Umberto Eco

Umberto Eco (Alessandria, 5 gennaio 1932Milano, 19 febbraio 2016[1][2]) è stato un semiologo, filosofo, scrittore, traduttore, bibliofilo e medievista italiano.

Autografo di Eco apposto all'edizione tedesca di Arte e bellezza nell'estetica medievale.

Saggista e intellettuale, scrisse numerosi testi di semiotica, estetica medievale, linguistica e filosofia, oltre a romanzi di successo. Nel 1971 è stato tra gli ispiratori del primo corso del DAMS all'Università di Bologna[3][4][5][6][7].

Tra i suoi romanzi più famosi figura Il nome della rosa vincitore del Premio Strega e tradotto in più di 40 lingue, che è divenuto un bestseller internazionale avendo venduto oltre 50 milioni di copie in tutto il mondo; da quest'opera sono stati tratti un film, una serie televisiva[8] e un fumetto.[9]

Biografia

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Liceo e Azione Cattolica

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Figlio di Giulio Eco, un impiegato nelle Ferrovie e di Rita Bisio e fratello maggiore dell'attrice Emy Eco, conseguì la maturità al liceo classico Giovanni Plana di Alessandria,[10] sua città natale. Tra i suoi compagni di classe, vi era il fisarmonicista Gianni Coscia, con il quale scrisse spettacoli di rivista.[11] In gioventù fu impegnato nella GIAC (l'allora ramo giovanile dell'Azione Cattolica-AC) e nei primi anni cinquanta fu chiamato tra i responsabili nazionali del movimento studentesco dell'AC (progenitore dell'attuale MSAC). Nel 1954 abbandonò l'incarico (così come avevano fatto Carlo Carretto e Mario Rossi) in polemica con Luigi Gedda.

Durante i suoi studi universitari (alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino) su Tommaso d'Aquino, smise di credere in Dio e lasciò definitivamente la Chiesa cattolica;[12] in una nota ironica, in seguito commentò: «si può dire che lui, Tommaso d'Aquino, mi abbia miracolosamente curato dalla fede».[13][14]

Filosofia e cultura medievale

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Laureatosi con lode in filosofia nel 1954 all'Università di Torino (agli esami riportò sempre 30/30, anche con lode, tranne quattro casi: filosofia teoretica e letteratura latina, in cui ottenne 29/30, e storia della letteratura italiana e pedagogia, entrambi superati con 27/30)[15] con relatore Luigi Pareyson e tesi sull'estetica in San Tommaso d'Aquino (controrelatore Augusto Guzzo), cominciò a interessarsi di filosofia e cultura medievale, campo d'indagine mai più abbandonato (vedi il volume Dall'albero al labirinto), anche se successivamente si dedicò alla linguistica, allo studio semiotico della cultura popolare contemporanea e all'indagine critica sullo sperimentalismo letterario e artistico. Nel 1956 pubblicò il suo primo libro, un'estensione della sua tesi di laurea dal titolo Il problema estetico in San Tommaso.

Tra i "corsari" per lo svecchiamento RAI

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Nel 1954 partecipò e vinse un concorso della Rai per l'assunzione di telecronisti e nuovi funzionari; con Eco vi entrarono anche Furio Colombo e Gianni Vattimo. Tutti e tre abbandonarono l'ente televisivo entro la fine degli anni cinquanta. Nel concorso successivo entrarono Emmanuele Milano, Fabiano Fabiani, Angelo Guglielmi e molti altri. I vincitori dei primi concorsi furono in seguito etichettati come i "corsari" perché seguirono un corso di formazione diretto da Pier Emilio Gennarini e avrebbero dovuto, secondo le intenzioni del dirigente Filiberto Guala, "svecchiare" i programmi.

