. Ma non obbligano comunque nessuno ad uccidersi contro la propria volontà, né gli rivolgono meno cure... Chi invece si toglie la vita senza aver ricevuto prima il permesso dei magistrati e dei sacerdoti è considerato indegno.[4]»

In passato sotto la definizione di "eutanasia" ricadevano anche azioni od omissioni ritenute, anche oggi, giuridicamente ed eticamente ammissibili, come la rinuncia all'accanimento terapeutico e il ricorso alle cure palliative.[5]

In particolare, l'eutanasia passiva (od omissiva) comprendeva − in passato − differenti tipologie di azioni:

L'eutanasia indiretta corrispondeva, invece, al ricorso alle cure palliative, che possono comprendere l'uso di analgesici e sedativi in quantità tali da comportare − come effetto secondario e non desiderato − l'accorciamento della vita del paziente.

Storia

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Nascita del termine "eutanasia"

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Il filosofo inglese Francis Bacon introdusse il termine "eutanasia" nelle lingue moderne occidentali nel saggio Progresso della conoscenza (Of the Proficience and Advancement of Learning, 1605)[6]. In questo testo, Bacon invitava i medici a non abbandonare i malati inguaribili, e ad aiutarli a soffrire il meno possibile. Non vi era però, nell'idea di Bacon, il concetto esplicito di dare la morte. Allo stesso termine "eutanasia" Bacon attribuiva solo il significato etimologico di "buona morte" (morte non dolorosa); lo scopo del medico doveva essere quello di far sì che la morte (comunque sopraggiunta in modo "naturale") fosse non dolorosa.

Il termine iniziò ad avere corso comune a partire dalla fine del XIX secolo, a indicare un intervento medico tendente a porre fine alle sofferenze di una persona malata. In tale periodo emerse esplicitamente il concetto di "uccisione per pietà" (talora - anche se non sempre - identificabile con la fattispecie dell'omicidio del consenziente) come pratica non riprovevole in linea di principio.

L'eutanasia nell'antichità

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Stele del codice di Hammurabi al Louvre.

La questione della correttezza morale della somministrazione della morte è un tema controverso fin dagli albori della medicina. Nel Giuramento di Ippocrate (circa 420 a.C.) si legge: Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo. D'altra parte, nel mondo classico, in determinate condizioni, il suicidio (e l'assistenza allo stesso) era spesso considerato con rispetto. Simili indicazioni etiche e deontologiche si possono rintracciare nel primo corpus legislativo della storia, il Codice di Hammurabi. Nell'Antico Testamento viene citato il caso di un suicidio assistito: quello di Saul (2 Samuele 1,6-10[7]): un soldato uccide Saul su sua richiesta; ma David in seguito condanna quel soldato a morte per omicidio. Le correnti di pensiero nell'ambito della filosofia morale più diffuse in epoca classica pre-cristiana, cioè l'epicureismo e lo stoicismo, consideravano il suicidio in linea di massima come un atto eticamente accettabile e degno di rispetto, in determinati contesti, senza trattare l'eutanasia medica come tipologia specifica. Un esempio di suicidio citato tra quelli ritenuti ammirevoli era quello di Seneca, assistito dal proprio medico e dai servitori, anche se in realtà fu condannato al suicidio da Nerone, come forma di condanna a morte "onorevole".[8] Comunque, dipendeva molto dalle idee dell'imperatore regnante o dalla sua simpatia per colui che aveva effettuato l'eutanasia: ad esempio Domiziano condannò il ricco liberto Tiberio Claudio Epafrodito per aver aiutato Nerone a suicidarsi[9], mentre lecito, in passato, era stato considerato l'aiuto per compiere l'atto dato a Marco Giunio Bruto o Gaio Sempronio Gracco. Fino all'epoca moderna in Africa presso i Dinka, i sommi sacerdoti giunti alla vecchiaia decidevano il giorno della loro morte nel quale venivano uccisi con un rito su loro esplicita richiesta, da tutta la comunità[10].

