La Galleria delle carte geografiche è situata nei palazzi Vaticani ed è oggi inclusa nel perimetro dei Musei Vaticani. La galleria è posta lungo l'itinerario che conduce alla Cappella Sistina; è un'eccezionale rappresentazione cartografica delle regioni d'Italia, realizzata tra il 1580 e il 1585 su ordine di papa Gregorio XIII. Costituisce in tal modo una testimonianza preziosa delle cognizioni geografiche e dello stato dei luoghi in quell'epoca. La galleria, che venne definita il luogo dove il papa va "a passeggio per l'Italia senza uscire di palazzo", è ragguardevole anche perché nella reggia papale del tempo viene affermata l'unità geografica e spirituale dell'Italia intera.[1]
È un corridoio di 120 metri di lunghezza e sei di larghezza, sulle cui pareti sono raffigurate quaranta carte delle varie regioni d'Italia, ciascuna con le mappe delle principali città, e si conclude con le vedute dei principali porti italiani del Cinquecento: Civitavecchia, Genova, Ancona e Venezia. Ogni mappa di regione è accompagnata sul soffitto dalle rappresentazioni dei principali eventi religiosi avvenuti in essa.
L'opera fu diretta dal matematico, geografo e amico del papa Ignazio Danti, domenicano, che si occupò della sua realizzazione tra il 1581 e il 1583. Percorrere la galleria è, secondo le intenzioni di Ignazio Danti, come viaggiare lungo gli Appennini e affacciarsi sulla costa adriatica, verso est, e tirrenica, verso ovest. Infatti così sono distribuite sulle due pareti le mappe regionali e le vedute dei porti che completano la galleria: verso destra quelle adriatiche e verso sinistra quelle tirreniche[2].
Gli artisti che vi lavorarono furono Girolamo Muziano, Cesare Nebbia, i due fratelli fiamminghi Matthijs Bril e Paul Bril, Giovanni Antonio Vanosino da Varese e Antonio Danti che la decorarono e affrescarono tra 1580 e il 1585[3], seguendo le indicazioni[4] di Ignazio Danti, originario di Perugia[5].
La volta è dipinta da Antonio Tempesta di Firenze e da altri.
La Galleria vaticana delle Carte Geografiche ha un interesse artistico, geografico ma anche simbolico: l'insieme di tutte le carte rappresentate è testimonianza di una unità d'Italia anche spirituale, oltre che geografica.
Si deve notare che la convenzione moderna e arbitraria di situare il nord nella parte alta della mappa non fosse valido nel Cinquecento, per cui alcune mappe appaiono al visitatore di oggi come se fossero capovolte.
La galleria è lunga 120 metri e comprende le seguenti carte, sulle quali è spesso rappresentata la pianta della città più importante:
Inoltre sono presenti anche le raffigurazioni di due territori situati al di fuori della regione geografica italiana, ovvero una carta del Territorio di Avignone (Avenionensis Ditio et Venaisinus Comitatus), con pianta del capoluogo, in quanto allora questa città transalpina era possesso pontificio, e una di Corfù, con vicino una raffigurazione della battaglia di Lepanto.
Dopo la serie delle carte regionali, come mappe d'unione si trovano quasi al termine del percorso due carte geografiche generali:
A completare mirabilmente la serie delle carte geografiche ci sono le vedute prospettiche dei principali porti italiani del Cinquecento, di gran valore artistico e anche testimonianze fondamentali dell'aspetto di quelle città nel Rinascimento: Venezia, Ancona, Genova e Civitavecchia.
Sul soffitto sono rappresentati episodi miracolosi, posti in corrispondenza della regione italiana in cui sono avvenuti. In questo modo l'Italia intera è vista come la terra in cui la Provvidenza divina, in ogni sua parte, ha diffuso la propria grazia.
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