Con altri ingressi successivi, come quelli di Gianni Serra, Emilio Garroni e Luigi Silori, questi giovani intellettuali innovarono davvero l'ambiente culturale della televisione, ancora molto legato a personalità provenienti dall'EIAR, venendo in seguito considerati come i veri promotori della centralità della RAI nel sistema culturale italiano.[16] Dall'esperienza lavorativa in RAI, incluse amicizie con membri del Gruppo 63, Eco trasse spunto per molti scritti, tra cui il celebre articolo del 1961 Fenomenologia di Mike Bongiorno.

Critica letteraria e condirezione Bompiani

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Umberto Eco nel 2002.

Dal 1959 al 1975 fu condirettore editoriale della casa editrice Bompiani. Nel 1962 pubblicò il saggio Opera aperta che, con sorpresa dello stesso autore, ebbe notevole risonanza a livello internazionale e diede le basi teoriche al Gruppo 63, movimento d'avanguardia letterario e artistico italiano che suscitò interesse negli ambienti critico-letterari anche per le polemiche che destò criticando fortemente autori all'epoca già "consacrati" dalla fama come Carlo Cassola, Giorgio Bassani e Vasco Pratolini, ironicamente definiti "Liale", con riferimento a Liala, autrice di romanzi rosa.[17]

Carriera universitaria

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Nel 1961 ebbe inizio anche la sua carriera universitaria che lo portò a tenere corsi, in qualità di professore incaricato, in diverse università italiane: Torino, Milano, Firenze e, infine, Bologna dove ha ottenuto la cattedra di Semiotica nel 1975, diventando professore ordinario.[17] All'Università di Bologna è stato fra i fondatori del primo corso di laurea in DAMS (era il 1971), poi è stato direttore dell'Istituto di Comunicazione e spettacolo del DAMS, e in seguito ha dato inizio al corso di laurea in Scienze della comunicazione.

Infine è divenuto Presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici, fondata nel 2000, che coordina l'attività dei dottorati bolognesi del settore umanistico, e dove nel 2001 ha ideato il Master in Editoria Cartacea e Digitale.[18] Nel corso degli anni ha insegnato come professore invitato alla New York University, Northwestern University, Columbia University, Yale University, Harvard University, University of California-San Diego, Cambridge University, Oxford University, Università di São Paulo e Rio de Janeiro, La Plata e Buenos Aires, Collège de France, École normale supérieure (Parigi). Nell'ottobre 2007 si è ritirato dall'insegnamento per limiti di età.

Studi su mass media e cultura di massa

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Dalla fine degli anni cinquanta, Eco cominciò a interessarsi all'influenza dei mass media nella cultura di massa, su cui pubblicò articoli in diversi giornali e riviste, poi in gran parte confluiti in Diario minimo (1963) e Apocalittici e integrati (1964).[19] Apocalittici e integrati (che ebbe una nuova edizione nel 1977) analizzò con taglio sociologico le comunicazioni di massa. Il tema era già stato affrontato in Diario minimo, che includeva tra gli altri il breve articolo del 1961 Fenomenologia di Mike Bongiorno. Sullo stesso tema, nel 1967 svolse a New York il seminario Per una guerriglia semiologica, in seguito pubblicato ne Il costume di casa (1973) e frequentemente citato nelle discussioni sulla controcultura e la resistenza al potere dei mass media.[20]

Significativa fu anche la sua attenzione per le correlazioni tra dittatura e cultura di massa ne Il fascismo eterno, capitolo del saggio Cinque scritti morali,[21] dove individuava le caratteristiche, ricorrenti nel tempo, del cosiddetto "fascismo eterno", o "Ur-fascismo": il culto della tradizione, il rifiuto del modernismo, il culto dell'azione per l'azione, il disaccordo come tradimento, la paura delle differenze, l'appello alle classi medie frustrate, l'ossessione del complotto, il machismo, il "populismo qualitativo Tv e Internet" e altre ancora; da esse e dalle loro combinazioni, secondo Eco, è possibile anche "smascherare" le forme di fascismo che si riproducono da sempre "in ogni parte del mondo". In un'intervista del 24 aprile 2010 mise in evidenza la sua visione rispetto a Wikipedia, della quale Eco si definiva un "utente compulsivo", e al mondo dell'open source.[22]