Il programma eugenetico nel nazismo

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Il programma eugenetico nazista Aktion T4 fu anche chiamato «programma eutanasia», espressione che venne utilizzata allora da molti di coloro che erano coinvolti in quest'operazione, ma non può essere considerata a tutti gli effetti eutanasia: non prevedeva infatti il consenso dei pazienti, ma la soppressione contro la loro volontà. Il programma non era poi motivato da preoccupazione per il benessere dell'ammalato, come il desiderio di liberarlo dalla sofferenza, l'Aktion T4 veniva invece portato avanti principalmente a scopo eugenetico, per migliorare la «igiene razziale» secondo l'ottica dell'ideologia nazista allora imperante. Mirava inoltre a diminuire le spese sanitarie ed assistenziali statali, considerando che le priorità economiche erano rivolte ad altre voci come il riarmo militare. Il programma fu definito dai contemporanei come una «eutanasia sociale».[11] A fronte di una grande opposizione interna il programma fu ufficialmente abbandonato nell'estate del 1941.

L'idea di ricorrere all'eugenetica si ripropose già all'inizio dell'anno successivo, con l'insuccesso dell'Operazione Barbarossa, questa volta in un contesto militare. Le notevoli difficoltà che la Wehrmacht incontrava durante la campagna sul fronte orientale indusse i comandi a prevedere dei «gruppi di eutanasia» il cui compito era «aiutare i soldati feriti». Anche su questo programma i vertici nazisti cercarono di stendere il velo della segretezza. Nelle ultime fasi del Terzo Reich testimonianze dirette riportano addirittura, che nella propaganda fosse prevista una sorta di eutanasia di stato, chiamata dai burocrati del regime «morte indolore mediante gas», da preferirsi nettamente al cadere in mano sovietica.[12] Nel 2023 la rivista The Lancet ha istituito una commissione speciale dedicata alla medicina e i medici durante la seconda guerra mondiale e l'Olocausto[13].

URSS

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In Unione Sovietica, a partire dalla promulgazione del codice penale del 1922, l'eutanasia e il suicidio assistito erano leciti e depenalizzati, se richiesti esplicitamente da una persona sofferente.[14]

Casi celebri

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Negli Stati Uniti fece scalpore il caso di Terri Schiavo, in stato vegetativo persistente (PVS) dal 1990, al cui marito Michael la corte suprema dello Stato della Florida diede nel 2005 il permesso di sospendere l'alimentazione forzata. Anche in quel caso si discusse sulla correttezza dell'uso del termine eutanasia. La sospensione della terapia in casi di coma irreversibile o PVS è prassi normale negli Stati Uniti: il caso nacque perché i genitori di Terri si erano sempre opposti alla richiesta del genero, imputandola solo al suo desiderio di liberarsi della moglie. Terri divenne, suo malgrado, oggetto di battaglia ideologico-politica tra i sostenitori e gli oppositori dell'eutanasia. L'esame autoptico praticato sulla donna dopo la sua morte appurò che il cervello di Terri Schiavo pesava circa la metà di quello di una donna in salute della stessa età, che gran parte delle cellule era irrimediabilmente distrutta o danneggiata, e che essa era totalmente incapace di percepire alcun senso, tanto meno sentire o vedere.

Anche in Italia alcuni casi hanno acceso un forte dibattito sul tema dell'eutanasia. Quello di Eluana Englaro è uno dei più noti. La giovane donna, a seguito di un grave incidente stradale avvenuto nel 1992, rimase in stato vegetativo persistente fino alla sua morte, sopraggiunta nel 2009 a seguito dell'interruzione della nutrizione artificiale.[15][16] Il dibattito sull'eutanasia si è riproposto, alla fine del 2006, quando il citato Piergiorgio Welby ha chiesto che gli venisse staccato il respiratore che lo teneva in vita. Welby è morto il 20 dicembre 2006 per insufficienza respiratoria sopravvenuta a seguito del distacco del respiratore a opera del medico anestesista.[17]

Dibattito sull’eutanasia: Argomenti pro e contro

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Ragioni a favore dell'eutanasia

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Ragioni contro l'eutanasia

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Approfondimento delle posizioni nel dibattito

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L'eutanasia è oggetto di vivo dibattito e al centro di accese controversie in ambito morale, religioso, legislativo, scientifico, filosofico, politico ed etico.

