Giacomo Boni

Senatore del Regno d'Italia
LegislaturaXXVI
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Nazionale Fascista
Titolo di studioDiploma in architettura, Laurea "ad honorem" (Università di Oxford), Laurea "ad honorem" (Università di Cambridge)
Professionearcheologo

Giacomo Boni (Venezia, 25 aprile 1859Roma, 10 luglio 1925) è stato un archeologo e architetto italiano.

Villa Blanc, capolavoro architettonico di Boni, nel 1996 divenuta di proprietà della Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (Luiss). Foto del 2016, a ristrutturazione quasi completata.

Fu senatore del Regno d'Italia nella XXVI legislatura.

Biografia

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Il mausoleo cilindrico all'esterno del parco di Villa Blanc a Roma

Il padre, capitano di marina irrendetista, rifiutò di giurare fedeltà all'Imperatore austriaco perdendo per questo l'incarico, con pesanti conseguenze sull'economia familiare. Il Boni crebbe dunque in un ambiente fortemente patriottico, che ne segnò fortemente il pensiero.[1]

Dopo gli studi tecnici partecipò come manovale ai restauri che si eseguivano sul Palazzo Ducale di Venezia; quindi studiò architettura all'Accademia delle Belle Arti.[1]

Nel 1888 è nominato segretario della Regia Calcografia, nel 1890 ispettore dei monumenti della Direzione generale delle Antichità e Belle Arti: nel 1895-1896 è direttore dell'Ufficio Regionale dei Monumenti di Roma e a partire dal 1898 dirige gli scavi del Foro Romano, a cui a partire dal 1907 si aggiungono quelli del Palatino.

Si interessa di tutela e valorizzazione dei monumenti, promuove la creazione nel 1907 del Gabinetto Fotografico Nazionale e auspica l'istituzione di un catalogo nazionale e lo stabilimento di norme aggiornate per i restauri, privilegiando le ragioni della conservazione rispetto a quelle della ricostruzione. Si occupa inoltre dell'utilizzo delle piante in relazione ai resti antichi, sia come protezione delle muratura dal disgregamento, sia come loro presentazione al pubblico.

Nell'ambito dello scavo archeologico fu tra i primi a seguìre un metodo scientifico, applicando agli scavi i principi dello scavo stratigrafico: fu il primo, nel 1885[2], ad applicarlo alle ricerche di archeologia classica, prima ancora di Wilhelm Dörpfeld[2]; tra i primi si interessa dei materiali rinvenuti negli scavi e della loro collocazione fisica all'interno degli strati; per primo considera di uguale importanza anche il materiale medioevale, senza privilegiare l'età classica; tra i primi si avvale di disegni e di fotografie per la documentazione. Le indicazioni da lui dettate nell'articolo Il metodo negli scavi archeologici (Nuova Antologia, 1901) conservano ancora oggi il loro valore.

Della sua attività di studio e ricerca restano numerosi documenti di archivio presso la Soprintendenza Archeologica di Roma. Alle sue ricerche nel Foro Romano si devono la scoperta del Lapis niger, della Regia, del Lacus Curtius, dei cunicoli cesariani nel sottosuolo della piazza, della necropoli arcaica presso il tempio di Antonino e Faustina e della chiesa di Santa Maria Antiqua. Sul Palatino portò alla luce una cisterna arcaica a thòlos, che erroneamente identificò con il Mundus Cereris,[1] i ricchi ambienti della "Casa dei Grifi" e della cosiddetta "Aula isiaca" al di sotto del palazzo imperiale di età flavia.

Come architetto si occupò nel 1896-97 della ristrutturazione di Villa Blanc a Roma (proprietà di Alberto Blanc, ministro degli esteri del re Umberto I): nei giardini della villa fu inserito un mausoleo romano rinvenuto nel 1896[3] dallo stesso Boni in uno scavo sulla Via Flaminia presso Tor di Quinto (ora direttamente sulla via Nomentana) in seguito all'ampliamento della strada).