Umberto Eco non considerava gli ipertesti un supporto valido per un romanzo. A suo avviso la multimedialità non aggiungeva nulla al valore culturale dell'opera, ne integrava solamente i contenuti. Nel 1995, durante una presentazione alla Triennale di Milano dichiarò: "Ho visto diverse opere multimediali, ed ho collaborato personalmente alla stesura di una pubblicazione di questo tipo. Mi hanno regalato un computer su cui far girare l'opera finita, ma ora a distanza di solo un anno questa macchina è già superata, resa obsoleta ed inutilizzabile con le opere multimediali più recenti."[23]

Inizio degli studi semiotici

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Nel 1968 pubblicò il suo primo libro di teoria semiotica, La struttura assente,[20] cui seguirono il fondamentale Trattato di semiotica generale (1975) e gli articoli per l'Enciclopedia Einaudi poi riuniti in Semiotica e filosofia del linguaggio (1984). Nel 1971 fondò Versus - Quaderni di studi semiotici, una delle maggiori riviste internazionali di semiotica, rimanendone direttore responsabile e membro del comitato scientifico fino alla morte. È anche stato segretario, vicepresidente e dal 1994 presidente onorario della IASS/AIS ("International Association for Semiotic Studies"). È stato invitato a tenere le prestigiose conferenze Tanner (Università di Cambridge, 1990), Norton (Università di Harvard, 1993), Goggio (Università di Toronto, 1998), Weidenfeld (Università di Oxford, 2002) e Richard Ellmann (Università Emory, 2008).

Giornali, traduzioni, dibattiti

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Collaborò sin dalla sua fondazione, nel 1955, al settimanale L'Espresso, sul quale dal 1985 al 2016 tenne in ultima pagina la rubrica La bustina di minerva (nella quale, tra l'altro, dichiarò di aver contribuito personalmente alla propria voce su Wikipedia[24]), ai giornali Il Giorno, La Stampa, Corriere della Sera, la Repubblica, il manifesto[25] e a innumerevoli riviste internazionali specializzate, tra cui Semiotica (fondata nel 1969 da Thomas Albert Sebeok), Poetics Today, Degrès, Structuralist Review, Text, Communications (rivista parigina del EHESS), Problemi dell'informazione, Word & Images, o riviste letterarie e di dibattito culturale quali Quindici, Il Verri (fondata da Luciano Anceschi), Alfabeta, Il cavallo di Troia, ecc.

Collaborò alla collana "Fare l'Europa" diretta da Jacques Le Goff con lo studio La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea (1993), in cui si espresse a favore dell'utilizzo dell'esperanto. Tradusse gli Esercizi di stile di Raymond Queneau (nel 1983) e Sylvie di Gérard de Nerval (nel 1999 entrambi presso Einaudi) e introdusse opere di numerosi scrittori e di artisti. Ha anche collaborato con i musicisti Luciano Berio e Sylvano Bussotti.

I suoi dibattiti, spesso dal tono divertito, con Luciano Nanni, Omar Calabrese, Paolo Fabbri, Ugo Volli, Francesco Leonetti, Nanni Balestrini, Guido Almansi, Achille Bonito Oliva o Maria Corti, tanto per nominarne alcuni, hanno aggiunto contributi non scritti alla storia degli intellettuali italiani, soprattutto quando sfioravano argomenti non consueti (o almeno non ritenuti tali prima dell'intervento di Eco), come la figura di James Bond, l'enigmistica, la fisiognomica, la serialità televisiva, il romanzo d'appendice, il fumetto, il labirinto, la menzogna, le società segrete o più seriamente gli annosi concetti di abduzione, di canone e di classico.[senza fonte]