Distinzioni preliminari

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Una prima distinzione di massima si può tracciare tra le seguenti posizioni[19]

Posizioni religiose

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Diverse religioni hanno preso posizione riguardo all'eutanasia, sebbene le posizioni siano divergenti o talora diametralmente opposte.

La Chiesa cattolica è contraria ad ogni forma d'eutanasia, attiva o omissiva, mentre incoraggia il ricorso alle cure palliative e ritiene moralmente accettabile l'uso di analgesici, per trattare il dolore, anche qualora comportino − come effetto secondario e non desiderato − l'accorciamento della vita del paziente. Consente invece di sospendere, dietro richiesta del paziente, procedure mediche che risultino onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi; vale a dire che configurino accanimento terapeutico. Tale posizione è confermata nei paragrafi 2277, 2278 e 2279 del Catechismo.[21] La Chiesa insegna inoltre che le cure che d'ordinario sono dovute all'ammalato, come l'idratazione e la nutrizione artificiale, non possono essere sospese qualora si preveda come conseguenza la morte del paziente per fame e per sete. Si configurerebbe, in questo caso, una vera e propria eutanasia per omissione.[22]

Le Chiese riformate, anche a causa della loro particolare struttura gerarchica, hanno spesso posizioni interne più variegate ed elastiche[23].

Nell'Islam, ad Allah è attribuito l'epiteto in arabo di Al-MuhyÎ (o Al-Mumìt), che significa "Colui che fa vivere o morire"[24] (Signore della vita e della morte). In base alla Sura IV-an Nisâ, v. 29[24], l'Islam proibisce esplicitamente il suicidio ed in particolare l'eutanasia, vietando parimenti l'omicidio, che è considerato alla stregua di un "suicidio spirituale" da parte del peccatore, che con la propria condotta determina la sua dannazione eterna.

Posizione del movimento per la difesa dei diritti dei disabili

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Il movimento per la difesa dei diritti dei disabili ha fin dalla sua nascita negli Stati Uniti agli inizi degli anni 70 contrastato la legalizzazione dell'eutanasia[25] Sulla sua scia organizzazioni di disabili espressamente dedite a contrastare culturalmente e politicamente l'eutanasia sono nate durante gli anni 90. È il caso della statunitense Not Dead Yet e di Care Not Killing[26], una rete di oltre 40 associazioni inglesi. Posizioni analoghe sono sostenute da associazioni di disabili svedesi[27] e australiane[28]. Alla base del rifiuto c'è la considerazione che le motivazioni che spingono una persona all'eutanasia potrebbero essere legate più al loro status e condizione sociale che alla loro sofferenza e condizione fisica. In questo senso l'influenza negativa sulla qualità di vita della propria famiglia impegnata economicamente e personalmente nell'accudimento, lo status negativo riservato agli elementi non produttivi dalle culture occidentali e i diffusi e persistenti pregiudizi sociali potrebbero essere considerazioni sufficienti a dettare la scelta suicidaria.[27]

Le legislazioni sull'eutanasia per paese

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     Legale

     Passivamente legale

     Illegale

     Dati non sufficienti

Tabella riassuntiva dei paesi in cui l’eutanasia è legalizzata a livello nazionale

