Giovanni Gandini (Milano, 14 ottobre 1929 – Milano, 18 febbraio 2006) è stato un editore, scrittore e disegnatore italiano, conosciuto soprattutto per essere il fondatore della rivista Linus[1].
A metà degli anni sessanta, Gandini importò dagli Stati Uniti d'America i celeberrimi Peanuts, aprendo un mondo di slogan, battute e tormentoni, con i quali Charlie Brown, il bracchetto Snoopy, la saccente Lucy e il timido Linus, con la sua immancabile coperta, esprimevano disagi e incertezze di una generazione. Il giornale era edito dalla casa editrice Milano Libri, nata dall'omonima libreria gestita dalla moglie di Gandini, Anna Maria Gregorietti.[2]
Oltre ai fumetti di Charles M. Schulz, Linus aprì alla controcultura americana ma anche al surrealismo latino, da Fernando Arrabal a Roland Topor passando per Copi. Ma sulla «rivista dei fumetti e dell'illustrazione» (il sottotitolo di Linus), comparvero anche Valentina di Guido Crepax, Pogo, Krazy Kat, B.C., Dick Tracy e Corto Maltese di Hugo Pratt. Il primo numero del 1965 conteneva anche interviste di Umberto Eco a Elio Vittorini e a Oreste Del Buono. Gandini diresse Linus fino al 1972, anno in cui cedette la guida della rivista a Del Buono.
I fumetti statunitensi erano tradotti magistralmente[senza fonte], lavorando di cesello sui nonsense di Pogo e sulle battute dei Peanuts e del Mago di Id, sovrapponendo al linguaggio originale il linguaggio giovanile italiano.
Non soltanto editore, Giovanni Gandini coltivava una vivace passione narrativa, con un gusto innato dell'ironia e della dissacrazione. Testimoni di questa sua vena narrativa sono i suoi libri, dalla raccolta di racconti L'orso buco a Piccoli gialli, a quella di elzeviri come L'ultimo pensiero fondente. Una vena ludica, appena velata di malinconia che si rivela anche in Caffè Milano, edito da Scheiwiller nel 1987. Oltre a Linus, Gandini è stato anche editore de Il Giornalone e di Uffa.