Grande appassionato del fumetto Dylan Dog,[26] a Eco è stato fatto tributo sul numero 136 attraverso il personaggio Humbert Coe, che ha affiancato l'indagatore dell'incubo in un'indagine sull'origine delle lingue del mondo. È stato inoltre amico del pittore e autore di fumetti Andrea Pazienza[27] che fu suo allievo al DAMS di Bologna, e ha scritto la prefazione a libri di Hugo Pratt, Charles Monroe Schulz, Jules Feiffer e Raymond Peynet. Scrisse la presentazione di "Cuore" a fumetti, di F. Bonzi e Alain Denis, pubblicata su "Linus" nel 1975.

Esordio letterario

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Umberto Eco nel 1984.

Nel 1980 Eco esordì nella narrativa. Il suo primo romanzo, Il nome della rosa, riscontrò un grande successo sia presso la critica sia presso il pubblico, tanto da divenire un best seller internazionale tradotto in 47 lingue e venduto in trenta milioni di copie. Il nome della rosa è stato anche tra i finalisti del prestigioso Edgar Award nel 1984 e ha vinto il Premio Strega.[28] Dal lavoro fu tratto anche un celebre film con Sean Connery.

Negli anni Ottanta promosse l'attivazione del corso di laurea in Scienze della comunicazione, già attivo in altre sedi presso l'università di Bologna. Nel 1988 fondò egli stesso il Dipartimento della Comunicazione dell'Università di San Marino e pubblicò il suo secondo romanzo, Il pendolo di Foucault, satira dell'interpretazione paranoica dei fatti veri o leggendari della storia e delle sindromi del complotto. Questa critica dell'interpretazione incontrollata viene ripresa in opere teoriche sulla ricezione (cfr. I limiti dell'interpretazione). Romanzi successivi sono L'isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000), La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), Il cimitero di Praga (2010) e Numero zero (2015), tutti editi in italiano da Bompiani.

Nel 2012 è stata pubblicata una versione "riveduta e corretta" del suo primo romanzo Il nome della rosa, con una nota finale dello stesso Eco che, mantenendo stile e struttura narrativa, è intervenuto a eliminare ripetizioni ed errori, a modificare l'impianto delle citazioni latine e la descrizione della faccia del bibliotecario per togliere un riferimento neogotico.

Teorie della narrazione

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Molte opere furono dedicate alle teorie della narrazione e della letteratura: Il superuomo di massa (1976), Lector in fabula (1979), Sei passeggiate nei boschi narrativi (1994), Sulla letteratura (2002), Dire quasi la stessa cosa (2003, sulla traduzione). È stato inoltre precursore e divulgatore dell'applicazione della tecnologia alla scrittura.

Dal 2008 era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell'Università di Bologna. Dal 12 novembre 2010 era socio dell'Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche.

In contemporanea alla nomina di guest curator (curatore ospite) del Louvre, dove nel mese di novembre 2009 organizzò una serie di eventi e manifestazioni culturali,[29] uscì per Bompiani Vertigine della lista, pubblicato in quattordici paesi del mondo. Nel 2011 Bompiani pubblicò una raccolta dal titolo Costruire il nemico e altri scritti occasionali, che raccoglie saggi occasionali che spaziano nei vari interessi dell'autore, come quello per la narratologia e il feuilleton ottocentesco. Il primo saggio riprende temi già presenti ne Il cimitero di Praga.