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Nazione Metodo di Legalizzazione Data dell’entrata in vigore
1 Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Approvata dagli Stati Generali dei Paesi Bassi. 1 aprile 2002
2 Bandiera del Belgio Belgio Approvata dal Parlamento federale del Belgio. 28 maggio 2002
3 Bandiera del Lussemburgo Lussemburgo Approvata dalla Camera dei deputati. 19 marzo 2009
4 Bandiera della Colombia Colombia Sentenza della Corte Costituzionale della Colombia. 15 dicembre 2014
5 Bandiera del Canada Canada Approvata dal Parlamento del Canada. 17 giugno 2016
6 Bandiera della Spagna Spagna Approvata dalle Corti Generali. 25 giugno 2021
7 Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda Approvata dal Parlamento della Nuova Zelanda e approvata dai cittadini in un referendum. 6 novembre 2021
8 Bandiera del Portogallo Portogallo Approvata dall’Assemblea della Repubblica, è in attesa di essere firmata dal Presidente e dunque non è stata definita una data per l’entrata in vigore. Tre disegni di legge precedentemente approvati, tuttavia, sono stati nullificati, uno dalla Corte Costituzionale del Portogallo, gli altri due dal mancato raggiungimento del quorum parlamentare per il superamento del veto presidenziale. da definire

Approfondimenti per continente

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America

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Asia e Oceania

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In caso di eutanasia passiva, devono essere soddisfatte tre condizioni:

Per l'eutanasia attiva, devono essere soddisfatte quattro condizioni:

I problemi che ne sono scaturiti, oltre al problema affrontato da molte altre famiglie del Paese, hanno portato alla creazione di "squadre SWAT di bioetica". Queste squadre saranno messe a disposizione delle famiglie dei malati terminali per aiutarle, insieme ai medici, a prendere una decisione sulla base dei fatti personali del caso. Sebbene nelle sue fasi iniziali e facendo affidamento su "sussidi del Ministero della Salute, del Lavoro e della sicurezza sociale", ci sono piani per creare un'organizzazione senza scopo di lucro per "consentire a questo sforzo di continuare".

Europa

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     Eutanasia attiva legale