Come Storico e Ricercatore ha redatto la carta delle tre aree di diverso sviluppo stilistico del Romanico pugliese coincidenti con le tre antiche terre pugliesi: Capitanata, Terra di Bari e Terra d'Otranto. Inoltre individuò le matrici di ispirazione dell'albertiano Tempio Malatestiano nelle chiese del Romanico della Terra di Bari. Seguì personalmente attraverso ispettori di fiducia il restauro di alcuni dei monimenti più importanti del Romanico di Terra di Bari[4].

Nel 1903, in seguito al crollo l'anno prima del campanile di San Marco a Venezia, poi ricostruito negli anni successivi, fu chiamato per lo scavo archeologico delle sue fondamenta, dove identificò strutture di epoca romana.

Tomba di Giacomo Boni sul Palatino

Alla sua morte fu sepolto sul Palatino, negli Orti Farnesiani.

Boni tra paganesimo e fascismo

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Giacomo Boni sviluppò un forte interesse per l'antica religione romana e per una sua eventuale riattuazione e adozione da parte dello Stato, e tentò di influenzare in tal senso Francesco Crispi e Sidney Sonnino, ma soprattutto Benito Mussolini col quale simpatizzò perché credeva che il fascismo potesse far rinascere l'antica Roma.

Tra i tentativi fatti per restaurare la religione romana vi furono veri e propri riti pagani da lui eseguiti: si ricordano la commemorazione del Lacus Curtius nel 1903 con l'amico Horatio Brown, la purificazione del tempio di Giove Vincitore nel 1916, la costruzione dell'ara graminea sul Palatino nel 1917. Boni approntò anche un programma di celebrazioni per il primo anniversario della marcia su Roma, che prevedeva una serie di cerimonie pagane: Cereris Mundus, Ludus Troiae, Opus Coronarium, Ludi Palatini e Lupercalia.

Le stesse ricerche archeologiche di Boni furono influenzate dai suoi rapporti con l'ambiente esoterico del tempo (frequentò il salotto di Emmelina Sonnino De Renzis, sorella di Sidney Sonnino e madre di Giovanni Antonio Colonna di Cesarò, esponente della Società Teosofica)[1] e da esperienze personali al limite del paranormale (sogni come quello che gli rivelò la scoperta del Lapis niger la notte prima, visioni, voci misteriose).

Nel 1923 Boni collaborò con Ignis alla tragedia Rumon, disegnando i caratteri romani arcaici per il cartellone e per il testo stesso.[5]

Onorificenze

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Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia
Cavaliere dell'Ordine della Legione d'onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Legione d'onore (Francia)
Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila rossa di Prussia (Germania) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila rossa di Prussia (Germania)

Opere

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Articoli su Nuova Antologia

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Note

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  1. ^ a b c d Umberto Vincenti, Giacomo Boni e il Mundus Palatino, in Il Palatino e il segreto del potere, Rogas edizioni, pp. 28-32.
  2. ^ a b Pietro Romanelli, s.v. "Boni Giacomo", in Dizionario Biografico degli Italiani (Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma 1970, Vol XII, pp. 75-77
  3. ^ http://web.tiscali.it/michele.lisena/12mausolo.html
  4. ^ V. C. Galati, Restauri dei monumenti del "Romanico-normanno" pugliese tra Otto e Novecento. Il Duomo di Bitonto e il "Primo Rinascimento pugliese". Ettore Bernich...e la vicenda della decorazione policroma delle 'incavallature' del Duomo... Camillo Boito e la "Commissione ministeriale ispettiva", in Bollettino della Società di Studi Fiorentini, vol. 2023, 2023, 32. pp.108-151..
  5. ^ RUMON – Le immagini custodite presso l'Istituto Nazionale di Studi Romani | Arti Minervali

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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