Morte

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Muore nella sua casa di Milano all’età di 84 anni il 19 febbraio 2016 alle ore 22:30,[1][2] a causa di un tumore del pancreas che lo aveva colpito due anni prima.[30] I funerali laici si sono svolti il 23 febbraio 2016 nel Castello Sforzesco di Milano, dove migliaia di persone si sono recate per l'ultimo saluto.[31] Alla cerimonia furono eseguite due composizioni alla viola da gamba e al clavicembalo: Couplets de folies (Les folies d'Espagne) dalla Suite n. 1 in re maggiore dai Pièces de viole, Livre II (1701) di Marin Marais e La Folia dalla Sonata per violino e basso continuo in re minore, op. 5 n. 12 (1700) di Arcangelo Corelli.[32]

Nel proprio testamento Eco ha chiesto ai suoi familiari di far incidere sulla propria lapide le ultime parole de "La cittá del sole" di Tommaso Campanella (Aspetta, aspetta... Non posso, non posso) e di non autorizzare né promuovere, per i dieci anni successivi alla sua morte (quindi sino al 2026), alcun seminario o conferenza su di lui.[33]

Il corpo di Eco è stato infine cremato. La moglie, Renate Eco-Ramge, rifiutando la proposta di tumularne le ceneri nel Civico Mausoleo Garbin, ex edicola privata del Cimitero Monumentale di Milano ora provvista di piccole cellette destinate a ceneri o resti ossei di personalità artistiche illustri, ne ha preferito la conservazione privata, con il progetto di costruire un'edicola di famiglia nel medesimo cimitero.[34]

Profilo letterario

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Umberto Eco nel 1987.

Nei suoi romanzi, Eco racconta storie realmente accadute o leggende che hanno come protagonisti personaggi storici o inventati. Inserisce nelle sue opere accesi dibattiti filosofici sull'esistenza del vuoto, di Dio o sulla natura dell'universo. Attratto da temi piuttosto misteriosi e oscuri (i cavalieri Templari, il sacro Graal, la sacra Sindone ecc.), nei suoi romanzi gli scienziati e gli uomini che hanno fatto la storia sono spesso trattati con indifferenza dai contemporanei.

L'umorismo è l'arma letteraria preferita dallo scrittore di Alessandria, che inserisce innumerevoli citazioni e collegamenti a opere di vario genere, conosciuti quasi esclusivamente da filologi e bibliofili. Ciò rende romanzi come Il nome della rosa o L'isola del giorno prima un turbinio variopinto di nozioni di carattere storico, filosofico, artistico e matematico. Centrale ne Il nome della rosa è la questione del riso, post-modernisticamente declinata.

Ne Il pendolo di Foucault Eco affronta temi come la ricerca del sacro Graal e la storia dei cavalieri Templari, facendo numerosi cenni ai misteri dell'età antica e moderna, rivisitati in chiave parodistica. Ne L'isola del giorno prima l'umanità intera è simboleggiata dal naufrago Roberto de la Grive, che cerca un'isola al di fuori del tempo e dello spazio. In Baudolino dà vita ad un picaresco personaggio medioevale tutto dedito alla ricerca di un paradiso terrestre (il regno leggendario di Prete Giovanni).

Ne La misteriosa fiamma della regina Loana riflette sulla forza e sull'essenza stessa del ricordo, rivolto, in questo caso, ad episodi del XX secolo. Il cimitero di Praga è incentrato sulla natura del complotto e, in particolar modo, sulla storia "europea" del popolo ebraico. Il suo ultimo romanzo, Numero zero, riprendendo temi da sempre cari all'autore (il falso, la costruzione del complotto e delle notizie) si sofferma sulla storia italiana recente, narrando fatti realmente accaduti, ma riletti attraverso una chiave complottistica.

Contributi politici

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Nel 1971 fu tra i 757 firmatari della lettera aperta a L'Espresso sul caso Pinelli e successivamente della autodenuncia di solidarietà a Lotta Continua, in cui una cinquantina di firmatari esprimevano solidarietà verso alcuni militanti e direttori responsabili del giornale, inquisiti per istigazione a delinquere.[35]

I firmatari si autodenunciavano alla magistratura dicendo di condividere il contenuto dell'articolo. Peraltro le severe critiche di Eco al terrorismo e ai vari progetti di lotta armata[36] sono contenute in una serie di articoli scritti sul settimanale L'Espresso e su Repubblica, specie ai tempi del caso Moro (articoli poi ripubblicati nel volume Sette anni di desiderio). In effetti l'arma che ha caratterizzato l'impegno politico di Eco è diventata l'analisi critica dei discorsi politici e delle comunicazioni di massa.