     Eutanasia passiva legale

     Tutte le forme di eutanasia proibite

     Situazione legale ambigua

Filmografia

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Note

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  1. ^ (EN) James Downar, Jesse W. Delaney e Laura Hawryluck, Guidelines for the withdrawal of life-sustaining measures, in Intensive Care Medicine, vol. 42, n. 6, 2016-06, pp. 1003–1017, DOI:10.1007/s00134-016-4330-7. URL consultato il 2 febbraio 2020.
  2. ^ https://www.dyingwell.co.uk/study-shows-negative-impact-of-maid-on-palliative-care-in-canada
  3. ^ (EN) Jean Jacob Mathews et al., Impact of Medical Assistance in Dying on palliative care: A qualitative study (abstract), in Palliative Medicine, vol. 35, n. 2, 30 ottobre 2020, pp. 447-454, PMID 33126842.
  4. ^ Tommaso Moro, Utopia, Giunti Editore, p.118
  5. ^ Toscanamedica, nº 4 aprile 2007 − pag. 23[collegamento interrotto]
  6. ^ Deleule, Didier, Francis Bacon : prolonger la vie, aider à mourir, Rivista di storia della filosofia : LXVII, 1, 2012, Milano : Franco Angeli, 2012.
  7. ^ 2 Samuele 1,6-10, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  8. ^ Profili: SENECA
  9. ^ Tacito, Annales, XV, 55
  10. ^ G. Lienhardt, Divinity and Experience: the Religion of the Dinka, Oxford, Clarendon Press, 1961.
  11. ^ Alfred Hoche - Karl Binding, Die Freigabe der Vernichtung Lebensunwertem Lebens, Leipzig, 1920
  12. ^ Hannah Arendt, La banalità del male, Feltrinelli, 1999, ISBN 88-07-10266-8, pagg. 117-118
  13. ^ The Lancet Commission on medicine, Nazism, and the Holocaust: historical evidence, implications for today, teaching for tomorrow, su thelancet.com.
  14. ^ art. 143, Nota, Codice penale della RSSFR (omicidio del consenziente compiuto «per compassione»)
  15. ^ Piero Colaprico, È finita l'agonia di Eluana dopo 17 anni di coma, su repubblica.it, la Repubblica, 9 febbraio 2009 (archiviato l'11 febbraio 2009).
  16. ^ Eluana, «morta per disidratazione», in Il Corriere della Sera, 10 febbraio 2009.
  17. ^ Si è spento stamane, aveva 61 anni, su qn.quotidiano.net, 21 dicembre 2006 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2013).
  18. ^ a b c d e Voluntary Euthanasia (Stanford Encyclopedia of Philosophy) Una panoramica sull'eutanasia volontaria (Voluntary Euthanasia, Stanford Encyclopedia of Philosophy, First published Thu Apr 18, 1996; substantive revision Mon Feb 19, 2007)
  19. ^ Testamento biologico ed eutanasia passiva: un diritto costituzionale
  20. ^ L'eutanasia secondo la chiesa Cattolica
  21. ^ Catechismo della Chiesa cattolica − "L'eutanasia", par. 2276-2279
  22. ^ Discorso di Giovanni Paolo II ai partecipanti al Congresso Internazionale su "I trattamenti di sostegno vitale e lo stato vegetativo. Progressi scientifici e dilemmi etici" − 20 marzo 2004.
  23. ^ Tra le posizioni espresse a titolo personale da loro esponenti, v. Archbishop Desmond Tutu 'wants right to assisted death', BBC news 7 ottobre 2016.
  24. ^ a b Hamza R. Piccardo, Il Corano (edizione integrale), Newton Biblios (n. 4), Newton & Compton, 21 marzo 2001, pp. 90-91 (nota 35 al verso 29, nota 36 al v. 31), ISBN 88-8289-223-9, OCLC 271773113., "revisione controllo dottrinale [a cura dell'] Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia"(p. II, intr. di Pino Blasone)
  25. ^ The Disability Rights Movement, Di Doris Zames Fleischer, Frieda Zames, Temple University Press, Philadelphia, 2001
  26. ^ Promoting palliative care, Opposing euthanasia and assisted suicide - Care Not Killing
  27. ^ a b Why Disability Rights Movements Do Not Support Euthanasia: Safeguards Broken Beyond Repair | Independent Living Institute
  28. ^ QAI - Home
  29. ^ Ecuador, la Corte costituzionale depenalizza l'eutanasia, su ansa.it, ANSA, 8 febbraio 2024.
  30. ^ La Corte Costituzionale dell’Ecuador ha decriminalizzato l’eutanasia, su ilpost.it, Il Post, 8 febbraio 2024.
  31. ^ Morire in Thailandia: eutanasia e cure inutili, ecco la nuova legge
  32. ^ Bioethics, su biospace.nw.ru. URL consultato il 1º giugno 2009 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2009).
  33. ^ Suicidio assistito, anche l’Austria più veloce dell’Italia: dal 2022 in vigore la nuova legge, su ilfattoquotidiano.it.
  34. ^ Austria, la Corte costituzionale si occupa della costituzionalità del divieto al suicidio assistito, su associazionelucacoscioni.it.
  35. ^ (EN) Laure Dombrecht et al., End-of-life decisions in neonates and infants: a population-level mortality follow-back study (abstract), in Arch Dis Child Fetal Neonatal Ed, 15 giugno 2021, PMID 34131039.
  36. ^ Corte Costituzionale tedesca,su Repubblica, 26 giugno 2010
  37. ^ Eutanasia, caso dj Fabo, storica sentenza della Corte Costituzionale: aiuto al suicidio non sempre punibile - la Repubblica
  38. ^ Suicidio assistito, la svolta della Consulta: è lecito l'aiuto in casi come quello di dj Fabo - Politica - ANSA
  39. ^ Fine vita, sentenza storica della Consulta: "Non punibile chi a certe condizioni agevola proposito di suicidio". Cappato: "Tutti più liberi" - Il Fatto Quotidiano
  40. ^ Eutanasia, per la Consulta è inammissibile il referendum sull'eutanasia, Repubblica, 15 febbraio 2022
  41. ^ Olanda, via libera all'eutanasia per bimbi con malattie incurabili, su msn.com, 14 aprile 2023.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Associazioni e movimenti

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Bioetica

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Posizioni laiche

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Posizioni religiose

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