Questo impegno è sintetizzato nella metafora della guerriglia semiologica dove si sostiene che non è tanto importante cambiare il contenuto dei messaggi alla fonte ma cercare di animare la loro analisi là dove essi arrivano (la formula era: non serve occupare la televisione, bisogna occupare una sedia davanti a ogni televisore). In questo senso la guerriglia semiologica è una forma di critica sociale attraverso l'educazione alla ricezione.[37] Dal 2002 partecipa alle attività dell'associazione Libertà e Giustizia, di cui è uno dei fondatori e garanti più noti, partecipando attivamente tramite le sue iniziative al dibattito politico-culturale italiano.

Il suo libro A passo di gambero (2006) contiene le critiche a quello che lui definisce populismo berlusconiano, alla politica di Bush, al cosiddetto scontro tra etnie e religioni. Nel 2011, nelle settimane delle rivolte arabe, durante una conferenza stampa registrata alla Fiera del libro di Gerusalemme, scatena una polemica politica la sua risposta a un giornalista italiano che gli domanda se condivida il paragone fra Berlusconi e Mubarak, avanzato da alcuni: "Il paragone potrebbe essere fatto con Hitler: anche lui giunse al potere con libere elezioni";[38] lo stesso Eco, dalle colonne de l'Espresso, smentirà tale dichiarazione chiarendo le circostanze della sua risposta.[39]

Eco faceva parte dell'associazione Aspen Institute Italia.[40]

Rapporto con il progetto "Luther Blissett"

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Il ritratto fotografico dell'immaginario "Luther Blissett", realizzato con tecniche digitali nel 1994 e usato come simbolo dell'omonimo progetto e insieme di collettivi.

Dicerie, leggende metropolitane e beffe mediatiche hanno più volte collegato Eco alle attività del "nome multiplo" Luther Blissett.

Il 25 maggio 1997 il settimanale tedesco Der Spiegel, trattando della diffusione dello pseudonimo collettivo in Europa, indica Eco tra i capostipiti del progetto[41]. Nello stesso anno viene diffuso, sul web e come opuscolo, un pamphlet intitolato Il nome multiplo di Umberto Eco. L'egemonia della sinistra da Gramsci a Internet [42], pubblicazione anti-Blissett firmata "K.M.A." e attribuita ad ambienti di estrema destra. Nell'opuscolo l'intero progetto Luther Blissett è ascritto a un circolo segreto di semiologi dell'Università di Bologna, il cui capofila sarebbe appunto Eco.

Nel 1999 l'uscita del romanzo Q firmato "Luther Blissett" incoraggia nuovi paragoni e collegamenti. Il 25 febbraio 1999 su Panorama si legge:

«Mistero fitto e spruzzi di veleno avvolgono Q, colossale romanzo storico e d'immaginazione firmato da Luther Blisset [sic] in uscita in primavera per la collana Stile libero Einaudi [...] Impossibile sapere di più: in sintonia con il progetto Luther Blisset [sic], i veri autori stanno nell'ombra e l'editore non si sbottona. Fedeli alla linea anticopyright, gli adepti di Blisset si divertono a fare rimbalzare ipotesi demenziali sul ponderoso tomo: dietro l'identità multipla ci sarebbe un gruppo di goliardi o un prelato eretico. E c'è chi azzarda il nome dello stesso Umberto Eco[43]

Il 6 marzo 1999 Il Messaggero dà notizia di una smentita da parte di Eco: «Inutile chiedersi chi si nasconde dietro il Luther Blissett di Q. È Umberto Eco (che ha già smentito)? È Bifo? Un gruppo di giovani dell'università di Bologna? Lui, di sicuro, se la sta ridendo, mentre sorseggia un caffè, come il ribelle protagonista del suo romanzo, alla corte di qualche potente[44]

Il giorno stesso, la Repubblica pubblica un'intervista di Loredana Lipperini ai quattro autori di Q, con questa premessa: «la storia [...] è piaciuta a più di un illustre lettore che ha potuto gustarla in anteprima e ha alimentato ciò che era prevedibile: la caccia al vero autore, fin qui identificato in prelati eretici e, naturalmente, in Umberto Eco. Le cose stanno diversamente. Gli autori sono quattro e sono nel "Luther Blissett Project" fin dai suoi esordi.[45]»

Nel 2021 Wu Ming 1, ex-membro del Luther Blissett Project, rivela che Il nome multiplo di Umberto Eco era a sua volta una beffa blissettiana, un'operazione sotto falsa bandiera. K.M.A. “stava semplicemente per Kiss My Ass” e “il vero autore del pamphlet è un membro del Luther Blissett Project, oggi filosofo dei media, apprezzato docente in un’università tedesca e teorico del cosiddetto ‘accelerazionismo’”[46].

Onorificenze e riconoscimenti

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Umberto Eco nel 2005 con Alessandro Bianchi, rettore dell'Università "Mediterranea" di Reggio Calabria.

Onorificenze italiane

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Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
— Roma, 9 gennaio 1996[47]
Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte
— Roma, 13 gennaio 1997[48]

Onorificenze straniere

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Commendatore dell'Ordine delle Arti e delle Lettere (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine delle Arti e delle Lettere (Francia)
— 1985
Cavaliere dell'Ordine pour le Mérite für Wissenschaften und Künste (Repubblica Federale di Germania) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine pour le Mérite für Wissenschaften und Künste (Repubblica Federale di Germania)
— 1998
Premio Principe delle Asturie per la comunicazione e l'umanistica (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Premio Principe delle Asturie per la comunicazione e l'umanistica (Spagna)
— 2000
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)
— 2003
Gran croce al merito con placca dell'Ordine al merito della Repubblica Federale di Germania - nastrino per uniforme ordinaria
Gran croce al merito con placca dell'Ordine al merito della Repubblica Federale di Germania
— 2009
Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)
— Parigi, 13 gennaio 2012[49]

Cittadinanze onorarie

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Lauree

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Eco ha ricevuto 40 lauree honoris causa da prestigiose università europee e americane.[50] Nel giugno 2015 in occasione della laurea in comunicazione conferita dall'Università di Torino, Umberto Eco ha rilasciato severi giudizi sui social del Web che, a suo dire, possono essere utilizzati da «legioni di imbecilli» per porsi sullo stesso piano di un vincitore di un Premio Nobel, senza però conferire ad ambedue le opinioni la medesima rilevanza.[51] Le affermazioni di Eco hanno suscitato approvazioni ma anche vivaci discussioni.[52][53]

Affiliazioni e sodalizi accademici

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Umberto Eco è stato membro onorario (Honorary Trustee) della James Joyce Association, dell'Accademia delle Scienze di Bologna, dell'Academia Europea de Yuste, dell'American Academy of Arts and Letters, dell'Académie royale des sciences, des lettres et des beaux-arts de Belgique, della Polska Akademia Umiejętności ("Accademia polacca della Arti"), "Fellow" del St Anne's College di Oxford e socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei.[54] Eco è stato inoltre membro onorario del CICAP.

Altro

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Gli è stato dedicato l'asteroide 13069 Umbertoeco, scoperto nel 1991 dall'astronomo belga Eric Walter Elst.

Il 12 aprile 2008 è stato nominato Duca dell'Isola del Giorno Prima del regno di Redonda dal re Xavier.

Nel 2016 il comune di Milano ha deciso che il suo nome venga iscritto nel Pantheon di Milano, all'interno del cimitero monumentale.[55]

Nel 2023 gli viene intitolato l'Istituto di istruzione superiore di Alessandria, presso la cui sede di liceo classico aveva conseguito la maturità.[56]

Opere

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Saggistica

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Eco ha anche scritto numerosi saggi di filosofia, semiotica, linguistica, estetica:

Raccolte:

A cura di:

Narrativa

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Narrativa per l'infanzia

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Traduzioni

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Giochi da tavolo

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Note

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  1. ^ a b Claudio Gerino, Morto lo scrittore Umberto Eco. Ci mancherà il suo sguardo nel mondo, in la Repubblica, 20 febbraio 2016. URL consultato il 22 febbraio 2016.
  2. ^ a b Massimo Delfino e Emma Camagna, Alessandria piange Umberto Eco, in La Stampa, 20 febbraio 2016. URL consultato il 22 febbraio 2016.
  3. ^ Lutto in Ateneo. È scomparso Umberto Eco: le parole del Rettore Ubertini, su magazine.unibo.it. URL consultato il 3 marzo 2023.
  4. ^ Cosimo Di Bari, "A passo di critica: il modello di media education nell'opera di Umberto Eco", Firenze University Press 2009
  5. ^ Umberto Eco, alle sue lezioni si mancava solo da morti, su il Resto del Carlino. URL consultato il 3 marzo 2023.
  6. ^ Èco, Umberto, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  7. ^ LINCEI, ENRICO MENESTO' E UMBERTO ECO NUOVI SOCI DELL'ACCADEMIA, su tuttoggi.info. URL consultato il 30 ottobre 2017.
  8. ^ 'Il nome della rosa' debutta su Rai1 e conquista gli ascolti della prima serata, su la Repubblica, 5 marzo 2019. URL consultato il 30 gennaio 2020.
  9. ^ https://www.artribune.com/editoria/fumetti/2023/05/nome-della-rosa-umberto-eco-milo-manara/
  10. ^ quotidiano la Stampa del 22/11/2000, p. 25.
  11. ^ Gianni Coscia: «quando suono col mio amico Umberto Eco», su genova.mentelocale.it. URL consultato il 20 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2014).
  12. ^ «È il lato dolente e angoscioso di un uomo che è cresciuto nell'Azione Cattolica, che l'ha lasciata in polemica con il grande Gedda; un uomo, Eco, che ha studiato – dicono - Tommaso d'Aquino, e che un giorno se n'è uscito dalla Chiesa proclamandosi orgogliosamente ateo, o se si preferisce, agnostico.» (In Rassegna stampa cattolica: Mario Palmaro, Eco è solo un refuso, 21 settembre 2011
  13. ^
    (EN)

    «His new book touches on politics, but also on faith. Raised Catholic, Eco has long since left the church. "Even though I'm still in love with that world, I stopped believing in God in my 20s after my doctoral studies on St. Thomas Aquinas. You could say he miraculously cured me of my faith..."»

    (IT)

    «Il suo nuovo libro tratta di politica, ma anche di fede.

    Cresciuto nel cattolicesimo, Eco ha lasciato da tempo la Chiesa. "Anche se io sono ancora innamorato di quel mondo, ho smesso di credere in Dio durante i miei anni 20, dopo i miei studi universitari su Tommaso d'Aquino. Potete dire che egli mi ha miracolosamente curato dalla mia fede..."»

  14. ^ Liukkonen, Petri (2003) Umberto Eco (1932–) – Pseudonym: Dedalus (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2006).
  15. ^ Eco, quando l'Università di Torino gli consegnò il libretto con 27 in letteratura italiana, su la Repubblica, 20 febbraio 2016. URL consultato il 17 febbraio 2020.
  16. ^ Antonio Galdo, Saranno potenti? Storia, declino e nuovi protagonisti della classe dirigente italiana, Sperling & Kupfer, Milano
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Opere

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Film

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Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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